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a cura di Mary Nicotra


15 luglio 2003

Pede passagem : allegria e trasformazione di Valeria Soave  

 


  
Pede passagem

Chegou a hora da escola de samba sair
Deixa morrendo no asfalto uma dor que não quis
Quem não sobe o que é ter alegria na vida
Tem toda a avenida pra ser muito feliz.

Vai, arrasta a felicidade pela rua
Esquece a quarta-feira e continua
Vivendo, chegando
Traz, unido o povo cantando com vontade
Levando em seu estandarte uma verdade
Seu coração.

Vai, balança a bandeira colorida
Pede passagem pra viver a vida.

(Sidney Miller, 1967 )


Questo articolo è frutto dello sguardo di una primomondista (spero non troppo arrogante) appassionata di musica brasiliana, bisessuale (o cosmo-sessuale) e parte di una samba band attivista a sua volta parte del movimento di resistenza globale, nonché è ipotesi, più che sintesi, derivante da un modesto numero di libri letti e voci ascoltate da stereo, strade, spiagge e stanze, brasiliane, italiane, portoghesi e olandesi. Tutto è nato da questa canzone bellissima, interpretata da Joyce, una delle poche cantanti brasiliane dai contenuti femministi la cui conoscenza sia possibile in Europa. Non la traduco perché mi appare impossibile…andate avanti e capirete il perché.


A differenza di quanto succede in Italia, i testi delle canzoni brasiliane sono anche 'intertesti', ossia creano il tessuto di un discorso molto più grande, che riguarda l'identità nazionale del paese, dal momento che parlano molto del Brasile e dei suoi 'eroi' nazionali. In primo luogo esse si richiamano a vicenda, cioè molto spesso una canzone parla di un'altra canzone, e secondariamente, esse metacomunicano, cioè parlano di se stesse, ad esempio parlano del perchè stiano usando un certo ritmo piuttosto che un altro; in terzo luogo elogiano molto spesso altri cantanti, sempre attraverso i testi, o le parole appassionate che pronunciano prima di cantarli, durante gli affollatissimi concerti, ed infine parlano di letteratura 'illustre', o di cinema 'di avanguardia'.


La canzone riportata qui sopra esprime come immagine unificante, terreno di dialogo, tra Brasile, Samba e Carnevale, la strada. La strada può trasformarsi in qualcosa di altro attraverso la musica. alla strada di Pede passagem, essa compare in tre suoi differenti segmenti di significato: rua, asfalto, avenida, e viene progressivamente 'ri-connotata' dalla poesia. 'Rua', in Brasile, è la parola più generale per dire 'strada', ma anche una parola associata alla fame, alla violenza e alla povertà, molto spesso anche ad un colore della pelle, ma questa non è una condizione necessaria. Questa canzone, sprona a cercare, o meglio ad estrarre (arrastar) la felicità dalla strada, e a non curarsi del mercoledì (quarta feira) in cui la festa finisce, ma di stare allegri e di cogliere l'attimo. 'Asfalto' è una metonimia molto post-industriale, ad occhi metropolitani primomondisti, per significare qualcosa che oltre a essere calpestata, viene anche respirata e assaggiata, oppure sperimentata sulla propria pelle come 'graffio' o 'morte'. Tuttavia nell'universo brasiliano carioca, l'asfalto - e non l'avenida, come si potrebbe pensare - è la strada dei ricchi, il contrario del morro, la collina delle favelas (altra diversità rispetto all'Italia, dove di solito i ricchi stanno in alto, ma ovviamente, tutto ciò non è sempre valido in Brasile), che invece non ha neanche il privilegio di avere strade asfaltate. Nel contesto di questa canzone, le persone possono lasciar morire sull'asfalto (dei ricchi) il dolore che non hanno mai chiesto. 'Avenida' è invece la strada grande, quella con i negozi, ma anche quella dove si muove la processione principale del Carnevale, quando la scuola di samba, dopo il lavoro di quasi un anno, esce dal concentramento (concentração) della preparazione, e si esibisce, si manifesta, si esprime (purtroppo per essere giudicata).


