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quiBresciaViaggiare
di
Matteo Borghesi
Questa rubrica, che con cadenza mensile propone vacanze in
paesi esteri, non vuol essere sostitutiva di una buona guida
- strumento indispensabile -, ma fornisce suggerimenti,
consigli e piccole notizie pratiche frutto di esperienza
diretta, disegnando itinerari che toccano le località
più interessanti e particolari del paese descritto.
Ovviamente non c'è pretesa di essere esaustivi:
considerate il tutto come il racconto di chi, con tutti i
limiti del caso, c'è stato. Sono quindi graditi
suggerimenti, aggiornamenti e integrazioni.
India
parte II: le meraviglie della piana
gangetica
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In apertura
un bassorilievo del Kamasutra a Khajuraho. Sotto, a
destra, il mausoleo del Taj
Mahal.
In
queste pagine viene descritto il secondo
itinerario, dei complessivi sei, dedicato al
subcontinente indiano, presentato in generale in
un'introduzione alla vita e alle abitudini
(Vai
alla pagina).
Questa puntata attraverserà la zona della
piana gangetica, una delle più densamente
popolate di tutto il paese. Vi è incluso
anche un capitolo che riguarda la capitale del
Nepal, Kathmandu, in quanto abbastanza affine e
vicina geograficamente. Alcuni dei posti trattati
sono tra i più famosi e visitati di tutto il
subcontinente indiano e possono vantare
impressionanti elementi artistici e culturali,
frutto anche del dominio islamico che
caratterizzò la zona.
Agra.
Grande città, tra le più
frequentate dell'India, famosa soprattutto per la
presenza di uno dei monumenti simbolo di tutto il
paese: il Taj Mahal, bianco mausoleo dai quattro
minareti tutto in marmo intarsiato, un vero
gioiello architettonico. Altro importante obiettivo
turistico è il Forte, un complesso di
edifici e padiglioni racchiuso tra mura
fronteggiante il fiume Yamuna, lo stesso che passa
per Delhi. Da quest'anno il costo del
biglietto d'ingresso è fortemente aumentato
superando la cifra di 20 mila lire, cumulativa dei
due monumenti: costo altissimo per l'India, se si
considera che solitamente, per musei ed ingressi
vari, si spendono cifre che non raggiungono le
mille lire; evidentemente il governo locale ha
deciso di ottenere il massimo dai luoghi che i
turisti considerano da non perdere, il motivo per
cui si viene in questo posto. Il resto della
città non offre granché da vedere o
fare. Da non perdere anche la visita a Fatehpur
Sikri, 40 chilometri da Agra, un
perfetto esempio di città Moghul,
abbandonata dopo pochi anni dalla sua fondazione,
400 anni fa. E' un posto davvero unico in cui
potrete girovagare tra moschee e palazzi di pietra
rossa sparsi su una grande area, uno di quei posti
che sicuramente vi daranno una sensazione
particolare, rimanendovi poi nella memoria per la
loro straordinarietà. Per giungervi si
può prendere un treno locale dalla stazione
del Cantonment di Agra, altrimenti un meno
comodo autobus che in un' ora vi ci porterà.
Agra, essendo meta di abbondante turismo,
è piena di hotel di ogni livello: il Grand
Hotel, vicino alla stazione del Cantonment,
è un buon posto comodo anche per la
posizione; per mangiare il Kwality, in Taj Road, un
ristorante che appartiene ad una catena di locali
che troverete in molte città, offre sempre
una buona soluzione di medio livello.
Qui sopra, il
forte di Gwalior. Sotto, a sinistra, un'immagine di
Khajuraho.
Gwalior. Posta 118 chilometri a sud di
Agra, merita la visita per la presenza di un
bel Forte, costruito su una spianata in cima a una
collina dominante la città. Lo si raggiunge
con una lunga strada che sale - meglio utilizzare
un risciò - fino alla porta a nord est. Da
qui, potrete scendere a piedi dall'altro lato fino
al centro. Lungo la discesa si possono visitare
vari templi e vedere delle belle statue jain,
scolpite nella roccia; calcolate circa tre ore per
il tutto. Non lontano dalla stazione ferroviaria,
il Motel Tansen offre decenti sistemazioni di vario
costo ed è anche fornito di un buon
ristorante.
Khajuraho.
