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  Tanto per cominciare


 

Bentornati tra gli umani

di Daniele Lo Monaco - Set. 2001

Quando torna settembre la Roma torna nostra e il mare torna suo, libero finalmente di spumare triste nella solitudine di mattine nuovamente silenziose. E il caos torna altrove, come se per forza da qualche parte dovesse regnare, e ce ne accorgiamo nelle città ancora assolate e nelle cittadelle del calcio blindate che covano curiose fibrillazioni dietro una calma solo apparente. Omettiamo in questa sede qualsiasi considerazione riguardo la nostra protesta a causa del persistente ostracismo della società nei nostri confronti, a questo punto non più tollerabile: ne parliamo nelle pagine successive. Il riferimento invece è diretto allo squallido episodio del comunicato sindacale con cui i calciatori della Roma sono riusciti nell'impresa di azzerare d'imperio tutto l'entusiasmo maturato dopo lo straordinario trionfo di giugno ed esploso nel carnevale rossogiallo di luglio e agosto, prima con le innumerevoli feste di piazza e poi con la presentazione all'Olimpico col Boca e con la conquista della Supercoppetta con la Fiorentina. Diciamocelo: tutti noi, dopo la passerella festosa con la disarmata viola di Mancini, ci siamo definitivamente convinti che il filo di continuità con lo scorso campionato era sul serio di una lega indistruttibile. Imbattibili: l'errore di considerarci tali l'abbiamo commesso tutti e forse per la prima volta anche i giocatori che non per caso dopo appena quattro giorni hanno pensato di potersi persino permettere un comunicato sindacale, poi parzialmente e goffamente disconosciuto, attraverso il quale richiedere non già più soldi ma la disponibilità da parte della società al mantenimento di non meglio specificate (forse perché in pubblico non possono essere specificate) promesse. Di lì a poco c'è stato poi l'esordio in campionato, giocato a velocità ridotta con la presunzione che potesse bastare. E invece contro un Verona ben impostato da Malesani (uno dei pochi allenatori rimasti nel regno degli assemblatori) la squadra di Capello ha rimediato un solo punto. Nulla è perduto, naturalmente, e tale considerazione ci autorizza ad un regime di manifesto ottimismo anche in considerazione del fatto che lo scudetto sul petto (di una maglia più brutta della passata stagione, non poteva certo durare anche la soddisfazione di vedere rispettati disegni e combinazioni cromatiche tramandati dalla storia) ce l'abbiamo solo noi. Però nell'anticipo con l'Udinese e poi con la sfida d'esordio di Champions League con il Real Madrid (partita ammantata di suggestivi significati) la Roma è chiamata a ricominciare da sè, da re e da tre. Ormai sappiamo, l'esperienza serve a questo, che un trofeo prestigioso come lo scudetto - e a maggior ragione la Champions League - si conquista giorno dopo giorno solo con la granitica perseveranza di rincorrere il risultato positivo, per 335 giorni l'anno. Non è facile, soprattutto da quando le tensioni sportive sono esasperate dal fuorviante fattore finanziario. E noi siamo pronti a giustificare, come è capitato lo scorso anno, anche l'inevitabile calo di tensione. Da 'sta parte nun se molla, però, significa anche che rimaniamo all'erta a vigilare affinché siano tenute nel giusto conto le esigenze di tutti quelli che pagano il giochetto ai pochi eletti: e nella vicenda del comunicato, questo rispetto è clamorosamente mancato. Infine qualche considerazione sul numero che avete in mano: la mancanza dell'intervista che volevamo realizzare con Capello, Batistuta o Cassano non ha penalizzato, almeno questa è la nostra speranza, i contenuti del primo numero della nuova stagione, la quarta per rosso&giallo. Un numero sempre più orientato verso il ruolo del tifoso e sempre meno disposto all'idealizzazione del calciatore. Questo spiega la scelta delle interviste ad Angelo Paparelli e a Carlo Petrini, autore di un nuovo clamoroso libro sul calcio. E anche la serie di nuove rubriche affidate a penne che i lettori di rosso&giallo hanno già imparato ad apprezzare o che apprezzeranno da oggi, o alla riproposizione di tutte quelle feste, quelle lettere e quelle foto che non eravamo riusciti a riportare nello speciale numero di luglio, un numero per il quale abbiamo ricevuto tali e tanti messaggi di stima che ci sentiamo davvero in imbarazzo oggi che stiamo dando alle stampe un'altra pagina della nostra storia, la prima dopo lo scudetto. Grazie, davvero.

 


  1. La Roma nel cuore e nell'anima

  2. Fuori i mercanti dal tempio

  3. Nessuno ci può fermare

  4. Scudetto? Riparliamone a Febbraio

  5. La Roma lascia, noi raddoppiamo

  6. Dove eravamo rimasti?

  7. Sensi e il complotto di colpa

  8. Il campionato comincia adesso

  9. Per ora è solo un buon inizio

  10. Forza ragazzi possiamo provarci

  11. Facciamo sentire la nostra voce

  12. Gli orologi? Non vedevano l'ora

  13. Ma quel giorno dovrà arrivare

  14. A parole primi e puliti. Ma i fatti…

  15. Se il buongiorno si vede dal pattino

  16. Per questo ti chiedo di non tradirmi più

  17. Dic.2000

  18. Gen.2001

  19. Feb.2001

  20. Apr.2001

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