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quiBresciaViaggiare
di
Matteo Borghesi
Questa rubrica, che con cadenza mensile propone vacanze in
paesi esteri, non vuol essere sostitutiva di una buona guida
- strumento indispensabile -, ma fornisce suggerimenti,
consigli e piccole notizie pratiche frutto di esperienza
diretta, disegnando itinerari che toccano le località
più interessanti e particolari del paese descritto.
Ovviamente non c'è pretesa di essere esaustivi:
considerate il tutto come il racconto di chi, con tutti i
limiti del caso, c'è stato. Sono quindi graditi
suggerimenti, aggiornamenti e integrazioni.
Marocco
parte I: da
Casablanca a Fés
|
In
apertura, un'immagine di Volubilis. Sotto, a
sinistra, una scuola coranica. A destra, la porta
del suk a Meknés.
L'itinerario
che viene qui proposto suddiviso in due parti
è quello più classico che, partendo
da Casablanca, passa per tutte le
città imperiali fino a raggiungere
Marrakech a sud. Da lì, dopo una
escursione nelle valli dell'interno, torna sulla
costa e quindi al punto di partenza del viaggio. Un
paio di settimane sono in genere sufficienti per
compiere il percorso ma ne servirà una in
più se intendete fermarvi più a lungo
in qualche posto, per esempio al mare. In questa
prima parte si va da Casablanca a
Fés. Per le informazioni generali sul
Marocco vedere l'introduzione.
Casablanca.
Arrivando in Marocco con l'aereo molto
probabilmente da qui avrà inizio il vostro
itinerario sul suolo africano. Per raggiungere il
centro vi sono, oltre ai taxi, due altre
possibilità molto più economiche: la
prima è quella di prendere un autobus
(partono ogni mezz'ora od ogni ora a seconda delle
fasce orarie), l'altra quella di fruire di uno dei
numerosi treni che partono direttamente
dall'aeroporto e che, in circa 40 minuti,
raggiungono la stazione di Casa-Port,
praticamente in centro. L'ultimo convoglio lascia
l'aeroporto verso le 21,30. La città non
offre grandi motivi d'interesse - abbastanza
moderna e anonima - e anche la medina non è
particolarmente attraente. Può meritare una
breve visita la nuova ed enorme moschea di Hassan
II, interessante soprattutto per le sue
ragguardevoli dimensioni da guinness, ma poco
più di questo. Per raggiungerla, meglio
ricorrere a un taxi. A poche centinaia di metri
dalla stazione ferroviaria si trova l'Hotel
Guynemer, in Rue Pegoud, abbastanza piacevole e
centralissimo. Poco distante troverete, tra decine
di altri piccoli hotel, l'economico Touring
Hotel, non esaltante ma buono per una notte.
Sul viale che conduce alla stazione si trovano
alcuni ristoranti specializzati in piatti di pesce,
mediamente economici, che vale la pena di provare:
sono tutti molto frequentati, garanzia questa che
il pesce è fresco.
Rabat. Si raggiunge molto agevolmente la
capitale del paese, con uno dei frequentissimi e
veloci treni da Casablanca. La città
è di medio interesse: la parte vecchia
costituisce una buona introduzione a quello che in
seguito vedrete in altre località: souk
affollati con abbondanti mercanzie e cibi, edifici
tipici e atmosfera che comincia a farsi "araba",
insomma, un piccolo assaggio del repertorio di
questo paese. Affacciata sulla costa in cima a una
collina, la Casbah des Oudaias è da
non mancare: è un posto piacevole per una
breve passeggiata e da cui si gode anche di un bel
panorama sul mare e verso la cittadina di
Salè, interessante paese defilato e
poco frequentato dal turismo, posto dall'altra
parte rispetto al fiume che, proprio sotto la
Casbah, sfocia nell'oceano. In Zankat al
Barsa - una piccola traversa di Avenue Mohammed V-
si trova l'Hotel Central, un albergo
discreto con stanze di vario livello, circa a
metà strada tra la stazione ferroviaria e le
mura della medina. Nei dintorni, ci sono svariati
ristoranti per ogni esigenza e tasca e così
pure nella zona della città vecchia
all'interno delle mura.
Meknès.
Città abbastanza estesa, è divisa
in due parti distinte: quella nuova - la parte
costruita dai coloni francesi - e quella vecchia,
tipicamente marocchina ed estremamente
affascinante. Conviene scendere dal treno alla
piccola stazione di Abdelkader, vicinissima
alle zone di maggior interesse turistico e nei
pressi della quale c'è il buon Hotel
Touring, non modernissimo ma con stanze
mediamente discrete. Da qui, con una agevole
passeggiata in dieci minuti, si raggiunge la
medina, luogo ancora molto autentico (date
un'occhiata ai forni in cui gli abitanti del centro
portano a cuocere pani e focacce impastati in casa)
e non troppo affollato di turisti. Di stranieri se
ne trovano invece in grande numero nella attigua
zona della Città Imperiale,
principale attrazione di Meknès.