Altra località tra le più
conosciute e frequentate dell'India, famosa per i
templi - ne restano 22 in buone condizioni - tutti
finemente decorati con sculture raffiguranti anche
temi erotici. Come in altri posti simili,
tutt'intorno al complesso monumentale c'è un
grande giardino con fiori e piante che rende la
visita ancor più piacevole. Alcune delle
sculture rappresentano ardite posizioni da
Kamasutra, naturalmente le più fotografate
ed ammirate non solo dagli occidentali, che danno
un'idea in forte contrasto con l'attuale
pudicità della popolazione indiana. Nella
zona si possono fare anche delle escursioni in
bicicletta a delle cascate che si trovano ad una
ventina di chilometri, molto più
interessanti in estate ed autunno poiché in
altre stagioni l'acqua tende ad essere poca. Per
dormire e mangiare una buona soluzione è
offerta dal Tourist Bungalow, non lontano dalla
zona dei templi. Non è agevolissimo
raggiungere Khajuraho: vari bus la collegano
con le principali città ma, data la
distanza, sarà sempre un viaggio poco
agevole. Per prendere un treno diretto verso
Varanasi bisogna andare alla stazione di
Satna, a 120 chilometri. Più facile
ricorrere ad un volo interno, essendo tappa della
rotta turistica che collega Delhi,
Agra e quindi Varanasi.
Qui sopra, a
sinistra, un bassorilievo raffigurante il Kamasutra
a Khajuraho. A destra, una veduta di Allahabad.
Sotto e in basso, abluzioni a Varanasi.
Allahabad.
Città posta alla confluenza dei fiumi Yamuna
e Gange, famosa per la grande festa che vi si
svolge ogni anno e che richiama centinaia di
migliaia di pellegrini, la Magh Mela e che ogni 12
anni diventa ancora più importante e
frequentata, la Kumbh Mela. L'ultimo di questi
raduni si è tenuto nel mese di gennaio 2001,
richiamando da ogni parte del paese qualcosa come
15 milioni o più di persone. Per il resto
non è posto da attrarre turisti anche se
può essere utilizzato come tappa per
spezzare il lungo trasferimento verso
Varanasi. Merita una visita la zona presso
il fiume dove si svolgono le feste: durante tutto
l'anno una lunga fila di mendicanti, alcuni dei
quali in condizioni veramente impressionanti,
è allineata lungo la strada nei pressi del
Forte e fino alla riva con decine di piccoli
chioschi e ristoranti di basso livello e di cambia
monete (per fare l'elemosina) ad offrire servigi;
sulla riva molti barcaioli fanno servizio per gite
lungo il fiume e sull'altra sponda, meta di
lavandai, vedrete lunghe file di panni stesi al
sole a sciorinare. In Mahatma Ghandi Road, il
Tourist Bungalow è uno dei migliori posti
sia per l'alloggio sia per il cibo in
città.
Varanasi
(Benares). Altra famosa meta del turismo oltre
che frequentatissima città di
pellegrinaggio, Varanasi è un posto
nel quale molti non tornerebbero volentieri: non
piace molto l'atmosfera che ne impregna l'aria,
quei continui cortei funebri che sfilano per le vie
vicine al fiume - il Gange - e la sporcizia che
sembra qui maggiore che altrove. Sono circa un
centinaio i ghats (le scalinate che scendono al
fiume) affollati di pellegrini che vi convengono
per le abluzioni, sparsi lungo 5 chilometri di riva
e tutti sulla stessa sponda, alcuni dei quali
interessanti per i palazzi che vi si affacciano;
sono posti in cui lo spettacolo dei sadhu, di donne
e uomini, di gente da ogni dove, offre motivo per
trascorrere ore ad osservare i riti del bagno nel
fiume sacro. Sulla riva c'è una grande
sporcizia con vari animali in funzione di spazzini
che frugano secondo il proprio gusto - le vacche
carta e vegetali, i cani i residui dei pasti, i
maiali tutto quello che possono ingerire, le
scimmie a rubacchiare quello che riescono - oltre a
mendicanti dalle atroci malformazioni come in pochi
altri posti vi può capitare di vedere. In
due di questi ghats, alle estremità nord e
sud della città, si cremano i cadaveri su
pire che ardono per tutto il giorno: lo spettacolo
non è esaltante, l'odore acre è quasi
insopportabile ma può essere un'esperienza
interessante assistervi. Non scattate assolutamente
fotografie in questi luoghi: rischiereste di essere
aggrediti dai parenti del morto e vi sarebbe
richiesta una cifra in denaro come indennizzo per
il torto subito; una buona possibilità per
osservare questi riti è quella di affittare
una imbarcazione che vi consentirà una buona
visuale delle rive oltre che, se proprio ci tenete,
di scattare delle foto da discreta distanza.
