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quiBresciaNotizie Ottobre 2000
In questa pagina riportiamo una selezione delle principali notizie del mese di ottobre 2000. Sono ordinate sia per argomenti (nel sommario) sia per data. Cliccando sul titolo riportato dal sommario, si va direttamente a leggere la notizia. Se avete variazioni o integrazioni da suggerire, scrivete a quiBrescia.

Archivio

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Vai alle notizie di settembre 2000
Vai alle notizie di novembre 2000
Vai alle notizie di dicembre 2000


Sommario

Ambiente
Il centro città vietato alle auto  01/10/00
Un coro di no degli ambientalisti alla croce di Job  02/10/00
Caccia agli "archetti" illegali e ai bracconieri  02/10/00
Vince il comitato di quartiere, salvi gli alberi di via Dal Monte  04/10/00
Tira ancora brutta aria in città  06/10/00
Guerra aperta ai cinghiali in Valtrompia  06/10/00
Ma chi inquina via San Bartolomeo?  09/10/00
Evacuate per una frana le suore dall'asilo di Casto  11/10/00
Corsini nomina l'assessore Brunelli sorvegliante del termoutilizzatore  13/10/00
Parco delle Colline, le strane dimenticanze della giunta bresciana  13/10/00
Ancora allarme per l'Oglio  14/10/00
Migliaia di "archetti" sequestrati, bracconiere denunciato per tentato omicidio  16/10/00
Discarica abusiva a Sabbio Chiese: 1.300 metri cubi di materiali pericolosi  19/10/00
Allarme a Nave, Bovezzo e Caino: vietato bere acqua senza bollirla  19/10/00
Via Milano, i cittadini all'attacco. Il comune troppo morbido con chi inquina?  19/10/00
Brescia batte tutti (per i fulmini)  20/10/00
A Leno niente rifiuti speciali  20/10/00
Sarà l'Innse a controllare se sta inquinando l'aria  23/10/00
Leno, raddoppiano i ripetitori per telefonini  24/10/00
Stop alle auto: Milano ha respirato  29/10/00
In 300 a Gussago contro l'autostrada all'aria aperta  29/10/00
Aria in città, ambientalisti all'attacco dell'amministrazione  30/10/00
Ancora allarme per le polveri fini, Corsini frena il riscaldamento   30/10/00
Grazie alla pioggia è rientrato l'allarme per l'aria  31/10/00

Amministratori
Corsini e Cavalli incassano più di 14 milioni al mese  05/10/00
Anfo, tutto il potere al commissario  11/10/00
Bovegno, al governo il viceprefetto  24/10/00

Crimini di guerra
Paraga in carcere in Bosnia: è il miliziano che uccise i volontari bresciani  06/10/00

Cronaca
Sotto la Rocca di Manerba spunta il corpo di un turista tedesco  03/10/00
Indagati due alti ufficiali dei Cc: sapevano del miliardo dato a Delfino dai Soffiantini?  06/10/00
Aggredito e pestato sotto casa dalla banda delle Mercedes  08/10/00
Inchiodati da un video i protagonisti di una rissa  08/10/00
Canton Mombello: si proclama innocente e non mangia da due mesi  10/10/00
Torna la banda delle Mercedes: rapinato sotto casa a Desenzano  11/10/00
Aggredito e picchiato in casa resta legato per cinque ore  12/10/00
Chiari diviso sui vigili anti-pedofili  12/10/00
Per anziani e disabili di Brescia arriva la spesa via Internet  13/10/00
Sfiorato il disastro a Sonico: la diga ha rischiato di allagare tutta la Valle  14/10/00
Cadavere sconosciuto nel porto di San Felice  15/10/00
A Maderno il comune sequestra tre corsie del supermarket  16/10/00
Nove furti su dieci restano impuniti: è allarme per la microcriminalità  17/10/00
Ancora una rapina in casa privata: assalita famiglia di Cremignane  17/10/00
Rischio grosso a Capodiponte: precipita cavo dell'alta tensione  18/10/00
Sequestrate centinaia di icone russe  20/10/00
Spara e mette in fuga la banda delle Mercedes  20/10/00
Senegalese uccide connazionale a Paratico  22/10/00
Ancora la banda delle Mercedes: rapinata una famiglia di Poncarale  23/10/00
Una lettera avvelenata gira per Bagnolo  23/10/00
La naja toccherà ancora a 2.250 ragazzi bresciani  24/10/00
Terzo attentato in Valcamonica contro l'agenzia immobiliare Eden  25/10/00
"Camozzi era d'accordo con i suoi sequestratori"  25/10/00
Spara dalla villa e i banditi fuggono  27/10/00
Identificato il corpo ripescato a Idro  27/10/00
Catturata a Chiari una cubista con 1.300 pastiglie di ecstasy  27/10/00
In manette truffatrice d'alto bordo aveva colpito anche nel Bresciano  27/10/00
Anziana rapinata in casa a Gavardo  29/10/00
Choc a Ospitaletto: bambine molestate all'oratorio  29/10/00
Agguato sulla Brescia-Milano: tamponato e derubato dell'auto  31/10/00

Economia
Siamo una provincia di creativi: 500 marchi e 120 invenzioni all'anno  06/10/00
Cogeme investe 260 miliardi per cinque centrali idroelettriche  30/10/00

Edilizia
4,2 miliardi per ristrutturare l'interno del Teatro Grande  03/10/00

Immigrati
Protestano in 200 sotto la Loggia  09/10/00
Curdi: dalla Grecia via Trieste fino a Brescia per 3 milioni  19/10/00
Hannno pagato 9 milioni a testa per il viaggio dall'India all'Italia  24/10/00

Immobili
L'Università compra palazzo Martinengo-Palatini  06/10/00

Musica
Il pianista clusanese Motterle vince il premio Liszt a Parma  28/10/00

Polemiche
Desenzano avrà una via Almirante  02/10/00

Ricerche
Sono 21 i comuni bresciani per i quali il futuro è molto nero  01/10/00

Sanità
Al via Rianimazione pediatrica al Civile  04/10/00

Secessioni
Valcamonica, tanta voglia di farne una provincia autonoma da Brescia  09/10/00

Sentenze
Gardone batte Salò in tribunale e intasca immobili per miliardi  01/10/00
Sparò contro un ladro: il giudice l'ha assolto  02/10/00
Maxitruffa, tutti a giudizio (compreso Beccalossi)   13/10/00

Sindacato
Pasotti al vertice della Fim-Cisl  16/10/00

Spettacoli
Ciak si gira: a Provezze la Loren, Giannini e Raoul Bova  16/10/00

Sport
Quest'anno niente sci in Pezzeda  01/10/00
Brescia, l'effetto Baggio-Mazzone non fa decollare gli abbonamenti  06/10/00
Ultras blindati e supertelecamere al Rigamonti  07/10/00
Scontri tra tifosi e polizia allo stadio: aggredita la figlia di Corioni  22/10/00
Primo test per Mompiano blindata  22/10/00

Storia
Scoperta tomba longobarda a Villa Carcina  08/10/00
Una fossa comune in centro città  30/10/00

Terrorismo
Piazza Loggia, i magistrati vogliono sentire l'ex spia Maletti  02/10/00
Strage, respinte le richieste d'arresto  31/10/00

Urbanistica
Mompiano, una maxicasa per anziani in cambio dell'area per il nuovo Ospedalino  03/10/00
Via libera al piano-Carmine: obbligo di risanare le case-ghetto  31/10/00

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domenica 1 ottobre 2000

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Ambiente

Il centro città vietato alle auto 

Oggi il centro di Brescia all'interno del ring è chiuso al traffico privato (compreso quello dei residenti), ma soltanto dalle 10 alle 18. Le "domeniche ecologiche", misero palliativo vista la preoccupante situazione dell'aria bresciana, verranno proposte più volte nel corso dell'autunno: le prossime saranno il 5 novembre e il 3 dicembre. Quest'anno inoltre, diversamente dalle altre edizioni della manifestazione, l'Asm ha deciso di far pagare comunque gli autobus, anche se con il prezzo scontato di 1.500 lire per un biglietto valido tutto il giorno. Durante la giornata i musei sono aperti e gratuiti (non però Santa Giulia, che ha un prezzo d'ingresso ridotto). Una mostra micologica può essere visitata nell'atrio della Prefettura e del Broletto. Sono state annullate per il maltempo tutte le manifestazioni previste all'aperto.
 

Ricerche

Sono 21 i comuni bresciani per i quali il futuro è molto nero 

Sono 21, tutti nelle nostre valli, e rischiano di estinguersi per diversi motivi. I loro nomi, probabilmente, non dicono niente a molti dei nostri lettori (soprattutto ai più giovani), che forse non sanno di preciso neppure dove sono sulla carta geografica. Si tratta dei comuni bresciani compresi nell'elenco dei 2.830 municipi che, a livello nazionale, sono messi peggio perché stanno pian piano perdendo abitanti, o perchè sono troppo poveri, oppure perchè hanno la popolazione troppo vecchia o, infine, perchè non hanno prospettive di sviluppo. Lo studio è stato preparato da Confcommercio e Legambiente ed è una fotografia dell'Italia minore, della quale i giornali e le televisioni non si occupano, ma che vive uno stato di profondo disagio, anche se dovuto a motivi opposti a quelli della criminalità o dell'inquinamento. Pensate, in tutta Italia sono uno su tre i paesi in questa situazione, sparsi su e giù per la penisola. Da noi, dicevamo, sono solo 21. Uno è inserito nell'elenco dei comuni troppo poveri: si tratta di Paspardo. Ben 11, invece, sono troppo vecchi: Anfo, Capovalle, Irma, Losine, Lozio, Magasa, Paisco Loveno, Pertica Alta, Prestine, Valvestino e Vione. Sono nove, infine quelli che non si evolvono, per i quali non c'è sviluppo e futuro, almeno secondo i parametri usati per la ricerca. Si tratta di Brione, Cimbergo, Incudine, Marmentino, Pertica Bassa, Pezzaze, Provaglio Valsabbia, Saviore dell'Adamello e Treviso Bresciano.
 

Sentenze

Gardone batte Salò in tribunale e intasca immobili per miliardi 

Alla fine il comune di Gardone Riviera ha vinto, e intasca tutto. La Corte di Cassazione ha infatti dato ragione ai gardonesi nella decennale diatriba con i cugini-rivali di Salò. La posta in palio? Ricca, anzi ricchissima. Si tratta della proprietà dell'intero edificio del Casinò, una villa liberty con tanto di cinema e ristorante, della darsena adiacente, completa di capannone per il rimessaggio delle barche, e dello splendido parco che si trova appena al di là della strada, la 45 bis. Immobili che valgono, nell'insieme, alcuni miliardi e tutti affittati. La querelle tra Gardone e Salò risale a 15 anni fa, quando l'Azienda di soggiorno (costituita insieme dai due municipi) decise di dividere in parti uguali tra i due paesi il proprio patrimonio immobiliare e fece una donazione ai comuni. Era il 1986 e si temeva che la riorganizzazione delle aziende turistiche locali facesse finire i loro beni nel patrimonio regionale. Ma quando la legge uscì, stabiliva che le proprietà venissero assegnate al comune nel quale erano situate. Nel nostro caso a Gardone, che fece ricorso quando la stessa regione Lombardia, in deroga alla propria legge, diede parere favorevole alla divisione del ricco patrimonio con Salò. Inutili i tentativi di comporre la questione in maniera amichevole, con un accordo equo tra le parti: si è arrivati a tre sentenze di tribunale, una per ogni grado di giudizio, tutte favorevoli a Gardone. Fino a questa definitiva della Cassazione, depositata nei giorni scorsi.
 

Sport

Quest'anno niente sci in Pezzeda 

Quest'anno i bresciani non potranno andare a sciare sulla montagna di Collio: gli impianti del Pezzeda, infatti, resteranno chiusi per tutta la prossima stagione invernale e non è neppure certo che possano riprendere a funzionare nelle successive. Questa è la conclusione del braccio di ferro degli ultimi mesi tra la proprietà delle strutture, rappresentata da Mauro Maggi, e la cordata composta da amministrazioni locali e da imprenditori della zona, che volevano rilevare la gestione. La trattativa è arrivata a una svolta la settimana scorsa quando Maggi, che fino all'ultimo aveva puntato alla vendita secca degli impianti, ha abbassato le pretese accettando l'ipotesi di affittare gli impianti in cambio di un canone di 50 milioni. La proposta del proprietario, però, è arrivata troppo tardi secondo la controparte, che ha valutato impossibile procedere in tempo alla verifica e alla messa in sicurezza degli impianti. Così tutto resterà chiuso e in balìa della ruggine. E questo renderà ancora più diffficile una riapertura futura.
 


 

lunedì 2 ottobre 2000

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Ambiente

Un coro di no degli ambientalisti alla croce di Job 

L'enorme crocifisso realizzato dallo scenografo Enrico Job (marito, per la cronaca, della regista Lina Wertmuller) in occasione dell'arrivo a Brescia di Giovanni Paolo II, è ancora in cerca di una collocazione definitiva. Il manufatto, un colosso di 30 metri di altezza, costituito da una croce curva in avanti con Cristo che guarda verso il basso, era l'elemento scenografico principale del grande palco realizzato allo stadio Rigamonti. Ora una proposta partita da ambienti cattolici voleva collocarlo a Cevo, in valle Camonica, sulla terrazza naturale dell'Androla. Ma l'idea di piazzare sulla nostra montagna l'ennesimo ingombrante crocifisso (progettato, tra l'altro, per tutt'altro uso) non convince il Cai e le associazioni ambientaliste che nei giorni scorsi si sono dichiarati contro al progetto. La collocazione, dice un comunicato congiunto, costringerebbe a un intervento di grande impatto ambientale e imporrebbe enormi costi di manutenzione. Tra l'altro, sostengono ambientalisti e Cai, proprio in quella zona sono stati effettuati ritrovamenti di epoca etrusca e dell'età del ferro, quindi è più saggio che la valorizzazione dell'area vada nella direzione della ricerca dei legami con il proprio passato e con la storia della Valle.
 

Caccia agli "archetti" illegali e ai bracconieri 

E' iniziato in bassa Valcamonica il campo europeo contro il bracconaggio organizzato dai volontari della Lac. Nei primi due giorni di attività, spiega l'organizzazione ambientalista, sono stati sequestrati e distrutti circa 1.400 "archetti", le trappole illegali per uccelli realizzate dai bracconieri con un filo legato a un pezzo di legno flessibile piegato. La campagna ha portato alla liberazione di decine di uccelli (scriccioli, cinciallegre e pettirossi) e anche di numerosi ghiri. L'iniziativa della Lac, dopo la Valcamonica, proseguirà in Valsabbia e Valtrompia.
 

