8
1/2: il sogno di un maestro
Apicella.
Segni particolari?Nutella!
Cinema
balcanico
L.
A. Confidential
La
Formula
La
sottile linea rossa
Matrix
Scherzi
del cuore
The
Truman show
Accadde
a giugno...
Bonjour,
Monsier de Talleyrand
Ecco
i nuovi Tamagotchi: i Furby
In
Cina solo figli maschi
I
"segreti" dello zodiaco
Il
giro del mondo in 80 giorni
Laidi,vieni
fratellino
M.
Manson: lettera alle autorita'
Milosevic
alla sbarra
Working
Holidays
Calvin
& Hobbes
Il
nome della rosa
Libri
kafkiani
Ranma
1/2
Adrenalina
che sale: I Litfiba
I
concerti del mese
I
festival del mese
Jim
Morrison l'immortale
Meeting
delle etichette indipendenti
Mediterraneo
atto I
Radiopanico
The
Sex Pistols'story
Tom
Waits: "Mule Variation"
Yngwie
J. Malmsteen's rising force
I
Telegatti 1999
Coppe:
Parma, che impresa!
La
palla e' rotonda...
Lezioni
di P.R. dall'Inter
My
name is Ayrton Senna
Quando
i "Diavoli" diventano ladri
|
BONJOUR,
MONSIER DE TALLEYRAND:
Pochi altri personaggi storici hanno alimentato così tante discussioni
ed hanno suscitato tanto odio come Monsieur de Talleyrand, eppure, a ben
vedere, si tratta di una figura che andrebbe rivalutata, o almeno capita.
Talleyrand non fu l'uomo che sfruttò il clero per fare carriera,
bensì una sorta di Monaca di Monza, obbligato dai genitori, con
cui non era mai vissuto, a farsi prete. La sua sorte fu decisa a pochi
giorni dalla nascita quando fu mandato da una balia per non tornare mai
più nella casa paterna, casa in cui vissero però i suoi fratelli.
Ordinato sacerdote sviluppò un odio, oserei dire naturale, per
quella istituzione che lo aveva rinchiuso per sempre in un ruolo che non
gli apparteneva, né amava. Ebbe delle amanti e, pare, anche un figlio,
disonorando così il buon nome della sua famiglia, i potenti Talleyrand-Périgord,
Pari di Francia, Principi di Chalais, Duchi di Périgord, Duchi di
Talleyrand, Duchi di Montmorency, Principi di Benevento, Duchi di Dino,
Principi di Sagan, Grandi di Spagna di I classe, Marchesi d'Excideuil,
Conti di Grignols, Conti di Montignac, ecc. ecc.
Fu odiato dai suoi contemporanei, forse per invidia, perché
alla fine faceva solo ciò che desiderava o forse perché fu
veramente un politico di successo, un uomo che seppe resistere alle spaccature
della storia, che seppe cavalcare l'onda del successo e che sempre fu un
grand seigneur.
Flaubert registrò l'impietosa ottusità dell'opinione
pubblica francese con un solo motto: "Principe di Talleyrand: essergli
contro".
Per chi non si accontenta dei soliti stereotipi e vuole conoscere a
fondo questo personaggio consiglio un libro di Jean Orieux, biografo di
successo, dal titolo Talleyrand, pubblicato negli Oscar Mondadori, 750
pagine. Titolo originale: Talleyrand ou le sphinx incompris.
|