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Questo mese si
cammina sugli incerti confini della letteratura erotica. A ben vedere,
nessuno dei due libri presentati rientra precisamente in tale categoria:
il sesso c'è, potrebbe dirsi, ma non si vede.
O, per meglio dire, si intravede, nascosto dietro cortine fumogene.
E sono, comunque, due aspetti della sessualità distanti mille
miglia: sfumato, consapevole, sereno ma intenso uno quanto eccessivo, delirante,
violento l'altro.
L'ANATOMISTA - Federico Andahazi
Lei che ama lui che ama un'altra.
La storia de "L'Anatomista" potrebbe essere contenuta tutta nel
consueto triangolo,
se il "lui" in questione non fosse Matteo Renaldo Colombo, un geniale medico
del XVI che per conquistare la donna amata si pone all'esplorazione di
un continente ben più misterioso (e pericoloso) di quello scoperto
dal suo omonimo italiano: il corpo femminile.
Matteo troverà così il segreto del sesso
femminile - l'Amor Veneris - e diventerà, suo malgrado, un
"femminista" ante litteram, consegnando alle donne la conoscenza
del loro corpo e la consapevolezza di non aver bisogno degli uomini per
raggiungere il piacere.
Con questa scoperta, pero', Colombo attira l'invidia dei
suoi colleghi e l'ostilità delle autorità della Chiesa,
spaventate dalle conseguenze che possono venire da questa "rivoluzione
del piacere", sconvolgente quanto quella di Galileo, di cui l'anatomista
e' contemporaneamente predecessore e
alter-ego.
Attorno al protagonista, Andahazi crea una perfetta ricostruzione
storica e culturale, in cui convivono i processi della Santa Inquisizione
e i bordelli veneziani, le feste dei ricchi mercanti e la filosofia aristotelica,
per dar corpo a una vicenda in cui la nota dominante e' un'ironia tragica,
che tutto travolge, compresa la fine della vicenda amorosa dell'anatomista.
(Frassinelli - £ 26.500)
ANALE NAZIONALE - Alina Reyes
Sesso e potere: un binomio pericoloso, fagocitante, distruttivo.
Lei è
la moglie del dirigente di un partito d'estrema destra, ossessionata dell'ordine
e dalla pulizia. Ad ogni riunione della dirigenza, lei si abbandona a sfrenate
fantasie erotico-coprofile.
Un tranquillo (si fa per dire!) tran-tran di squilibrio erotico-sentimentale
che va avanti da anni. Fino a quando la "moglie del capo" decide che tale
mondo onirico non la appaga più e decide che vuole essere lei "il
capo".
Da qui prende il via un percorso di delirio e morte da cui niente,
non il corpo né la mente né l'animo, usciranno indenni.
Ma la storia è secondaria, ininfluente, quasi inesistente.
Rimarrà deluso chi si aspetta un seguito de "Il Macellaio",
chi cerca amplessi passionali e pagine di pruriginosa letteratura. Il sesso
c'è ma è asettico, spogliato di ogni sensualità.
E' il linguaggio il perno attorno cui ruota tutto il romanzo. Un linguaggio
schizofrenico, sporco, violento, che non concede niente all'estetismo
letterario.
Un linguaggio funzionale a ciò che sta a cuore all'autrice,
che è quello di mettere alla berlina le ideologie d'estremismo nazionalista.
Una politica che punta tutto sull'ignoranza, sul qualunquismo, sulla
demagogia, sul razzismo. Una filosofia impregnata di violenza e volgarità.
Un'ideologia, incarnata dalla protagonista del romanzo, che fatalmente
non porta a nient'altro che abbrutimento psicofisico e distruzione.
(Marsilio - £ 16.000)
Apriamo ora un piccolo spazio che abbiamo voluto battezzare "La Biblioteca
Ideale" e che presenterà ogni mese una "chicca" del passato, piccoli
e grandi classici della letteratura mondiale che non possono mancare nella
libreria di ciascuno.
LETTERA AD UN BAMBINO MAI NATO - Oriana Fallaci
E' l'accorato monologo di una donna che aspetta un figlio.
La donna si
interroga sul vero significato di quella nascita. Sulle conseguenze che
quell'atto avrà sulla sua vita e su quella del bambino.
In un intenso scontro tra razionalità e sentimenti si fondono
e confondono dubbi e speranze, paure e illusioni.
La maternità non può essere un dovere né
un passaporto per la femminilità. Ma esistono anche i diritti del
bambino.
Nel raccontare questa sofferta maternità, Oriana Fallaci tratteggia
il rapporto tra la madre e il figlio. Un legame forte eppure fragile, d'amore-odio.
Un legame che solo la vita (o la morte) potrà spezzare.
E alla fine c'è il Processo, tragico e grottesco, con il tremendo
verdetto che condanna la donna.
Un racconto crudele, intriso di poesia. Una riflessione acuta e appassionata
sul mistero della vita.
(Rizzoli - £ 14.000)
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