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quiBresciaTeatro di Rossella Prestini

Le streghe son tornate, purtroppo

Uomini tremate, le streghe son tornate. Ovvero, le donne non vogliono più essere mamme, casalinghe, angeli del focolare, ma pretendono autonomia, potere decisionale, libertà. Questo famoso motto femminista che ha animato i cortei degli Anni 70, ha oggi ispirato la 28enne regista russa Tatiana Olear che, per il Ctb, ha allestito lo spettacolo dal titolo, appunto, "Le streghe son tornate" con il quale ha debuttato martedì 13 febbraio 2001 al teatro Santa Chiara di Brescia. La storia prende spunto da un testo di Alberto Bassetti, La Tana, che racconta dell'incontro di un gruppo di amiche le quali, a metà degli anni 70, avevano partecipato alla contestazione femminile. Queste donne, ormai cambiate e profondamente segnate dalle loro esperienze, si ritrovano in un casolare e qui, dopo anni, fanno i conti con il proprio passato.
L'allestimento teatrale vuole rappresentare entrambi i periodi della vita di queste amiche. Passato e presente si alternano sul palco: le protagoniste sono a tratti liceali emancipate ed esaltate dalla causa femminista, che passano le loro giornate suonando (le streghe sono un gruppo rock incazzato) e parlando di politica; a tratti sono donne disilluse che hanno intrapreso strade molto diverse fra loro diventando chi una manager in affari, chi una casalinga, chi una nostalgica hippy. Tutto quello che riguarda gli anni della contestazione, ciò che nel libro di Bassetti appartiene alla soffusa dimensione del ricordo, è una rilettura della regista. Ed è proprio questa parte il punto debole dello spettacolo. Le ragazze vengono presentate come invasate. Odiano gli uomini, parlano solo ed esclusivamente per slogan e la loro caratterizzazione sembra svilire chi quegli anni li ha vissuti veramente. Parolacce a go go, topless ostentati e una scena d'amore tra donne non bastano a illustrare un periodo storico certamente controverso, ma anche intenso e unico. La messinscena sembra insomma una caricatura e la regista non riesce a staccarsi dai luoghi comuni e dalla banalità. Insignificante è anche la scenografia: un pannello che si apre sul passato e si chiude nel presente, con ai lati due sedie mobili che si alzano e si abbassano e vengono utilizzate per simboleggiare gli atti sessuali. E le interpreti? Escluse le discrete Carla Chiarelli che è Marta, la sorella per bene di una delle streghe, e Cristina Ferrajoli che dà vita al personaggio di Giorgia, le altre tre protagoniste, Camilla Fantini (Claudia), Barbara Barbarani (Rossana) e Francesca Mainetti (Olimpia), incarnano donne "isteriche", recitando a scatti e proponendo figure enfatizzate e assolutamente non credibili. Più controllato, anche se non eccezionale, l'unico uomo sulla scena, Leonardo de Colle, che interpreta Leo, il conservatore ragazzo di Marta. Il pubblico del teatro Santa Chiara ha applaudito senza troppo calore. Si replica fino all'11 marzo, tutte le sere, escluso il lunedì, alle 20,45. La domenica doppio spettacolo anche alle 15,30. Il biglietto costa 25 mila lire. Per informazioni: 030 2808600.



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