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Attualità, cultura, eventi dal mondo delle donne
a cura di Mary Nicotra e Elena Vaccarino


 

15 luglio 2003

NASCE IN ALBANIA, IL CENTRO DONNA "PASSI LEGGERI"

di Debora Angeli

 

 

Balcani. 
Albania. 

Città di Scutari. 


Nomi che evocano non solo entità e collocazioni geografiche ma anche immagini, volti, sentimenti che la televisione, nella maggior parte dei casi, ci ha trasmesso e che però si confondono nell'inesattezza e nell'approssimazione di un'informazione superficiale e stereotipata. 
Albania. Città di Scutari. L'antico Castello di Rozafa la osserva dall'alto di una collina, dove la città è nata, i fiumi Drin e Buna la precedono, il Lago di Scutari la costeggia. Potremmo anche fermarci qui ma questa è solo parte della storia. Scutari è la più grande città del nord dell'Albania ma anche la città più povera nonostante i fasti di un passato che la ricordano come la città-culla della cultura albanese. 

Alcuni, in preda ad un orgoglio identitario, che esige riconoscimento, ne parlano come della città-resistenza contro il regime. La vasta comunità cattolica e la presenza del clero cattolico che la contraddistingue è stata particolarmente perseguitata dal regime. Ancora oggi le due comunità, quella cattolica e quella musulmana, si percepiscono come parte di due storie differenti. Ma per fortuna non vi è tra loro un conflitto sostanziale. La sua popolazione è aumentata con la fine del regime in maniera esponenziale. 
Interi nuovi quartieri sono nati abusivamente alla periferia della città per ospitare la gente scesa dalle montagne, i 'montanari', come in maniera dispregiativa vengono comunemente definiti dai 'cittadini', quei montanari che hanno portato in città il rito della vendetta di sangue che costringe oggi centinaia di famiglie a vivere segregate dentro casa per evitare che i loro membri maschi vengano uccisi. E poi i Rom e Magyp che ti accolgono all'entrata della città con tutta la loro emarginazione e povertà. 


Scutari, città che oggi si scontra con tutte queste differenze e contraddizioni interne. 
La fine del regime ha voluto dire anche la fine del lavoro per tutti, uomini e donne. Le donne però, hanno pagato il prezzo più alto e oggi molte di loro sono disoccupate o sotto-occupate nelle tante fabbriche aperte da stranieri dove lavorano in assenza di diritti e tutela. I lavori di cura sono tutta cosa loro. Ma a Scutari questo significa qualcosa di diverso: la mancanza di luce e acqua per molte ore al giorno contrassegna la loro giornata. 

Sì, è proprio così, le donne non si fermano mai qui. Ma la cultura patriarcale, che qui più che in altre parti dell'Albania domina sicura di sé e dei propri privilegi, alle donne non riconosce spazi, potere, voce e al contrario riconosce a sé e agli uomini che la detengono il potere di esercitare sulle donne violenza e dominio. 
Ed è stata proprio l'assenza di spazi, potere, voce che ha spinto un gruppo di giovani donne supportate da donne italiane, impegnate da anni nella difesa dei diritti delle donne in luoghi difficili, e da donne albanesi, attive nel movimento femminile albanese, a mettersi insieme e creare nell'aprile 2001 un Centro Donna nella città. 
Lo hanno voluto chiamare Centro Donna "Passi Leggeri". Un augurio per un futuro in cui le donne possano procedere nella loro vita qui a Scutari con meno fardelli, meno fatica, con passi leggeri appunto.

Il Centro Donna "Passi Leggeri" nasce quindi come spazio per le donne in una città in cui le donne non hanno spazi per sé, nasce come luogo di elaborazione e realizzazione di azioni di sviluppo e cambiamento per le donne e per le comunità di appartenenza, nasce con l'obiettivo di costruire nella città una presenza forte e organizzata delle donne che rispetto al processo di democratizzazione in corso, potesse esprimere la sua voce e incidere nelle scelte evitando il rischio di una nuova estromissione oltre che di uno sviluppo monco del processo democratico stesso.
Sono stati molti i soggetti che hanno contribuito alla sua nascita.
Nel 2001 l'interesse del Comune di Forlì e delle regioni italiane Toscana e Emilia-Romagna, di avviare nella città di Scutari un percorso di lavoro e scambio a favore delle donne ha coinciso con un interesse e analisi avanzata del contesto da parte del COSPE (Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti - Firenze), una ong italiana presente da anni a Scutari con progetti di cooperazione, che ha saputo utilizzare anche il partenariato con un'associazione storica del movimento femminile albanese, il Forum Indipendente della Donna Albanese (FIDA), partner anche del Comune di Forlì all'interno della Rete delle Donne del Mediterraneo e dei Balcani, per progettare e realizzare insieme al gruppo delle giovani donne di Scutari un centro donna polifunzionale di riferimento per tutta la città che fornisse servizi e mobilitasse le donne in una logica di empowerment e sviluppo locale. 