Polemiche

Desenzano avrà una via Almirante 

La mozione, dopo accese polemiche e discussioni tra maggioranza e minoranza, è stata approvata dal consiglio comunale di Desenzano. La cittadina più importante del lago di Garda avrà probabilmente tra breve una via intitolata a Giorgio Almirante e un'altra a Sergio Ramelli. Chi sono, si chiederanno i lettori più giovani, e perché tante polemiche? Almirante, esponente storico della destra italiana dalla Repubblica di Salò in poi, è stato fondatore e presidente del Movimento sociale italiano, il genitore dell'attuale An di Gianfranco Fini. Sergio Ramelli era invece un giovane di estrema destra rimasto ucciso negli Anni 70 durante uno scontro con studenti di estrema sinistra. Su proposta del consigliere di An Achille Benedetti e con il sì della maggioranza di centro-destra (non proprio compatta per la verità), sindaco Anelli compreso, la mozione è stata approvata malgrado la minoranza l'abbia definita provocatora. Ora la palla passa alla commissione comunale per la toponomastica che dovrà decidere se, quando e dove battezzare le nuove strade.
 

Sentenze

Sparò contro un ladro: il giudice l'ha assolto 

Luigi Bettini, un pensionato di 70 anni di Calcinato, è stato prosciolto dall'accusa di lesioni volontarie per aver sparato alcuni colpi di pistola contro un ladro che stava tentando di entrare in casa sua, ferendolo in maniera non grave. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari Emilio Quaranta, valutando il comportamento dell'uomo come legittima difesa. Era la notte del 15 novembre del 1996, tre uomini si erano introdotti nel giardino della casa di Bettini a Ponte San Marco di Calcinato, tagliando i fili della corrente che alimentava i faretti esterni e scassinando la porta del garage. La vigilanza notturna aveva però telefonato nell'abitazione allertando il padrone di casa. Bettini, spaventato e preoccupato, aveva afferrato una vecchia Browning 7,65 del 1900 (ereditata dal padre e mai denunciata) facendo fuoco nella notte da una finestra. Sul terreno era rimasto Dalmazio Bodei, 50 anni, che stava scappando, mentre qualche giorno dopo si era presentato alla polizia Mario Groppelli, sostenendo che una guardia giurata l'aveva colpito a una gamba mentre stava fuggendo dalla casa. Del terzo complice, il cui nome non è mai saltato fuori, nessuna traccia. In tribunale, Bettini e la guardia giurata, Pierluigi Bonardi, sono stati assolti per gli spari, anche se il pensionato si è preso quattro mesi per la detensione della pistola.
 

Terrorismo

Piazza Loggia, i magistrati vogliono sentire l'ex spia Maletti 

I magistrati che conducono la terza inchiesta sulla strage di piazza della Loggia, nella quale il 28 maggio 1974 persero la vita otto persone, vogliono ascoltare il generale Gian Adelio Maletti, ex capo dell'Ufficio D (l'ufficio affari riservati) del Sid, l'allora servizio segreto della difesa. Il generale, ormai in pensione e in esilio volontario nel compiacente Sud Africa, conosce tutti i segreti della strategia della tensione negli Anni 70, della quale gli agenti alle dipendenze del suo ufficio si sono spesso trovati al centro. Ora i magistrati bresciani Roberto Di Martino e Francesco Piantoni lo vogliono sentire perché in una recente intervista l'ex alto ufficiale ha dichiarato che la Cia sapeva in anticipo che la bomba di piazza Loggia sarebbe esplosa. La circostanza, emersa nell'indagine perché confidata da alcuni pentiti, avrebbe in questo modo un'autorevole conferma di prima mano. E' comunque da escludere che Maletti, sul cui capo pendono numerose condanne, lasci il sicuro rifugio in Sud Africa: saranno gli inquirenti ad affrontare il viaggio. Sempre che l'ex spia accetti davvero di parlare.
 


 

martedì 3 ottobre 2000

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Cronaca

Sotto la Rocca di Manerba spunta il corpo di un turista tedesco 

E' rimasta un mistero la morte del turista tedesco il cui cadavere è stato trovato nel tardo pomeriggio di martedì 3 ottobre riverso sulle rocce che affiorano dal lago proprio sotto la Rocca di Manerba, su una spiaggia che la sera viene frequentata da omosessuali e voyeurs. L'autopsia non ha chiarito i dubbi, anche se gli investigatori propendono per un decesso dovuto a cause accidentali, pur non escludendo del tutto la pista dell'omicidio. Troppi sono i punti oscuri sulla dinamica dei fatti, anche se i carabinieri che hanno setacciato il colle sotto la Rocca hanno trovato tracce importanti per risolvere il giallo. L'uomo, Wolfang Andreas Kainz, infermiere di 34 anni di Simbach, indossava solo un paio di pantaloni e aveva con sè il portafoglio con soldi e documenti. La sua auto, una Toyota, è stata individuata nella notte parcheggiata a poca distanza, in località San Giorgio. Le indagini sugli ultimi spostamenti della vittima hanno cercato invano di appurare se il turista fosse in compagnia di qualcuno durante le ultime ore della sua vita. Il tedesco non è stato registrato in nessuna pensione o albergo della zona e gli hanno trovato addosso uno scontrino di un negozio nel veronese mentre la sua auto probabilmente non si è mossa dal parcheggio da venerdì 29 settembre (quel giorno è stata multata). Mentre l'uomo è stato notato da solo nel pomeriggio di domenica vicino alla Toyota. Insomma, tracce contraddittorie e buio fitto. Il corpo è stato trovato da un altro tedesco in vacanza a Soiano, che, stando ai riscontri effettuati, non conosceva la vittima ed era da quelle parti per una passeggiata quando ha scorto il cadavere: è stato interrogato a lungo e poi è ripartito per la Germania. Il cadavere presentava varie contusioni oltre a lesioni alla testa e alla spalla che fanno pensare che l'uomo sia precipitato dall'alto oppure che sia stato colpito da una pietra. A poche decine di passi dal cadavere, in una sorta di anfratto naturale a qualche metro d'altezza, i carabinieri hanno rivenuto alcuni indumenti, bottiglie vuote di vino e liquore, mozziconi di sigarette, un paio di siringhe e tracce di sangue. Tutto fa pensare che lì sia avvenuto un incontro tra due o più persone. E' possibile che ci sia stato un litigio (o forse un'aggressione) e quindi un delitto, ma è anche possibile che il turista tedesco, che aveva problemi di diabete, sia caduto sulle rocce perchè vittima di un malore: le ferite al capo non sarebbero infatti tali da averne potuto provocare la morte.
 

Edilizia

4,2 miliardi per ristrutturare l'interno del Teatro Grande 

Costerà 4,2 miliardi di lire la ristrutturazione degli interni del Teatro Grande che, iniziando il prossimo gennaio, verrà affettuata in due tranche e provocherà la chiusura dello stabile per parecchi mesi. Il progetto è stato commissionato dalla Società Teatro Grande a un terzetto di professionisti: Antonio Abba, Giampaolo Perini e Roberto Zani. I lavori riguarderanno una completa ristrutturazione e restauro degli interni, con la messa a norma degli impianti e con alcune innovazioni tecniche. Le opere, che vengono dopo quelle della facciata e della scalinata, saranno effettuate con il contributo economico del comune di Brescia, della finanziaria Hopa di Chicco Gnutti, oltre che di Interbanca e della Banca Antoniana.
 

Urbanistica

Mompiano, una maxicasa per anziani in cambio dell'area per il nuovo Ospedalino 

La domanda probabilmente se la sono posta molti bresciani che hanno seguito, magari distrattamente, la vicenda dell'Ospedale dei Bambini. Che cosa hanno chiesto e ottenuto le Ancelle della Carità in cambio della cessione gratuita della vasta area di Mompiano dove, tra Via Montini e via Lama, verrà costruito il nuovo edificio ospedaliero? Finora una risposta chiara non era stata data, e alcuni importanti dettagli rimangono ancora nell'ombra. Ma almeno si sa qual è il grosso del corrispettivo concesso dal comune di Brescia all'ordine monastico molto attivo nella sanità privata (possiede la Poliambulanza e la Domus Salutis, solo per citare le due strutture più note a Brescia). Bene, in cambio della cessione a titolo gratuito dell'area, le suore riceveranno l'autorizzazione a costruire, su un terreno agricolo proprio lì a due passi, circa 60 miniappartamenti per anziani. Si tratterà di un grande edificio che ospiterà bilocali destinati a un'utenza della terza età, e avrà l'ingresso su via Ambaraga. Tra il nuovo Ospedalino e il residence per anziani rimarrà ancora una fascia di area agricola, sempre di proprietà delle suore. La convenzione tra le Ancelle e il comune è ormai cosa fatta. Come sempre in questi scambi è difficile determinare chi ci guadagna e chi ci perde. Una cosa è certa: gli abitanti della zona non sembrano contenti di veder trasformato così radicalmente il loro tranquillo angolo di città, l'ultimo ad aver mantenuto una dimensione "campagnola" pur essendo in piena Brescia.
 


 

mercoledì 4 ottobre 2000

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Ambiente

Vince il comitato di quartiere, salvi gli alberi di via Dal Monte 

Non si farà più il tanto discusso parcheggio di via Pietro Dal Monte, a ridosso della parte Sud dell'Ospedale di Brescia, che tante polemiche ha fatto nascere nella zona perché per costruirlo sarebbero stati abbattuti una trentina di vecchi alberi che ombreggiano i giardinetti. Il comune, viste le proteste degli abitanti della zona riuniti in un comitato che prometteva battaglia a oltranza, ha fatto dietro front: niente parcheggio a due piani per 180 auto, ma il recupero di alcuni posti macchina a livello della strada con un maquillage estetico della zona. Il parcheggio forse verrà costruito ugualmente, ma sotto una palazzina per uffici in programma all'interno della cinta dell'Ospedale e sarà di 300 posti riservati ai dipendenti del nosocomio. Per ora si tratta solo di un'ipotesi, che però viene valutata con attenzione in comune e al Civile. In questo caso all'esterno si creerebbero ugualmente altri posti macchina perché i camici bianchi potranno lasciar liberi 300 posti che ora occupano per una convenzione con il parcheggio dell'Asm di via Ducco. Più nessun pericolo per gli alberi, dunque, se la Loggia seguirà questa linea.
 

Sanità

Al via Rianimazione pediatrica al Civile 

Il servizio di rianimazione pediatrica è stato avviato finalmente al Civile come da tempo veniva richiesto dalle associazioni dei genitori e degli utenti. Il servizio è all'interno del reparto di Chirurgia pediatrica, ma ha un proprio primario e proprio personale medico e infemieristico. I letti di rianimazione sono due, destinati a raddoppiare entro la fine dell'anno. In più ci sono tre letti per la terapia sub-intensiva. Da questo momento quindi i bambini che necessitano di cure intensive non dovranno più essere trasferiti in altre città.
 


 

giovedì 5 ottobre 2000

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Amministratori

Corsini e Cavalli incassano più di 14 milioni al mese 

Ma quanto guadagnano gli amministratori della nostra città? Domanda lecita dopo che i consiglieri provinciali si sono aumentati il gettone di presenza dalle 210 mila lire (lorde) per seduta alle 350 mila (sempre lorde), destando il malumore dei loro colleghi del comune che incassano "solo" 73.500 lire lorde per riunione. Messi ancora peggio sono gli eletti nelle assemblee circoscrizionali, ai quali vanno circa 37 mila lire per ogni seduta. Il sindaco Paolo Corsini, invece, incassa la bella cifra (lorda) di 14 milioni e 175 mila lire al mese, la stessa del presidente della Provincia Alberto Cavalli. Il vicesindaco Giuseppe Onofri riceve ogni mese 10 milioni 631 mila lire, mentre mille lire di più (10.632.000 lire lorde) porta a casa il vice di Cavalli, Stefano Saglia. Ogni assessore comunale intasca 8 milioni e 505 mila lire al mese, proprio come la presidentessa del consiglio della Loggia Laura Castelletti. La sua omologa all'assemblea del Broletto Paola Vilardi, invece, può contare su 9 milioni e 214 mila lire, la stessa cifra degli assessori provinciali. Non stanno male neppure i presidenti delle circoscrizioni (a Brescia ce ne sono nove): a ognuno di loro finiscono in tasca ogni mese 5 milioni e 103 mila lire. Anche togliendo il 40 per cento di tassazione media, non c'è proprio da lamentarsi.
 


 

venerdì 6 ottobre 2000

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Ambiente

Tira ancora brutta aria in città 

Evidentemente non basta la pioggia per migliorare l'ambiente della nostra città. Superi del livello di guardia per la presenza di polveri fini (Pm10) nell'aria che respiriamo sono stati segnalati dalle postazioni di rilevamento cittadine del Broletto e di Bettole. Soprattutto quest'ultima ha evidenziato giovedì un esubero di 36 microgrammi per metro cubo d'aria e di 15,5 venerdì. E' il terzo giorno consecutivo in cui vengono segnalate Pm10 oltre il livello di guardia. Si tratta di polveri sospese nell'aria con diametro inferiore ai dieci micron, che penetrano nel sistema respiratorio e sono dannose (e spesso anche letali) soprattutto d'inverno ai polmoni di bambini e anziani.
 

Guerra aperta ai cinghiali in Valtrompia 

I cinghiali, fino a qualche anno fa rarissimi nella nostra provincia, privi come sono di nemici naturali, imperversano ormai nei boschi del Bresciano, soprattutto in Valtrompia. Lo sanno bene gli abitanti di Sarezzo, Nave, Villa Carcina e Lumezzane che, stanchi delle incursioni e delle razzìe nei campi, negli orti e persino nei giardini e nei depositi delle fabbriche dei loro paesi, hanno fatto pressioni presso l'Assessorato della Provincia perché acconsenta all'apertura anticipata della caccia a questo maiale selvatico. Infatti la stagione venatoria, durante la quale è possibile abbattere l'80% degli animali censiti, apre solitamente i battenti la terza domenica di ottobre. Ma, vista la situazione, ci sono buone possibilità che venga inaugurata proprio in questi giorni. Non bisogna dimenticare inoltre che i cinghiali (ogni capo necessita di cinque ettari di terreno boschivo per vivere e alimentarsi adeguatamente), spinti verso gli insediamenti umani dal sovraffollamento del loro habitat naturale, possono essere pericolosi per le persone, soprattutto per i bambini, poiché hanno un senso molto sviluppato del territorio e difendono strenuamente i loro piccoli.
 

