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Dove eravamo rimasti? di Daniele Lo Monaco - Mar. 1999
Allora non era un sogno, allora davvero la Roma avrebbe potuto puntare molto più in alto, quest'anno, di quanto si ritrova ora potenzialmente in grado di fare Scrivere per un mensile obbliga sempre a fare scelte rischiose: così, per essere in edicola, come al solito, il primo sabato del mese, siamo costretti a "chiudere" il numero di marzo (e che numero!, ora ne parliamo) senza conoscere il risultato di Madrid, fondamentale per la valutazione globale della stagione rossogialla. Ma basta anche l'andamento dell'ultimo mese di campionato per ristabilire alcune verità trascurate mentre infuriava il vento di tempesta. La prima, la più urgente: se questa squadra è stata in grado di imporsi con le prime quattro della classifica (vittorie con Milan e Fiorentina, pari con mille recriminazioni con Parma e Lazio, sconfitta solo a San Siro, ritenuta ingiusta e irripetibile pure dai rossoneri) e di lasciare dodici punti in cinque partite con le ultime quattro significa che qualche meccanismo s'è inceppato in un particolare periodo dell'anno e che non era un pazzo chi, come rosso&giallo, affermava che anche la Roma era in grado di puntare al titolo. Ed è semplicistico affermare che la Roma ha conosciuto il solito crollo fisico tipico delle squadre di Zeman. Leggete i dati Digital Soccer di Adriano Bacconi della partita simbolo di Venezia, ad esempio: 700 palloni giocati, 23 tiri in porta, 37 metri di lunghezza media, numeri che testimoniano innegabili virtù fisiche e tattiche. E allora? La spiegazione conferma anche Zeman nell'intervista che, come promesso, ha concesso a rosso&giallo, solo con qualche mese di ritardo è soprattutto nella testa dei giocatori, ma anche nelle assenze decisive degli elementi fondamentali, negli errori in alcuni episodi chiave e, aggiungiamo noi, nella scarsa competitività ad altissimi livelli di alcuni giocatori. Ha le sue colpe anche Zeman, naturalmente, e di queste gli abbiamo chiesto conto nell'intervista.
Ma questo numero di rosso&giallo non si regge solo sulle virtù di Zeman. Anzi, in fondo di interviste al tecnico rossogiallo sono pieni i giornali tuta i giorni. Quello che, viceversa, potete trovare solo in queste pagine sono le altre cose: come l'approfondimento di Stefano Petrucci dedicato al meticoloso lavoro del giudice Guariniello, l'inquietante intervista di Gianmarco Chiocci ad un poliziotto preso in mezzo negli scontri di Salerno, le rivelazioni storiche di Massimo Izzi sui rapporti tra la Roma e Mussolini, il ricordo di Rudi Voeller firmato da Mimmo Ferretti e un imperdibile servizio di David Rossi sulle trame oscure ( ... ) ordite dai brasiliani ai danni di Zeman. E poi una concessione alle innumerevoli richieste di tante tifose: Zeman non vi fa vedere Bartelt? Rosso&giallo sì, e come. E poi il maxiposter del nuovo arrivato Fabio Junior, con cui abbiamo scherzato sul ridicolo dibattito già cominciato: è un fenomeno o no? E poi tante altre cose, a completare centopagine cento dedicate a voi, che con noi condividete un modo di essere e di pensare, ognuno con le proprie sfumature rossogialle. P.S. Per potervi dare tutto questo, siamo stati costretti a aumentare di mille lire il prezzo di copertina. Speriamo che il vostro sacrificio sia ripagato dal prodotto. Altrimenti fatecelo sapere. Ogni cosa fatta bene può essere fatta meglio.
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