Il nostro sito : http://web.tiscalinet.it/intifada2000/
A tutti ricordiamo che le lettere verranno inserite nel nostro
sito dove e' possibile trovare gli arretrati. I testi possono essere
usati citando la "lettera cooperanti Palestina" e l'eventuale firmatario
del pezzo.
In questa lettera:
I PESCI RINGRAZIANO, GLI UOMINI NO
NONVIOLENZA INTERNAZIONALE ... E PALESTINO-ISRAELIANA
C'E' NOBEL E NOBEL
NON SOLO TERRA BRUCIATA
Anche i pescatori palestinesi di Gaza sono alla disperazione
e hanno le reti vuote. Ogni notte, anche quando non vi sono tiri
sulla terraferma, le navi israeliane prendono di mira le barche
dei pescatori, costringendoli al rientro da quel piccolo pezzo di
mare che gli accordi di Oslo hanno concesso loro. I pescatori sono
di fatto disoccupati. Altre volte le imbarcazioni israeliane hanno
compiuto veri e propri abbordaggi, fermando gli uomini e sequestrando
le barche quando superavano anche solo uno o due miglia dalla riva.
La pesca con l'agricoltura erano le due piu' importanti attivita'
presenti a Gaza. Nel settore agricolo migliaia di ettari sono stati
distrutti dai buldozer e dai carri cingolati. Prima di settembre
circa 5.000 persone lavoravano nella pesca. Ora il numero e' dimezzato
e circa 600 pescatori del sud della Striscia , dove maggiore e'
lo scontro quotidiano, non mettono le reti a mare da quasi sette
mesi. Il poco pesce in circolazione ha visto anche calare il prezzo,
passando per alcune specie da 60.000 a 35.000 lire al chilo , visto
che il mercato, che prima era soprattutto israeliano , e' chiuso.
NONVIOLENZA INTERNAZIONALE
Dopo la prima manifestazione svoltasi a Betlemme della settimana
della "nonviolenza" organizzata dal Centro per il riavvicinamento
dei popoli di Beit Sahour proponevamo una riflessione sulla partecipazione
palestinese e come "l'occidente " potesse interpretare tali manifestazioni.
Successivamente si sono svolte altre due iniziative del genere.
Una vicina il villaggio di Atara e la seconda vicino Qarawat. Entrambe
avevano l'obiettivo di denunciare la chiusura dei villaggi e cercare
di rimuovere i blocchi. Ancora folta la rappresentanza degli stranieri,
molti residenti nei Territori, ma soprattutto spiccava la presenza
del gruppo italiano organizzato dalle Donne in Nero. In queste due
manifestazioni ci e' stato riferito che la partecipazione palestinese
era piu' consistente rispetto a quella di Betlemme. E a Qarawat
i soldati hanno attaccato con bombe-suono e lacrimogeni, arrestando
per un paio d'ore una quindicina di persone tra palestinesi, israeliani,
francesi e un italiano. E questo e' in parte cio' che si voleva
sottolineare nella precedente nota. Anche se una manifestazione
e' pacifica, i soldati , di fronte ad una evidente presenza palestinese,
sfoderano il loro usuale modo di affrontare queste situazioni. Non
solo usando armi ma anche evidenziando il razzismo verso i palestinesi.
Ci e' stato raccontato che mentre gli stranieri venivano sollevati
e portati alle camionette in modo "civile" da piu' di un poliziotto,
d'altro lato i palestinesi sono stati trascinati per il collo, come
fossero animali. Abbiamo raccolto il giudizio sostanzialmente positivo
di Luisa Morgantini su questa settimana, prefigurando ulteriori
iniziative. Crediamo che ce ne sia bisogno. Occorre che anche da
altri paesi europei venga un contributo in questa direzione. I palestinesi
hanno bisogno della presenza internazionale, per difenderli ma anche
solo per documentare la situazione. E le manifestazioni "pacifiche"
possono esserci laddove abbiano una continuita' e siano fatte insieme.