Crimini di guerra

Paraga in carcere in Bosnia: è il miliziano che uccise i volontari bresciani 

Li avevano fermati per un controllo. Erano scesi dai veicoli della missione umanitaria che portava viveri e medicinali a Zavividici, in Bosnia, e camminavano con le mani alzate lungo un sentiero. All'improvviso gli spari: due bresciani e un cremonese restarono sul terreno, colpiti mortalmente dai Kalashnikov delle milizie irregolari guidate dal cosiddetto Comandante Paraga, poco più di un gruppo di banditi che controllava la zona di Gornij Vakuf e voleva impadronirsi del carico. Luomo che il 29 maggio 1993 provocò la morte di Guido Puletti, 40 anni di Brescia, Fabio Moreni, 39enne cremonese, e Sergio Lana, 21 anni di Gussago, è finalmente stato arrestato dalla polizia bosniaca su ordine della magistratura di Zenica, una cittadina a Nord di Saraijevo. Si chiama Hamefija Prijic, ha 37 anni e sei figli, e con il nome di Comandante Paraga è accusato di atrocità nei confronti della popolazione civile durante la guerra di Bosnia. Non si sa ancora se rientri tra i capi d'imputazione anche l'omicidio dei tre volontari, al quale lo inchiodano le testimonianze dei due bresciani sopravvissuti alla strage, Cristian Penocchio e Agostino Zanotti. Ma ora che i suoi protettori politici hanno abbandonato Paraga, trasformandolo da ex eroe M criminale di guerra, l'uomo non è più un intoccabile e le autorità italiane si potranno muovere.
 

Cronaca

Indagati due alti ufficiali dei Cc: sapevano del miliardo dato a Delfino dai Soffiantini? 

Due alti ufficiali dei carabinieri sono indagati dalla Procura di Brescia per abuso d'ufficio a margine dell'inchiesta per il sequestro dell'imprenditore manerbiese Giuseppe Soffiantini, avvenuto il 17 giugno 1997. Si tratta del capitano Arnaldo Acerbi, all'epoca dei fatti in forze presso la caserma di piazza Tebaldo Brusato dove comandava il Nucleo operativo, e del tenente colonnello Antonio Pinto, assegnato alla Corte d'Appello di Brescia come capo del Nucleo di polizia giudiziaria. Secondo l'accusa i due alti ufficiali, che nei 237 giorni del sequestro facevano parte dell'unità di crisi, sarebbero stati a conoscenza dei contatti avviati dal generale Francesco Delfino con i parenti di Soffiantini (dai quali si fece consegnare 1 miliardo di lire in contanti per avviare una trattativa parallela) e non ne avrebbero riferito ai superiori. Per questa vicenda, dalla quale i due accusati si dichiarano estranei, il generale dell'Arma è stato condannato a tre anni e quattro mesi per truffa aggravata.
 

Economia

Siamo una provincia di creativi: 500 marchi e 120 invenzioni all'anno 

Sono 500 i nuovi marchi che ogni anno vengono depositati nella nostra città. Il dato è del 1999, ma è testimone della vitalità economica del Bresciano. Per la creatività e l'innovazione, invece, vale un'altra serie di cifre: 120 brevetti cosiddetti d'invenzione, 116 brevetti d'utilità e 35 brevetti ornamentali. La statistica, diffusa dall'Ufficio brevetti di Brescia, vede una sostanziale stabilità anche per quest'anno: da gennaio ai primi di giugno 2000, infatti, i brevetti d'invenzione depositati sono stati 56, 45 quelli d'utilità e 19 quelli ornamentali. Ma come si fa a registrare un brevetto? Il modulo per la richiesta è disponibile presso la Camera di commercio e bisogna allegare descrizioni e disegni: è necessario pagare una tassa minima di 315 mila lire (varia con il numero di pagine della descrizione) e che copre i primi tre anni. La concessione arriva entro tre anni (sì, avete capito bene: tre anni) e dura 20 anni. Ma nel settore si preannuncia un cambiamento con l'arrivo della normativa europea: si tratta ancora di un progetto, anche se a buon punto. L'obiettivo è armonizzare la situazione in tutti i paesi della Ue.
 

Immobili

L'Università compra palazzo Martinengo-Palatini 

L'università di Brescia acquista dall'Inail il Palazzo Martinengo-Palatini di piazza del Mercato, nel cuore della città vecchia, dove hanno già la sede gli uffici del Rettore. L'accordo con la proprietà, l'Inail, è già stato messo a punto e manca solo la firma al contratto. Prezzo della transazione: circa 10 miliardi, lira più lira meno. Salta quindi il trasloco nel Palazzo Bettoni di via Gramsci (assegnato all'Università in usufrutto perpetuo dal Demanio) che si era profilato per il Rettorato dopo che l'Inail aveva deciso di mettere in vendita il suo palazzo per una cifra intorno ai 20 miliardi. Troppi per l'Università, che comunque deve avere in paradiso qualche santo che ha convinto l'Istituto a cambiare idea abbassando le pretese, anzi dimezzandole. Il Palazzo Martinengo-Palatini si estende per circa 4.500 metri quadrati divisi tra la parte antica settecentesca, che dà su piazza del Mercato, e quella più recente, aggiunta nel Novecento sul retro, che arriva fino in via Porcellaga. Oltre a Palazzo Bettoni (un edificio enorme che da via Gramsci arriva fino alla piazzetta Bruno Boni e dove, dopo la ristrutturazione in corso, finiranno l'economato, gli uffici tecnici e il centro elaborazione dati) l'Università statale di Brescia già occupa in centro i chiostri di San Faustino e Santa Chiara (Economia), Palazzo Calini ai Fiumi (Giurisprudenza), Palazzo della Mercanzia (Master). A questi si aggiungono le grandi sedi di Medicina e Ingegneria in via Valsabbina e via Branze.
 

Sport

Brescia, l'effetto Baggio-Mazzone non fa decollare gli abbonamenti 

Chi scommetteva sui 10 mila abbonamenti raggunti grazie all'arrivo tra le Rondinelle di Roberto Baggio è andato deluso: il Brescia Calcio si è fermato poco sopra le 7 mila tessere vendute. Intendiamoci, visto che quando il fantasista di Caldogno è sbarcato in città la società di Gino Corioni era poco sopra quota 2 mila, alla fine il risultato non è poi così gramo, ma con l'accoppiata Baggio-Mazzone in campo molti si aspettavano di più. Sarà colpa dello stadio che è vecchio, poco funzionale, inospitale? Sarà che dopo tutte le retrocessioni del passato pochi si fidano della società? Sarà che le performance domenicali di alcuni ultras tengono lontane le famiglie? Sarà colpa dei prezzi? Ognuno può dire la sua sulle cause, ma Corioni nel frattempo dovrà accontentarsi di fare il pieno alla cassa negli scontri diretti con le grandi. Per la cronaca, tra le squadre di serie A solo il Perugia ha fatto peggio del Brescia con 3.850 abbonamenti venduti. I veronesi sono anche loro a quota 7 mila, il Bari a 7.850, i vicentini a 11.600, e l'Atalanta a 12.100. Non parliamo della Reggina che ha superato quota 24 mila abbonati battendo di mille tessere addirittura il Napoli. La squadra che ha più abbonamenti è la Roma, con 47 mila tifosi che le hanno dato fiducia. Inter (42.200), Milan (40.010), e Lazio (34.500) seguono a distanza.
 


 

sabato 7 ottobre 2000

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Sport

Ultras blindati e supertelecamere al Rigamonti 

Forse lo stadio sarà già pronto per la prima partita casalinga contro il Parma. Stanno infatti procedendo in maniera spedita i lavori che il questore Paolo Scarpis ha chiesto al Brescia calcio per migliorare la sicurezza del Rigamonti. La garanzia di trascorrere una domenica tranquilla è infatti indispensabile per aumentare l'afflusso di spettatori a pagamento (e, in prospettiva, di abbonati) allo stadio. Le misure più importanti sono la riduzione dei posti assegnati ai tifosi ospiti da 3.500 a 1.200 e la creazione di una sorta di "gabbia" nella quale contenerli con robuste e alte reti su tutti i lati del settore loro riservato. E poi telecamere nuove, meglio distribuite e più potenti, in grado di zoomare da un capo all'altro dello stadio per "fotografare" i protagonisti di eventuali disordini. All'esterno, in una zona difficile da blindare come Mompiano, il comune di Brescia ha già deciso di vietare la vendita di alcoolici e di impedire la sosta ai chioschi dei venditori ambulanti nelle immediate vicinanze del Ragamonti. La massiccia presenza del presidio di Polizia dovrà poi fare il resto, riuscendo a impedire atti di vandalismo e scontri tra le opposte tifoserie.
 


 

domenica 8 ottobre 2000

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Cronaca

Aggredito e pestato sotto casa dalla banda delle Mercedes 

L'hanno aspettato in quattro sotto casa, in via Manzoni a Corzano, e hanno tentato di rubargli la Mercedes. L'aggredito, Angelo Copeta, un imprenditore agricolo di 55 anni, ha fatto scattare l'antifurto dell'auto e bloccato il motore, scatenando le ire dei banditi che hanno cominciato a picchiarlo. Sentendo il trambusto in giardino la moglie ha acceso le luci esterne della casa: a quel punto gli aggressori sono entrati nell'abitazione facendosi consegnare tutti i contanti e i gioielli, per un valore di circa 6 milioni. Poi si sono dati alla fuga. L'imprenditore è stato medicato all'ospedale di Manerbio: ne avrà per dieci giorni. Secondo la testimonianza delle vittime i malviventi erano stranieri, forse albanesi.
 

Inchiodati da un video i protagonisti di una rissa 

Ha sentito le urla e s'è affacciato accorgendosi che nei pressi di casa sua, in via delle Battaglie al Carmine, era in corso una rissa a colpi di spranga e bastone tra due folti gruppi di immigrati indiani. Allora ha preso la videocamera filmando tutta la scena e consegnando poi la cassetta alla polizia che era intervenuta per mettere fine al tafferuglio. Quattro i feriti nel regolamento di conti dovuto ad antichi e misteriosi rancori, avvenuto domenica sera dopo le 20 tra le due fazioni rivali. Quattro uomini tra i 18 e i 35 anni sono finiti in manette con l'accusa di rissa. Grazie al video amatoriale gli investigatori hanno individuato tutti i protagonisti.
 

Storia

Scoperta tomba longobarda a Villa Carcina 

Era nascosta sotto due grandi cedri secolari che, durante l'ultimo nubifragio, sono stati sradicati dal vento e dall'erosione delle acque. Così gli operai che stavano provvedendo nei giorni scorsi alla pulizia del parco della casa di riposo Villa dei Pini, a Villa Carcina, hanno visto affiorare una tomba dell'Alto medioevo. Il tipo di sepoltura e le incisioni sulle lastre di pietra che la ricoprono sono stati sufficienti agli studiosi locali di storia per attribuire il sepolcro a un longobardo del VII secolo dopo Cristo, quando Villa era un luogo fortificato con un grosso insediamento di guerrieri longobardi. Nella zona peraltro il ritrovamento di tombe, a volte anche complete di corredi funerari, non è cosa rara. Negli anni 80, per esempio, ben 54 sepolture della stessa epoca vennero scoperte vicino alla scuola media Olivelli. Ora sarà la Sovrintendenza ai Beni archeologici a stabilire la data dei nuovi reperti e la loro importanza storico-documentaristica.
 


 

lunedì 9 ottobre 2000

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Ambiente

Ma chi inquina via San Bartolomeo? 

Un pericolo misterioso e sfuggente aleggia sul quartiere tra via Vittorio Veneto e via San Bartolomeo, nella zona Nord-Ovest della città. Si tratta di un fumo, chiaramente frutto di una ciminiera industriale, che provoca cattivo odore, irrita gli occhi e crea difficoltà nella respirazione. Tutta la popolazione della zona, densamente abitata anche se ancora piena di insediamenti industriali, si lamenta per l'aria irrespirabile, ma identificare i responsabili è difficile perché le emissioni di gas nocivi vengono effettuate con discontinuità e la concentrazione di stabilimenti è elevata. Il problema dura da anni, con alti e bassi legati al clima (e alla produzione degli inquinatori), ma ora per i cittadini è diventato insopportabile. Qualche mese fa gli abitanti hanno preso carta e penna scrivendo la loro protesta al Comune di Brescia e all'Asl e facendola poi arrivare anche sul giornale locale "Bresciaoggi". Alla fine, per i prossimi 15 e 16 ottobre (le prime lettere erano arrivate in Loggia quest'estate) l'Amministrazione ha convocato l'Innse Cilindri che, con l'emissione dei vapori prodotti dalla fusione della ghisa, è sospettata di essere responsabile del guaio. Non si tratta altro che di una "conferenza di servizi", in cui i tecnici del comune, dell'Asl e dell'azienda affronteranno assieme il problema e vedranno se è prodotto dall'Innse e se esistono soluzioni. La sensazione è che i cittadini dovranno aspettare ancora parecchio prima di godere di un'aria migliore. Signori, trattenete il respiro prego.
 

Immigrati

Protestano in 200 sotto la Loggia 

Hanno approfittato del consiglio comunale per dare maggior risonanza alla loro protesta. Circa 200 pakistani senza permesso di soggiorno si sono radunati lunedì sera davanti al portone della Loggia per esternare il proprio disagio e malcontento per la mancata soluzione della loro vicenda. Sono gli stessi che hanno occupato piazza Loggia un paio di settimane fa, lasciandola solo perché costretti ad accettare un accordo che non li soddisfa nè garantisce loro nulla: non avevano i documenti in regola per approfittare della sanatoria di quest'estate e ora rischiano l'espulsione e non possono trovare un lavoro che non sia in nero. Condannati, insomma, a essere clandestini pur non svolgendo attività illecite. La questura, secondo loro, procede troppo lentamente nella revisione delle pratiche promessa dal ministero. In realtà a questo punto non è che il comune di Brescia possa fare granché, visto che la palla ce l'ha in mano il governo di Roma. Ieri sera comunque i pakistani hanno manifestato rumorosamente davanti alla Loggia, scandendo slogan, bruciando carta e cartone. Il consiglio comunale sul problema dell'immigrazione ha i nervi a fior di pelle, con la polemica tra maggioranza e minoranza. Il sindaco Corsini, considerando la protesta "un fatto di estrema gravità", ha sottolineato di aver chiesto l'intervento del prefetto e del questore.
 

