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Se il buongiorno si vede dal pattino di Daniele Lo Monaco - Set. 2000
é difficile, ma a questo miriamo: a fare in modo che da un'eleganza vincente (o quasi) si passi ad un'altra, magari migliore, così almeno sembra all'inizio, e magari davvero efficace, più efficace di quella che si pensava vincente. Non prendetela per megalomania, ma se affianchiamo i destini della Roma a quelli della nostra rivista è solo perchè i punti di contatto, forzatamente o no, a questo ci spingono. Vediamo: alla vigilia del campionato 1998-99 rosso&giallo vide la luce per sostenere quella che sembrava essere la Roma più bella di sempre. Squadra forte e allenatore offensivo, e vai con una nuova rivista e un nuovo spirito, garibaldino e ironico, tutti all'attacco e peccato se dietro s'apre qualche falla. A dicembre si sogna, a febbraio si piange, ad aprile si rifiata col derby più bello, a maggio ci si rinfranca, ma restano i dubbi: il percorso tra la squadra e la nostra rivista, in termini di vendite, è identico. Compresi gli sgambetti. Ma ci rialziamo. A settembre nuova vita per la Roma: arriva Capello, basta fronzoli, è l'ora delle vittorie. Noi ci adeguiamo, meno sogni, più realismo. Pare funzioni. A novembre voliamo, a dicembre qualche incertezza, a gennaio si aspetta, a fine febbraio il flop, senza fine. Poi arriva giugno, Batistuta per la Roma, la bandierina per noi: si ritrova l'entusiasmo, poi ci pensa Totti con gli Europei. In alto i cuori e fuori la voce. Questa è la svolta buona: ed eccoci qui, dopo la rivoluzione estiva. Noi qualche fuoriclasse l'abbiamo perso (Melidoni, s'è ritirato a vita privata, beato lui), qualcuno l'abbiamo guadagnato (Piero Mei, bevetene la leggerezza). Ma, soprattutto, abbiamo una rivista tutta nuova e, così pare a sfogliarne le bozze, davvero bella. Più bella. Ma i nostri giudici siete voi. Per capirlo vi chiedo un segno tangibile, un esperimento, un test: tutti coloro che ritengono la nostra rivista migliore di quella vecchia, s'impegnino a farne comprare un'altra copia ad un amico, un parente o un conoscente che non l'aveva mai acquistata. Questo sarà per noi il riconoscimento più bello. Già sappiamo, peraltro, che le nostre fortune dipenderanno in ogni caso dalle fortune della squadra, a rinforzare il legame di cui si parlava. Ecco perchè quando Emerson s'è rotto abbiamo preso a ciabattate il castello di sabbia su cui fieri avevamo già posato le forbici da usare a giugno 2000 per scucire tutti i bei triangolini di stoffa da maglie sbiadite. Poi, come è nel carattere dei romani, abbiamo ricostruito tutto dalle fondamenta. In fondo gli architetti davvero non ci mancano. E anche se il contorno del calcio non ci piace più come una volta (leggete, leggete il pezzo del mese a pagina 100, leggete che cosa ha scoperto Guariniello e che cosa cercherà di dimostrare nei prossimi mesi, sempre che gli sarà consentito), per noi il 'cucchiaio' di Totti, l'aeroplanino di Montella, la mitraglia di Batistuta o la veronica di Delvecchio saranno comunque sempre sufficienti per poter sorridere a un domani migliore. Gli argomenti, infine: Totti c'è, ma nel senso di Maurizio, lo zio non vedente. Di Rossi ce ne sono addirittura due: David, personaggio radiofonico dell'anno, e Giorgio, che da quando hanno dimesso Alicicco è rimasto l'unico superstite dell'anno tricolore. Mamma Azise, invece, non c'è più: ai più giovani farà piacere sapere chi era grazie al ricordo commosso di Pato (un altro che avevano messo da parte un po' tutti e che ora tutti hanno riavvicinato, ma guarda un po'). Poi c'è un'inchiesta sugli abbonamenti boom, nuove puntate di storia da studiare, la maestria di Giubilo-Trani-Catalani, le caricature di Gianprovvè, lo stile di Kammamuri, le poesie di Carlo Petrini, più spazio per Internet e i tifosi e tante piccole-grandi notizie. Una rivoluzione nata al mare, sul pattino. Fosse davvero la svolta buona.
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