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quiBresciaTeatro
di Rossella Prestini
Un
Tartufo all'insegna della
comicità
"Il Tartufo" di Molière, nella versione
rivisitata dal regista svizzero Benno Besson per lo
Stabile di Genova, è in scena al teatro
Sociale di Brescia. L'opera - allestita per la
prima volta a Versailles il 12 maggio del 1664 con
il titolo Tartuffe ou l'Hypocrite e poi censurata
fino al 1669 - tratta un argomento assai delicato:
la devozione religiosa. La commedia, infatti,
racconta le vicissitudini di una famiglia agiata
che si trova alle prese con uno strano personaggio,
Tartufo,
il quale spacciandosi per un uomo pio e
disinteressato conquista l'amore e il rispetto del
padrone di casa, cercando in realtà di
soffiargli tutti gli averi e persino la moglie. Per
fortuna però il resto della famiglia non
crede alle presunte buone intenzioni dell'astuto
Tartufo e, con un inganno, riesce a smascherarlo,
ma solo agli occhi dell'ingenuo Orgon e non a
quelli della società. Le cose purtroppo
continuano ad andar male e il subdolo e falso
ospite sembra avere la meglio: sarà il re,
come un deus ex machina, a mettere a posto le cose
e salvare la sventurata famiglia con la sua
magnanimità.
Benno Besson, rispettoso del testo e attento al
ritmo, ha allestito un "Tartufo" all'insegna di una
comicità forse eccessiva. Lo spettatore,
comunque, segue l'ora e 40 minuti di spettacolo
senza noia, mentre tutto sulla scena sembra
funzionare a puntino: i personaggi si muovono a
loro agio sul palco apparendo e scomparendo agli
occhi del pubblico attraverso le scale e le porte
della loro lussuosa dimora, riprodotta dalla
scenografia. Nota stonata, anche se non fastidiosa,
l'interpretazione di Lello Arena.
L'attore, che è Orgon, il succube padrone di
casa, non riesce infatti a nascondere la propria
inflessione napoletana, totalmente fuori luogo, e
propone un personaggio un po' troppo sopra le
righe, spesso poco credibile ed esageratamente
farsesco. Più convincenti invece gli altri:
dal bravissimo Eros Pagni che dà vita a un
Tartufo viscido e fasullo, molto espressivo e
perfettamente controllato, alle due principali
interpreti femminili, Marzia Ubaldi (Dorine) e
Daniela Giordano (Elmire). Il pubblico del Sociale,
non numerosissimo, ha applaudito con calore.
Lo spettacolo va in scena tutte le sere alle 20,30
fino al 6 gennaio. Sabato 6 gennaio doppia
rappresentazione, anche alle 15,30. Domenica 7,
solo alle ore 15,30. I biglietti costano 42 mila
lire in platea e 30 e 20 mila in galleria. Per
informazioni la biglietteria risponde al numero 030
2808600.
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