Secessioni

Valcamonica, tanta voglia di farne una provincia autonoma da Brescia 

Cavalcano la voglia di secessione della Valcamonica i consiglieri di minoranza della Comunità montana. Certo, si tratta di una secessione "minore", semplicemente dalla provincia di Brescia, colpevole, insieme con la Regione, di essere troppo lontana dai problemi e dalle necessità della popolazione delle valle. I tre capigruppo di Centro sinistra, Lega Nord e Federalisti popolari democratici, Gerardo Milani, Francesco Ghiroldi e Walter Sala, hanno addirittura deposto le rivalità per firmare insieme una lettera spedita ai segretari camuni di tutti i partiti. In sostanza, dicono i tre aspiranti secessionisti, è ora di cominciare a muoversi per costituire una provincia autonoma sebino-camuna. I motivi sono semplici: tutte le decisioni importanti ormai vengono prese in Regione o in Provincia. La Comunità montana, che in valle è l'organismo sovraccomunale più vicino ai cittadini, conta praticamente zero. Quindi facciamoci la nostra provincia: prima valutiamo la situazione dal punto di vista giuridico, poi parliamone in un convegno e, infine, promuoviamo se necessario un referendum tra i cittadini. Una sola domanda viene spontanea: ma la Valcamonica (come il Garda, la Valtrompia, la Bassa, eccetera eccetera) non ha i suoi uomini eletti in Provincia e Regione? Davvero questi amministratori non si sentono rappresentati, oppure è solo una mossa elettorale? Vedremo.
 


 

martedì 10 ottobre 2000

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Cronaca

Canton Mombello: si proclama innocente e non mangia da due mesi 

Ha smesso di alimentarsi dal 2 agosto scorso e ora, a più di due mesi dall'inizio della protesta, è allo stremo delle forze. Francesco Sirchia ha 47 anni ed è un detenuto del carcere di Canton Mombello: lunedì è stato ricoverato in ospedale per il grave stato di deperimento, ma ha firmato per uscire ed è stato riaccompagnato in prigione. Qui deve scontare ancora un anno dei tre ai quali è stato condannato dal tribunale dell'Aquila per spaccio di moneta falsa, una storia di dinari della ex Jugoslavia di cui si proclama innocente. Fuori dal carcere l'uomo faceva il pizzaiolo e ha tre bambini che, da quando la madre è morta per un tumore, vivono affidati a parenti in varie parti d'Italia.
 


 

mercoledì 11 ottobre 2000

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Ambiente

Evacuate per una frana le suore dall'asilo di Casto 

Le forti piogge di questi ultimi giorni hanno costretto le tre suore francescane che gestiscono l'asilo di Casto, in Valsabbia, a cambiare casa. L'edificio della scuola materna "Lucchini" è stato infatti invaso da un fiume di acqua e di fango proveniente dai prati retrostanti: un torrente che è penetrato nelle stanze del seminterrato usato per i giochi dei bambini e che ha occupato in parte anche il dormitorio al piano superiore. Nonostante il corso del fiume di fango sia stato temporaneamente deviato in modo da allontanarlo dall'asilo, la situazione resta preoccupante perché un sopralluogo ha scoperto un grosso smottamento (con un fronte di circa 30 metri) sopra la scuola, con il concreto rischio di una frana. Naturalmente l'asilo ha dovuto chiudere i battenti almeno fino a lunedì, quando i lavori di contenimento della frana saranno terminati, e anche le suore, su ordine del sindaco, hanno chiesto ospitalità nelle case di alcuni vicini.
 

Amministratori

Anfo, tutto il potere al commissario 

Ad Anfo, fino alle prossime elezioni, sarà il viceprefetto, ispettore aggiunto Massimo Aloisi, a guidare il paese, dal momento che ha assunto i poteri del sindaco, della giunta e del consiglio comunale. Come prevede la legge, l'assunzione dei poteri è stata sancita da un provvedimento del prefetto, dopo che la metà più uno dei consiglieri ha rassegnato le dimissioni. Un uomo solo governa il paese di Anfo quindi, almeno fino alle prossime elezioni amministrative che si terranno tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2001.
 

Cronaca

Torna la banda delle Mercedes: rapinato sotto casa a Desenzano 

La cosiddetta banda delle Mercedes, un gruppo di banditi albanesi che ha messo a segno diversi colpi nella nostra provincia, è entrata in azione anche giovedì notte a Desenzano. Un dentista originario di Milano, ma residente nel capoluogo del basso Garda, F.R. di 44 anni, è stato atteso da due malviventi all'ingresso del garage e minacciato con un coltello e un cacciavite per costringerlo a consegnare tutto quello che aveva in tasca. I banditi, ai quali si sono subito aggiunti due complici, si sono impossessati di 400 mila lire in contanti, del telefonino e dell'orologio d'oro dell'uomo, un Rolex, allontanandosi poi tutti insieme con la lussuosa Mercedes 5000 coupé.
 


 

giovedì 12 ottobre 2000

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Cronaca

Aggredito e picchiato in casa resta legato per cinque ore 

E' stato aggredito, picchiato e legato da due persone penetrate in piena notte in casa sua. La brutta avventura capitata a un agricoltore di Pavone Mella si è conclusa solo dopo cinque ore, quando l'uomo è riuscito a liberarsi dai legami che lo stringevano e ha dato l'allarme. Giacomo Salanti, 63 anni, abita in via Cavour 19 a Pavone e l'altra notte stava dormendo quando ha sentito dei rumori provenienti dal pianterreno. E' sceso e s'è trovato davanti due persone che l'hanno assalito a pugni e poi legato saldamente con il cavo della televisione. Poi i due, che secondo l'aggredito parlavano con forte accento slavo, hanno preso quel poco che potevano arraffare in quella casa non ricca e se ne sono andati. Salanti era già stato oggetto di un'aggressione con rapina in casa circa un anno fa. Allora gli autori, tre slavi, vennero individuati dai carabinieri grazie alla testimonianza della vittima.
 

Chiari diviso sui vigili anti-pedofili 

Saranno i vigili urbani a fare la ronda fuori dalle scuole di Chiari contro i pedofili e tutti i pericoli sociali che insidiano i bambini. Lo ha deciso la giunta guidata dal sindaco Miro Facchetti, che ha varato un piano di prevenzione che prevede controlli della polizia municipale fuori da scuole elementari e materne. Un vero e proprio servizio anti-pedofilia che ha destato reazioni contrastanti a Chiari, con il paese diviso tra chi lo considera una valida scelta di prevenzione e chi lo vede come un'inutile mossa propagandistica varata sull'onda delle emozioni di questo periodo.
 


 

venerdì 13 ottobre 2000

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Ambiente

Corsini nomina l'assessore Brunelli sorvegliante del termoutilizzatore 

Basterà la nomina dell'assessore all'Ecologia Ettore Brunelli a presidente dell'Osservatorio sul termoutilizzatore dell'Asm per calmare le agitatissime acque all'interno della compagine Verde che appoggia la giunta Corsini? Questo è quello che si augura l'abile sindaco di Brescia che, pur non avendo oggi granché bisogno del sostegno dei Verdi, non desidera in questo momento turbare l'equilibrio nella propria maggioranza. Le pressioni della base su Brunelli perché abbandoni Corsini e la carica di assessore si sono fatte molto insistenti negli ultimi giorni, dopo che è saltato fuori che il termoutilizzatore dell'Asm, autorizzato a "bruciare" rifiuti per 266 mila tonnellate all'anno, ne consuma in realtà quasi il doppio senza che l'assessorato di Brunelli (o senza che l'assessore Brunelli?) ne sia mai stato informato. E, oltre al danno la beffa, la notizia e la polemica è stata portata avanti dai consiglieri di Avanguardia Nazionale, che si son mostrati nella circostanza più ambientalisti dei Verdi. A questo bisogna aggiungere i molti bocconi amari che i Verdi bresciani hanno dovuto ingoiare da quando l'onesto Brunelli si è imbarcato nell'avventura dell'assessorato all'Ambiente. La sua presenza nel governo della città ha legato di fatto le mani a tutto il movimento ecologista bresciano, che invece non è per nulla soddisfatto della politica ambientalista della maggioranza della Loggia, alla quale viene imputato di utilizzare le battaglie ambientali quasi esclusivamente per fini propagandistici, salvo poi farsi cogliere in castagna dai cittadini sui fatti concreti. Nei prossimi giorni i Verdi e le associazioni ecologiste bresciane dovranno arrivare a un chiarimento, ma è chiaro che le figuracce rimediate negli ultimi mesi dalla giunta Corsini (onde elettromagnetiche in Maddalena, tagli indiscriminati degli alberi in città, inquinamento industriale e da traffico...) hanno provocato molta insoddisfazione. Forse l'attribuzione a Brunelli di questa carica non sarà sufficiente a calmare le acque, anche perché l'Osservatorio sul termoutilizzatore rischia di diventare una foglia di fico, una "copertura" per Asm e giunta comunale, da cui dipenderebbe per la raccolta dei dati e per qualsiasi operatività. Insieme con Brunelli, presidente, dell'Osservatorio sono entrati a far parte l'assessore Rosangela Comini, i rappresentanti delle tre circoscrizioni interessate Andrea Gervasi (Quinta), Riccardo Pozzi (Sesta) e Pierluigi Pattini (Settima), il coordinatore della Consulta comunale per l'Ambiente Carlo Colosini, il tecnico del settore Ambiente Angelo Capretti e i due professionisti esterni Gianfranco Stralba e Antonio Ballarin Denti.
 

Parco delle Colline, le strane dimenticanze della giunta bresciana 

Hanno dato al comune di Brescia una piccola lezione di correttezza amministrativa i cittadini riuniti nel Comitato per la Valle di Mompiano. Venerdì infatti si sono recati in municipio per far protocollare alcune osservazioni alla variante al piano regolatore (il tanto discusso Piano Secchi) riguardanti la Valle di Mompiano e l'ex Polveriera militare. Ma come, il comune di Brescia non aveva incluso anche quell'area nel tanto sbandierato (dal punto di vista propagandistico) Parco delle Colline? Certo, solo che poi si è "dimenticato" di rispettare le formalità (alcune burocratiche, altre sostanziali) necessarie perché il progetto venga approvato dalla Regione Lombardia. E la delibera comunale del 3 agosto è probabilmente solo un bel gesto, accusa il Comitato, visto che non rispetta almeno quattro dei requisiti richiesti dalla legge. Il primo: il perimetro del nuovo parco deve escludere zone destinate a insediamenti residenziali, e nel nostro caso non è così. Il secondo: serve un documento d'indirizzo preparato dall'ente gestore, e questo documento non c'è. Terzo: addirittura non esiste formalmente un ente gestore come prevede la legge. Quarto: per far richiesta di parco bisogna produrre in Regione la delibera con tanto di planimetria e relazione, ma neppure di questo esiste l'ombra. Anzi, la delibera comunale del 3 agosto (quella propagandata sui giornali come costitutiva del Parco delle Colline) afferma di essere propedeutica ad atti successivi non meglio specificati. Di fatto rinviando il tutto a data da destinarsi. Addio Parco, dunque, quantomeno in tempi accettabili? Non certo per la Valle di Mompiano, visto che il Comitato ha raccolto 7 mila firme di cittadini e non ha nessuna intenzione di mollare: venerdì 13 novembre ha depositato le osservazioni al Prg, e poi andrà avanti a dar battaglia. Alla faccia delle "dimenticanze" della giunta Corsini.
 

Cronaca

Per anziani e disabili di Brescia arriva la spesa via Internet 

Per ora è solo un progetto sperimentale che coinvolge 20 persone, ma tra poco i disabili e gli anziani potranno fare la spesa comodamente seduti a casa, tramite un computer collegato con Internet. L'iniziativa vede coinvolti il comune di Brescia, l'Assessorato ai Servizi sociali, che individuerà i soggetti bisognosi del servizio, l'Asm che metterà a disposizione 20 computer, la banca Popolare di Sondrio, responsabile della sicurezza per le transazioni finanziarie e altre aziende private che si occuperanno chi delle consegne chi della gestione del mercato virtuale. Le nuove tecnologie verranno così messe a disposizione dei più bisognosi, dando loro una possibilità in più per gestire liberamente la propria vita, fruendo di tutti i servizi disponibili sulla rete.
 

Sentenze

Maxitruffa, tutti a giudizio (compreso Beccalossi) 

Inizierà il 22 dicembre prossimo il processo contro il giovane imprenditore bresciano Enrico Venturelli e altre otto persone accusate di vari reati tra cui tentata truffa, frode fiscale e associazione a delinquere. Della sorte dell'uomo e dei suoi presunti complici, tra i quali spicca il nome di Evaristo Beccalossi, ex calciatore del Brescia e dell'Inter, ora 44enne e rappresentante della Sony, deciderà il Tribunale dopo che venerdì il Gip Masimo Vaccari ha accettato le tesi della Procura di Brescia dando via libera al rinvio a giudizio del gruppo, finito sotto accusa in seguito alle indagini della Guardia di finanza. Venturelli, che ha 32 anni ed è originario di Borgosatollo, precocissimo aveva messo in piedi tra il 1997 e il 1999 un piccolo impero di società attive soprattutto nel commercio dei metalli non ferrosi, che lo fece diventare uno dei più importanti imprenditori del ramo a livello nazionale, almeno per volume d'affari. Ma, secondo l'accusa sostenuta dai magistrati della Procura bresciana, si trattava di cifre fasulle, montate ad arte con un giro di fatturazioni irregolari con enormi evasioni dell'Iva e delle imposte sui redditi. Il blitz contro il giovane commerciante portò al sequestro di beni per circa 60 miliardi e alla richiesta di rinvio a giudizio per altre persone: Oliviero Pagnoni di Adro, Roberto Merlin di Prevalle (i più stretti collaboratori di Venturelli, per i quali scattarono anche le manette), Francesco Milesi di Darfo, Massimo Rossi di Adro e Giacomo Gottardi di Palazzolo. Coinvolti anche la moglie di Venturelli Nunzia Maranta di Concesio, Lorenzo Corsini di Impruneta e, appunto, Evaristo Beccalossi, cugino di Venturelli. Per gli ultimi due l'accusa è solo di ricettazione per aver accettato di diventare prestanome di una società che avrebbe comprato immobili con denaro proveniente dall'attività truffaldina. All'arrivo della Guardia di finanza che voleva portarlo a Canton Mombello, Venturelli era già uccel di bosco, latitante all'estero (probabilmente a Montecarlo) dov'è rimasto al sicuro finora.
 


