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quiBresciaTeatro
di Rossella Prestini
Macbeth,
l'inferno del rimorso
Le
azioni malvagie si compiono in un istante, si
consumano in una frazione di secondo, ma il rimorso
poi attanaglia l'animo umano, costringendolo al
dolore, all'espiazione, a volte persino alla
follia. Questi sentimenti sono ben noti a Macbeth e
alla sua sposa che, avidi di potere e fama, vengono
travolti dal peso delle loro azioni, dei loro
assassini. Questo dramma shakespeariano, in scena
da martedì 3 aprile al teatro Sociale,
mostra proprio il vortice di dolore e colpa che
risucchia i protagonisti della vicenda,
conducendoli sempre più in basso, in un
vortice di passioni distruttrici. Infatti Macbeth,
condizionato dalla profezia di tre streghe,
assassina il proprio re, nonostante questi l'abbia
sempre favorito, ma poi il pensiero di ciò
che ha fatto non lo abbandona e anzi lo tortura,
togliendogli il senno. La sua giovane moglie
invece, prima spietata consigliera di morte, si
ritrova alla fine sola, colpevole, senza l'appoggio
del marito, e ha come unica via di fuga la morte
che s'infligge con un pugnale. Tutto è molto
tertro in questa tragedia e la regia di Giancarlo
Cobelli non fa altro che accentuare le sensazioni
negative che accompagnano lo svolgersi del dramma.
La
scena è sempre scura, fiocamente illuminata,
animata da spaventose sculture viventi, invasa da
una musica dagli echi tribali e i personaggi sono
sporchi del sangue delle battaglie, semi nudi, a
tratti animaleschi. Non c'è mai un momento
di riscatto, neanche per un istante si può
sperare in un'inversione di rotta che porti un po'
di luce dove regnano le tenebre. Il regista insomma
sceglie senza mezze misure e porta in scena un
inferno (abitato da mostri, creature bizzarre,
streghe dal cui ventre escono teste mozzate,
demoni) nei cui meandri si muovono i protagonisti,
Macbeth e la moglie, sempre più persi e
allucinati e ormai segnati da un destino che non
lascia scampo. Lo spettacolo, però, a tratti
molto lento, non sempre riesce a tenere viva
l'attenzione dello spettatore. E anche Kim Rossi
Stuart e Sonia Bergamasco, attori certamente noti e
apprezzati, sono chiamati a una prova difficile in
cui faticosamente trovano la giusta
intensità. La loro interpretazione è
in generale poco convincente, spesso troppo sopra
le righe. Le due ore e più di spettacolo
poi, non contribuiscono ad alleggerire un
allestimento già di per sè
impegnativo, anche se il pubblico del Sociale,
composto
in larga parte dai fan di Kim Rossi Stuart, ha
applaudito calorosamente. Si replica tutte le sere
alle 20,30 fino a domenica 8 aprile (l'ultimo
giorno) doppio spettacolo anche alle 15,30. Il
biglietto in platea costa 42 mila, 30 e 20 mila in
galleria. Per informazioni: 030 2808600.
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