Occupa una vasta area ed è costituita da
vari palazzi e padiglioni fino alle stalle e ai
granai di Heri es Souani, per raggiungere i quali
occorre un buon quarto d'ora di cammino. I
magazzini e le stalle, che dovevano ospitare
migliaia di cavalli, sono di grandi dimensioni e
gli archi che sorreggevano il tetto (ora crollato)
creano un effetto prospettico a perdita d'occhio
molto suggestivo. Come si capisce, mettete in conto
una buona camminata tra l'andata e il ritorno,
cercando di evitare le ore calde e assolate della
giornata poiché c'è poca
possibilità di procedere all'ombra (che
invece non manca nella medina). Durante il
percorso, potrete ristorarvi in un piccolo bar
presso i granai, allocato in un grazioso giardino.
Nelle vicinanze della stazione e dell'hotel non
mancano vari piccoli ed economici ristoranti che
costituiscono buona opportunità per il cibo,
fermo restando che difficilmente potrete gustare
manicaretti. Utilizzando un grand taxi in partenza
da Place el Hedim, ci si può recare alle
rovine romane di Volubilis, il più
grande e interessante dei siti archeologici del
Marocco: non sarà facilissimo trovarne uno
che ci si rechi, ma se si è in gruppo le
chances salgono di molto.
Qui sopra, a
sinistra, una veduta di Meknés. A destra, un
tintore di Meknés. Sotto, a sinistra,
un'immagine della medina di Fés. A destra
una conceria.
Fés. Forse la città del
Marocco con la più bella e vasta medina del
paese, meta frequentatissima dai turisti che a
fiotti percorrono le piccole strade della
città vecchia, "scortati" dagli immancabili
accompagnatori a cui difficilmente si riesce a
rinunciare. A questo proposito, un buon modo per
passare inosservati da Bab Bou Jeloud, la
principale porta di accesso a Fès el
Bali (la
città vecchia), è quello di accodarsi
a uno dei numerosissimi gruppi organizzati
(possibilmente non giapponesi, altrimenti vi
"beccano" subito!) all'esterno delle mura e di
percorrere con loro una cinquantina di metri.
Superato tale limite, difficilmente qualcuno vi si
ficcherà alle costole, essendo tutte le
"guide" appostate nei pressi della Porta:
naturalmente a patto che non abbiate già
qualcuno che vi attende all'uscita dell'hotel, cosa
molto probabile, o che non siate già
"accompagnati" fin dall'arrivo in stazione. Una
guida per la visita della medina non è
irrinunciabile: pur essendo costituita da un
reticolo di vicoli e stradine apparentemente
labirintiche, si finisce sempre per tornare sulla
via principale che la percorre per tutta la sua
lunghezza e quindi, magari domandando a qualcuno,
ci si raccapezza sempre. Diverso il discorso se
siete interessati a una visita a particolari
edifici e moschee spersi qua e là:
indispensabile in questo caso lasciarsi contattare
da qualcuno che vi ci accompagni, ma è
consigliabile definire dettagliatamente cosa volete
vedere e quanto vi costerà e se volete o no
inserire nel giro "casuali" visite a un negozio di
tappeti del "cugino". Da non mancare, la visita al
souk dei conciatori: un vero girone infernale che
pare uscire da fosche immagini medievali dove, con
tecniche antiche, si trattano le pelli destinate
poi a divenire borse e altro, in mostra ovunque nei
mercati marocchini. Per vedere meglio il quartiere
è possibile salire sulle terrazze di alcuni
edifici prospicienti le concerie: varie indicazioni
su alcune porte vi indicheranno la via da seguire.
Terribili, per degrado fisico di chi ci lavora,
sono anche i fondaci in cui si tingono i filati
destinati poi ai tappeti. Se
ne trovano vari nella zona attigua le concerie,
lungo un fiumicciattolo dalle acque putride e
multicolori. Per alloggiare con maggiore comfort e
possibilità di scelta, è meglio stare
nella parte nuova della città: l'Hotel
Central, in Rue du Nador all'incrocio con
Boulevard Mohammed V, ha delle discrete stanze ed
è in una buona posizione, vicino ad alcuni
ristoranti e alla stazione degli autobus della Ctm.
Dalla stazione ferroviaria potete prendere un petit
taxi o camminare per circa dieci minuti fino
all'albergo. Anche per recarsi alla medina è
consigliabile da qui l'uso di un taxi poiché
la distanza è di circa tre chilometri. In
alternativa si può prendere un bus urbano
fino a Bab Bou Jeloud.
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