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quiBresciaMostre a cura di Nino Lo Castro

La scultura di Domenico Ghidoni tra 800 e 900

Qui sopra Emigranti, 1891, bronzo (fusione del 1891), Brescia, giardino di Corso Magenta. In basso a destra Alba (risveglio), 1904 bronzo, Brescia, collezione Lidia Falsina Montini.

La mostra. "Domenico Ghidoni (1857 - 1920). Bizzarro scultore, pensiero generoso, anima e ribellione". Divise tra Brescia e Ospitaletto sono esposte numerose opere dello scultore bresciano vissuto a cavallo tra l'800 e il '900.

Dove, come, quando. Brescia, Aab, vicolo delle Stelle, 4.
Ospitaletto, Centro polifunzionale del Comune. Aperta fino al 16 aprile 2001. Orari: tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30. L'ingresso è libero. Tel. 030 452222 , fax. 030 2898077.

La recensione. La mostra dedicata a Domenico Ghidoni è la conclusione di un vasto e minuzioso lavoro di indagine e ricerca che ha permesso di ricostruire il percorso artistico del grande scultore di Ospitaletto: gli sono state attribuite 268 opere, tutte catalogate e pubblicate nella monografia edita dalla Aab. Curatrice della mostra e della stessa monografia è Giovanna Ginex, in collaborazione con un comitato scientifico coordinato da Vasco Frati (presidente dell'Associazione artisti bresciani). La selezione antologica di ben 65 sculture è divisa in due sedi: la sala del Romanino in vicolo delle Stelle, 4 a Brescia, in cui è ospitata una delle opere più recenti e apprezzate, Emigranti, e il Centro polifunzionale del Comune di Ospitaletto, nel quale è esposto il maggior numero di sculture. Il percorso della mostra di Ospitaletto si snoda attraverso sette sezioni tematiche, tra cui il gruppo de Le nostre schiave, recentemente recuperato da un intervento di restauro e I Tagliaferri, galleria di sculture dedicate all'architetto bresciano Antonio Tagliaferri, primo mecenate e scopritore dello stesso Ghidoni. Sono presenti inoltre alcune note opere dell'artista bresciano come il marmo intitolato Testa femminile con lo scialle sui capelli e i due gessi Nudo femminile e Donna seduta con le mani in grembo. Nella sede dell'Aab, invece, oltre all'importantissima e recentemente restaurata Emigranti del 1921 (precedentemente collocata nei giardini dell'Aquiletta di Corso Magenta), sono presenti cinque interessantissime opere di taglio verista e di grande impatto emotivo tra cui la Testa femminile del 1910 e la Contadinella del 1892. La vicenda artistica di questo importante esponente della scultura bresciana nasce e si forma quasi esclusivamente a Milano, nell'ambiente dell'Accademia di Brera, studiando accanto a personaggi, fra cui Medardo Rosso e Giovanni Segantini, che avrebbero poi contribuito a cambiare l'arte del '900. E' proprio quel periodo a cavallo tra i due secoli che ha formato la tecnica scultorea di Ghidoni e lo ha iniziato ai temi del verismo sociale, le opere Finalmente dorme e Friulana ne sono un grande esempio. Le linee essenziali delle sue opere non si perdono mai troppo nel descrittivismo e riescono, con pochi e sapienti tocchi, a infondere l'anima nei volti dei personaggi. Si tratta molto spesso di persone disagiate, segnate dal lavoro o dalla povertà, arrivate a noi così come le vedeva l'artista all'inizio del secolo.

Qui sopra Contadinella, 1892, bronzo, Brescia, collezione privata



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