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LA
SVOLTA DEI FUGAZI?
Fugazi, "Instrument Soundtrack" Dischord
Pochi di voi conosceranno i Fugazi, quindi prima di recensire quest'ultimo
loro lavoro, farò una breve descrizione della band. Ian Mackay,
voce e chitarra, capeggia il quartetto completato da Guy Picciotto, chitarra
e voce, e dalla migliore (forse!) sezione ritmica punk, Brendan Canty e
Joe Lally, rispettivamente alla batteria e al basso. I Fugazi sono dunque
una punk-band, ma solo in senso lato in quanto rappresentano l'evoluzione
del punk degli esordi , come in 13 Songs, fino a quest'ultimo Instrument
che di punk ha davvero poco escluso qualche episodio. Uscito solo da poco
questo CD è composto da musiche tratte da un film/video (Instrument
appunto) realizzato dai Fugazi in collaborazione con Jem Cohen e include
divesi inediti più alcuni demo di brani di End Hits. Instrument
è un CD molto lo-fi (a bassa fedeltà), come consuetudine
del gruppo, alcune tracks sono state registrate addirittura
nelle loro "camerette" o da cassette. Ad un primo ascolto si potrebbe pensare
addirittura a dei malati Massive Attack o al più esasperato Tricky
(ed è tanto dire!), comunque ad un'ascolto più attento si
riconosce la matrice fugaziana.
S' inizia con un'inquietante e tenebrosa versione di Pink Frosty, uno
dei tanti estratti da End Hits; Lusty Scripps, un inedito, è un
pezzo nella normale logica del quartetto di Washington, se non fosse che
Guy Picciotto, invece di suonare
la chitarra, fischi in un clarinetto; si continua con una splendida
versione di Arpeggiator in cui Canty si divincola tra basso, batteria e
chitarra mentre Picciotto si diletta alla drum-machine e alla chitarra;
Afterthought e Trio's, molto minimali direi, sono arricchite da strumentazioni
inusuali (un termine non proprio azzeccato trattandosi di "questi" Fugazi)
come tastiere e melodica; con Turkish disco si torna all'antico, nel senso
che ognuno torna al suo posto a seguire il loop bassistico di Lally: veramente
stupendo; i Fugazi come non li avete mai sentiti in Me and Thumbelina,
ironici come non mai; si continua con l'ennesimo demo (Floating boy) di
End Hits e con Link Tracks, brano risalente addirittura al 1989; si cambiano
decisamente atmosfere con Little Debbie, gentile nel titolo ma arrabbiatissima
di fatto,dove emergono le radicici punk-hardcore soprattutto dei Minor
threat, il primo gruppo di Ian Mackay; si prosegue con H.B. un duetto tra
Mackay e Canty e quindi ci si imbatte in I'm so tired in cui il buon Ian
si cimenta al piano e mostra una voce candida & celestiale alla John
Lennon; veramente impressionante la loro versatilità attestata ancora
nel demo di Rend it, in cui Guy Picciotto alle prese con tutta la strumentazione
ricorda, per le atmosfere (molto paranoiche), certi
Pink Floyd; stupende le versioni di Closed captioned e di Guilford
fall. Instument si completa con Swingest, preludio a qualche infausto evento,
Shaken all over, condita da atmosfere dub, e si congeda con le trame chitarristiche
di Slo crostic versione slow (lenta) di Caustic acrostic, dandoci la conferma
che il fenomeno Fugazi è in continua evoluzione.
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