“SATANA”

Gesù Lo sgridò: «Taci! Esci da quest’uomo!». E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
(Marco 1,25-26)



La parola di origine ebraica “Satana” ricorre 36 volte nel Nuovo Testamento e l’equivalente di origine greca diàbolos 37 volte. Si tratta, dunque, di una presenza significativa che non può essere facilmente eliminata come se fosse un residuo popolare. Alcune volte si parla, con linguaggio biblico, cli “spinto immondo” con riferimento all”impuro” che indica tutto ciò che si oppone al sacro, al bene, alla positività, all’area del tempio e di Dio. Certo, in alcuni casi — a causa di un’antica concezione che considerava la malattia come punizione di una colpa — si era inclini a individuare presenze sataniche anche in sindromi particolari come l’epilessia (è il caso del ragazzo epilettico descritto in Marco 9,14-27) o la follia (è forse il caso dell’indemoniato di Gerasa, Marco 5,1-20).

“Satana” significa “avversario, accusatore” e indica una specie di pubblico ministero che nel Libro di Giobbe è assiso nella corte celeste e ha la funzione di denunciare i peccati degli uomini. “Diavolo”, invece, significa in greco “colui che divide” e il termine è solo negativo: è il tentatore che cerca di staccare Dio dall’uomo. Questo aspetto dominerà nella concezione biblica e Satana si configurerà come la presenza oscura nella storia, che tenta di far pendere la bilancia della libertà umana verso il male, in opposizione alla grazia divina che la orienta e sostiene verso il bene.

Cristo interpella il demonio in modo diretto, rivolgendosi così a un interlocutore personale che irrompe, per esempio, all’improvviso in un uomo che è in una sinagoga ad ascoltare la Parola di Dio (Marco 1,2 1-28). Gesù, quindi, ingaggia una battaglia con Satana e col male. L’”avversario” spande, infatti, la zizzania della corruzione; ha seguaci tra i quali talvolta si possono iscrivere persino i discepoli di Gesù. Famoso è il caso in cui Cristo reagisce contro Pietro definendolo un “satana” perché “non pensa secondo Dio, ma secondo gli uomini”, rigettando la via della croce (Matteo 16,2 1-23).

Satana - che il Libro della Sapienza identifica col serpente tentatore della Genesi (
In questa immagine c’è indubbiamente un’evocazione della tradizione che pensa a Satana come a un angelo decaduto (Giuda v. 6), ma c’è anche la certezza che «il Dio della pace stritolerà Satana sotto i nostri piedi» (Romani 16,20). Il primato nella storia non è, infatti, quello demoniaco, ma è la signoria divina ad avere l’ultima parola e la scena finale dell’Apocalisse (cc. 21-22) ne è la raffigurazione più luminosa.



LE PAROLE PER CAPIRE

SINAGOGA - Vocabolo greco per indicare i luoghi di riunione e di preghiera degli Ebrei, dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme (in greco, infatti, la parola significa “assemblea”). Gesù stesso frequentò le sinagoghe dei villaggi (Nazaret, Cafarnao) in cui soggiornava, soprattutto per il culto sabbatico.

BEELZEBUL - Di per sé era il nome di un dio filisteo e significava “signore principe”. In ebraico era stato deformato in Beelzebub (forse “signore delle mosche”) con evidente senso spregiativo; e così era passato a designare il diavolo, anzi, esattamente, “il principe dei demoni” (Matteo 12,24).