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Sensi e il complotto di colpa di Daniele Lo Monaco - Apr. 1999
Difficile prendersela con un arbitro mentre immagini di missili pacificatori (?) della Nato che volano a poche centinaia di chilometri dalla tua testa e scaricano morte dentro l'anima di nazioni lacerate. Ma ognuno deve occuparsi delle cose di sua competenza e rosso&giallo ormai rappresenta un punto di riferimento nel suo sia pur strettissimo ambito. Così non ci siamo sottratti alla mobilitazione dei tifosi della Roma contro l'incapace arbitro olandese Mario Van der Ende, anzi: raccogliendo un suggerimento formulato da alcuni lettori giusto all'uscita dello stadio nella triste sera della sfida di coppa Uefa con l'Atletico Madrid, questa rivista ha cercato di fare da punto di raccolta e rilancio delle proteste peraltro civilissime del popolo romanista. Leggetele, tutte le lettere arrivate: c'è la delusione non per il risultato mancato, ma per la mortificante sensazione di aver assistito inermi ad uno stupro. Il calcio, non la Roma, è stato umiliato dall'arbitro olandese. E la pionieristica quanto coraggiosa iniziativa dell'avvocato romano Mauro Ariè, che ha sottoposto la questione alla pretura circondariale di Roma, potrà aprire squarci di sole inattesi anche nel buio in cui questo sport è stato trascinato da Van der Ende. E' triste ricorrere a certi mezzi nello sport: ma se ti rubano a casa non fai filosofia, vai in commissariato. E la Roma, sia detto senza incertezze, ha subito un furto.
Diverso ci sembra invece il problema arbitrale italiano: non di malaffare si tratta in questo caso, ma di semplice imperizia, come dice l'ex arbitro Panzino al nostro Stefano Petrucci. E se gli errori si ripetono sempre in una certa direzione è solo per la scarsa qualità persino nel temperamento dei nostri fischietti, da sempre sensibili a certe logiche prevaricatrici. Ecco spiegata la nostra copertina che qualcuno troverà aggressiva: la Roma, attraverso le criptiche dichiarazioni del suo massimo dirigente, va alla guerra in Italiae in Europa subisce il vero furto. Così il tifoso non capisce più niente: il nemico sembra Gonella e tutti sanno che non può essere lui. «È inadeguato», strilla Sensi al Tg1 dopo la partita di Udine: ma se Gonella è appena arrivato, può essere sua la colpa di tale, diffusa mediocrità? E poi, detto tra noi, noi che leggiamo le partite anche attraverso la lente d'ingrandimento della Digital Soccer, la Roma comunque la partita di Udine meritava di prenderla. Ma questo è un altro discorso.
Insomma, basta con le lamentele spersonalizzate o male indirizzate: se il palazzo visto da dentro è così marcio, basta uscirne. E denunciare tutto.Prima che ci pensi Guariniello.
Quanto alla Roma, ora bisogna pensare agli errori commessi: era da scudetto, questa squadra, vista per tutto il girone d'andata. E lo ripetiamo. Pensavamo che nel prosieguo Tommasi e Di Francesco avrebbero potuto rifiatare, Wome sarebbe cresciuto, Alenitchev sarebbe maturato, magari Bartelt avrebbe convinto Zeman. E invece la formazione non è stata mai cambiata e ai primi scricchiolii sono succedute le crepe e poi i crolli e le devastazioni. Ci pensi Zeman, prima di convincersi che si può essere competitivi solo con undici uomini. Lo dica a Sensi e insieme provvedano ad acqistare quei tre elementi di spicco, in tutti e tre i reparti, capaci di far volare questa squadra.
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