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1/2: il sogno di un maestro
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Quando
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LAIDI,
VIENI FRATELLINO.....
Ogni minuto nascono nel mondo 160 bambini, 28 sono cinesi. La crescita
della popolazione stà rallentando, ma non abbastanza per il governo
cinese che vorrebbe arrivare al 2000 con 1.294.000.000 di abitanti.
In base al censimento del 1993 la Cina ha una popolazione di 1.165.700.000
abitanti, con una densità di 123 unità per Km2.
Ciò significa una distribuzione geografica molto irregolare.
Nonostante la recente industrializzazione, la Cina continua a essere
un paese principalmente rurale e agricolo dove l'urbanizzazione si è
verificata attraverso un processo lento e graduale; tuttora circa il 79%
della popolazione vive in insediamenti rurali.
Durante la rivoluzione culturale si cercò di incentivare il
trasferimento (temporaneo o permanente) dalla città alle zone rurali
di giovani istruiti al fine di diffondervi capacità professionali
che avrebbero dovuto ridurre la tendenza all'inurbamento. Il programma
fu ridotto dopo la morte di Mao nel 1976 e quasi completamente eliminato
verso la fine del 1978. Una politica a lungo termine prevede il trasferimento
di 440 milioni di contadini, il 37% della popolazione, verso città
già esistenti o nuove città entro il 2040.
Il calo delle nascite verificatosi tra gli anni 50'- 90' è dovuto
alle politiche demografiche del governo cinese.
Infatti ancora nel 1963 la fecondità era molto elevata (7.3
figli per donna) e nel 1962 venne lanciata una campagna di persuasione
rivolta ai giovani affinchè evitassero i matrimoni precoci (23 anni
per le ragazze e 25 per i ragazzi).
Nel 1968 il governo dichiarò il nucleo familiare composto da
due o tre figli come famiglia perfetta.
Nel 1978 però fu chiaro che l'obiettivo della crescita zero
entro il 2000 non sarebbe stato raggiunto e per questo venne introdotta
una ferrea politica demografica che prevedeva :
- l'obbligo alla popolazione di "accontentarsi" di un solo figlio
- penalità economiche per chi concepiva più di un figlio
- distribuzione gratuita di contraccettivi e legalizzazione dell'aborto.
Questa politica prevede per le famiglie con un figlio solo l'attribuzione
della casa e di altre agevolazioni, poi alla nascita del secondo figlio
la famiglia deve restituire il premio ricevuto dallo stato e a partire
dal terzo è tenuta a pagare imposte supplementari.
Questa politica ha portato effetti positivi poichè la percentuale
delle donne che usano sistemi contraccettivi è passata dal 60% nel
1978 al 77% del 1987, la fecondità è calata in modo impressionante
fino a raggiungere i 2.24 figli per donna e infine il tasso di natalità
è calato dal 3.9 del 1960 al 1.9 del 1982, ma anche effetti negativi,
bambini non registrati all'anagrafe, il desiderio di avere un figlio maschio
restando entro il limite di un solo figlio ha portato un aumento degli
infanticidi delle femmine.
Per molti la colpa della crescita smisurata della popolazione cinese
è da attribuirsi a Mao, il quale aveva appena inizato la guerra
in Corea e prevedeva di perdere molti soldati, per cui vietò l'aborto
e dichiarò che "Un bambino che nasce non è una bocca in più
da sfamare : sono due braccia in più per costruire il socialismo".
In questo periodo le madri "rivoluzionarie" che avevano messo al mondo
più di nove figli ricevettero medaglie, e la propaganda incoraggiava
le nascite.
Tutto ciò ha portato alla politica del figlio unico che ha ottenuto
i suoi effetti. Adesso il tasso di crescita della popolazione è
del 1.12% percentuale che comunque supera quella dei paesi sviluppati
(in europa ad esempio, 0.25%)
Nonostante l'evidente calo registrato nelle nascite, questa politica
del figlio unico cambiò l'attegiamento dei cinesi nei confronti
delle femmine, poichè fino ad allora le coppie che mettevano al
mondo una femmina, potevano ritentare per il figlio maschio.
Adesso questo non è più possibile, e ha portato o alla
mancata registrazione anagrafica delle figlie (il 5% delle normali nascite
di ogni anno cioè circa 500.000 neonate femmine) o all'infanticidio
femminile.
Il desiderio del figlio maschio nasce per due motivi :
- la Cina è essenzialmente ancora un pese rurale nel quale predomina
la forza fisica
- solo i discendenti maschi possono continuare il culto degli antenati,
chiave di volta della cultura e della religione cinese.
Dopo la rivoluzione culturale, le famiglie tornarono al vecchio stampo
tradizionale, sotto la guida del padre con le donne sottomesse alla sua
autorità. Tornò allora in voga un nome femminile, Laudi che
significa vieni fratellino, che veniva ripetuto più volte al giorno
nella speranza che la coppia concepisse un figlio maschio.
Adesso nel 1999 sembra che il governo cinese stia tornando sui suoi
passi a causa dell'eccessivo invecchiamento della popolazione e dell'incapacità
dello stato di mantenere i sempre più numerosi pensionati. I figli
unici dovranno occuparsi sia dei nonni paterni che di quelli materni, un
peso eccessivo sulle spalle delle nuove generazioni. Inoltre sempre più
giovani avranno difficoltà a trovare moglie infatti sembra che ogni
120 ragazzi ci siano 100 ragazze, e quindi solo uno su sei potrà
sposarsi. Questò stà portando ad un altro problema la vendita
delle ragazze della Corea del Nord.
Allora dopo tutto questo io mi domando se è un peso sostenibile
obbligare delle famiglie a concepire un solo figlio (privandole del diritto
di libero arbitrio), rinvigorire la piaga dell'infanticidio e dell'abbandono
femminile ponendo la donna in una posizione di inferiorità.
Ciò che mi piacerebbe insegnare al governo cinese è l'umanità,
per far diminuire la loro popolazione hanno sacrificato chissà quante
vite innocenti.
Questo è il Grande Sol Levante.
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