 

sabato 14 ottobre 2000

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Ambiente

Ancora allarme per l'Oglio 

Si è aggravata di ora in ora negli ultimi giorni la situazione di pericolo provocata dalle piogge che continuano a cadere. Sotto continuo controllo soprattutto la Valcamonica, martoriata da numerose piccole frane. Resta grave la situazione a Malonno, dove 22 abitanti sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni (sette in tutto) minacciate da uno smottamento di 400 metri cubi, ed è stata chiusa a tempo indeterminato la via Gallena. A Prestine una frana ha ostruito la provinciale che collega con Bienno. Smottamenti minori si sono verificati anche a Cevo, a Sonico, a Breno e, nella notte tra sabato e domenica, a Malegno, dove alcune strade sono state interrotte. Più in basso, a Pisogne, preoccupa la piena del torrente Trobiolo. Il livello del fiume Oglio viene continuamente monitorato, sia a monte sia a valle del lago d'Iseo, del quale sono state aperte le chiuse per abbassare il livello delle acque che minacciano i paesi rivieraschi. Nella Bassa, il fiume tiene tutti con il fiato sospeso a Pontevico, dove le acque sono già tracimate invadendo per fortuna solo alcuni campi. Anche a Robecco, in provincia di Cremona, l'Oglio è straripato senza far danni. I tecnici della Protezione civile stanno monitorando il livello delle acque dal ponte di Orzinuovi.
 

Cronaca

Sfiorato il disastro a Sonico: la diga ha rischiato di allagare tutta la Valle 

E' stata sfiorata la strage. Una strage terribile, come quelle che in passato hanno spazzato via interi paesi e gettato nel lutto comunità e nazioni. Sabato 14 ottobre, solo per un miracolo, la tragedia è stata evitata, ma la notizia è stata diffusa solo il giovedì successivo da fonti sindacali. Stava infatti per svuotarsi di colpo la diga del Baitone, a quota 2.000 metri sopra Sonico, in alta Valle Camonica. Se il disastro si fosse verificato, dalla diga dell'Enel sarebbero stati scagliati a valle 10 milioni di metri cubi d'acqua. Le conseguenze possiamo facilmente immaginarle: paesi distrutti e decine di migliaia di morti. Secondo la prima ricostruzione effettuata dalle organizzazioni sindacali che hanno denunciato il fatto, sabato scorso si è rotta una valvola di chiusura delle tubazioni della diga, allagando i locali della centrale elettrica. Per questo il tubo di scarico, normalmente posto sul fondo, galleggiando e muovendosi ha rischiato di rompere la conduttura. Se questo fosse successo, l'intero lago artificiale, appunto 10 milioni di metri cubi d'acqua, si sarebbe svuotato a valle. Quel che è peggio - e che rende ancor più grave la situazione - è che i sistemi di sicurezza e di allarme (rilevatori automatici collegati con la centrale di Bergamo) non hanno lanciato alcun segnale. Perché non hanno funzionato? Per fortuna a chiudere preventivamente le paratie ha provveduto il custode del lago artificiale, che ha scongiurato il pericolo. Ma l'Enel ha minimizzato l'allarme, sostenendo che non è mai stato corso un pericolo effettivo anche perché il bacino non si sarebbe probabilmente svuotato all'improvviso.
 


 

domenica 15 ottobre 2000

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Cronaca

Cadavere sconosciuto nel porto di San Felice 

Neppure l'autopsia è riuscita a svelare il mistero di un cadavere trovato per caso riverso nelle acque del porto di San Felice del Benaco dov'è stato probabilmente trasportato dalla corrente. Lo stato dei polmoni non ha infatti permesso di appurare se l'uomo sia deceduto o meno per annegamento. Il corpo non presenta ferite mortali, non ci sono tracce di iniezioni o droga nel sangue. Quindi non si tratta probabilmente nè di un omicidio nè di un tossicodipendente spirato per overdose. Inoltre le sue impronte non sono state rintracciate in alcun schedario giudiziario. Insomma, buio fitto. I dati in mano agli investigatori sono davvero pochi: probabile età intorno ai 30 anni, jeans e felpa scura, carnagione olivastra e taglio "rasta" per i capelli. Queste le caratteristiche esteriori del morto, che tuttavia non coincidono con la descrizione di nessuna persona scomparsa negli ultimi tempi nelle tre province cui appartiene il lago: Brescia, Trento e Verona. Un giallo in piena regola, dopo quello del turista tedesco rinvenuto due settimane fa deceduto sotto la Rocca di Manerba e per il quale non è stata ancora trovata una soluzione. Un primo sommario esame alle condizioni del cadavere ha fatto pensare che l'uomo sia rimasto in acqua per diversi giorni: la pelle era molto gonfia e in parte saponificata. Il morto, forse uno straniero, aveva il volto irriconoscibile e, pur essendo completamente vestito (tranne le scarpe), non portava con sè documenti.
 


 

lunedì 16 ottobre 2000

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Ambiente

Migliaia di "archetti" sequestrati, bracconiere denunciato per tentato omicidio 

In soli 15 giorni, i primi di ottobre, hanno sequestrato tra Valtrompia e Valsabbia ben 5.219 archetti, le micidiali trappole artigianali per piccoli animali composte da due rametti uniti da un filo, che scattano quando un uccello vi si appoggia, spezzandogli le zampette. Il bilancio delle ultime operazioni antibracconaggio dei volontari della Lipu (Lega italiana protezione uccelli). Nelle trappole sono stati trovati, morti o moribondi, un migliaio di piccoli volatili. Sono state anche sequestrate 81 reti da uccellagione dalle cui maglie sono stati liberati un centinaio di piccoli volatili. Addirittura, dicono alla Lipu, una rete è stata sequestrata nel giardino di una casa a Lavenone, ben visibile dalla strada. Altre reti e trappole sono state rinvenute nei pressi di case e fienili. A Lodrino gli agenti della Lipu (che nel bresciano ha una squadra composta da tre volontari e un ispettore) sono stati minacciati e aggrediti da un uomo che è poi stato denunciato per tentato omicidio.
 

Cronaca

A Maderno il comune sequestra tre corsie del supermarket 

Quando i vigili sono arrivati al supermercato Montebaldo in via Statale a Maderno, i gestori dell'esercizio sono trasecolati. La polizia municipale era infatti stata inviata dal comune per sequestrare tre delle corsie del market, proprio quelle centrali (la cinque, sei e sette), che sono state transennate ed escluse al pubblico. Ma come è potuto accadere? In effetti la questione si protrae da molto tempo, precisamente dal 1985, anno in cui è cominciata la lotta tra il municipio e il market. Il comune sostiene infatti che circa un quarto del supermercato Montebaldo, che si estende per circa 1.000 metri quadrati, sia stato abusivamente edificato su un'area destinata a un ufficio postale. L'esercizio commerciale, a partire da martedì 23 ottobre, verrà quindi espropriato del perimetro fino ad ora occupato dalle tre corsie, spazio che il comune vuole adibire a uffici pubblici. Pronta la risposta dei proprietari dell'edificio che hanno chiesto una proroga in attesa dell'esito di alcuni ricorsi, presentati negli anni passati.
 

Sindacato

Pasotti al vertice della Fim-Cisl 

Rispettado le previsioni, Sandro Pasotti è stato scelto come nuovo segretario generale del sindacato dei metalmeccanici della Cisl, la Fim. Succede a Marco Castrezzati che si era dimesso due settimane fa. Della segreteria della Fim-Cisl sono entrati a far parte Edo Bettinelli e Laura Valgiovio, prima donna a ricoprire questo incarico nel sindacato dei metalmeccanici Cisl.
 

Spettacoli

Ciak si gira: a Provezze la Loren, Giannini e Raoul Bova 

Ciak si gira a Provezze. Da lunedì mattina nella frazione di Provaglio d'Iseo, per la precisione nella splendida villa Soncini, iniziano le riprese del nuovo film della regista Lina Wertmuller dal titolo "Francesca e Nunziata". Star indiscussa della pellicola Sofia Loren, che si è già trasferita da qualche giorno sul basso lago d'Iseo (alloggia in un albergo della zona) insieme con gli altri componenti del cast. La protagonista, Francesca, è interpretata dalla Loren, accanto a lei Giancarlo Giannini, Raoul Bova e Claudia Gerini, nel ruolo di Nunziata. Inoltre vi saranno Luciano De Crescenzo, Enzo Cannavale e Marina Confalone. La storia è quella di una donna energica e prolifica, Francesca, sposata con un aristocratico buono a nulla (Giannini sullo schermo) che decide di adottare un'ultima figlia, Nunziata. Tra le due scocca una scintilla e nasce un rapporto molto particolare. La troupe, composta in tutto da una settantina di persone, resterà a villa Soncini per quattro settimane. La dimora nobiliare venne edificata nel tardo Cinquecento dal ramo di Provezze dei conti Fenaroli, e passò due secoli dopo in eredità alla famiglia Soncini che tuttora vi abita.
 


 

martedì 17 ottobre 2000

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Cronaca

Nove furti su dieci restano impuniti: è allarme per la microcriminalità 

E' la microcriminalità il fenomeno più diffuso e fastidioso per la gente normale. Anche perché è quello contro il quale c'è poco da fare e la popolazione spesso è talmente rassegnata che neppure effettua più la denuncia. Infatti su 300 rapine denunciate dall'inizio dell'anno nel Bresciano, i carabinieri ne hanno risolte 100 individuando i colpevoli; su 23 tentativi di estorsione 20 sono stati sventati; e su 22 casi di omicidio o tentato omicidio 17 hanno visto l'arresto dei colpevoli. Ben diversa è però la situazione per la microcriminalità. Pensate, sono stati 20 mila circa i furti denunciati ai carabinieri nei primi nove mesi di quest'anno nella nostra provincia (ai quali bisogna aggiungere le migliaia non denunciati) e di questi ne sono stati risolti circa 2 mila. Nove furti su dieci rimangono quindi impuniti. Un dato che allarma i cittadini, ma allarma anche i carabinieri che hanno chiesto di rinforzare il contingente di 1.100 uomini operativi nel Bresciano e suddivisi in sette compagnie e 78 stazioni.
 

Ancora una rapina in casa privata: assalita famiglia di Cremignane 

Nuovo assalto di una delle bande di malviventi specializzate nelle rapine in case private. Questa volta l'obiettivo dei banditi, tre slavi o albanesi, è stata la villa di Valentino Gatti a Cremignane d'Iseo. I tre sono entrati nell'abitazione bloccando il padrone di casa e la moglie, e minacciando con una pistola e un cacciavite anche la figlia della coppia, venuta in visita ai genitori con il marito Francesco Polini, un imprenditore di Sarnico. Forse i malviventi sono arrivati a casa Gatti, in via Vecchia nella frazione di Iseo, proprio al seguito dei visitatori di cui volevano la macchina. Dopo essersi fatti consegnare orologi, portafogli, telefonini e soldi in contanti per alcuni milioni, i banditi hanno infatti tentato di andarsene con la potente Mercedes 500 di Polini, che però è riuscito a bloccare il veicolo con il telecomando satellitare. Dalla finestra, l'imprenditore ha poi esploso un paio di colpi di pistola in aria con la sua P38, costringendo la banda a fuggire.
 


 

mercoledì 18 ottobre 2000

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Cronaca

Rischio grosso a Capodiponte: precipita cavo dell'alta tensione 

Quando il cavo si è spezzato, lo "scoppio" è stato sentito in tutto Capodiponte. Paura e preoccupazione nel paese, dove la tragedia è stata per fortuna solo sfiorata. Il cavo dell'alta tensione con una carica di 132mila volt, staccatosi alle 9 del mattino con alte lingue di fuoco da una linea dell'Enel, ha rischiato di finire a terra proprio all'altezza della strada vecchia tra Cemmo e Capodiponte a poche decine di metri dalla scuola elementare. Il grosso cavo elettrico è invece stato trattenuto a qualche metro d'altezza da quello telefonico e da un robusto albero di noce. Questo probabilmente ha salvato Vito Angeli, un pensionato abitante a Cemmo in via Marconi 5 che stava lavorando nel cortile di casa proprio sotto il noce, ma che è stato solo colpito a una spalla da un ramo spezzato dal cavo nella caduta. Solo paura, per fortuna, ma anche qualche danno visto che la rottura del cavo ha provocato un cortocircuito che ha mandato in tilt gli impianti elettrici delle case vicine e ha guastato molti elettrodomestici. Il pericolo energia elettrica nella zona è molto elevato: nel giro di poche decine di metri si trovano infatti ben tre elettrodotti: quello caduto e un altro da 300 mila volt entrambi dell'Enel, più un terzo da 220 mila volt dell'Aem di Milano.
 


 

giovedì 19 ottobre 2000

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Ambiente

Discarica abusiva a Sabbio Chiese: 1.300 metri cubi di materiali pericolosi 

Batterie di automobili, cumuli di materie plastiche, bidoni pieni di olii esausti, solventi, materiale ferroso e molto altro: in totale una vera e propria montagna di rifiuti, molti dei quali tossico-nocivi. Ben 1.300 metri cubi in tutto sono stati scoperti dai Nuclei operativi ecologici e dai carabinieri presso un autodemolitore di Sabbio Chiese. Una vera e propria discarica clandestina il cui titolare, del quale non è stato fornito il nome, è stato denunciato a piede libero. Ora si attendono le analisi per capire quanto l'inquinamento sia penetrato nel terreno: nel frattempo tutta l'area e anche l'officina del carrozziere sono state sequestrate.
 

Allarme a Nave, Bovezzo e Caino: vietato bere acqua senza bollirla 

Il divieto è perentorio, di quelli che mettono preoccupazione tra la gente. Soprattutto se, come in questo caso, interessa più di 20 mila persone, cioè tutti gli abitanti della valle del Garza. Con un'ordinanza i sindaci di tre comuni a Nord della città, Bovezzo, Nave e Caino, hanno vietato alla popolazione di bere l'acqua del rubinetto senza prima averla fatta bollire per almeno cinque minuti. Circa 20 mila abitanti sono interessati al provvedimento che, assicurano nei comuni, è solo una misura precauzionale dopo le forti piogge dei giorni scorsi che potrebbero aver provocato infiltrazioni nelle tubature. Nessun allarme immediato per la salute dei cittadini, dunque? Nessun inquinamento degli acquedotti? Dopo i risultati tranquillizzanti delle analisi, già due giorni dopo tutto è tornato come prima.
 

