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Il (poco) piacere dell'onestà

di Gianfranco Giubilo - Dic. 1999

Anche nei dibattiti televisivi, in quelli calcistici almeno, si può trovare qualcosa di istruttivo. Dunque, voi seguite un qualificato gruppo di addetti ai lavori, professionisti o intrufolati per chiara fama, parlare delle ricorrenti violazioni del regolamento nelle aree di rigore, sulle palle inattive. E scoprite che, a parte di un paio di interventi ispirati dal buonsenso, il parere unanime è che le trattenute, le spinte furbesche, le gomitatine, facciano parte del gioco: altrimenti, dicono, ci vorrebbero dieci rigori a partita. E via dunque con la prima benedizione alla furberia e alla disonestà, con l'enunciazione di un principio falso come una banconota da dodicimila. In realtà, forse i rigori potrebbero arrivare a dieci per una partita: ma, una volta accettata la regola di punire secondo norme ogni atteggiamento vietato, difficilmente in una seconda partita si registrerebbe lo stesso numero di infrazioni, punibili e punite. Anche perchŽ i giocatori sanno bene quel che fanno: in una partita di B fra Treviso ed Alzano, trasmessa in TV, sui calci piazzati nelle opposte aree non accadeva nulla di sgradevole. Era casuale che quella partita fosse arbitrata da Braschi, miglior fischietto italiano e pochissimo influenzabile dalle statistiche sui rigori da concedere.
Preoccupa, per tornare agli studi televisivi e ai loro protagonisti, una certa benevolenza nei confronti degli atteggiamenti che esaltano la furbizia, così apprezzata in Italia. E già si deve registrare un certo calo di entusiasmo nei confronti della prova televisiva: invocata, osannata, invitata ad allargare il più possibile il proprio raggio d'azione, prima però che qualcuno avanzasse un piccolo dubbio, frutto di una mente non proprio limpida. Insomma, la prova televisiva perderebbe valore perchŽ, affidata a immagini non federali (e come sarebbe possibile, del resto?), ma talvolta "private", non si sottrarrebbe alla politica del sospetto. Ma davvero ci si aspetta che Telemontecarlo possa oscurare un comportamento sleale da parte di un giocatore della Fiorentina e che Mediaset assolva comunque quelli di casa sua? Tra l'altro, ci si meraviglia che i provvedimenti per i falli colti dalla telecamera siano più severi di quelli adottati da chi viene beccato dalla terna arbitrale. é evidente che il dolo, l'agire lontano dall'arbitro per non essere visto, aggrava la sanzione, così come è evidente che trucchi e slealtà debbano essere colpiti con rigore assoluto.
In Spagna, il portiere del Mallorca "Mono" Burgos ha colpito con un pugno al viso l'attaccante Serrano, dell'Espanyol. L'arbitro non ha visto niente, la telecamera sì: così Burgos si è beccato undici giornate. Tante, forse. Ma se gli esempi forti potranno contribuire a creare un clima più respirabile, emarginando drasticamente chi fa della disonestà calcistica una professione, benvenuta la stangata. Per pesante che sia.

 


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