La presenza poi sul territorio del Programma di Sviluppo Umano PASARP ha consentito di portare a termine la progettazione del Centro Donna. Il FIDA ha successivamente coinvolto altre due associazioni di donne: l'Associazione albanese della pianificazione albanese (AFPA) e Refleksione. Si è aggiunto poi il Comune di Torino per uno scambio a partire dalla questione dell'educazione dei minori e la Provincia di Pisa.
Il Centro Donna ha sviluppato nei suoi spazi attività sociali e di servizio alle donne, di formazione e orientamento al lavoro grazie al supporto tecnico del Cospe e all'accompagnamento delle 3 associazioni partner privilegiando le donne provenienti dai quartieri più disagiati della città e seguendo una metodologia partecipativa che ha reso le donne beneficiarie non soggetto bisognoso e passivo ma soggetto attivo e responsabile. Il Centro ha realizzato al suo avvio una ricerca-azione sulla condizione della donna a Scutari che è stato il primo strumento partecipativo applicato e che ha permesso l'individuazione di gruppi donna risorsa in 3 quartieri della città selezionati per la problematica sociale ed economica che esprimono: i quartieri Kiras e Mark Lulaj abitati da persone scese dalle montagne e il quartiere Iliria, abitato da popolazione Rome Magyp. I risultati della ricerca-azione hanno permesso di verificare le attività del Centro e di ritararle in base ai nuovi bisogni emersi. 

Il lavoro nei quartieri ha sicuramente costituito l'elemento qualificante e innovativo del Centro Donna che ha consentito anche di ragionare in termini di sviluppo locale e decentramento secondo un'ottica di genere. Le donne stesse beneficiarie delle attività del Centro Donna e facenti parte dei gruppi donna risorsa dei quartieri, hanno fin da subito chiesto di poter realizzare e far parte di un percorso di sviluppo dei loro quartieri di cui denunciavano assenza di spazi e servizi pubblici. 
In seconda istanza le donne hanno posto il problema del lavoro e del reddito come possibilità di una loro maggiore contrattazione all'interno della famiglia. Il contesto rende difficile operare in questo settore (mancanza di infrastrutture, di luce per molte ore al giorno durante l'inverno, poca auto-imprenditorialità e sostegno strutturato, poco accesso al credito soprattutto alle donne) ma il Centro ha comunque voluto avviare un percorso di formazione professionale che ha tenuto molto conto della preparazione e delle aspirazioni delle donne e al contempo elaborare proposte imprenditoriali da sottoporre ai soggetti che sul territorio operano per lo sviluppo economico. 

Da un mese il gruppo delle donne animatore delle tante attività del Centro Donna ha deciso di costituire un'associazione, l'associazione Passi Leggeri. Un passo importante di autonomia e auto-imprenditorialità.

Dall'aprile 2001 ad oggi il Centro "Passi Leggeri" ha avviato molte attività:
Ø Un'antenna di studio e di analisi permanente della condizione sociale delle donne abitanti nella città di Scutari, questo al fine di orientare le proprie azioni che vogliono essere di potenziamento e visibilità e sostegno del ruolo sociale delle donne, quindi al loro contributo per la trasformazione della realtà schkoderiana. E' stata prodotta una ricerca-azione sulla condizione della donna a Scutari pubblicata un anno fa e una ricerca sul sistema di welfare nella città.
Ø una collaborazione strutturale con l'Ufficio Donna del Comune che si e' costituito per volontà del sindaco e su spinta della nascita del Centro "Passi Leggeri" e che vede una donna di esperienza della macchina amministrativa che collabora direttamente in staff per le politiche sociali comunali 
Ø una ludoteca e asilo per bambini
Ø attività di bar-ristorazione
Ø spazio accoglienza e informazioni
Ø attività di counselling su salute e vulnerabilità
Ø attività aggregative per le donne
Ø uno spazio lettura e documentazione
Ø corsi di formazione professionale
Ø corso di italiano per donne adulte
Ø lavoro sociale nei quartieri disagiati della città 
Ø l'attivazione di un percorso turistico guidato nella Regione di Scutari per stranieri che vogliano vedere questa parte del paese attraverso gli occhi delle donne.

Il Castello di Rozafa narra una storia antica su cui basa la sua nascita mitica. E' la storia di una giovane donna, madre da pochi mesi di un bambino, che viene sacrificata dagli uomini della comunità su ordine del vecchio saggio come condizione unica per permettere la fine della sua costruzione. Verrà sepolta viva nel castello. A lei sarà solo concesso di tenere fuori una mammella per poter continuare ad allattare il suo bambino. In un punto del Castello scorre dell'acqua ed è il luogo dove si dice che Rozafa è stata sepolta. Il suo latte scorre ancora come simbolo del suo sacrificio. 

A Scutari questa storia viene raccontata volentieri perché il Castello di Rozafa è uno dei simboli della città. Ed è davvero molto bello, imponente sulla sua collina da cui puoi vedere tutta la città e i fiumi e il grande lago. E' una visione stupenda. Eppure la sua storia mitica ci riporta all'oggi, a quel sacrificio quotidiano delle donne. Davvero a pensare alla storia di Rozafa viene in mente quanto il nome del Centro Donna "Passi Leggeri" sia così indovinato e pieno di speranza. 


Debora Angeli


 




 






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