L'acqua del Gange, grigia e torbida, sulla cui
superficie non di raro vedrete galleggiare resti di
cadaveri non combusti, viene con raccapriccio dei
turisti, bevuta dai pellegrini e utilizzata da
molti chioschi per fare il tè: ci è
capitato di vedere alcuni occidentali
semi-residenti berne senza porsi il minimo
problema, ma quando si dice volersi fare del
male
Per girare nella città, che non
offre granché di interessante oltre il
movimento sulle rive, dovrete usare un
risciò essendo abbastanza vasta e con i
servizi (stazione, hotel e ristoranti) posti nella
parte nuova, qualche chilometro dal centro e dal
fiume. Nel Cantonment, non lontano dalla
stazione Varanasi Junction, l'India Hotel, al 59 di
Patel Nagar, è un posto discreto ed
abbastanza tranquillo al cui piano terra, vicino
all'ingresso, c'è un buon ristorante che
vende anche alcolici. Evitate i piatti
"manciurian", pieni di aglio all'inverosimile e
dalla digestione impossibile. Vicino c'è
anche l'ufficio della Indian Airlines. Altro buon
ristorante è il Kwality, in Kabir Chaura
Marg, appartenente alla omonima catena. Una
interessante escursione che potrete fare è
quella che in 10 chilometri porta a Sarnath,
uno dei maggiori centri buddisti dell'India, luogo
ove il Buddha pronunciò il suo primo
discorso pubblico e fondò la prima
comunità. Vari stupa e monumenti sono sparsi
in un piacevole grande giardino alberato e vi
è anche un ricco museo presso l'entrata. Per
arrivarci potrete affittare un motorisciò o
prendere un autobus.
Qui sopra, a
sinistra, uno stupa. A destra, Patan.
Kathmandu.
Un breve e comodo volo, o un lungo e disagevole
viaggio in autobus portano da Varanasi fino
alla capitale del Nepal. Vera città
gioiello, ricchissima di monumenti e contornata da
altre bellissime località, non potrete
mancare di visitarla con una breve deviazione dal
tragitto indiano. Il centro storico è un
vero museo all'aria aperta, con templi ed edifici
in legno dalla particolare architettura arricchiti
da statue pregevoli, una via-mercato, detta "freaks
road", piena di negozi di abiti ed artigianato
sempre affollatissima e dalla atmosfera piacevole,
come del resto lo è tutta la città;
un quartiere, Thamel, ad uso e consumo del turismo
economico pieno di piccoli hotel, ristoranti,
botteghe con merci tra le più interessanti e
ovunque un'aria dal particolare fascino. Nella
valle, raggiungibili con autobus in pochi minuti,
le cittadine di Patan e Baghdaon,
altri gioielli da non perdere: sono luoghi di
grandissimo interesse in cui è piacevole
passeggiare, frastornati da templi e case che
ovunque attrarranno la vostra attenzione per la
particolare bellezza ed architettura, tra piazzette
nascoste che celano bianchi stupa e cortili che si
aprono dietro piccoli passaggi ove sono nascoste
altre inattese costruzioni e templi in abbandono
che desteranno ancora il vostro stupore.
Pashupatinath, non lontano dalla
città, è un altro dei posti da
visitare: è una sorta di Varanasi
nepalese, ove i pellegrini giungono per i riti
della purificazione e per le cremazioni e dove si
svolgono raduni di sadhu (asceti, in questo caso
shivaiti) per la festa di Maha Shivaratri cui,
avendo fortuna di incapparvi tra febbraio e marzo,
è interessante partecipare. Nelle limpide
giornate di sole la vista offerta dalle imponenti
montagne dell'Himalaya che al tramonto si tingono
di rosa è grandiosa. Tre o quattro giorni
sono sufficienti per vedere i luoghi più
interessanti, anche se avendo tempo potreste
prolungare il viaggio alla scoperta del Nepal. Nel
quartiere di Thamel sono moltissimi i buoni posti
per dormire o mangiare: il Kailasha Hotel è
uno di questi ma ve ne sono davvero a decine
ovunque, per cui non sarà difficile trovarne
uno che vi soddisfi. Se arrivate con un volo,
all'aeroporto non mancheranno numerosi
procacciatori che vi proporranno il loro hotel: se
non ne avete già uno, selezionate in base
all'offerta ed andate a vedere, senza impegno, le
stanze proposte.
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Qui sopra due immgini
di Kathmandu.
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