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quiBresciaViaggiare
di
Matteo Borghesi
Questa rubrica, che con cadenza mensile propone vacanze in
paesi esteri, non vuol essere sostitutiva di una buona guida
- strumento indispensabile -, ma fornisce suggerimenti,
consigli e piccole notizie pratiche frutto di esperienza
diretta, disegnando itinerari che toccano le località
più interessanti e particolari del paese descritto.
Ovviamente non c'è pretesa di essere esaustivi:
considerate il tutto come il racconto di chi, con tutti i
limiti del caso, c'è stato. Sono quindi graditi
suggerimenti, aggiornamenti e integrazioni.
Marocco:
introduzione
a un viaggio
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In
apertura, un'immagine delle mura di Essaouira.
Sotto, a destra, un esempio di architettura
marocchina.
Sono
molti i viaggiatori che decidono, prima o poi, di
trascorrere una vacanza in Marocco. La relativa
vicinanza al nostro paese e nel contempo la
distanza culturale e architettonica che separa i
nostri modi di vivere e di essere costituiscono
già di per sé motivo d'interesse,
smuovono quell'intima curiosità che
c'è in ogni persona che ami il viaggio, la
scoperta o la conoscenza del diverso e del nuovo.
Intendiamoci, in Marocco non ci sono grandi palazzi
o monumenti di particolare pregio storico e
architettonico, non troverete resti del passato
paragonabili a quelli di tanti altri paesi,
né (con qualche eccezione) un paesaggio
particolarmente affascinante e unico: la sua
bellezza è invece nell'insieme, nelle sue
città vecchie, nell'atmosfera esotica che
permea ogni cosa, in quel suo essere in un certo
modo luogo di frontiera, di confine
dell'impero.
Provate
a passeggiare in un souk, tra merci coloratissime e
profumi di spezie, o a bighellonare senza meta tra
le stradine medievali delle medine, dove ancora
gruppi di ragazzini giocano a pallone rompendo il
silenzio dei vicoli. Questa immersione in un mondo
lontano vi farà provare certamente
sensazioni particolari e antiche,
solleticherà la vostra fantasia, anche
questo è parte del fascino del paese. Un
viaggio in Marocco può anche non lasciare
grandi ricordi, non entusiasmare tutti per quel
senso d'incompletezza che una visita talvolta
genera nel turista più esigente, avvezzo
magari a visioni grandiose che altrove stupiscono e
destano meraviglia. Forse ci sarebbe bisogno di
più tempo, più di quello che
solitamente s'investe in una vacanza, per gustare
appieno il piacere, per entrare anche solo un po'
di più in quel mondo, in quel sentire che di
primo acchito ci appare un poco ostico ed
estraneo.
La povertà di questo paese è poi
abbastanza evidente. Città e persone ne
portano i segni e grande è il numero di
quelli, soprattutto tra i giovani, che non hanno
occupazione. Molti cercano in qualche modo,
giustamente, di trarre beneficio dal turismo e si
sono inventate il diffusissimo lavoro
dell'accompagnatore / guida / procacciatore
d'affari. In teoria per svolgere tale
attività è necessario un apposito
patentino - i non autorizzati rischiano pesanti
contravvenzioni - ma comunque non mancherete di
avere a che fare presto con alcune di queste
persone: infatti, è quasi impossibile
passeggiare per una medina senza che qualcuno si
offra, in maniera più o meno esplicita, per
accompagnarvi nella visita. Saranno in genere molto
resistenti ai vostri dinieghi, tanto da destare in
voi, sulle prime, un moto stizzito di fastidio;
insisteranno nel porvi domande e nel cercare di
instaurare un dialogo in qualche modo amichevole.
Senza dubbio proveranno poi a condurvi nel negozio
di un loro parente (o presunto tale) per indurvi a
qualche acquisto e alla fine vi chiederanno un
compenso per avervi, secondo loro, fatto da guida.
Chiarite subito, se la cosa non vi interessa, che
non darete loro alcun compenso e che non siete
intenzionati a comprare nulla. Siate gentili, ma
risoluti, poiché ogni vostra titubanza
sarà interpretata come un mezzo assenso alle
loro proposte. Se invece riterrete utile ricorrere
ai servigi di queste guide improvvisate, pattuite
chiaramente la cifra che darete e chiarite se
volete o meno acquistare alcunché.
