Pathway Journal - Index Musica
Maggio 1999SommarioAnno 1  - Numero 2

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 LA SVOLTA DEI FUGAZI? 

Fugazi, "Instrument Soundtrack" Dischord  

Pochi di voi conosceranno i Fugazi, quindi prima di recensire quest'ultimo loro lavoro, farò una breve descrizione della band. Ian Mackay, voce e chitarra, capeggia il quartetto completato da Guy Picciotto, chitarra e voce, e dalla migliore (forse!) sezione ritmica punk, Brendan Canty e Joe Lally, rispettivamente alla batteria e al basso. I Fugazi sono dunque 
una punk-band, ma solo in senso lato in quanto rappresentano l'evoluzione del punk degli esordi , come in 13 Songs, fino a quest'ultimo Instrument che di punk ha davvero poco escluso qualche episodio. Uscito solo da poco questo CD è composto da musiche tratte da un film/video (Instrument appunto) realizzato dai Fugazi in collaborazione con Jem Cohen e include divesi inediti più alcuni demo di brani di End Hits. Instrument è un CD molto lo-fi (a bassa fedeltà), come consuetudine del gruppo, alcune tracks sono state registrate  addirittura  nelle loro "camerette" o da cassette. Ad un primo ascolto si potrebbe pensare addirittura a dei malati Massive Attack o al più esasperato Tricky (ed è tanto dire!), comunque ad un'ascolto più attento si riconosce la matrice fugaziana. 
S' inizia con un'inquietante e tenebrosa versione di Pink Frosty, uno dei tanti estratti da End Hits; Lusty Scripps, un inedito, è un pezzo nella normale logica del quartetto di Washington, se non fosse che Guy Picciotto, invece di suonare 
la chitarra, fischi in un clarinetto; si continua con una splendida versione di Arpeggiator in cui Canty si divincola tra basso, batteria e chitarra mentre Picciotto si diletta alla drum-machine e alla chitarra; Afterthought e Trio's, molto minimali direi, sono arricchite da strumentazioni inusuali (un termine non proprio azzeccato trattandosi di "questi" Fugazi) come tastiere e melodica; con Turkish disco si torna all'antico, nel senso che ognuno torna al suo posto a seguire il loop bassistico di Lally: veramente stupendo; i Fugazi come non li avete mai sentiti in Me and Thumbelina, ironici come non mai; si continua con l'ennesimo demo (Floating boy) di End Hits e con Link Tracks, brano risalente addirittura al 1989; si cambiano decisamente atmosfere con Little Debbie, gentile nel titolo ma arrabbiatissima di fatto,dove emergono le radicici punk-hardcore soprattutto dei Minor threat, il primo gruppo di Ian Mackay; si prosegue con H.B. un duetto tra Mackay e Canty e quindi ci si imbatte in I'm so tired in cui il buon Ian si cimenta al piano e mostra una voce candida & celestiale alla John Lennon; veramente impressionante la loro versatilità attestata ancora nel demo di Rend it, in cui Guy Picciotto alle prese con tutta la strumentazione ricorda, per le atmosfere  (molto paranoiche), certi 
Pink Floyd; stupende le versioni di Closed captioned e di Guilford fall. Instument si completa con Swingest, preludio a qualche infausto evento, Shaken all over, condita da atmosfere dub, e si congeda con le trame chitarristiche di Slo crostic versione slow (lenta) di Caustic acrostic, dandoci la conferma che il fenomeno Fugazi è in continua evoluzione. 
 

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