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quiBresciaMostre
a
cura di Nino Lo Castro
L'industria
e il lavoro nella storia bresciana
In apertura: l'uscita dei
lavoratori dalla Tempini, un' immagine di fine Anni 20
dell'archivio Fondazione Negri. In basso, a destra, una
pressa tipografica dei primi del 900. A sinistra il quadro
di Emilio Rizzi Lavoratori in fonderia.
La mostra. "Fabbriche.
Scienza, tecnica, industria. Brescia: la memoria e il
progetto". Sono esposti numerosi oggetti, quadri,
gigantografie, cartografie, modelli in scala e parti di
macchinari industriali dei primi del 900. Inoltre pannelli
didascalici, documenti sonori e filmati raccontano la vita e
il lavoro nei vecchi opifici bresciani. Ospitata a Palazzo
Martinengo è curata da Pier Paolo Poggio, Carlo
Simoni in collaborazione con Daniele Mor.
Dove, come, quando. Brescia, Palazzo Martinengo, via
Musei 30. Aperta dal 5 maggio al 24 giugno 2001, tutti i
giorni dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle 19. Il biglietto
costa 5 mila lire. Ogni domenica alle 18 è prevista
una visita guidata gratuita. Per prenotazioni e
informazioni: 030 297551.
La recensione. La mostra ospitata a Palazzo
Martinengo contiene una collezione
di oggetti provenienti dai vecchi opifici bresciani. Veri e
propri reperti industriali di varie epoche messi a
disposizione dagli archivi storici delle fondazioni Luigi
Micheletti, Civiltà Bresciana, Negri e Ansaldo di
Genova. L'esposizione precede l'apertura del Museo
dell'industria e del lavoro, progetto che riunirà
tutti i vecchi opifici del Bresciano in un unico grande
museo di archeologia industriale all'aperto. La provincia di
Brescia, sin dalla seconda metà dell'ottocento,
è stata all'avanguardia nello sviluppo tecnico
scientifico e nelle opere di ingegneria civile. Oltre alla
tradizione siderurgica, con le miniere, le fucine e le
grandi fabbriche meccaniche, nella mostra trovano spazio le
vecchie cartiere, attive nella valle di Toscolano sin dal
400, le cave di marmo di Botticino, le produzioni di calce e
le aziende per la lavorazione della seta e del cotone,
realtà che hanno contribuito a fare della nostra
provincia uno dei poli più industrializzati d'Europa.
Dagli Anni 70, i vecchi impianti di produzione vengono
tutelati come esempi di archeologia industriale e
l'esposizione, attraveso fotografie d'epoca e oggetti di
lavoro, vuole ricordare l'attività pionieristica che
ha caratterizzato Brescia a cavallo tra l'800 e il 900,
mutando per sempre il modo di lavorare e di vivere dei
nostri padri. Il percorso ricavato nei saloni di palazzo
Martinengo, attraverso una serie di pannelli didascalici, fa
vedere le evoluzioni che la tecnica ha subìto nel
corso degli anni. I vecchi alternatori d'energia, i
telegrafi, le primordiali centralini di fine 800 e ancora le
prime lampadine con filamento in carbonio (grandi quanto una
racchetta da tennis), o gli attrezzi
di sviluppo e stampa di pellicole cinematografiche sono
testimonianze di un modo di comunicare e lavorare che non
esiste più. A fianco dei reperti industriali, sono
inoltre esposti alcuni dipinti del pittore Emilio Rizzi,
morto nel 1952, che al suo esordio, prima di perdersi nella
Belle époque parigina, aveva ritratto le immagini e
le atmosfere del lavoro in fonderia. Particolarmente
interessanti "Colata in fonderia" (nella foto qui sopra),
"L'infortunio" e il grandissimo "Lavoratori del Gas", in cui
i corpi degli operai, tesi per lo sforzo, fuoriescono
dall'oscurità illuminati dalla calda luce delle
fiamme. E' possibile inoltre, nella piccola saletta video
del museo, vedere dei filmati dell'epoca che documentano
alcune tecniche di lavoro utilizzate nei primi anni del
secolo scorso. Anche se di qualità primordiale, danno
una chiara idea delle condizioni di lavoro degli operai. Con
l'ausilio di due computer, si può anche consultare un
Cd Rom che mostra il progetto per il nuovo museo.
Verrà allestito negli spazi dell'ex Tempini (poi
Bisider) e prevede la riqualificazione ambientale
dell'intera zona. Le animazioni virtuali mostrano come i
vecchi capannoni (oggi inutilizzati e vicini al centro
cittadino) verranno ristrutturati per ospitare il Museo
dell'industria e del lavoro.
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