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PATCH
ADAMS:
Regia: Tom Shadyac
Sceneggiatura: Steve Oedekerk
Fotografia: Phedon Papamichael
Scenografia: Linda Descenna
Costumi: Judy Ruskin-Howell
Montaggio: Don Zimmerman
Musica: Marc Shaiman
Prodotto da: Barry Kemp, Mike Farrell, Marvin Minoff, Charles Newirth
(USA, 1998)
Durata: 115'
Distribuzione cinematografica: U.I.P.
PERSONAGGI E INTERPRETI
Patch Adams: Robin Williams
Truman: Daniel London
Carin: Monica Potter
Mitch: Philip Seymour Hoffman
Dean Walcott: Bob Gunton
Dr. Eaton: Josef Sommer
Joletta: Irma P. Hall
Sempre piu' spesso, in un film, assistiamo a finali alla "capitano,
mio capitano", in cui cioe' qualcuno fa un bel discorso e incita i presenti
ad alzarsi in piedi per dare il proprio appoggio. A volte queste scene
sono appropriate, a volte completamente fuori luogo ed inverosimili.
Eccessivamente ricco di retorica e un po' troppo buonista, il finale
di "Patch Adams" appartiene a quest'ultima categoria. E' un peccato perche'
questo film, ben diretto da Tom Shadyac,
riesce a tenere lo spettatore inchiodato sulla poltrona dal primo al penultimo
minuto. Ma quel finale, troppo affrettato e troppo fantasioso (seppure
il film sia tratto da una storia vera) nelle forme e nei modi (una commissione
medica che si riunisce e prende decisioni in un unico giorno alla presenza
di tanti studenti e pazienti d'ospedale pronti ad alzarsi per applaudire
il discorso "da film" di Robin Williams...) rischia di farci sembrare "Patch
Adams" un polpettone, in cui sono stati sparsi ingredienti di tutti i tipi:
dei bei paesaggi, molte battute (alcune brillanti), qualche lacrima, una
tragedia, dei buoni sentimenti, delle persone senza scrupoli, attente solo
ai propri interessi e a conservare il proprio potere...
Tuttavia, tralasciando gli ultimi minuti, "Patch Adams" e' molto bello
e interessante, intenso, emozionante e dal ritmo pressocche' costante.
Gli attori sono molto bravi (Robin Williams e' strepitoso, il suo personaggio
sembra cucitogli addosso), la regia e' buona. Encomiabile il lavoro fatto
dai costumisti nel disegnare decine di camicie perlomeno inverosimili.
Dopo aver visto questo film, lo spettatore non puo' fare a meno di
porsi alcune domande. Durante le due ore di proiezione vediamo uno studente
di medicina molto brillante (non crediate pero' che Robin Williams interpreti
un giovincello,
poiche' si e' iscritto all'universita' in tarda eta') opporsi al sistema
che impone un distacco nel rapporto medico-paziente: e' giusto, si chiede
il nostro eroe, curare la malattia e non il malato? Ma, soprattutto, e'
utile questo tipo di terapia? Patch e' convinto del fatto che, curando
i pazienti, la vittoria e' assicurata. E quale miglior arma delle risate?
Una pecca del film e' che sembrerebbe che questo "medico alternativo" usi
solo l'umorismo, mentre in realta' lo affianca alla medicina tradizionale.
Chi avra' ragione? Osservando gli sguardi sorridenti dei bambini leucemici
curati da Patch, la risposta pare ovvia.
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