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quiBresciaTeatro
di Rossella Prestini
Pinocchia,
una frizzante favola surreale
"Pinocchia"
di Stefano Benni, per la regia di Giorgio Gallione,
è andato in scena al Sociale di Brescia.
Liberamente ispirato alla celeberrima favola
collodiana, lo spettacolo, per un'ora e 40 minuti,
ha seguito le avventure di Pinocchia (Angela
Finocchiaro), una donna-burattina-robot, costruita
da un solitario e burbero Geppetto (Bruno Stori)
che cerca in lei una figlia, un'amante, un'amica.
Dopo l'inizio all'insegna della tradizione (la
burattina viene costruita nella casa del falegname,
incontra la sua coscienza, vuole scappare attratta
dal mondo e dal paese dei balocchi), la favola di
Benni decolla e, mescolando attualità,
letteratura, invenzione, atterra in un mondo
strano, ma nel contempo molto famigliare allo
spettatore, dove Pinocchia è una cantante
rock ormai decaduta, Geppetto un ricco imprenditore
finito sul lastrico, il Gatto e la Volpe due
presentatori di tivù spazzatura. Tutto sulla
scena è in bilico tra illusione e
realtà. E' dubbia l'identità dei
personaggi, semi umani robotizzati e computerizzati
(persino lo stesso Geppetto), è ambigua
anche la scenografia, formata da teli di stoffa o
carta che vengono strappati, bucati, usati per
nascondersi. Perfino la storia inganna,
perché apparentemente porta
lo spettatore su un terreno noto, quello della
fiaba, ma poi lo stupisce in ogni modo con trovate
surreali e un ritmo sempre più martellante.
Benni, che ha scritto la piéce teatrale
pensando a una Pinocchia-Angela Finocchiaro, sembra
aver colpito nel segno. La messa in scena è
ironica e ben strutturata, l'attrice è
perfetta nella parte e riesce a dar vita a un
personaggio divertente e allo stesso tempo
complicato, in cui si fondono sentimenti umani e
artificiosità meccaniche, l'ingenuità
di una bambina, la malizia della seduzione.
Convincenti anche gli altri interpreti: Bruno
Stori, Gabriella Picciau, Giorgio Scaramuzzino,
tutti appartenenti alla compagnia genovese del
Teatro dell'Archivolto. Il pubblico del Sociale ha
apprezzato e applaudito lungamente. Si replica
mercoledì 20 alle 20,30.
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