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15
gennaio 2004
AIUTARE LE DONNE ASIATICHE NEGLI STATI UNITI. INTERVISTA ALLA SCRITTRICE CHITRA BANERJEE DIVAKARUNI
di Stefania Francini
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Chitra Banerjee Divakaruni, autrice di poesie, romanzi, libri per bambini, nasce in India nel 1956.
All'età di diciannove anni emigra lasciando Calcutta per trasferirsi negli Stati Uniti,
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dove per poter proseguire gli studi si mantiene con lavori occasionali tra i più disparati: riesce a laurearsi alla Wright State University, a Dayton, Ohio, e consegue un dottorato alla University of California. Attualmente vive a Sunnydale, in California, dove insegna scrittura creativa al Foothill College.
"Per me tutto il senso dell'esistenza è nell'arte di dissolvere i confini".
C.B. Divakaruni in Italia è conosciuta soprattutto come autrice di quelli che tra i suoi romanzi sono stati tradotti in italiano e pubblicati da Einaudi, tuttavia in California il suo lavoro non si limita all'attività letteraria e all'insegnamento, ma si caratterizza per l'impegno in aiuto delle donne.
Infatti già nella sua scrittura, dal carattere prevalentemente autobiografico, proprio l'esperienza dell'emigrazione e le connesse problematiche di integrazione, costituiscono alcuni dei temi centrali intorno ai quali si svolge il percorso narrativo, nel tentativo di decostruire stereotipi e pregiudizi che spesso rendono difficile e precaria la convivenza quotidiana prima ancora che l'incontro tra culture diverse. "Matrimonio combinato" è la sua prima raccolta di racconti brevi, per la quale nel 1996 è stata insignita dell'American Book Award, e nel quale, come negli altri suoi testi, in una galleria di personaggi, si delineano i diversi volti di un unico personaggio: la donna indiana immigrata negli Stati Uniti di cui viene sottolineata la condizione di "sospensione" tra due mondi, mentre liberata e al tempo stesso intrappolata dai cambiamenti culturali, cerca di ridefinire la propria identità.
"Le donne in particolare sono sensibili al mio lavoro. Io scrivo di loro, di donne nelle relazioni, di donne in difficoltà. Voglio che le persone si rapportino ai miei personaggi, ne percepiscano la gioia e la sofferenza, così che sarà più difficile che le guardino con pregiudizio quando le incontreranno nella vita reale."
L'estrema attenzione nei confronti delle donne con le quali condividere l'esperienza dell'emigrazione si traduce non solo in una scrittura consapevole ma soprattutto nell'impegno concreto con cui C.B. Divakaruni ha dato vita a Matri, organizzazione di cui è presidente.
Maitri (in hindi "amicizia") è un'organizzazione no-profit che rivolge la propria attività a donne dell'Asia del Sud che, una volta immigrate negli Stati Uniti, si trovino in situazione di abuso domestico, disorientamento culturale e qualunque altro genere di difficoltà; non è affiliata ad alcuna organizzazione culturale, sociale, religiosa o politica ed è sostenuta al 100% da contributi volontari.
E' stata fondata nel 1991 da C.B. Divakaruni insieme ad un gruppo di donne sue connazionali, come risposta concreta alla crescente necessità di un luogo a cui le donne potessero rivolgersi per avere informazioni, indicazioni su come contattare i principali enti e consigli informali da un'interlocutrice che fosse percepita familiare: infatti, le numerose agenzie locali presenti sul territorio che già offrivano lo stesso tipo di aiuto e consulenza, non rappresentavano un punto di riferimento per le donne immigrate, che nel contattarle dichiaravano il proprio disorientamento a causa di incomprensioni e disagio soprattutto di tipo comunicativo e culturale.
Il primo obiettivo di Mastri al momento della sua costituzione, era quello di riuscire, tramite l'attivazione di una linea telefonica gratuita e anonima, a mettere le donne in condizione di poter agevolmente contattare le organizzazioni che potessero fornire loro servizi legali, medici, finanziari, sindacali o psicologici. Dopo aver organizzato un gruppo di quindici volontarie, il primo passo è stato quello di costituire una mappa delle risorse, avvalendosi del supporto di alcune donne locali, e costituendo una rete, in particolare con quelle, tra le associazioni legali presenti sul territorio, che fossero disposte a fornire servizi gratuiti alle donne che ne facessero richiesta.
Nel settembre del 1999 Maitri ha dato il via al suo progetto più ambizioso: una casa, con un massimo di dieci posti, in cui con una modica spesa possono soggiornare, eventualmente con i loro bambini, le donne "in transizione", ovvero quelle che, risolti i loro problemi di abuso familiare, si trovano all'inizio del processo di ricostruzione della loro nuova vita. La necessità di questo tipo di casa è stato reso urgente dal costo elevato degli affitti nella zona, dalla lunga lista d'attesa (circa 18 mesi) per aver la possibilità di occupare una delle case a basso costo già esistenti e dal numero crescente di donne a cui Maitri forniva assistenza per le spese d'affitto, così come dal numero di quelle impossibilitate a trovare una casa, pur trovandosi in condizioni di disperato bisogno. In molti casi la soluzione del problema abitativo si è rivelata determinante rispetto alla soluzione delle problematiche presentate che riguardano appunto abusi o violenze nell'ambito domestico.
