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Scudetto? Riparliamone a Febbraio di Daniele Lo Monaco - Gen. 1999
Che il 1998 sia stato un anno lieto per la Roma stanno a testimoniarlo le analisi logiche, tattiche e aritmetiche riassuntive di fine dicembre: miglior gioco, miglior attacco, quarta nella relativa classifica di punti, superata dall'Inter proprio sul filo di lana. Ma che lo stesso anno sarebbe stato eccezionale se l'ultima partita fosse stata vinta è altrettanto innegabile. E se quella partita, Inter-Roma, non è stata vinta è solo per le assurde conseguenze di un gesto antisportivo di quello che è stato poi celebrato da tutti i giornali come il match-winner: Roberto Baggio.
Quando l'incapace arbitro Pellegrino ha punito con la seconda ammonizione l'intervento fantasma di Petruzzi (nella metà campo interista, peraltro: a che scopo è stata fatta una tale simulazione in quella zona di campo se non solo per indurre l'arbitro a punire il giocatore?) credo che non solo i tifosi della Roma, ma tutti gli sportivi abbiano sperato in un gesto di signorilità da parte dell'ex codino: sarebbe bastata un ravvedimento («caro arbitro, non sono stato toccato, ma sono caduto per eccesso di slancio») per evitare l'ammonizione e la conseguente espulsione di Petruzzi e per mantenere paritario il livello delle risorse a disposizione.
Utopie? Può darsi. Ma potranno capire meglio il senso di queste parole soprattutto quei tifosi romanisti che nel primo tempo hanno sperato che Ronaldo non si fosse fatto male seriamente in seguito all'intervento (quello sì, da ammonizione) di Petruzzi. Priva di Zago e Aldair, e privata di Petruzzi, la Roma avrebbe certo potuto fare un altro miracolo, ma sarebbe stato meglio se avesse potuto continuare la sua partita, fino a quel punto dominata.
Così come, prima di quel 20 dicembre, sono state dominate le gare con Fiorentina, Parma, Milan, Lazio e Juventus, e cioè le squadre maggiormente candidate allo scudetto. Per questo ripetiamo un concetto già espresso: la Roma è da scudetto.
Ne riparleremo domenica 21 febbraio 1999, quando faremo visita alla Fiorentina: prima di allora, il calendario prevede in casa Piacenza, Vicenza, Empoli e Sampdoria, e in trasferta Cagliari, Salernitana e Venezia.
Si vedrà.
Quanto a Delvecchio siamo lieti che sia lui a salutare il nuovo anno sulla copertina di un numero davvero particolare come capirete se avete acquistato la rivista con allegata la splendida cassetta di Mario Giobbe. In attacco quest'anno la Roma non ha Pruzzo, e neanche Batistuta, Montella, un Inzaghi, Salas o Ronaldo.
Ha Delvecchio e non è certo colpa sua: a noi piace la sua grinta, la sua dedizione, la sua capacità tattica. Piace meno quell'atteggiamento vittimistico che spesso lo porta a pensare che non può fare di più. Forse, caro Marco, qualcosa di più potevi fare in passato e qualcosa di più potrai fare in futuro. Intanto lui ha rotto solo per noi il silenzio-stampa: la copertina è insieme un ringraziamento e un augurio.
A lui e a Totti inoltriamo una richiesta: leggeranno, quando arriverà loro questa rivista, che i ragazzi di Casal del Marmo con cui il nostro Maccheroni ha trascorso una domenica, hanno espresso il desiderio di ricevere una loro visita. Crediamo che non sarà una cosa difficile da organizzare. Con o, meglio, senza fotografi al seguito. Buon anno.
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