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Storia della Cartapesta | Il Restauro del Cristo di Confortino | Appendice |
Liberamente Tratto da "Il Cristo in Cartapesta" Tesi di Laurea di Gabriella Brigante
Relatore: Prof. W. Lambertini Correlatore Prof. A. Panzetta
Accademia di Belle Arti Bologna Indice
Storia della Cartapesta
Il Restauro del Cristo
I Luoghi
Metodi di Pulitura
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IL CRISTO IN CARTAPESTA DI S. FRANCESCO IN CONFORTINO D'ANZOLA DELL'EMILIA: INTERVENTO DI RESTAURO E CONSERVAZIONE
CONCLUSIONI Ultimato l'intervento di restauro, spero di riaver ripristinato quell' integrità che era venuta a mancare all'opera, nell'intento che la sua interezza possa ristabilire quel contatto tra uomo e divino. L'opera ora dovrà essere collocata in un ambiente protetto per evitare sbalzi di temperatura e di umidità, bisogna evitare che si verifichino attacchi microbiologici (come ad esempio di batteri cellulositici, che distruggono la cellulosa con gravissime conseguenze) o di insetti xilofagi (coleotteri o isotteri come le termiti). Per questo motivo, non è consigliabile che esso venga ricollocato nell'oratorio di San Francesco in Confortino, a causa dell'umidità che ne caratterizza l'ambiente, almeno fino a quando non si effettuino gli interventi di recupero e restauro sopra indicati. Dalla mia ricerca è emerso che probabilmente furono i Leccesi ad apprendere l'arte della cartapesta dai Bolognesi, ma quest'ultimi la consideravano, al pari dei loro committenti, materiale vile, quindi ciò ha fatto sì che non ci fosse quell'amore, quella costanza, quella passione che ha caratterizzato le opere dei cartapestai salentini: infatti, a Lecce, l'evoluzione della cartapesta è stato un fenomeno unico che non si è ripetuto in nessun altro posto. Gran parte degli statuari erano delle persone semplici ed oneste, animati solo da una grande passione per quest'arte. Certamente non cercavano la ricchezza (nessuno di loro risulta sia mai diventato ricco), ma un po' di gloria sì. Nel caso delle cartapesta c'è da dire che mai due statue potranno essere identiche, perché queste, nel corso delle varie fasi della lavorazione, vestitura, focheggiatura, dipintura, assumevano ognuna una fisionomia, un panneggio ed un portamento proprio. Perciò possiamo dire che sono dei veri e propri pezzi unici. Mi auguro che la gente si avvicini all'arte della cartapesta e la scopra con volontà e pazienza, perché essa, considerata arte minore, racchiude in sé capacità di modellare, dipingere, esprimersi, suscita inventiva ed estro. Quindi non meno importante delle Arti cosiddette maggiori. Questa plurisecolare arte, che a Lecce ha trovato inimitabile realizzazione, vive ancora grazie all'amore, alla fede e alla ferrea volontà di fermare il tempo che anima 107 gli ultimi cartapestai. Dovremo appunto conoscerla affinché essa ci possa stupire e travolgere. Solo così quest' arte può diventare eterna.
Per la buona, almeno spero, riuscita di questa tesi, sono state fondamentali delle persone che vorrei ringraziare per il loro aiuto sia didattico che morale. Vorrei iniziare con il mio relatore, William Lambertini, il quale mi ha dato sempre consigli utili per la buona riuscita del lavoro e per aver avuto fiducia in me, assegnandomi il restauro del Cristo. Il mio correlatore, Alfonso Panzetta, sempre presente per le ricerche bibliografiche avendomi prestato libri a lui molto cari. I miei genitori per avermi dato la possibilità economica di studiare “fuori” e quindi di non avermi ostacolata nelle mie scelte anche se ciò presupponeva un allontanamento da loro. I miei fratelli, sempre presenti, i quali hanno dovuto sopportare, soprattutto in questo periodo, le mie angosce e i miei “scleramenti”. Mauro, il quale è stato fondamentale per la realizzazione del power point, visto che le mie conoscenze informatiche, sono, diciamo un po' scarse e limitate. Stefano, il quale ha vissuto intensamente questo periodo di “esaurimento”, sempre pronto a tranquillizzarmi e a darmi dei consigli utili, colgo l'occasione per tranquillizzarlo dicendogli che non sono sempre così. Concludo ringraziando Gloria, che ha intrapreso con me, questo lungo viaggio durato tre anni, sempre pronta a tirarmi su nei momenti difficili che la vita ci pone ad affrontare e per le innumerevoli mattine, riportata alla luce dall'aroma del cappuccino caldo, il quale dava un ottimo stimolo iniziale per affrontare un'altra giornata di studio e di ricerca.
Bibliografia delle opere consultate
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Ultimo Aggiornamento: 22/05/08.