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Maggio 1999SommarioAnno 1  - Numero 2

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PATCH ADAMS: 

Regia: Tom Shadyac 
Sceneggiatura: Steve Oedekerk 
Fotografia: Phedon Papamichael 
Scenografia: Linda Descenna 
Costumi: Judy Ruskin-Howell 
Montaggio: Don Zimmerman 
Musica: Marc Shaiman 
Prodotto da: Barry Kemp, Mike Farrell, Marvin Minoff, Charles Newirth 
(USA, 1998) 
Durata: 115' 
Distribuzione cinematografica: U.I.P. 

PERSONAGGI E INTERPRETI  

Patch Adams: Robin Williams 
Truman: Daniel London 
Carin: Monica Potter 
Mitch: Philip Seymour Hoffman 
Dean Walcott: Bob Gunton 
Dr. Eaton: Josef Sommer 
Joletta: Irma P. Hall 
 

Sempre piu' spesso, in un film, assistiamo a finali alla "capitano, mio capitano", in cui cioe' qualcuno fa un bel discorso e incita i presenti ad alzarsi in piedi per dare il proprio appoggio. A volte queste scene sono appropriate, a volte completamente fuori luogo ed inverosimili. 
Eccessivamente ricco di retorica e un po' troppo buonista, il finale di "Patch Adams" appartiene a quest'ultima categoria. E' un peccato perche' questo film, ben diretto da Tom Shadyac, riesce a tenere lo spettatore inchiodato sulla poltrona dal primo al penultimo minuto. Ma quel finale, troppo affrettato e troppo fantasioso (seppure il film sia tratto da una storia vera) nelle forme e nei modi (una commissione medica che si riunisce e prende decisioni in un unico giorno alla presenza di tanti studenti e pazienti d'ospedale pronti ad alzarsi per applaudire il discorso "da film" di Robin Williams...) rischia di farci sembrare "Patch Adams" un polpettone, in cui sono stati sparsi ingredienti di tutti i tipi: dei bei paesaggi, molte battute (alcune brillanti), qualche lacrima, una tragedia, dei buoni sentimenti, delle persone senza scrupoli, attente solo ai propri interessi e a conservare il proprio potere... 
Tuttavia, tralasciando gli ultimi minuti, "Patch Adams" e' molto bello e interessante, intenso, emozionante e dal ritmo pressocche' costante. Gli attori sono molto bravi (Robin Williams e' strepitoso, il suo personaggio sembra cucitogli addosso), la regia e' buona. Encomiabile il lavoro fatto dai costumisti nel disegnare decine di camicie perlomeno inverosimili. 
Dopo aver visto questo film, lo spettatore non puo' fare a meno di porsi alcune domande. Durante le due ore di proiezione vediamo uno studente di medicina molto brillante (non crediate pero' che Robin Williams interpreti un giovincello, poiche' si e' iscritto all'universita' in tarda eta') opporsi al sistema che impone un distacco nel rapporto medico-paziente: e' giusto, si chiede il nostro eroe, curare la malattia e non il malato? Ma, soprattutto, e' utile questo tipo di terapia? Patch e' convinto del fatto che, curando i pazienti, la vittoria e' assicurata. E quale miglior arma delle risate? Una pecca del film e' che sembrerebbe che questo "medico alternativo" usi solo l'umorismo, mentre in realta' lo affianca alla medicina tradizionale. 
Chi avra' ragione? Osservando gli sguardi sorridenti dei bambini leucemici curati da Patch, la risposta pare ovvia. 
 

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