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Facciamo sentire la nostra voce di Daniele Lo Monaco - Dic. 1999
Chissà da dove viene questa rabbia che spinge i pensieri già per le braccia e le mani e le dita e il computer e mi torna davanti sotto forma di parole scritte. Forse spero solo di sentirmi meglio tra qualche minuto, quando anche questo editoriale sarà finito e io avrò scritto le cose che credo sia giusto sottoporre alla vostra attenzione, sulla Roma e su rosso&giallo. Cominciando dalla Roma, fresca sconfitta in campionato dopo quattro vittorie consecutive: nulla è perduto, direbbe La Doppia Zeta Crew (di loro parliamo a pagina 36), e ne siamo convinti anche noi. La prova di Bologna è stata comunque decisamente dignitosa, combattuta, ben giocata e se per una volta (quest'anno) sono stati gli episodi a decidere l'incontro, pazienza, c'è ancora tutto il tempo per recuperare. La rabbia, però, in questo caso cova nell'animo tifoso per quel niente che è mancato tre-quattro volte ciascuno a Delvecchio e a Montella per riuscire almeno a pareggiare. Rabbia, quindi, ma consapevolezza che la Roma c'è: e questo è il merito pià evidente di Capello. é lavorando su questa consapevolezza che il tecnico friulano può riuscire là dove Zeman fallì. Nel momento in cui qualche giocatore l'anno scorso al bivio tra l'accelerazione che l'avrebbe portato al 101% delle proprie possibilità e il rallentamento al 99% decise di non soffrire ulteriormente, quest'anno potrebbe invece scegliere di seguire il tecnico fino in fondo. Già perchŽ la Roma era grande anche lo scorso anno: solo che quando ha dovuto dimostrarlo s'è sciolta. Oggi, invece, sembra in grado di sopportare l'urto della tensione. E s'è visto bene con il Lecce (tre punti vinti anche grazie all'aiuto del pubblico) e a Newcastle. Forza Roma a Parma, dunque, per il migliore Natale possibile e il pià bell'inizio di millennio pensabile. Ricordiamo solo che se la Roma arriverà a marzo vicina alla vetta, il calendario le consentirà successivamente di rimanerci fino alla fine.
Ma c'è un altro aspetto che è giusto trattare con voi che avete così a cuore rosso&giallo da averlo accompagnato dalla nascita fino a oggi con la stessa, intensa passione. E mi riferisco al black-out informativo che questa testata sopporta da troppo tempo. Nel nostro campo la pubblicità è fondamentale per far conoscere le cose che facciamo (e sono tante, come sa chi ci segue con affetto), ma a parte certe peraltro care vetrine a pagamento che acquistiamo mensilmente su alcuni quotidiani (Il Messaggero e il Corriere dello Sport, in particolare), sono rare le occasioni in cui riusciamo a meritarci una citazione sugli stessi quotidiani o su altre testate o sulle radio che a Roma vanno per la maggiore, con la nobile eccezione di Sport Station e della trasmissione del cristallino Mandolesi. Basti pensare - per fare gli esempi pià clamorosi - che David Rossi, da qualche tempo ospite fisso di Marione a Te la dò io Tokyo (come potete leggere a pagina 90) viene presentato come "David Rossi de Il Tempo", o che le gare che abbiamo vinto al torneo Due Ponti non sono quasi mai state commentate dalla stampa sempre molto solerte con altre partite, o che i comunicati che periodicamente inviamo ai colleghi "amici" restano sempre incastrati nelle strette maglie di qualche inflessibile e sempre misterioso caposervizio. Comici, poi, gli amici de La Roma che hanno persino evitato di indicare la nostra presenza ad una recente cena di tifosi per festeggiare un calciatore della Roma. Così abbiamo pensato di studiare nuove forme di comunicazione. Una riguarda anche voi: sarebbe bello se chiamando la vostra radio (si tratti di Sport Station, Radio Radio, Radio Incontro o altre radio) vi presentaste in questo modo: "Ciao, sono Tizio e sono rossoegiallo". Ad altro penseremo noi. Sia chiaro, è solo una idea, magari stupida, ma proviamoci. Facciamo sentire la nostra voce anche a chi non ha orecchie.
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