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1/2: il sogno di un maestro
Apicella.
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L.
A. Confidential
La
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a giugno...
Bonjour,
Monsier de Talleyrand
Ecco
i nuovi Tamagotchi: i Furby
In
Cina solo figli maschi
I
"segreti" dello zodiaco
Il
giro del mondo in 80 giorni
Laidi,vieni
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M.
Manson: lettera alle autorita'
Milosevic
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& Hobbes
Il
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Libri
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Ranma
1/2
Adrenalina
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I
concerti del mese
I
festival del mese
Jim
Morrison l'immortale
Meeting
delle etichette indipendenti
Mediterraneo
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Radiopanico
The
Sex Pistols'story
Tom
Waits: "Mule Variation"
Yngwie
J. Malmsteen's rising force
I
Telegatti 1999
Coppe:
Parma, che impresa!
La
palla e' rotonda...
Lezioni
di P.R. dall'Inter
My
name is Ayrton Senna
Quando
i "Diavoli" diventano ladri
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YNGWIE
J. MALMSTEEN'S RISING FORCE (Polidor)
MID PRICE
Nel lontano 1984 Malmsteen aniziava la sua carriera solista con questo
bellissimo album, un piccolo capolavoro di tecnica e potenza, ma soprattutto
uno dei primi dischi dove si iniziano a dettare i caratteri di quel genere
che verra' definito metal neoclassico.
Un chitarrista come Yngwie ha definito uno stile da cui attingeranno
in seguito molti altri axe-mon.Qualche esempio? Paul Gilbert, Chris Impellitteri,
ma soprattutto Timo Tolkki degli Stratovarius (a proposito sapete chi troviamo
alle tastiere? Jens Johansson, ora con il combo finlandese), ma anche nomi
piu' recenti, come Arthur Falcone, si ispirano apertamente al suo modo
di suonare velocissimo, preciso e in molti casi con un incedere quasi solenne.
Il lavoro scelto per voi su questo numero e' quasi del tutto strumentale,
a eccezione di due pezzi cantati da Jeff Scott Soto, singer dalla voce
rocciosa e alta allo stesso tempo (ascoltate "As above, so below", la mia
canzone preferita di questo album!).Vi troviamo songs dove il nostro guitar-hero
fa sfoggio della sua allucinante tecnica in ogni fraseggio,rendendo alcuni
brani dei veri e propri libelli di abilita' strumentale,appunto per questo
molti criticano i suoi dischi definendoli esasperazioni di freddo virtuosismo.
Molto spesso pero' chi parla in questo modo non ha mai sentito per
intero un disco del chitarrista svedese ne' ha mai ascoltato composizioni
classiche senza cambiare CD dopo un paio di minuti (e' noto che Malmsteen
cita sempre fra le sue influenze Paganini e Vivaldi), di tanto in tanto
la velocita' dei -nrerv-glissi- solos si attenua per dare vita a momenti
piu' atmosferici come "Icarus Dream Suite", che tra l'altro e' stata rivisitata
in versione orchestrale in un album attualmente disponibile solo in Giappone,
o ancora la finale "Little savage"
Abbiamo sotto gli occhi un disco sotto tutti gli aspetti, ove tecnica
e feeling si uniscono indissolubilmente, a cio' si aggiunge anche una buona
produzione e un buon artwork, Che dire? Se amate il neoclassico e il virtuosismo,
fatelo vostro; in caso contrario, e' ovvio, che rimpiangerete le vostre
25000 Lit.!
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