Pathway Journal - Index  Cinema
Giugno 1999SommarioAnno 1  - Numero 3

 Cinema 
         8 1/2: il sogno di un maestro 
         Apicella. Segni particolari?Nutella! 
         Cinema balcanico 
         L. A. Confidential 
         La Formula 
         La sottile linea rossa 
         Matrix 
         Scherzi del cuore 
         The Truman show 
 
 Cultura e società 
         Accadde a giugno... 
         Bonjour, Monsier de Talleyrand 
         Ecco i nuovi Tamagotchi: i Furby 
         In Cina solo figli maschi 
         I "segreti" dello zodiaco 
         Il giro del mondo in 80 giorni 
         Laidi,vieni fratellino 
         M. Manson: lettera alle autorita' 
         Milosevic alla sbarra 
         Working Holidays 

 Libri e Fumetti 
         Calvin & Hobbes 
         Il nome della rosa 
         Libri kafkiani 
         Ranma 1/2 

 Musica 
         Adrenalina che sale: I Litfiba 
         I concerti del mese 
         I festival del mese 
         Jim Morrison l'immortale 
         Meeting delle etichette indipendenti 
         Mediterraneo atto I 
         Radiopanico 
         The Sex Pistols'story 
         Tom Waits:  "Mule Variation" 
         Yngwie J. Malmsteen's rising force 

 Spettacolo 
         I Telegatti 1999 

 Sport 
         Coppe: Parma, che impresa! 
         La palla e' rotonda... 
         Lezioni di P.R. dall'Inter 
         My name is Ayrton Senna 
         Quando i "Diavoli" diventano ladri 

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8 1/2: IL SOGNO DI UN MAESTRO 

Il titolo dell'articolo recita proprio cosi': 8 1/2, il sogno di un 
maestro!! Il Maestro in questione e' naturalmente il grande Federico, nato a Rimini il 1920 e morto a Roma nel 1993 . 73 anni in bilico fra realta' e astrattismo, un uomo che per esigenze cinematografiche si e' allontanato dal mondo circostante per tuffarsi nel suo mondo parallelo, fatto di intense attivita' oniriche, e di ricordi dell'infanzia deformati . 

Queste tematiche, e altre ancora, confluiscono nel capolavoro di una vita, 
girato nel 1963, in un momento di grande crisi introspettiva e di ispirazione. Fellini non ha mai avuto il volto dell'attore, e dunque nella sua vita si e' dovuto limitare a stare dietro alla macchina da presa . Ma questa continua ricerca di alter ego, di attori che perdono la loro individualita' per mettersi nelle mani del burattinaio/regista, rende tangibile questo desiderio di parlare di se' . E chi e' il suo alter ego per eccellenza???Mastroianni, il Marcello de "La dolce vita", il Guido della pellicola da cui e' partito il nostro discorso . Vediamo di definire 
i contenuti di questo film, difficile da comprendere per uno spettatore medio, se non c'e' un critico, o una persona come me che prende i connotati del critico, che dia una mano d'aiuto. 
Guido e' un regista quarantenne in crisi, che non riesce piu' a definire la 
sua personalita', e non sa mettere ordine alle sue idee d'artista. Si sente praticamente come un uccello in gabbia, e la metafora dell' "imprigionato"nel traffico, che apre il film, e' piu' che loquace. Pensa che trasferirsi una settimana nelle terme borghesi possa servirgli a 
ritrovare la sua serenita' interiore. Si porta dietro un critico per discutere la sceneggiatura, una specie di "eminenza grigio" che lo riporta al suo ruolo di "regista sociale", quando invece lui vorrebbe girare un film "onesto", uno di quei film senza una vera ideologia portante, fatti apposta per intrattenere il pubblico. 
L'alloggio alle terme diventa una specie di inferno : convengono tutti i 
personaggi di una vita, i viventi come la moglie, l'amante, il produttore, 
gli interpreti principali, ma sopratutto i non viventi, quelli che lo hanno 
lasciato come la madre, il padre, i preti del collegio, la sua prima 
esperienza col mondo femminile, una donna grassa, orribile, che comunque 
incantava i bambini per il suo fascino aggressivo . Ma questi cedimenti 
all'infanzia non sono dei momenti di liberazione, sono degli incubi che 
servono a confondere ancor di piu' la mente del regista . 
Alla fine il film non ci sara', la moglie lo abbandonera' dopo una bella 
sfuriata (l'unico momento in cui lo spettatore e' sicuro di trovarsi nel 
campo del reale, perche' di solito i due piani-reale e immaginario-si 
sovrappongono), ma Guido/Fellini ha capito che bisogna cedere 
all'inarrestabile flusso della vita, accettare la vita cosi' com'e', e 
anzi, riconciliarsi con tutti i personaggi della sua vita, facendo un bel 
girotondo nobilitato dalle suadenti note di Nino Rota . 

Questa e' la morale di Fellini . Ognuno di noi puo' crearsi un'idea di 
questo film . Sara' valida anche l'ipotesi del classico "mattone", ma solo 
dopo aver visto il film, perche' altrimenti si entra nella sfera del luogo 
comune, che e' sempre meglio bandire, perche' e' tremendamente dannoso. 
 

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