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IL GLADIATORE Regia:
Ridley Scott
La Roma imperiale è scossa. Siamo nel 180 d.C.. Il più grande e glorioso dei suoi Imperatori, Marco Aurelio (Richard Harris) fiero comandante e acuto stratega, è morto. Lasciando le sorti dell’Impero a suo figlio, Commodo (Joaquin Phoenix). Un giovane per nulla simile al famoso genitore. L’uno, Imperatore illuminato, filosofo avanguardista e accorto regnante. L’altro, presuntuoso, crudele e spietato, mosso esclusivamente dalla sete di potere e da un vergognoso cinismo. La violenza è alla base della conquista. Il sangue e la sofferenza degli schiavi eccitano Commodo, che si esalta per l’effetto pedagogico che il dolore ha sul popolo. Una spirale che lo porta spesso nelle arene. Dove i migliori lottatori vengono costretti a sfidarsi a sangue, per il suo piacimento. Il tutto fra le grida e gli incitamenti delle masse sugli spalti. Un potere che Commodo ha rubato al padre, uccidendolo a tradimento. Un parricidio perché l’Imperatore gli ha dato dell’inetto: uno sgarbo che non poteva sopportare. E adesso, solo al potere, inebriato di se stesso, passa il suo tempo a veder soffrire gli altri. Uccisi in combattimento o sbranati da fiere affamate. Tra i migliori gladiatori, possente nel fisico e dotato di una mente geniale, c’è Maximus (Russell Crowe). Un uomo che detesta l’Imperatore come tanti suoi compagni di sorte. Un eroico atleta che nasconde un segreto. Non è uno schiavo qualunque ma un ex generale romano, apprezzato comandante delle legioni, che tanto ha dato all’Impero con le sue conquiste. Il generale preferito da Marco Aurelio, che ne stimava le doti tattiche e l’intelligenza bellica. Ma per una sporca, ignobile vendetta, viene reso schiavo. Incarcerato per gelosia proprio da Commodo. Un umiliazione che lo rende invincibile e gli permette di ideare una sottile vendetta. Maximus non combatte solamente per vincere. Ha un piano preciso che intende realizzare al momento opportuno. Sopravvivere nelle arene, diventare il migliore di tutti i gladiatori e poi vendicarsi di Commodo. Per avere ucciso il suo Imperatore e per aver messo Roma in ginocchio. RUSSELL
CROWE
RIDLEY SCOTT Regista ‘culto’ di autentici capolavori, veri e propri prototipi di successivi filoni cinematografici, Ridley Scott, in una affollata conferenza stampa romana, attorniato dai suoi interpreti - Russell Crowe, Joaquin Phenix, e Connie Nielsen - racconta la sua scelta di rileggere la storia romana, spiegando che più che ai colossal del peplum il film si avvicina a “Ogni maledetta domenica” di Stone. Per un regista che si
perde (De Palma), uno che si ritrova (Ridley Scott). Anno 180 d.c., la lotta per
la successione all'imperatore Marco Aurelio si è aperta. Ne beneficerà Commodo
(Joaquin Phoenix) parricida e incestuoso. A farne le spese sarà
"l'ispanico" Maximus (Russell Crowe), generale romano pluridecorato.
Scampato alla morte, fatto schiavo, divenuto gladiatore, si prenderà la sua
bella rivincita (a caro prezzo però). Fotografo splendidamente, in blu (la
battaglia) in giallo (la prigionia in Africa) ed in bianco (la Roma imperiale),
"Il Gladiatore" contiene più di una sequenza memorabile: la battaglia
nelle brumose foreste germaniche (girata in England), ma soprattutto l'ascesa di
Commodo e Maximus, grazie ad una pedana mobile, dai sotterranei del Colosseo
(ricostruito con largo uso di computer grafica a Malta) all'arena per lo scontro
finale. Un ascesa sotto un tripudio di petali di rose che fanno de "Il
Gladiatore" l' "American Beauty" di un impero. Da non mancare per
nessun motivo. |
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