Le tre immagini della strada sono accostate dall'azione di chiedere il passo, da parte della scuola di samba, con lo stendardo e la bandiera colorata, cioè chiedere il passo, per farsi spazio e poter transitare, chiedere il passaggio per vivere la vita. E chi non sapeva che cosa vuol dire avere allegria nella vita, durante il Carnevale ha tutta l'avenida per essere molto felice, a condizione che gli facciano spazio. Questa frase potrebbe essere interpretata anche in senso religioso, dal momento che la religiosità brasiliana è fatta di cielo e di terra, per cui il povero sambista, la povera passista (o l'unido povo, il popolo unito) che chiede passaggio per la strada potrebbero essere sia quelli che chiedono il paradiso, sia quelli che chiedono lo spazio di fronte a un blocco, una barriera, una frontiera. La vita, nel gioco di relazioni di significato creato dalla poesia, diventa una avenida, un passaggio, mentre la strada, così come una frontiera, non lo è necessariamente.

La cultura brasiliana, secondo l'immagine superficiale e 'ipotetica' (cioè non improbabile) che questo lavoro vorrebbe testimoniare, è nata attraverso un processo di antropofagizzazione o 'scorpacciata' delle culture 'altre', ed è stata a sua volta fagocitata dallo Stato nel tentativo di restituirla sotto altre forme. L'ingresso della cultura di massa in Brasile, prima della dittatura filo-americana del '74, ebbe il merito - paradossalmente - di 'massificare' una cultura di sinistra, fatta di poeti, e di apertissimi musicisti e critici contro il sistema, quali Veloso e Gil, Chico Bouarque de Hollanda, il cineasta Glauber Rocha, e vari altri che furono costretti all'esilio in Europa durante la dittatura, ma non per questo smisero di comporre canzoni o fare film. Sarebbe come, paragonando alla situazione italiana, se le canzoni di Fabrizio de Andrè fossero conosciute a memoria, capite e sentite dalla maggioranza della popolazione . Naturalmente, una volta instaurata la dittatura, la cultura cambiò considerevolmente, le produzioni cinematografiche divennero più filo-hollywoodiane, furono incoraggiati i testi delle canzoni più leggeri, lievi e poetici (n° 13, 14, 15) come quelli di João Gilberto e i contatti del samba con il jazz, che diedero vita alla bossa nova. In altri casi i testi si mitigarono solo apparentemente, come quelli di Chico Bouarque, che parlava in modo molto ambiguo di fidanzate antipatiche o di incubi in cui degli uomini volevano sfondare la porta di casa e lui si trovava in pigiama a "chiamare i ladri" perchè la polizia non era più molto affidabile.


Dopo 23 anni dalla fine della dittatura, oggi Gilberto Gil, massimo esponente dello storico movimento Tropicalia insieme a Caetano Veloso, è ministro della cultura in Brasile, membro del partito ambientalista, e anche del nuovo governo del Partido dos Trabalhadores instauratosi dopo le elezioni del dicembre 2002. In Italia gli intellettuali hanno appeso le loro corde ai salici da un pezzo e non si occupano più di politica, perciò abbiamo cantanti di ben altra levatura come presidenti del consiglio. 