Via Milano, i cittadini all'attacco. Il comune è troppo morbido con chi inquina? 

L'inquinamento industriale preoccupa i cittadini: l'alta concentrazione di stabilimenti nell'area di via Milano mette in pericolo da anni la salubrità della zona. E solo ultimamente qualcosa si sta muovendo: da una prima analisi del terreno nel giardino della Quarta Circoscrizione, in via Villa Glori 13, confinante con l'industria chimica Caffaro, è risultato un livello di mercurio superiore ai limiti di legge. E forse si tratta solo della punta dell'iceberg. Almeno così sospettano il presidente della Circoscrizione, Maurizio Margaroli, un artigiano di 42 anni in lista con Forza Italia, e gli altri componenti del consiglio della zona, che chiedono all'amministrazione comunale di andare fino in fondo analizzando il reale stato di salute dell'ambiente e l'eventuale pericolo per le persone. Come spiega Margaroli in questa intervista a quiBrescia.
Domanda: Che cosa volete fare voi della Circoscrizione contro l'inquinamento della zona di via Milano?
Risposta: Negli ultimi trent'anni le industrie si sono evolute e moltiplicate, ma l'interesse per l'ecologia è recente. Noi della Quarta ci poniamo il problema dell'inquinamento pregresso, chiedendo la verifica su un territorio più vasto rispetto al giardino della Circoscrizione, dove tra l'altro negli ultimi tempi sono morti tre alberi secolari. Ora le industrie sono più attente alla sicurezza dei propri lavoratori, anche grazie a una maggior sensibilità per la salute dei cittadini. Tuttavia, la tutela deve essere estesa anche all'esterno: se un terreno presenta segni d'inquinamento va bonificato, e a spese del colpevole e non dei cittadini.
D: E le istituzioni locali che cosa stanno facendo?
R: Negli ultimi due anni il comune di Brescia si è dimostrato fiacco e per noi non è stato fatto nulla di concreto: La Quarta Circoscrizione, per esempio, è stata l'unica a organizzare un piano di evacuazione, seguendo un preciso iter di legge. Dopo la prima analisi del terreno che ha evidenziato la presenza del mercurio, abbiamo chiesto una conferenza di servizi, disdetta da parte dell'assessore all'Ambiente Ettore Brunelli e trasformata in una conferenza di tecnici. Si è svolta il 19 settembre: erano presenti tutte le istituzioni più importanti, il Comune, la Provincia, la Regione, l'Asl, l'Arpa e il sindacato interno della Caffaro.
D: Ma qual è la differenza tra conferenza di servizi e conferenza di tecnici?
R: La conferenza di tecnici serve solo a stabilire i presupposti di un intervento, mentre quella di servizi ha il potere decisionale di notificare i modi e i tempi dell'indagine e della bonifica di un territorio, quindi assume una maggior rilevanza.
D: E che cosa si è deciso nella conferenza di tecnici?
R: Si è risolta rinviando l'incontro, e quindi il problema dell'analisi del territorio, al 19 ottobre per discutere le modalità dell'indagine approfondita del terreno.
D: Ma qual è il vostro obiettivo finale?
R: La linea dura della Quarta Circoscrizione è volutamente provocatoria, comunque è stata approvata all'unanimità da tutti gli eletti in consiglio, di tutti i partiti. Teoricamente non sarebbe di nostra stretta competenza chiedere la conferenza di servizi, ma vogliamo dimostrare che non siamo intenzionati a cedere. Non facciamo terrorismo per spaventare i cittadini, ma abbiamo la sensazione di avere colpito nel segno e che in comune vi sia il timore di scoperchiare qualcosa. Oltre a un'approfondita analisi del territorio, uno screening della popolazione permetterebbe di accertare i cambiamenti degli ultimi 30 anni nello stato di salute e del tasso di mortalità dovuto a malattie tumorali.
D: Come dovrà essere effettuata l'analisi del territorio?
R: Noi vogliamo che il carotaggio del terreno venga eseguito su nostra indicazione, poiché vogliamo comprendere nell'analisi un'ampia aerea, non limitata soltanto al territorio adiacente alla Caffaro.

(intervista a cura di Laura Migliorati)

 

Immigrati

Curdi: dalla Grecia via Trieste fino a Brescia per 3 milioni 

E' stato ricostruito dagli inquirenti il lungo viaggio intrapreso dai sette clandestini curdi, trovati giovedì sulla Serenissima, a poche centinaia di metri dall'area di servizio di Brescia est. Solo cinque giorni prima erano partiti in nave da Patrasso, in Grecia e, sbarcati a Trieste, avevano proseguito stipati nel doppio fondo di un camion con targa bulgara carico di vestiti, lo stesso veicolo che, per motivi ancora in corso d'accertamento, li ha poi abbandonati sull'autostrada. La destinazione finale del viaggio, costato agli uomini circa 3 milioni a testa (1.500 dollari), stando alla documentazione rinvenuta a bordo del Tir, avrebbe dovuto essere Firenze. I sette erano stati notati sulla A4 da alcuni automobilisti che, insospettiti dal loro aspetto debilitato e spaesato, avevano avvertito le forze dell'ordine. Poco distante, in una piazzola, era parcheggiato il camion: l'autista è stato arrestato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
 


 

venerdì 20 ottobre 2000

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Ambiente

Brescia batte tutti (per i fulmini) 

V'interessa sapere quanti fulmini sono scaduti sulla nostra provincia dall'inizio dell'anno a oggi? Bene, c'è chi li ha contati per voi. L'Ersal, ente regionale per lo sviluppo agricolo in Lombardia, ha infatti preso nota di tutte le saette scese dal cielo sulla nostra regione. E ha scoperto che sulla provincia di Brescia si sono scatenati nei primi nove mesi dell'anno ben 4.526 fulmini (1.550 solo nel mese di settembre) che ci fanno vincere la speciale classifica tra le province lombarde. Dietro il Bresciano, infatti, seguono Bergamo con 3.186, Lecco con 1.839, Cremona (713) e Lodi (250).
 

A Leno niente rifiuti speciali 

Alla fine anche la giunta regionale, nell'ultima riunione, ha detto no al progetto della ditta bergamasca Meter di costruire a Milzanello di Leno un impianto per il recupero dei rifiuti speciali, in località Fornaci Quadre. Si conclude così una vicenda che aveva visto contrapposte l'amministrazione regionale e gli enti locali (provincia di Brescia e comune di Leno) da sempre contrari all'insediamento, mentre gli uffici tecnici della Regione all'inizio avevano concesso all'azienda tutte le autorizzazioni. Tra pareri contrastanti, conferenze di servizio e battaglie anche a colpi di diffide (il comune infatti aveva concesso autorizzazione edilizia solo per un capannone artigianale) la vicenda s'è trascinata dal 25 marzo 1999 a oggi. Ora la Meter potrà fare ricorso al Tribunale amministrativo regionale.
 

Cronaca

Sequestrate centinaia di icone russe 

Sono state sequestrate in tutta la Lombardia dalla Guardia di Finanza di Brescia alcune centinaia di icone russe introdotte clandestinamente nel nostro paese per essere vendute a collezionisti del Nord Italia. La scoperta del contrabbando di opere d'arte sacra provenienti dagli ex paesi dell'Est ha portato al sequestro e alla schedatura di 718 icone per un valore intorno al miliardo di lire e alla denuncia a piede libero di sei collezionisti e mercanti, nessuno dei quali bresciano.
 

Spara e mette in fuga la banda delle Mercedes 

Ennesimo colpo sul lago di Garda da parte di una delle bande specializzate in furti di potenti automobili di marca Mercedes: questa volta però i banditi se ne sono dovuti andare a mani vuote. Verso le 3 e mezza del mattino i ladri sono entrati nel garage di una villetta di Padenghe del Garda appartenente a Renzo De Togni, 66 anni, commerciante di tappeti, e situata al numero 3 di via Crispi. Dopo aver tentato invano di forzare le serrature delle tre potenti auto (Mercedes) parcheggiate, bloccate dall'antifurto, si sono introdotti in casa per cercare le chiavi, passando da una finestra. La padrona dell'abitazione però, svegliata dai rumori sospetti, si è alzata trovandosi davanti due uomini. Allora ha avuto la prontezza di spirito di chiudersi a chiave in camera da letto con il marito che, quando i ladri si sono avvicinati alla porta della stanza tentando di sfondarla a spallate, ha esploso cinque colpi d'arma da fuoco. I malviventi, forse stranieri ma che parlavano bene l'italiano, sono quindi fuggiti, illesi, ma a mani vuote.
 


 

domenica 22 ottobre 2000

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Cronaca

Senegalese uccide connazionale a Paratico 

Hanno cenato insieme, poi hanno cominciato a discutere e alla fine uno dei due ha impugnato un coltello da cucina ammazzando l'altro. E' finito così nel sangue domenica sera poco dopo le 21 un litigio tra due immigrati senegalesi avvenuto nella loro abitazione di Paratico, sul lago d'Iseo, proprio al confine con la provincia di Bergamo. La vittima è Gueye Ibra Sow, 39 anni, muratore presso un'impresa edile della zona. L'assassino è fuggito subito dopo il delitto ma è stato arrestato durante la notte dai carabinieri: si tratta di Dyone Modou, operaio di 36 anni, padre di due figli rimasti in Senegal. I due abitavano insieme da alcuni anni e al momento del delitto si trovavano con altri connazionali nella casa di via Tengattini a Paratico: proprio nella cucina del piccolo appartamento è avvenuto il crimine. I vicini, chiamati dagli altri senegalesi e allarmati dalle urla della vittima, l'hanno trovata a terra in un lago di sangue a causa di una profondissima ferita all'addome, che aveva provocato la fuoriuscita degli intestini. Purtroppo, nonostante l'arrivo dell'ambulanza, l'uomo è giunto cadavere all'ospedale di Iseo. Subito sono scattate le ricerche dell'omicida, che è stato ammanettato durante la notte a poca distanza dalla caserma dei carabinieri di Capriolo dove si stava recando per costituirsi.
 

Sport

Scontri tra tifosi e polizia allo stadio: aggredita la figlia di Corioni 

La zona di Mompiano blindata, la polizia dappertutto, i tifosi della Fiorentina ingabbiati, le telecamere per controllare tutto. Tutte queste misure di sicurezza non sono bastate a calmare gli esagitati che purtroppo si mescolano ai tifosi. Alla fine della partita di domenica, alcune decine di bresciani hanno cercato di impedire il regolare rientro in stazione degli "odiati" fiorentini: inevitabili gli scontri con la polizia che scortava i tifosi ospiti. Inoltre, l'auto che trasportava la figlia del presidente del Brescia, Silvia Corioni, che viaggiava insieme con il marito Gianluca Nani e con un amico danese della coppia, è stata aggredita da alcuni scalmanati sempre all'uscita dallo stadio. La peggio l'ha avuta l'amico che è rimasto leggermente ferito dai vetri del finestrino sfondato da una bastonata prima che accorressero alcuni poliziotti. L'aggressore, un tifoso bresciano di 30 anni noto per le sue imprese violente, è stato identificato qualche giorno dopo.
 

Primo test per Mompiano blindata 

La parte Nord della città è stata blindata a partire dalla tarda mattinata per l'atteso arrivo di circa mille tifosi dalla Toscana per la partita casalinga del Brescia contro la Fiorentina. I supporter avversari arrivano in treno e vengono scortati su pullmini corazzati fino al Rigamonti. Viene messo oggi alla prova il nuovo sistema di controllo con "gabbie" per i tifosi ospiti e telecamere potentissime, messo a punto dal questore Paolo Scarpis con il comune e i dirigenti della società calcistica. Nelle vicinanze dello stadio, quando il Brescia gioca in casa, sensi unici e divieti di parcheggio ormai si sprecano, con grande gioia, come i lettori possono immaginare, dei cittadini normali (la maggioranza), ai quali della partita importa poco o niente. Inoltre c'è il divieto di vendita di alcoolici in tutti i dintorni, con il risultato che alcuni bar hanno spostato il giorno di chiusura alla domenica, visto che non possono servire neppure una birra a un cliente abituale. Tutte iniziative sacrosante per mantenere la sicurezza e l'ordine pubblico, anche se forse a questo punto uno stadio in una zona ad alto tasso residenziale non ha più senso. Anche perché tentare di far ragionare qualche centinaio di scalmanati che rovinano le domeniche ad altre migliaia di persone è impossibile. A proposito, nel pomeriggio al Rigamonti debuttano le ragazze pon-pon del Brescia calcio, scimmiottatura bresciana delle supporter della squadre americane. Impermeabili ad ogni senso del ridicolo balleranno e sculetteranno in campo per la gioia dei tifosi. Auguri.
 


 

lunedì 23 ottobre 2000

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Ambiente

Sarà l'Innse a controllare se sta inquinando l'aria 

Politica dei piccoli passi, anzi piccolissimi, quella scelta dal comune di Brescia nei confronti di un grave problema di inquinamento ambientale diffuso nell'area Nord-Ovest della città. Sarà infatti la stessa Innse Cilindri a effettuare le verifiche sulla nocività dell'aria nella zona di via San Bartolomeo a Brescia. Questo almeno il risultato della conferenza di servizi convocata dal municipio dopo le proteste dei cittadini del quartiere a ridosso di via Vittorio Veneto. Il problema viene eufemisticamente definito dai tecnici "disagio olfattivo", ma in realtà si tratta un odore insopportabile per la presenza di emissioni inquinanti che provocano anche irritazione delle mucose e dell'apparato respiratorio soprattutto per bambini ed anziani. Il sospetto (solo un sospetto?) è che a provocarlo siano i fumi prodotti dalla grande fabbrica quando vengono effettuate le fusioni. Ora, durante questa conferenza, l'assessore all'Ambiente Ettore Brunelli ha proposto all'azienda di approfondire le indagini sul proprio processo produttivo e sugli effetti nocivi delle proprie emissioni sull'aria della zona, presentando i primi risultati entro il 16 novembre. Naturalmente l'Innse ha accettato. Ma il Comune (o l'Asl, l'Arpa, o chi per loro) non ha i mezzi per effettuare in proprio le verifiche?
 