L'attività di Maitri è sostanzialmente finalizzata al raggiungimento di tre obiettivi:
1. Facilitare il contatto tra le donne immigrate e la società in cui vivono, in modo tale che possano partecipare attivamente e come protagoniste alla vita sociale; infatti spesso la condizione di separazione o isolamento sociale e culturale in cui si trovano è all'origine dei loro problemi e costituisce il punto da cui partire per poterli risolvere.
2. Concentrare gli sforzi nel tentativo di migliorare e implementare i servizi già esistenti piuttosto che nel crearne di altri simili. A questo scopo, Maitri ha sviluppato stretti rapporti con le principali agenzie ed organizzazioni presenti nello Stato, soprattutto con quelle che si occupano degli stessi gruppi etnici.
3. Lavorare individualmente sugli aspetti che determinano il miglioramento della percezione di sé e dell' autostima. Infatti, rispetto alla maggior parte delle difficoltà dichiarate dalle donne che negli anni si sono messe in contatto con Mastri, la percezione di dipendenza, sia essa reale o solo percepita, la mancanza di autonomia e autodeterminazione svolgono un ruolo determinante.
Questa filosofia è espressa nel motto di Maitri: "Helping women to help themself", ovvero
"Aiutare le donne ad aiutare sé stesse", e nella dichiarazione della missione di Mastri:
"Maitri crede che le migliori relazioni umane debbano essere caratterizzate da reciproco rispetto, aperta comunicazione e miglioramento individuale. Per questo, le attività di Maitri sono indirizzate a consentire alle donne dell'Asia del sud di fare una scelta informata e consapevole rispetto alla vita che conducono."
La linea telefonica di Matri si avvale del lavoro di 16, 20 volontarie a turno disponibili a tempo pieno, si tratta di donne immigrate provenienti da India, Pachistan, Bangladesh, Sri Lanka che parlano le principali lingue di queste regioni. La loro formazione scolastica e la loro situazione professionale sono differenti, ma tutte loro, prima di prestare servizio volontario, seguono un corso di formazione che le metta in condizioni di svolgere al meglio il servizio. Nella struttura di Maitri svolgono un ruolo centrale anche rispetto alla costituzione dell'organizzazione stessa: è il loro team che attribuisce le nomine e gli incarichi dell'organizzazione dei ruoli di direzione e responsabilità.
Alcuni dati statistici .
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2000
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1999 |
1998 |
1997 |
1996 |
1995 |
1994 |
1993 |
Problematiche
gravi |
102
|
86
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72
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77
|
83
|
26
|
19
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86
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Informazioni
generali |
947
|
629
|
247
|
234
|
156
|
80
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39
|
30
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Contatti
con enti |
159
|
133
|
59
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22
|
56
|
30
|
4
|
86
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In
uscita |
304 |
263
|
278
|
111
|
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Totale |
1512 |
1111
|
656
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333
|
305
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136
|
62
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202
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- Questi dati si riferiscono per la quasi totalità a chiamate effettuate da donne, ma le volontarie dichiarano di ricevere saltuariamente telefonate con richieste d'aiuto anche da parte di uomini immigrati.
Le donne che si rivolgono a Maitri sono prevalentemente donne dell'Asia del sud, provenienti da Bangladesh, India, Pachistan, Sri Lanka, immigrate sia di prima che di seconda generazione, appartenenti a famiglie di ogni estrazione sociale, con diverso grado di istruzione, da quelle con la sola educazione di base, a quelle laureate e con qualifica professionale. Si tratta di donne residenti negli stati Uniti con ognuno dei diversi status di immigrazione, da quelle in possesso di permesso di soggiorno temporaneo e che sono quindi ancora "sponsorizzate" dal coniuge , a quelle che hanno un regolare permesso di soggiorno permanente o che sono naturalizzate. Alcune di loro sono state abbandonate dal marito solo dopo pochi mesi di matrimonio, talvolta dopo essersi appena trasferite negli Stati uniti. Sono anche frequenti i casi di donne che si rivolgono a Mastri chiedendo informazione e consulenza per interrompere relazioni matrimoniali di lunga durata; in questi casi si tratta spesso di donne in gravidanza o con figli adulti.
Il servizio di consulenza telefonica offerto da Maitri e la sua area d'intervento sono rivolti prevalentemente alle donne residenti in California, ma spesso si registrano chiamate con richieste d'aiuto provenienti da altri stati, talvolta addirittura da India e
Pachistan.
Stefania Francini
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