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quiBresciaTeatro di Rossella Prestini
Rocky Horror, il fascino della provocazione


Il musical è un genere che ha sempre avuto molti estimatori. L'abbinamento del recitato al canto e alla musica, infatti, sa conquistare il pubblico, coinvolgendolo. Se poi il musical in questione è il "Rocky Horror Show" di Richard O'Brien, vero e proprio cult - in programma al Sociale di Brescia fino al 22 aprile nella versione del London musical theatre per la regia di Christopher Malcolm - il gioco sembra fatto. La vicenda è molto semplice e decisamente surreale. Due fidanzatini da cartolina per un contrattempo si ritrovano a dover passare la notte in un tetro castello. Gli abitanti del maniero, inoltre, sono degli eccentrici extraterresti provenienti dal pianeta Bysex della galassia Transylvania, accoliti di un certo Frank 'N' Furter che, tra calze autoreggenti e body sadomaso, è impegnato nella realizzazione di un progetto ambizioso: creare un essere perfetto, una macchina di piacere con cui accoppiarsi. Inutile dire che i due ragazzi vedranno cadere molte delle loro convinzioni da benpensanti e, alla fine di una notte piena di sesso e horror, si ritroveranno molto cambiati.
Quando il musical venne allestito la prima volta, nel 1973 a Londra, la provocazione nei confronti della società era molto attuale e sicuramente forte (oggi ovviamente non più), ma la produzione non raccolse successi. E' stato solo dopo l'uscita del film di Jim Sharman (1975) che il "Rocky Horror Show" ha iniziato a conquistare gli spettatori pure a teatro, diventando un successo, uno spettacolo di culto. Una delle innovazioni di questo show, la sua caratteristica forse più nota, è quella di coinvolgere il pubblico: gli attori si rivolgono agli spettatori parlando con loro, scherzando, improvvisando battute, creando un clima simile a quello dei concerti rock. Questo però non si è visto al Sociale. Il pubblico bresciano, infatti, è rimasto abbastanza composto, forse anche per una certa difficoltà di comprensione: lo spettacolo è interamente recitato in inglese, e solo poche persone si sono lasciate coinvolgere dal clima festaiolo del palco. Comunque la cosa non pare aver impensierito gli interpreti. Gli attori/cantanti si sono esibiti con bravura, sostenendo apparentemente senza fatica le quasi due ore di spettacolo. Particolarmente ben riuscita l'interpretazione di Bob Simon, perfetto nei panni del trans Frank, ma anche quella del narratore Hans Goetzfriend, l'unico a pronunciare qualche battuta in italiano. Eccellente l'esecuzione musicale della band, composta da quattro musicisti, che purtroppo non hanno trovato spazio sulla scena ma sono rimasti nascosti dalle quinte. Il pubblico del Sociale, pienissimo, ha applaudito calorosamente, costringendo gli attori a qualche bis dei pezzi più noti. Si replica tutte le sere alle 20,30 fino a domenica 22 aprile, l'ultimo giorno lo spettacolo è alle 15,30, ma è ormai quasi impossibile trovare posti liberi. Il biglietto in platea costa 42 mila, 30 e 20 mila in galleria. Per informazioni: 030 2808600.



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