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quiBresciaMostrea cura di Anna Pedersini


Quei barbari che vollero diventare latini

La mostra. "Il futuro dei Longobardi in Italia. La costruzione dell'Europa carolingia di Carlo Magno", curata da Carlo Bertelli e Gian Pietro Brogiolo, tratta il problema dell'eredità storico-artistica lasciata dai Longobardi all'Italia e del contributo che questa cultura ha saputo dare nella formazione della successiva Europa carolingia. La mostra si basa sulla rilettura delle fonti storiche conosciute o recentemente acquisite e provenienti da oltre 150 musei europei e americani.

Dove, come, quando. Brescia, Museo di Santa Giulia, via Musei, 87 (prenotazioni e visite guidate: numero verde 800762811 - sito internet: www.ilongobardi.it). Aperta dal 18 giugno al 10 dicembre 2000. Orario: tutti i giorni dalle10 alle 20, venerdì fino alle 22, chiuso il lunedì. Ingresso lire 12.000.

La recensione. Tra le oltre 500 opere riunite per l'occasione, tra cui sculture, ceramiche, smalti, oggetti della metallurgia, codici miniati e miscellanee provenienti da Parigi, Londra, Berna, Berlino, Heidelberg, alcune meritano una particolare attenzione. Tra queste, citiamo gli affreschi dell'Abbazia di San Vincenzo al Volturno, la documentazione della tomba di Ariperga di Pavia, un gruppo di icone provenienti dal Sinai e conservate nel museo di Kiev (per la prima volta esposte in occidente) e la Croce di Desiderio (nell'immagine in alto), presa a simbolo dell'evento. Una sezione di approfondimento è dedicata alle monete longobarde, di cui è presente un corpus di quasi 300 pezzi. Da Madrid e da Sankt Gallen arrivano rispettivamente il "Codex Matritensis" e l'"Editto di Rotari", cioè la raccolta delle leggi civili longobarde.
Attraverso un percorso espositivo articolato in dieci sezioni e che prevede interventi multimediali con la rielaborazione tridimensionale di monumenti longobardi e la proiezione di immagini di ambienti virtuali, la mostra accompagna il visitatore all'interno della vita di questo popolo per molto tempo ritenuto, a torto, barbaro, rozzo e incolto. La rassegna ricorda l'importanza attribuita alla scrittura con la ripresa dei valori e degli strumenti culturali della tradizione romana, racconta lo svolgimento della vita quotidiana, la religione, le pratiche e i rituali legati alla morte. Guida insomma il visitatore alla rilettura dell'intera storia di un popolo, quello longobardo, che ha permesso con i suoi insediamenti nella nostra penisola l'incontro e la fusione tra cultura germanica e cultura latina.
La sede dell'esposizione, il complesso del monastero di San Salvatore - Santa Giulia, rappresenta a sua volta un aspetto importante di questo momento storico: fu infattii fondato dall'ultimo re longobardo, Desiderio, e da sua moglie Ansa, che fecero di Brescia uno dei principali Ducati della penisola.



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