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quiBresciaTeatro di Lea Drummel

Lascia perplessi il Cristo di Raboni


Esordio tra luci e ombre martedì sera per "La rappresentazione della croce" di Giovanni Raboni, in cartellone per la stagione di prosa del Ctb, nella realizzazione del Teatro Biondo Stabile di Palermo per la regia di Pietro Carriglio. Il vero protagonista, Cristo, non compare mai sulla scena, ma la sua vita viene rievocata dalle parole dei testimoni, umili e meno umili. Come Zaccaria, il vecchio padre di Giovanni che, muto, riacquista la voce per raccontare i fatti straordinari ai quali ha assistito. Oppure come gli apostoli e le pie donne, o la dolente Maria, o il cinico sacerdote Caifa. Spoglia ed essenziale nella scenografia, semplice nei costumi ispirati a pitture medievali, la messa in scena della personalissima rilettura di Raboni della storia di Cristo trova probabilmente un senso nella qualità poetica e nella ricercatezza stilistica del testo in versi, che comunque la regia non riesce a valorizzare. I contenuti, cioè la lettura e l'interpretazione dei Vangeli fatte da Raboni, ci sono invece apparsi assai poco originali e in alcune parti addirittura banali. Nessuna figura, dall'Addolorata alla pentita Maddalena fino al sofferto traditore Giuda, riesce a trasmettere qualcosa di nuovo, e questo indipendentemente dalle interpretazioni degli attori. La sensazione è che il laico Raboni abbia voluto accostarsi ai Vangeli non tanto con tremore e rispetto, quanto piuttosto con atteggiamento "politicamente corretto". Ne è venuta fuori una rappresentazione di oltre due ore con poca anima, nella quale gli spettatori rischiano d'annoiarsi e appisolarsi, per venir bruscamente destati ogni tanto da un'improbabile e posticcia colonna sonora sparata a volume massimo per sottolineare i passaggi più drammatici. Non possono quindi non tornare alla mente altre letture laiche del Vangelo, di ben diversi spessore e qualità, sia pure in ambiti espressivi differenti: non solo Pasolini, per intenderci, ma anche la Buona Novella di De Andrè o Jesus Christ Superstar...
Elevati il mestiere e la professionalità degli attori della compagnia, anche se impegnati in personaggi non sempre azzeccati. Ci hanno colpito positivamente soprattutto il Giuda di Remo Girone e lo Zaccaria di Franco Graziosi, qualche perplessità sulle figure femminili (Pamela Villoresi è Maddalena, Ilaria Occhini è Maria), un po' troppo scontate nella caratterizzazione psicologica e caricate nell'interpretazione. Una menzione per Giulio Brogi (Pietro) e Virgilio Zernitz (Caifa). Carlo Valli (Pilato), indisposto, è stato sostituito in scena dall'aiuto regista che ha letto telegraficamente il copione. Il pubblico, un po' scarso, alla fine ha calorosamente applaudito: un omaggio all'impegno (e al nome) dei protagonisti.

Lo spettacolo replica al Teatro Sociale tutte le sere alle 20,30 fino a sabato. Domenica alle 15,30. I biglietti costano 42 mila lire in platea, 30 mila e 20 mila in galleria.



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