L'invito all'allegria di molte canzoni brasiliane, o grande poder tranformador del Samba, come in precedenza fu utile ai brasiliani per staccare la spina dall'oppressione del regime e dall'imperialismo culturale americano, resta oggi molto proficuo per le classi povere delle favelas, che, tra le altre cose, hanno ancora la musica come potente mezzo di espressione: rap, rock, pagode, e tutta una serie di altri tra cui il samba, dove il samba non è il monolite conosciuto dagli europei, ma un fenomeno complesso, pieno di variazioni e contaminazioni, un fenomeno complesso che tra i parlanti brasiliani si tiene a mente quando un parlante dice, o canta, 'o samba' (il samba, non la samba). Il samba, in questa ipotesi, è la metonimia che designa il fenomeno molto ampio della Musica Popular Brasileira. Nel caso di Pede passagem, il samba invita la povera gente a dimenticarsi della quarta feira e continuare a ballare e cantare, portare stendardi e sventolare bandiere colorate che rappresentino la verità del popolo unito: 'seu coracao' (il loro cuore).
L'avenida, oltre ad essere la grande strada e il palcoscenico dei poveri, potrebbe essere anche letta come la strada principale per l'altro mondo. Il messaggio di questa canzone può essere allora interpretato in modo diverso, a seconda dei punti di vista: da una parte come un invito a stare allegri e a cogliere l'attimo anche quando non c'è il Carnevale, nella speranza di un mondo migliore dopo, dall'altra parte come un invito a continuare il Carnevale anche nei giorni non convenzionali, e magari usarlo come mezzo di resistenza, o come ha detto Umberto Eco nel 1973, come una tattica di 'guerriglia semiologica'. L'interpretazione più probabile resta comunque il significato di "non pensare alla quarta feira, pensa a divertirti adesso, che poi tanto finisce!".


Tuttavia, un esempio di 'continuazione ideale di Carnevale, al di là della quarta feira, può essere ad esempio la parata del Gay Pride, dove il travestimento, la provocazione, lo scambio di ruoli e la creazione di 'altri' è l'imperativo categorico. Da questo punto di vista, i problemi maggiori intorno all'opportunità o meno di un gay pride a Roma durante il giubileo del 2000, non erano tanto a proposito del fatto che la chiesa cattolica proibisca l'omosessualità, quanto a proposito del tipo di performance da essi messa in atto, che avrebbe potuto scandalizzare la moltitudine dei pellegrini, senza considerare che sia pellegrini che omosessuali hanno il diritto di dimostrare il proprio giubilo, o il proprio orgoglio. E' anche vero, tuttavia, che molte persone, gay compresi, pensano che il gay pride non faccia altro che ridicolizzare i gay (ancora di più) e relegarli alla periferia 'freak' del mondo, senza permettere loro di integrarsi e di essere considerati "normali". 


Come continuazione del Carnevale, Pede passagem potrebbe inoltre rappresentare il messaggio condiviso da un gran numero di persone che, come me, suonano in samba band in manifestazioni di resistenza globale, e in questo modo propongono e sostengono forme diverse di organizzazione e di discussione politica, partecipano a e animano insediamenti temporanei che propongono modi di convivenza alternativi, e non lasciano tracce del loro passaggio, o, nella migliore delle ipotesi, lasciano tracce immateriali. Inoltre, esse organizzano workshop nei vari posti frequentati, per aumentare il numero dei percussionisti e convincere le persone che la musica non è solo un dono, è anche un'energia e un linguaggio da imparare, e da utilizzare ad esempio per de-escalare conflitti e trasformare le situazioni 'tese' in situazioni 'allegre', il tutto con l'ausilio del samba, e in particolare del samba-reggae, samba-afoxè, batucada, o versioni 'samba' improbabili di Smoke on the water dei Deep Purple. Ultima precisazione, dovuta: nessuna/o di loro, spesso, è brasiliano/a. 


L'espressione "pede passagem", con il significato di chiedere permesso a qualcuno per occupare (momentaneamente) uno spazio e, appunto, transitare, passare, eventualmente abitare, è utilizzata anche nella canzone di Joyce dal titolo significativo Mulher brasileira, dove la donna brasiliana chiede ironicamente permesso per passare, portando la bandiera e salutando il popolo. Il passaggio che la donna brasiliana chiede può essere, come quello della gente povera del Carnevale nella canzone di Sidney Miller, l'avere una voce, il poter parlare, cantare o ballare oltre il Carnevale, oltre la bellissima, silenziosa ed enigmatica fanciulla di Ipanema di Toquinho e Vinicius de Morães. La richiesta di passaggio dei poveri, e quella delle donne in Brasile (e non solo) è la possibilità di esprimersi, uscire fuori (come out), manifestarsi in questo mondo.




Valeria Soave




 









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