Considerate che, aldilà delle vostra
capacità di contrattazione, mai superiore a
quella dei commercianti locali, sui prezzi di
quanto acquisterete una percentuale sarà
versata come commissione al vostro accompagnatore:
è quindi preferibile (se si riesce) il
recarsi da soli presso un negozio per qualsiasi
compera intendiate fare.
Ricordate però che, comunque, nonostante
l'indubbio disturbo e l'assillo che vi portano, per
molti marocchini questo è un lavoro, un modo
di guadagnarsi da vivere. Apprezzatene, quindi, se
possibile, la buona volontà.
Qui sopra,
persone per strada a Meknés. Sotto, a
sinistra, olive in un mercato.
Quando andare. I periodi migliori per
recarsi in Marocco sono la primavera (da marzo a
maggio) e l'autunno: il clima è buono e
piacevolmente temperato e le piogge scarse. Oltre a
ciò, l'afflusso dei turisti è in
questi mesi più blando. D'estate fa molto
caldo e, nonostante la bassa umidità, non
è piacevole muoversi; l'inverno, invece, pur
non essendo particolarmente freddo, può
essere piovoso e le notti, nei luoghi vicini alle
montagne, anche gelide.
Dove dormire. Le possibilità di
alloggio in albergo sono in genere buone ed
economiche: la classificazione è data dal
numero di stelle assegnate, anche se i posti
più economici non ne hanno neppure una. Il
costo degli hotel che verranno citati nel prossimo
itinerario è mediamente compreso tra le 25 e
le 50 mila lire per la stanza doppia con bagno.
Il
cibo. La cucina marocchina non è eccelsa
e i menu non sono mai particolarmente ricchi.
Piatti tipici sono: l'harira, una sorta di
minestrone a base di lenticchie o ceci e verdure,
buono ed economico, piatto molto popolare che si
trova praticamente ovunque; il cous cous,
famosissima pietanza a base di semola di grano con
verdure accompagnata da carne (spesso di montone),
pollame o, meno frequentemente, da pesce; il
tajine, altro celebre piatto cotto in un
apposito recipiente di coccio con un coperchio
dalla tipica forma, consiste in un umido di carne o
pesce con verdure. Naturalmente troverete molti
altri piatti tipicamente a base di carne (non
è il paradiso dei vegetariani), uno di
questi è la brochette (spiedino)
oppure, nei luoghi di mare, pesce fresco. Per i
casi disperati si trovano facilmente anche una
pseudo-pizza e para-spaghetti, patate fritte e
omelette. Sconsigliato ricorrere alle
insalate, per ragioni igieniche. Un pranzo completo
costa cifre comprese tra le 7/10 mila nei posti
più economici, 10/20 mila nei ristoranti
turistici, di più (anche molto) in
ristoranti con un po' di pretesa.
Qui sopra, le
famose spezie marocchine. Sotto, a sinistra, vicoli
a Essaouira, a destra, bancarelle in un
mercato.
I mezzi di trasporto. Muoversi in Marocco
è facile e relativamente economico. I treni,
veloci e mediamente confortevoli, collegano tutte
le principali località d'interesse turistico
con buona frequenza. Anche gli autobus sono molto
confortevoli, soprattutto quelli che coprono le
lunghe distanze, e sono gestiti per lo più
dalla Ctm, una compagnia statale molto affidabile.
Esistono anche bus privati che talvolta partono da
stazioni separate da quelle della Ctm, cosa che non
li rende sempre facilmente accessibili. Il costo
medio sia per la ferrovia sia per gli autobus
è di 5/8 mila lire per 100 chilometri e
difficilmente è necessario prenotare
anticipatamente i posti, essendo le corse,
soprattutto tra le principali città,
abbastanza frequenti. Esistono anche dei taxi
collettivi (grand taxi) che partono una
volta riempiti tutti i posti, collegando le
principali località e villaggi tra loro. Il
costo è un poco più alto rispetto ai
bus. Abbastanza economici anche i taxi urbani
(petit taxi): per una corsa in città
non si spendono più di poche migliaia di
lire.
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