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1/2: il sogno di un maestro
Apicella.
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L.
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La
Formula
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sottile linea rossa
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Scherzi
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a giugno...
Bonjour,
Monsier de Talleyrand
Ecco
i nuovi Tamagotchi: i Furby
In
Cina solo figli maschi
I
"segreti" dello zodiaco
Il
giro del mondo in 80 giorni
Laidi,vieni
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M.
Manson: lettera alle autorita'
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I
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I
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delle etichette indipendenti
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Sex Pistols'story
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Waits: "Mule Variation"
Yngwie
J. Malmsteen's rising force
I
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Coppe:
Parma, che impresa!
La
palla e' rotonda...
Lezioni
di P.R. dall'Inter
My
name is Ayrton Senna
Quando
i "Diavoli" diventano ladri
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1/2: IL SOGNO DI UN MAESTRO
Il titolo dell'articolo
recita proprio cosi': 8 1/2, il sogno di un
maestro!! Il Maestro in questione e' naturalmente il grande Federico,
nato a Rimini il 1920 e morto a Roma nel 1993 . 73 anni in bilico fra realta'
e astrattismo, un uomo che per esigenze cinematografiche si e' allontanato
dal mondo circostante per tuffarsi nel suo mondo parallelo, fatto di intense
attivita' oniriche, e di ricordi dell'infanzia deformati .
Queste tematiche, e altre ancora, confluiscono nel capolavoro di una
vita,
girato nel 1963, in un momento di grande crisi introspettiva e di ispirazione.
Fellini non ha mai avuto il volto dell'attore, e dunque nella sua vita
si e' dovuto limitare a stare dietro alla macchina da presa . Ma questa
continua ricerca di alter ego, di attori che perdono la loro individualita'
per mettersi nelle mani del burattinaio/regista, rende tangibile questo
desiderio di parlare di se' . E chi e' il suo alter ego per eccellenza???Mastroianni,
il Marcello de "La dolce vita", il Guido della pellicola da cui e' partito
il nostro discorso . Vediamo di definire
i contenuti di questo film, difficile da comprendere per uno spettatore
medio, se non c'e' un critico, o una persona come me che prende i connotati
del critico, che dia una mano d'aiuto.
Guido e' un regista quarantenne in crisi, che non riesce piu' a definire
la
sua personalita', e non sa mettere ordine alle sue idee d'artista.
Si sente praticamente come un uccello in gabbia, e la metafora dell' "imprigionato"nel
traffico, che apre il film, e' piu' che loquace. Pensa che trasferirsi
una settimana nelle terme borghesi possa servirgli a
ritrovare la sua serenita' interiore. Si porta dietro un critico per
discutere la sceneggiatura, una specie di "eminenza grigio" che lo riporta
al suo ruolo di "regista sociale", quando invece lui vorrebbe girare un
film "onesto", uno di quei film senza una vera ideologia portante, fatti
apposta per intrattenere il pubblico.
L'alloggio alle terme diventa una specie di inferno : convengono tutti
i
personaggi di una vita, i viventi come la moglie, l'amante, il produttore,
gli interpreti principali, ma sopratutto i non viventi, quelli che
lo hanno
lasciato come la madre, il padre, i preti del collegio, la sua prima
esperienza col mondo femminile, una donna grassa, orribile, che comunque
incantava i bambini per il suo fascino aggressivo . Ma questi cedimenti
all'infanzia non sono dei momenti di liberazione, sono degli incubi
che
servono a confondere ancor di piu' la mente del regista .
Alla fine il film non ci sara', la moglie lo abbandonera' dopo una
bella
sfuriata (l'unico momento in cui lo spettatore e' sicuro di trovarsi
nel
campo del reale, perche' di solito i due piani-reale e immaginario-si
sovrappongono), ma Guido/Fellini ha capito che bisogna cedere
all'inarrestabile flusso della vita, accettare la vita cosi' com'e',
e
anzi, riconciliarsi con tutti i personaggi della sua vita, facendo
un bel
girotondo nobilitato dalle suadenti note di Nino Rota .
Questa e' la morale di Fellini . Ognuno di noi puo' crearsi un'idea
di
questo film . Sara' valida anche l'ipotesi del classico "mattone",
ma solo
dopo aver visto il film, perche' altrimenti si entra nella sfera del
luogo
comune, che e' sempre meglio bandire, perche' e' tremendamente dannoso.
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