Cronaca

Ancora la banda delle Mercedes: rapinata una famiglia di Poncarale 

L'hanno aspettato intorno all'1 al rientro a casa. Un imprenditore di Poncarale di 71 anni, Carlo Spagnoli, titolare di una ditta di costruzioni metalliche, è stato vittima della banda delle Mercedes, la gang specializzata in furti di potenti autovetture (che probabilmente nella stessa notte in cui vengono rubate sono trasferite al di là del confine con l'ex Jugoslavia). L'uomo era appena arrivato in garage quando è stato assalito da quattro persone a viso scoperto, una delle quali impugnava una pistola. Mentre un paio di banditi lo tenevano immobilizzato, gli altri due sono saliti a svegliare la moglie dell'imprenditore, intimandole di aprire la cassaforte. Prelevati gli oggetti preziosi e il denaro consegnati dalla donna terrorizzata, per un valore di alcuni milioni, i malviventi se ne sono andati con la Mercedes.
 

Una lettera avvelenata gira per Bagnolo 

Sta facendo parlare da qualche giorno tutto il paese di Bagnolo Mella la lettera anonima arrivata nella cassetta della posta di numerose famiglie e diffusasi come un lampo tra i cittadini. La missiva, spedita dal paese, è firmata da un inesistente "Comitato Bassa bresciana per la difesa del cittadino" e vuole denunciate presunti spacciatori, pedofili e prostitute presenti tra gli abitanti di Bagnolo, facendone chiaramente nomi e cognomi. Si tratta in tutto di sei persone dai 18 ai 51 anni, marchiate nella lettera come responsabili di comportamenti infamanti che vanno dallo spaccio di droga all'esercizio della prostituzione alla pedofilia. Uomini e donne di diverse età e senza apparenti rapporti tra di loro, alcuni dei quali sposati, che vengono additati alla popolazione. Naturalmente la lettera è al centro delle discussioni e sta avvelenando il clima del paese. Chi l'ha inviata e perché? Questa è la domanda che tutti si pongono e alla quale probabilmente qualcuno sarebbe in grado di rispondere.
 


 

martedì 24 ottobre 2000

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Ambiente

Leno, raddoppiano i ripetitori per telefonini 

La battaglia di qualche tempo fa tra il comune di Leno e la Telecom, colpevole di avere installato un ripetitore per telefoni cellulari in via De Giuli, a due passi dalle quattro scuole del paese, avrebbe dovuto risolversi, per ordine del tribunale, con la rimozione dell'antenna entro dieci giorni. Invece, in paese, ora di antenna ce n'è una in più. Infatti, non solo la Telecom non ha ancora rispettato l'ordinanza del giudice, ma anche la Wind ha installato una sua postazione sul territorio del paese, nella zona nord. Perchè nessuno ha obiettato, anzi il comune ha autorizzato l'installazione? In effetti con la Telecom è guerra aperta e il sindaco non accetta i tentativi di mediazione proposti dalla società (che comunque non ha ancora smantellato la centralina), ma la questione del ripetitore Wind viene giudicata in municipio completamente diversa. L'antenna, posta in periferia nella zona industriale, è infatti mobile, quindi facilmente trasportabile, e verrà presto trasferita su un terreno agricolo lontano da ogni abitazione. Almeno questi sono i progetti.
 

Amministratori

Bovegno, al governo il viceprefetto 

Dopo Anfo, un altro comune bresciano viene governato da un viceprefetto. A Bovegno, infatti, Elio Faillaci ha assunto i poteri del sindaco, dimissionario lo scorso 30 settembre, della giunta e del consiglio comunale, sospeso con un ordine del prefetto. Perché le cose ritornino alla normalità, bisognerà attendere le prossime elezioni comunali che avranno luogo tra il 15 aprile e il 15 giugno.
 

Cronaca

La naja toccherà ancora a 2.250 ragazzi bresciani 

I nati nel 1985 saranno gli ultimi italiani costretti a svolgere il servizio militare di leva. Questo è quanto è stato deciso dal Parlamento che ha approvato in via definitiva il provvedimento che prevede l'abolizione della naja per il 2004. Ma quanti sono i ragazzi bresciani che saranno ancora obbligati a partire? Quanti verranno arruolati non si può ancora sapere, ma da qui al 2003 saranno circa 2.250 i giovani delle classi di leva che dovranno fare la visita militare. L'anno prossimo tocca ai 768 ragazzi nati nel 1983. Pochi di meno, 765, sono i maschi della classe 1984, mentre quelli del 1985 sono 725. A loro vanno aggiunti tutti quelli che hanno chiesto il rinvio e non ne hanno più diritto. Ma attenzione, c'è una via d'uscita: potrà chiedere automaticamente l'esonero chi già lavora e chi si è laureato con almeno 100/110.
 

Immigrati

Hannno pagato 9 milioni a testa per il viaggio dall'India all'Italia 

Hanno pagato circa 9 milioni di lire per il viaggio della speranza dall'India all'Italia, e ora finiranno in un centro di accoglienza in attesa di essere rispediti indietro. Dopo il gruppo di sette curdi bloccati nei giorni scorsi sull'autostrada, gli altri due immigrati clandestini, questa volta indiani, sono stati scoperti nella nostra provincia nascosti a bordo di un camion presso la sede del Consorzio agrario provinciale di Borgo Poncarale, mimetizzati nel cassone del rimorchio di un autocarro trasportante semi di cotone che stava scaricando nel magazzino. Secondo le prime indagini i due indiani sono stati fatti salire in Grecia nell'intercapedine del rimorchio che ha viaggiato dal porto di Patrasso fino a Marghera. Qui è stato agganciato a un Tir ellenico che si trovava già in Italia. Il conducente, un greco di 22 anni, sostiene di essere stato all'oscuro, ma è stato interrogato a lungo dagli investigatori e poi arrestato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Senza cibo e con poca acqua per quasi una settimana, sfiniti dalla fame e da un viaggio lungo migliaia di chilometri, gli uomini di nazionalità indiana (di 25 e 37 anni) sono stati ricoverati in ospedale per i controlli sanitari di rito e successivamente denunciati a piede libero per immigrazione clandestina. Valutando le dimensioni dell'intercapedine ricavata nel rimorchio e i documenti di viaggio del mezzo, gli investigatori pensano che vi abbiano trovato posto diversi uomini in più, che probabilmente sono stati fatti scendere in precedenza.
 


 

mercoledì 25 ottobre 2000

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Cronaca

Terzo attentato in Valcamonica contro l'agenzia immobiliare Eden 

E' stato il terzo attentato contro lo stesso obiettivo in pochi mesi quello avvenuto a Darfo ai danni dell'agenzia immobilare Eden, in corso Italia 34. Sconosciuti sono penetrati nella sede della società forzando una porta secondaria. Poi hanno sparso kerosene su mobili e arredi, dando fuoco all'ufficio. I danni ammontano a decine di milioni. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Nel luglio scorso un ordigno composto con polvere di cava era stato fatto esplodere contro l'ingresso della stessa sede dell'immobiliare, aperta da poco più di un mese. La bomba non ha funzionato bene e lo scoppio ha causato solo l'annerimento della vetrata e la caduta di alcuni calcinacci. Nella stessa notte, fuori dalla filiale di Costa Volpino della medesima agenzia Eden, in via Nazionale 100, un'esplosione ha scardinato la saracinesca distruggendo la porta d'ingresso e alcune finestre. Da qualche tempo l'attività dell'agenzia immobiliare Eden, che ha diverse filiali nella bassa Valcamonica, è quindi nel mirino degli attentatori. Gli investigatori stanno cercando di capire se si tratti dell'opera del raket delle estorsioni oppure di una vendetta personale.
 

"Camozzi era d'accordo con i suoi sequestratori" 

Secondo la Procura di Brescia è stata tutta una montatura. Marco Camozzi, 30 anni, l'imprenditore di Lumezzane rapito il 30 gennaio1996 e liberato meno di 24 ore dopo, era d'accordo con i propri sequestratori. Tutto era stato progettato da lui stesso con alcuni complici, per estorcere 900 milioni alla propria facoltosa famiglia. Questa è la convinzione del pubblico ministero Paolo Savio, che ha depositato una richiesta di rinvio a giudizio per Camozzi e altre sette prersone. Il reato? Tentata estorsione. Dei sette presunti sequestratori faceva parte la lumezzanese di origine sarda Giovanna Melis, che ha raccontato di aver saputo dal fratello Massimiliano che la presunta vittima era sua complice e aveva organizzato tutta l'operazione. Inoltre i rapitori lasciarono addirittura solo Camozzi nel casolare in cui passò la notte e le trattative vennero condotte dal cellulare dell'imprenditore. Tutti elementi che hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio.
 


 

venerdì 27 ottobre 2000

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Cronaca

Spara dalla villa e i banditi fuggono 

Tra tutte le ville tra le quali avrebbero potuto scegliere, venerdì sera verso le 20 a Lonato, i banditi (o il bandito) hanno proprio pescato la peggiore, quella dell'imprenditore Daniele Perazzi, in via Breda 1 ai Barcuzzi di Lonato. Nella casa dell'industriale, che possiede una fabbrica di armi a Botticino, c'era una pistola e la figlia del proprietario, Roberta, non è stata a porsi tante domande quando, grazie alle telecamere a circuito chiuso, ha visto un uomo sospetto aggirarsi in giardino, approfittando del fatto che i cani da guardia, che vengono liberati nella notte, erano ancora rinchiusi. La donna ha preso l'arma e ha sparato alcuni colpi in aria, dando immediatamente l'allarme. Naturalmente lo sconosciuto è fuggito.
 

Identificato il corpo ripescato a Idro 

E' di Angelo Bugatti, un lumezzanese di 38 anni, il cadavere emerso questo venerdì mattina dalle acque del lago d'Idro, in località Pieve davanti al ristorante "La grotta". La famiglia da tempo aveva scarsi rapporti con l'uomo ed è per questo che nessuno ne aveva denunciato la scomparsa nè si era insospettito per la sua assenza. Dall'autopsia è emersa la causa della morte: asfissia d'annegamento. Il medico legale ha stimato in almeno due settimane il periodo di permanenza del corpo nelle acque del lago dove probabilmente è finito per una disgrazia.
 

Catturata a Chiari una cubista con 1.300 pastiglie di ecstasy 

Stava viaggiando in macchina per raggiungere una discoteca della nostra provincia dove lavora come cubista, ma non ha rispettato un semaforo. Questa infrazione è costata cara a Barbara Fina, una 28enne di Monza, fermata venerdì sera dalla polizia stradale di Chiari sulla strada Padana superiore. Gli agenti infatti, insospettiti dagli atteggiamenti della donna, l'hanno condotta in caserma per perquisirla e le hanno trovato addosso, divise in tre pacchetti nascosti in una tasca del cappotto e negli slip, 1.300 pastiglie di ecstasy di colore rosa. La ragazza ha confessato di trasportare la droga per conto di altri in cambio di un compenso di 500 mila lire: è quindi emerso un traffico di stupefacenti che, dai locali sui Navigli del capoluogo lombardo, arriva fino ai confini della nostra provincia. E' infatti a Calcio che la ragazza doveva consegnare le pastiglie. Naturalmente la giovane ha affermato di non conoscere nè chi le ha consegnato la droga nè chi doveva ritirarla. E' stata trattenuta agli arresti.
 

In manette truffatrice d'alto bordo aveva colpito anche nel Bresciano 

Era una truffatrice d'alto bordo che per lungo tempo ha "fatto affari" anche a Pontedilegno. Smerciava di tutto, ma preferibilmente immobili e auto di lusso. Non colpiva pensionati o semplici casalinghe, i suoi obiettivi erano tutti con il portafoglio gonfio: avvocati, notai, imprenditori, commercianti, professionisti. In lunghi anni di onorata attività Giancarla Molteni ha messo insieme un patrimonio (o è meglio chiamarlo bottino?) che gli investigatori stimano in una ventina di miliardi. Originaria di Monza, 50 anni ben portati, uffici a Milano, abiti eleganti, frequentazioni altolocate, professione dichiarata intermediaria d'affari: la signora colpiva con precisione chirurgica. Nomi non se ne possono fare, ma se la ricordano in tanti anche nella nostra provincia avendo operato per qualche anno in alta Valcamonica, soprattutto a Pontedilegno. Qui, versando solo una caparra, acquistava il diritto di proprietà di immobili prestigiosi da usare come seconde case. Poi rivendeva l'abitazione ai suoi "amici" milanesi o a ricchi bresciani per un prezzo-affare che intascava scomparendo per un po' dalla circolazione. L'impresa che aveva ceduto l'immobile e il cliente truffato restavano da soli a vedersela tra loro, mentre la signora Molteni era già sulle tracce di qualche altro gonzo. Il suo segreto? Non fermarsi mai: lo studio veniva spostato ogni poco, il numero di cellulare era sempre diverso, il teatro degli affari cambiava continuamente. Ultimamente, abbandonato il Bresciano, si era trasferita a Montecarlo e sulla Costa Azzurra, mantenendo un recapito milanese in un lussuoso residence di via Vittor Pisani. Qui l'hanno arrestata l'altro giorno i carabinieri: deve scontare cinque anni per truffa e ricettazione, ricordo di un vecchio processo. Ma le denunce e le inchieste a suo carico intanto si sono moltiplicate, anche presso la Procura della nostra città.
 


 

sabato 28 ottobre 2000

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Musica

Il pianista clusanese Motterle vince il premio Liszt a Parma 

Massimiliano Motterle, un 28enne bresciano ormai tra gli emergenti del pianoforte italiano, s'è aggiudicato il prestigiosissimo primo posto nel Settimo concorso internazionale "Franz Liszt", premio Mario Zanfi, che si tiene a Parma ogni quattro anni. Il durissimo concorso prevedeva tre prove, nelle quali dovevano essere eseguiti soltanto brani di Liszt, con alcuni pezzi obbligatori. I pianisti iscritti erano 40, ma alla selezione se ne sono presentati 18 di cui 12 sono andati in semifinale. In finale, dopo un'altra durissima "battaglia", sono arrivati in tre. Motterle, che vive a Clusane d'Iseo, ha distaccato i due concorrenti che si sono guadagnati il terzo premio ex equo: il secondo infatti non è stato assegnato. Per il pianista bresciano allievo del maestro Sergio Marengoni è stato un vero trionfo: ha infatti conquistato sia la vittoria con il primo premio assoluto (che "vale" 12 milioni di lire più il contratto per un concerto al Teatro Regio di Parma per la prossima stagione), sia un premio speciale di 2 milioni per la miglior esecuzone della Sonata di Liszt, sia i complimenti della giuria internazionale.
 


