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RANMA
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E' forse uno
tra i manga più amati degli ultimi anni, famosissimo in Giappone
e molto apprezzato anche da noi europei, finito di pubblicare poco tempo
fa dalla casa editrice Star Comics; avrete capito che sto parlando del
mitico Ranma 1/2. Credo che siano pochissime le persone che non abbiano
mai sentito parlare di Ranma e se così non fosse, il Pathway Journal
vi concede l'occasione per redimervi. Il manga di Ranma è stato
creato dalla mitica Rumiko Takahashi nel lontano 1987 e, benché
siano passati ormai molti anni da quel fatidico giorno, noi italiani abbiamo
soltanto da poco potuto apprezzare la conclusione della grande storia d'amore
che ci ha trattenuto col fiato sospeso per ben 53 volumetti da collezione.
La storia di Ranma è talmente nota che non vorrei dilungarmi
troppo, sappiate soltanto che tutta la vicenda gira attorno al mitico erede
della scuola di lotta indiscriminata Saotome e della sua bella fidanzata
Akane Tendo, figlia del miglior amico del padre di Ranma. Sembrerebbe una
classica storia d'amore; niente di più sbagliato! L'amore c'è
e si vede, ma il vero perno su cui ruota tutta la vicenda è sicuramente
l'incredibile numero di bizzarre avventure in cui si ritrovano Ranma e
alcuni dei suoi amici, vittime di una sorta di maledizione che a contatto
con l'acqua fredda li trasforma in persone o animali alquanto insoliti.
Solo Ranma ha la "fortuna" di trasformarsi in una bellissima ragazza a
cui tutti fanno la corte, la maggior parte dei
protagonisti subisce vergognose mutazioni del tipo porcellino, papera o
panda. Così attraverso la grande comicità della Takahashi,
passano davanti ai nostri occhi la giovinezza, i primi amori e soprattutto
le più incredibili e paradossali disgrazie di un giovane come molti,
alle prese con i problemi che tutti i ragazzi e le ragazze della sua età
affrontano quotidianamente. Il manga è anche ricco di curiosità
sulle tradizioni tipiche giapponesi e soprattutto, ha la capacità
di calare il lettore in una realtà così ben caratterizzata
che spesso ci chiediamo fino a che punto l'immaginazione abbia alterato
la realtà, una realtà che esiste e non esiste, o che forse
solo la grande mente di Rumiko può dire di aver raggiunto.
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