Colloquio
fra 2 studiosi della Bibbia
- Studioso - Le due cose unite che mi fanno
convincere di non potermi più definire "cattolico" o anche
solo "credente" nel significato usuale con cui questi
termini vengono usati.
La motivazione fondamentale è che ora considero la religione come un
elemento di divisione tra gli uomini.
- G. Paolo Vanoli - Sono d’accordo; ma di più ora non m i
definisco neppure più cristiano, ma umano universale
!
- Studioso - Ha contribuito pesantemente la lettura del
libro suddetto nel senso di ciò che ora vado a chiarire.
- G. Paolo
Vanoli - Per me è stato molti anni fa la ritraduzione dalla Bibbia del
nome di dio (Genesi ed Esodo): YHWH (Iod-Hé-Wau-Hé)
- Studioso:
Paolo -
L'ebreo che fondò il cristianesimo e' un libro scritto da un
ebreo.
La sua ricostruzione storica del periodo dell'apostolato di
Paolo, l'ambiente culturale come lui lo descrive, il significato dei fatti storici che siamo cosi abituati a
leggere secondo il nostro schema mentale, risulta del tutto stravolto. Paolo aveva in mente di costruire una nuova visione della
religione attorno a cui poter raccogliere il cittadino quadratico medio (scusate l'espressione un po'
forse troppo "scientifica") dell'impero romano di allora. C'è riuscito perfettamente, a patto di trasformare la figura
storica di un patriota (quale deve essere stato Gesù ) in una figura mitica, di quelle che allora andavano di moda nei
vari culti che venivano praticati nelle varie province dell'impero.
La cosa che più mi colpisce e' che il senso che noi diamo alle
scritture (e qui ritorniamo anche pesantemente ad una tematica che mira a stabilire i criteri di storicità di alcune
ricostruzioni storiche) viene completamente rovesciato e l'autore, conoscitore ed erede di una cultura di stampo farisaico, è in
grado di applicare e dare un senso assolutamente opposto alle parole di Gesu' che troviamo nella narrazione evangelica.
G.
Paolo Vanoli - Perfettamente d'accordo.
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