Se i palestinesi sono soli non vi possono essere dubbi sulla reazione
dell'esercito e forse neanche si puo' chiedere al giovane, alla
moglie o al padre che hanno visto uccidere un loro caro, di parlare
tranquillamente al soldato che si trova di fronte ( che forse il
giorno o un'ora prima ha sparato) come abbiamo visto fare dagli
stranieri nei giorni scorsi guardandolo negli occhi.
NONVIOLENZA PALESTINO-ISRAELIANA
Ieri 21 aprile un'altra azione "nonviolenta" e' stata messa
in atto dal gruppo Ta'ayush di attivisti misti palestino-israeliani
(intendiamo palestinesi-israeliani e ebrei israeliani). Un convoglio
di 20 macchine e 2 camion con derrate alimentari, raccolte attraverso
una sottoscrizione , si sono recati ai villaggi palestinesi di Kafr
Yassouf e Kafr Marda in Area B e C della Cisgiordania centrale.
I villaggi sono sotto assedio da mesi. Alla fine sono riusciti a
distribuire tutto ma la polizia e i soldati israeliani hanno fatto
di tutto per impedirlo. Prima fermando le auto lungo la strada per
"ostacolo alla circolazione", poi elevando multe per motivi ridicoli
legati alle condizioni delle auto (mancanza della luce del fanalino
posteriore destro=105 shekels=55000 lire), poi tentando di impedire
l'ingresso ai villaggi e di bloccare fisicamente la distribuzione
spingendo i manifestanti giu' dai camion. Infine addirittura cambiando
lo status del villaggio da Area B a zona militare chiusa nello spazio
di mezz'ora, almeno questo e' quanto volevano sostenere con i manifestanti.
Al termine della distribuzione, sulla strada del ritorno, all'uscita
del villaggio, la polizia ha di nuovo fermato le auto e questa volta
i manifestanti sono stati fermati e portati al posto di polizia
dell'insediamento di Ariel da dove sono stati rilasciati qualche
ora dopo. Ah, precedentemente l'autista di uno dei due camion e'
stato multato con altre 100.000 mila lire per trasportare " una
ragazza seduta in modo pericoloso sulla mercanzia" !
C'E' NOBEL E NOBEL
I soliti sionisti italiani, che appaiono piu' israeliani degli
israeliani, hanno pubblicato un appello in cui chiedono di ritirare
il Nobel ad Arafat al sito ttp://www.eclettico.org/israele/iniziative/nobel/Default.htm
A noi e' arrivata una email in cui si chiede di aderire ad un appello
per il ritiro del Nobel a Peres, cosa che ci sembra piu' opportuna
visto l'attuale posizione di Peres e dato che riprende una proposta
nata da membri israelo-palestinesi del parlamento israeliano e non
da italiani che fanno i palestinesi. Ecco il testo: E' la stessa
istituzione del Premio Nobel per la Pace a perdere di valore e senso
nel momento in cui pu fregiarsene un uomo come Shimon Peres, che
siede in un governo presieduto da un criminale di guerra e divide
la responsabilit di scelte di guerra e persecuzione che dnno il
colpo definitivo alle speranze legate al dialogo israelo-palestinese.Alla
negazione del diritto dei palestinesi di vivere nella propria terra
in condizioni di dignit e sicurezza e non in un bantustan, ed allo
sprezzante rigetto di solenni deliberazioni delle Nazioni unite,
il governo di cui Peres fa parte unisce la cruenta repressione della
popolazione civile all'interno, ed azioni militari all'esterno dei
confini che, in continuit con quelle di cui lo stesso Peres fu
responsabile come primo ministro, mettono in pericolo la pace nell'intero
Medio oriente. Inoltre, se la pace memoria e testimonianza del
passato proiettata nella speranza del futuro, non eticamente accettabile
che detenga il pi prestigioso titolo di pace un uomo che nel nome
della realpolitik associa al rigetto del diritto al ritorno dei
palestinesi la negazione del passato genocidio degli armeni e dell'attuale
pulizia etnica dei kurdi. Per queste ragioni, come persone impegnate
attivamente per la pace e per i diritti umani, ci uniamo ai deputati
arabi della Knesset per chiedere al Comitato di Oslo di revocare
la concessione del premio Nobel per la Pace a Shimon Peres.
Chi vuole puo' rispondere a dinofrisullo@libero.it o diffondere
il testo.