 

domenica 29 ottobre 2000

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Ambiente

Stop alle auto: Milano ha respirato 

Ha avuto successo solo nella città di Milano, presidiata da numerose pattuglie di vigili che hanno distribuito multe a piene mani, il blocco del traffico automobilistico deciso per la giornata di domenica dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Lo stop riguardava la circolazione delle auto private, catalitiche comprese, nel comune di Milano e in tutti gli altri 35 centri che formano la grande area del capoluogo lombardo, ma nelle località dell'hinterland è stato scarsamente rispettato. Le motivazioni erano identiche a quelle che invece non hanno convinto le autorità cittadine di Brescia della necessità di un blocco: troppo elevata la concentrazione di polveri fini (Pm10) che negli ultimi quattro giorni hanno abbondantemente superato il livello di guardia. Secondo i primi risultati diffusi domenica sera, sembra che il livello delle polveri fini nel capoluogo lombardo sia diminuito del 50 per cento. Almeno per un giorno.
 

In 300 a Gussago contro l'autostrada all'aria aperta 

Saranno stati circa 300 i cittadini che domenica mattina poco dopo le 10 si sono ritrovati allo svincolo di Ronco della superstrada per Concesio su invito del "Libero comitato per la salvaguardia di Gussago". Molti a piedi, molti di più in bicicletta, alcuni in trattore e perfino qualche cavallo hanno partecipato alla passeggiata che ha rallentato il traffico automobilistico della statale 19. L'obiettivo degli organizzatori era mostrare alla gente dove verranno realizzati gli svincoli e dove passerà, secondo l'attuale progetto, il tracciato della bretella che collegherà l'Autostrada della Valtrompia con Ospitaletto, per far valutare a tutti il fortissimo impatto ambientale dell'arteria sul paesaggio della zona. Il pacifico corteo, sotto l'occhio di carabinieri e vigili, si è snodato lentamente fino alla galleria sotto la Forcella. Il Comitato sta raccogliendo le firme tra i cittadini di Gussago perché il percorso della bretella venga progettato tutto in galleria e non, com'è previsto oggi, con un'intera corsia all'esterno.
 

Cronaca

Anziana rapinata in casa a Gavardo 

Hanno forzato una finestra con il cacciavite e, con il favore delle tenebre, si sono introdotti nella casa di una 67enne, una villetta situata nella frazione Fornaci di Gavardo. La donna, svegliata dai rumori, si è così trovata davanti due uomini che, cacciavite alla mano, l'hanno minacciata facendosi consegnare alcuni gioielli e circa 1 milione di lire. I rapinatori sono poi fuggiti.
 

Choc a Ospitaletto: bambine molestate all'oratorio 

Ospitaletto sotto choc dopo il fatto accaduto domenica pomeriggio all'oratorio, dove due bambine sono state molestate da uno sconosciuto sotto il portico. A denunciare l'accaduto ai carabinieri sono stati i genitori in base al racconto delle ragazzine, che hanno circa 10 anni. Stando alla ricostruzione, domenica pomeriggio tra le 16 e le 17 le due bambine stavano giocando sotto i portici dell'oratorio, un complesso nuovo, con ampi spazi, quando si è avvicinato loro uno sconosciuto. Prima ha fatto strane domande, chiacchierando un po', poi ha cominciato ad allungare le mani aprendosi anche i pantaloni. Le due piccole, terrorizzate, sono fuggite all'interno dell'oratorio dando l'allarme. Qualcuno è uscito di corsa riuscendo a scorgere l'uomo che si allontanava con una bicicletta bianca da donna. Impossibile raggiungerlo. Il paese è scioccato: la presenza di un maniaco in un luogo che, in teoria, avrebbe dovuto essere protetto preoccupa la gente.
 


 

lunedì 30 ottobre 2000

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Ambiente

Aria in città, ambientalisti all'attacco dell'amministrazione 

Maretta nel mondo ambientalista bresciano per il mancato blocco del traffico alle auto private in città durante l'ultimo week-end, dopo che per nove giorni era stato registrato dalle centraline di rilevamento un supero del livello d'attenzione per le cosiddette polveri fini (Pm10) e per le polveri totali. Al malumore - che serpeggia all'interno di numerose associazioni, ma anche tra i Verdi che sono nella maggioranza in Loggia - ha dato voce Legambiente provinciale attaccando le giunte Corsini e Cavalli (comune di Brescia e Provincia). Un comunicato firmato da Maurizio Bresciani (che nelle ultime elezioni comunali era in lista con Corsini) e Danilo Giacomelli usa infatti parole molto dure. "Riteniamo che questo mancato intervento", scrivono i coordinatori provinciali dell'associazione ambientalista, "sia dovuto in prevalenza alla paura non solo di mettere in discussione interessi consolidati, ma di contrastare atteggiamenti culturali e abitudini centrate sul trasporto privato e sul consumismo". In pratica gli ambientalisti accusano la giunta Corsini di non aver voluto rovinare la giornata domenicale di shopping nel centro storico della città autorizzata dal sindaco con un'apposita ordinanza. La nota si conclude con la richiesta di azioni immediate per tutelare la salute dei cittadini e di "interventi di ampio respiro per modificare alla radice l'organizzazione della viabilità e dei trasporti su tutto il territorio della provincia di Brescia".
 

Ancora allarme per le polveri fini, Corsini frena il riscaldamento 

Da domani, martedì, la temperatura nelle abitazioni private, negli alberghi e nelle attività commerciali riscaldati con impianti alimentati a combustibili liquidi o solidi (quindi non a gas o con il teleriscaldamento) non potrà superare i 20 gradi. Lo ha stabilito questo pomeriggio il sindaco di Brescia Paolo Corsini con un'ordinanza urgente tesa a limitare la presenza di polveri fini nell'aria che si respira in città. Sono previsti limiti anche per gli impianti industriali. Mentre infuriano le polemiche sul mancato blocco del traffico a Brescia, lo stato dell'aria continua infatti a essere preoccupante e si spera che la pioggia possa migliorare la situazione. Anche ieri le centraline di rilevamento hanno mostrato dati inquietanti: la postazione di Bettole, in città, ha registrato superi delle Pm10 (polveri fini) per il dodicesimo giorno consecutivo e la centralina del Broletto ha rilevato dati analoghi per il settimo giorno. Non è migliorata neppure la situazione in provincia: a Odolo, e Sarezzo l'allarme è scattato cinque giorni fa e non sembra rientrare. Esuberi delle polveri totali invece si sono registrati a Lonato, Gambara e Ospitaletto.
 

Economia

Cogeme investe 260 miliardi per cinque centrali idroelettriche 

Cogeme entra prepotentemente nel settore della produzione di energia elettrica con un'operazione del valore di 260 miliardi di lire che la porterà ad acquisire la proprietà di cinque centrali idroelettriche in Valcamonica. Tre di queste centrali, con una capacità produttiva globale di 135 gigawatt, sono nella zona di Darfo e verranno acquistate dal gruppo Banzato di Padova. Altre due, nella zona di Breno (a Isola di Bienno e a Mantenera di Prestine), della capacità di 86 gigawatt, verranno rilevate dal gruppo metallurgico Tassara. L'operazione verrà perfezionata dalla Sageter, una controllata della Cogeme. L'azienda sovraccomunale presieduta da Mario Bertoli, con un'offerta di 220 milioni di kilowatt, potrà fornire energia elettrica a un bacino d'utenza di 250 mila persone. Ma la voglia di shopping nel settore idroelettrico della Cogeme non è finita: la società di Rovato ha in programma l'acquisizione di altri impianti nel Nord Italia.
 

Storia

Una fossa comune in centro città 

E' una vera e propria fossa comune, probabilmente molto antica, quella scoperta dai muratori che stanno effettuando i lavori di ristrutturazione in palazzo Mazzola-Perlasca, al numero 8 della via San Martino della Battaglia, in pieno centro città. Allo scheletro ritrovato la settimana scorsa, se ne sono infatti aggiunti molti altri, risalenti a un periodo di alcune centinaia di anni fa, probabilmente all'epoca in cui nella zona c'era un ospedale. L'antico edificio cittadino dalla storia affascinante, infatti, ha conosciuto varie destinazioni. E' partito come ospedale nel 1447 dedicato al Santo Spirito e San Luca: a quel tempo la futura via San Martino della Battaglia era soltanto un viottolo interno al lazzaretto. Nel 1849 la zona venne tutta ridisegnata per dare nuova sistemazione a quella parte del centro: venne creata la via San Martino e il palazzo fu ristrutturato. Cinquant'anni dopo l'edificio divenne sede della Banca Perlasca, fallita nel 1932, e nel 1936 passò in proprietà al Consorzio Agrario. Durante l'ultima guerra nel Palazzo Mazzola-Perlasca ebbe sede il comando della Wehrmacht tedesca nella nostra città. Il Consorzo Agrario vi tornò nel 1959 e lo vendette nel 1997.
 


 

martedì 31 ottobre 2000

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Ambiente

Grazie alla pioggia è rientrato l'allarme per l'aria 

I dati delle polveri fini sono, grazie alla pioggia di queste ultime ore, rientrati nella normalità. Le centraline per il controllo dell'aria a Brescia e in provincia non hanno infatti registrato superi dei livelli massimi consentiti. Il sindaco Paolo Corsini ha così sospeso l'ordinanza emessa lunedì, nella quale era previsto che la temperatura nelle abitazioni private, negli alberghi e nelle attività commerciali riscaldati con impianti alimentati a combustibili liquidi o solidi (quindi non a gas o con il teleriscaldamento) non potesse superare i 20 gradi. In realtà però l'emergenza non è del tutto rientrata: in via Ziziola e a Gambara sono ancora troppo alti i valori delle polveri totali sospese. Non bisogna inoltre dimenticare che il miglioramento si deve esclusivamente alle condizioni climatiche.
 

Cronaca

Agguato sulla Brescia-Milano: tamponato e derubato dell'auto 

Probabilmente lo hanno seguito per chilometri, forse addirittura da quando è entrato sull'autostrada A4 a bordo della sua nuovissima Mercedes S 500, una macchina del valore di circa 150 milioni. R.Z., 36 anni, dirigente di un'azienda di Desenzano ma residente a Montichiari, nel tardo pomeriggio di martedì stava percorrendo sotto la pioggia l'autostrada verso Brescia quando, circa all'altezza dell'Aeroporto di Orio al Serio, un'altra Mercedes l'ha leggermente tamponato. L'uomo ha accostato sotto un cavalcavia ma dall'altra vettura sono scesi tre banditi che parlavano con accento albanese e, minacciandolo, l'hanno derubato del portafoglio e delle chiavi della lussuosa auto. Poi se ne sono andati lasciandolo a piedi sulla corsia d'emergenza. Sulla Mercedes c'erano un computer portatile e cinque telefoini cellulari. Nel portafoglio alcuni milioni in contanti. Da tempo bande di albanesi percorrono la Milano-Venezia commettendo rapine e furti soprattutto nelle piazzole degli autogrill.
 

Terrorismo

Strage, respinte le richieste d'arresto 

Il giudice Roberta Morelli ha respinto la richiesta di arresto cautelare che i sostituti procuratori Roberto Di Martino e Francesco Piantoni hanno presentato nei confronti di alcuni dei sospettati di aver organizzato la strage di piazza della Loggia a Brescia il 28 maggio 1974. Si tratta di Delfo Zorzi, ex esponente di Ordine nuovo in Veneto, ora industriale di successo in Giappone dove s'è rifugiato anni fa, e di altri due indagati, sempre vicini all'organizzazione neofascista, dei quali non sono stati fatti i nomi. Non si conosce la motivazione della decisione del Gip, che evidentemente non vede a questo punto delle indagini possibilità di inquinamento delle prove o di fuga, nè una particolare pericolosità degli indagati. I magistrati che si stanno occupando della terza inchiesta sulla strage che provocò otto morti e 100 feriti (le altre due, con i relativi processi, sono finite senza condanne), hanno finora iscritto nel registro degli indagati una decina di persone. Oltre a quelli dei neofascisti Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Mario Di Giovanni, sono trapelati i nomi del generale dei carabinieri Francesco Delfino (all'epoca dei fatti capitano a Brescia) e del segretario della Fiamma tricolore Pino Rauti.
 

Urbanistica

Via libera al piano-Carmine: obbligo di risanare le case-ghetto 

Con 23 voti a favore e 10 contrari, dopo un lunghissimo e acceso dibattito che ha tenuto tutti impegnati fino alle 2,30 della notte, il consiglio comunale di Brescia ha approvato il piano di recupero del Carmine preparato dalla giunta Corsini. La riqualificazione urbanistica della zona, premessa indispensabile - anche se non sufficiente - per la riqualificazione sociale e il contenimento dell'emergenza criminalità, passerà soprattutto attraverso il risanamento degli immobili fatiscenti della zona. Si tratta di un pacchetto di norme in materia urbanistica ed edilizia che concede, per esempio, ai proprietari degli immobili più degradati (circa un'ottantina di stabili nelle zone di via Grazie, via Calzavellia, via Pile, via Scalvini, vicolo Medici e via Paitone) un anno di tempo per presentare domanda di concessione per restaurare gli edifici (e quattro per eseguirli). In caso contrario il comune potrà procedere all'esproprio, per poi assegnare l'immobile all'Aler o a una cooperativa per la ristrutturazione. I proprietari che invece eseguiranno i lavori, godranno dell'esenzione dall'Ici per alcuni anni. Si tratta di un passo importante visto che proprio in quelle case, spesso in assenza dei più elementari servizi igienici, abitano ammassati italiani e immigrati che a volte per vivere si prestano a fare da manovalanza per la malavita o si occupano di piccolo spaccio o furti. Il risanamento di questi immobili - gli inquilini dei quali, quando sono clandestini, pagano affitti elevati e in nero ai proprietari italiani - è quindi il primo passo indispensabile per la bonifica del quartiere. Bonifica che, secondo il piano comunale, dovrebbe passare anche attraverso interventi sulle strutture pubbliche come gli ex cinema Brixia (spazi per l'università) e Moderno (spazi per i bambini) o come investimenti nell'illuminazione e la sistemazione dei vicoli. Durante il consiglio comunale fiume sono stati respinti tutti gli emendamenti dell'opposizione che chiedeva innnanzi tutto la mano più decisa sul fronte della sicurezza e del ripristino della legalità.