|
PALLOTTOLE CINESI
Regia:
Tom Dey
Siamo intorno al 1890. La Cina imperiale e il West più selvaggio si incontrano. L'occasione è offerta dal rapimento di una giovane e bella principessa cinese Pei Pei (Lucy Liu), tenuta prigioniera in un angolo desolato d'America. Suo padre, l'Imperatore, disperato decide di inviare tre delle sue più valorose guardie imperiali con il riscatto: una cassa piena d'oro, per salvare la figlia. Un gruppo sceltissimo, addestrato alla battaglia e insuperabile nelle arti marziali. Il giovane e ardito Chon Wang (Jackie Chan) non è tra i prescelti, ma riesce comunque ad accodarsi al gruppo offrendosi di portare i bagagli per lo zio, l'interprete della spedizione. E riesce a partire. Ma il viaggio si complica quando il gruppo, a bordo di un treno che attraversa il deserto del Nevada, viene preso in ostaggio da alcuni rapinatori, attratti dal luccicante bottino. Chon prende al volo l'occasione e, a suon di colpi di kung fu, fa perdere il bottino ai ladri, che per tutta risposta, lo abbandonano solo in mezzo al deserto. Alla vana ricerca del bottino, smarrito nel deserto, invece della cassa piena d'oro Chon ritrova, con grande sorpresa, il capo dei banditi sepolto nella sabbia fino al collo. Punito dai suoi compagni per il fallimento della rapina e drammaticamente circondato da uno stormo d'avvoltoi famelici, questi lo supplica di liberarlo. L'intrepido cinese per tutta risposta gli lascia due posate a bastoncino, per tirarsi fuori da solo. Senza le mani ovviamente. Ma le sorprese per Chon, davvero abile nel mettersi nei guai, non sono finite. E senza accorgersene diventa un eroe, perché salva la vita ad un piccolo Sioux. Idolatrato dai pellerossa per il suo presunto coraggio, Chon si ritrova in segno di gratitudine una splendida moglie indiana: Foglie Cadenti (Brandon Merrill). Diventato…marito, Chon riprende la strada per liberare la principessa. Ma il suo obiettivo è ancora lontano visto che finisce dietro le sbarre. Qui però incontra il suo nuovo compagno di viaggio e… l'avventura è solo all'inizio. Note Il film è stato girato a Calgary, in Canada, ai piedi delle montagne rocciose. Qui la produzione ha scelto una riserva indiana e una missione cattolica per le location più suggestive, tra veri pellerossa e un centinaio di comparse. Grazie alla fotografia di Dan Mindel si è cercato immagini naturali, etniche, in grado di muoversi tra l'esotismo della Cina e il vecchio west dei pistoleri. L'intenzione del regista era quella di dare anche una certa esattezza storica al film. Per questo, è stata ottima la consulenza del costumista Joseph Porro che si è recato direttamente in Cina per la riproduzione degli abiti. Visitando musei e leggendo libri su quel periodo. Un lavoro interessante anche per l'unione di due culture coeve ma molto, molto differenti oltre che lontane fra loro geograficamente. Ci sono voluti due mesi di preparativi solo per le divise delle guardie imperiali. Le vesti della principessa sono interamente cucite a mano. Curiosità Durante la lavorazione di "Rush Hour-Due mine vaganti", uno dei film di maggiore successo di Jackie Chan, comincia a prendere corpo l'idea di questa pellicola. I 'colpevoli' sono due produttori versatili come Roger Birnbaum e Jonathan Glickman che desideravano coinvolgere in qualcos'altro, l'atletico e simpatico attore di Hong Kong. E' lo stesso Jackie, a proporre loro quello che sarebbe diventato, poi, lo script di questo film. Il passo successivo è stato ingaggiare sceneggiatori sensibili per rendere adeguatamente sullo schermo, l'idea avuta dal protagonista. JACKIE CHAN Campione del box-office del cinema asiatico da più di vent'anni, Jackie Chan è diventato (dopo "Rush Hour" e "Terremoto nel Bronx") una star anche ad Hollywood, dove viene sempre più spesso chiamato. Nato a Hong Kong da una famiglia operaia, dai sette ai diciassette anni ha frequentato la Scuola dell'Opera di Pechino, apprendendo le numerose discipline acrobatiche e marziali che lo hanno reso famoso. Dice dell'attore uno dei produttori del film, Roger Birnabaum: "Oltre alle straordinarie qualità atletiche, Jackie è dotato di una immediata comicità fisica, per cui ho immaginato un tipo di commedia alla Buster Keaton, ambientata nel vecchio west. Mentre Jackie mi raccontava la sua idea, vedevo la passione accendersi nei suoi occhi".
|
|