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  Tanto per cominciare


 

L'editoriale

di Daniele Lo Monaco - Ott. 2001

Mai come mentre guardavo crollare le torri gemelle, gemelle fino al martirio finale, avevo avuto così drammaticamente chiaro il senso della priorità. Mai avevo capito con la stessa indimenticabile intensità come esistano cose che rischiano di finire sempre dopo, nella scala delle questioni importanti. Ecco perché non mi suona mai demagogico continuare a leggere in molte opinioni, e scriverlo qui, che dall'11 settembre la nostra vita è cambiata. È così, è drammaticamente così, e gli echi di guerra che, al momento in cui scrivo, risuonano rimandati dagli inviati a Kabul, Peshawar e Kandahar me lo ricordano anche se volessi dimenticarlo. La nuova guerra dell'era moderna è cominciata: non conflitti tra stati belligeranti, ma l'intera cività occidentale contro le schegge impazzite dell'integralismo islamico. Da una parte il bombardamento "chirurgico" (almeno nelle intenzioni) dell'esercito anglo-americano contro le basi militari dell'indiscusso sovrano del terrore, Usama bin Laden, dall'altra il terrore puro dei kamikaze vigliacchi: che può colpire ovunque e in tutto il mondo, anche adesso e anche qui, sulla testa dei pazienti operatori di questa tipografia che anche oggi attendono solo il mio pezzo prima di poter stampare tutta la rivista. Mi ero già trovato a scrivere di calcio dopo gli sconvolgenti attentati di New York e Washington, per lo speciale Champions League confezionato subito dopo l'innaturale partita giocata all'Olimpico tra Roma e Real Madrid, sotto le macerie americane e nell'indifferenza dell'Uefa che si ostinò a far giocare le gare di quel giorno maledetto. Ma farlo oggi, a mente se possibile più fredda, e con la glaciale convinzione di dover convivere chissà ancora quanto a lungo con il terrore che prima o poi dal cielo possa piombare un altro aereo sulle nostre coscienze, mi sembra ancora più difficile. Ma se anche oggi ho comprato un litro di latte, ho giocato la schedina e visto un film, sono andato in palestra, ho annaffiato il prato, e scherzato con gli amici, ho parlato al telefono e letto un libro, ho accarezzato un gatto e sorriso a mia moglie, mi sono fatto un'ora di traffico seduto in macchina e ne ho approfittato per risentire quella canzone che mi piace tanto, se oggi ho fatto tutto questo, magari adesso è giusto che sia qui a parlarvi di un altro mese e un'altra rivista, di un'altra Roma e altri argomenti rossogialli e, insomma, di tutto quello che fino a trenta giorni fa ci stava molto a cuore, prima che il cuore nostro fosse bombardato con quella violenza. Allora ci provo, allietato dal fatto di ritrovare la Roma nettamente più su nella vostra e nella mia considerazione. E magari indicando nella trasferta europea di Bruxelles lo spartiacque tra la squadra fragile e balbettante di inizio stagione e quella fiera e battagliera delle ultime prove, e persino provando a dimenticare le squallide vicende che ci avevano fatto crollare l'entusiasmo dello scudetto, con il comunicato prima e le sconfitte arrendevoli poi. Rischiamo di essere ripetitivi: ma due cose più delle altre ci sembrano meritevoli (o, insomma, degne) di essere sottolineate. Che Totti non è più un giocatore, ma un extraterrestre, e che non sempre basterà la determinazione di Torino per vincere le partite. Per uscire indenni e vincenti dal Bernabeu, la partita che potrebbe incoronare il capitano Pallone d'Oro, ci vorrà anche un pizzico di coraggio in più. E sono contento di anticipare ancora una volta altre 98 pagine dense di noi e forse, mai come questa volta, dense di sentimento: sarà perché ci sono Aldair e Mazzone, ci sono le belle storie di Cafu e di Malgioglio, ci sono le iniziative per gli aspiranti scrittori e le aspiranti modelle, ci sono le partite e c'è il poster, ci sono i disegni e le notizie, ci sono gli approfondimenti e le sottolineature ironiche, ci sono i grandi fratelli e i piccoli geni del settore giovanile, ci sono i libri e i tifosi, le vostre lettere e le vostre foto, c'è insomma tutto quello che c'è servito nell'ultimo mese per mascherare la più triste delle realtà. E oggi che è tutto su carta, ci concentriamo subito sul prossimo numero. Perché a pensare ad altro, adesso, c'è il rischio di impazzire.

 


  1. La Roma nel cuore e nell'anima

  2. Fuori i mercanti dal tempio

  3. Nessuno ci può fermare

  4. Scudetto? Riparliamone a Febbraio

  5. La Roma lascia, noi raddoppiamo

  6. Dove eravamo rimasti?

  7. Sensi e il complotto di colpa

  8. Il campionato comincia adesso

  9. Per ora è solo un buon inizio

  10. Forza ragazzi possiamo provarci

  11. Facciamo sentire la nostra voce

  12. Gli orologi? Non vedevano l'ora

  13. Ma quel giorno dovrà arrivare

  14. A parole primi e puliti. Ma i fatti…

  15. Se il buongiorno si vede dal pattino

  16. Per questo ti chiedo di non tradirmi più

  17. Dic.2000

  18. Gen.2001

  19. Feb.2001

  20. Apr.2001

  21. Giu.2001

  22. Set.2001

  23. Ott.2001

  24. Nov.2001

  25. Dic.2001

  26. Gen.2002

  27. Feb.2002