LA ”TRINITÀ”

Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome de! Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. (Matteo 28,19)



La parola “Trinità” non è presente nel Nuovo Testamento nè è possibile rintracciare nelle sue pagine quella teologia trinitaria così complessa e approfondita che è stata sviluppata soprattutto nel IV-V secolo e nella successiva riflessione ecclesiale. Essa, però, ha la sua radice proprio negli scritti neotestamentari, ove si configurano le relazioni che legano tra loro il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. A livello linguistico ricordiamo che Dio Padre è spesso chiamato anche ho Theòs, cioè il Dio per eccellenza; Gesù Cristo è denominato come “Figlio di Dio” o pure come Kyrios, “Signore”, mentre lo Spirito Santo è definito anche “il Paraclito”, ossia il “difensore-consolatore”.

La Trinità è posta alla base del battesimo cristiano nella frase dell’ultima apparizione pasquale di Cristo risorto secondo Matteo, ove si parla di «battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Si ha certamente in queste parole un riflesso della più antica fede trinitaria della Chiesa. Ma già san Paolo aveva delineato una sua teologia della Trinità quando, per esempio, aveva raccordato i doni effusi nella comunità — nella loro diversità e unità — sia allo Spirito sia al Cristo sia al Padre: «Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore (Kyrios, cioè Cristo); vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio (ho Theòs, cioè il Padre) che opera tutto in tutti» ( ! Corinzi 12,4-6).


L’unità tra i credenti, pur nella loro molteplicità, si modella e si àncora al l’unità trinitaria: «Un solo corpo, un solo spirito, una sola speranza... Un solo Signore (Kyrios, Cristo), una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio Padre di tutti» e prima si fa riferimento all’«unità dello Spirito» (Efesini 4,4-6). Ancor oggi nella liturgia ci scambiamo in apertura della celebrazione eucaristica il saluto con cui Paolo chiude la sua se conda Lettera ai Corinzi: «La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio [PADRE]e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (13,13).

Numerosi sono i passi con cui, sia pure con un’articolazione tematica variegata, si fanno entrare in scena lo «Spirito di santificazione», «Gesù Cristo nostro Signore» e «Dio Padre nostro» (Romani 1,4-7; vedi 15,16-17.30; 1 Corinzi 2,10-16; Galati 4,6; Efesini 1,3-14; 2,18-22; Tito 3,4-6, e così via).

Anche san Pietro apre la sua prima Lettera con un indirizzo trinitario: «Secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire a Gesù Cristo» (1,2). San Giovanni ha nella sua prima Lettera un testo divenuto celebre nella tradizione cristiana. Nel contesto di quel passo si parla di «Gesù, Figlio di Dio» e dello Spirito che rende testimonianza; poi si legge: «Tre sono quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi» (5,7-8).

L’antica traduzione latina di san Girolamo, usata per secoli nella liturgia, offriva però un testo diverso di chiara impronta trinitaria (fu definito “il comma giovanneo”). Esso, pur non appartenendo all’originale, esprime in modo netto la fede della Chiesa dei primi secoli che dalle Scritture aveva estratto e riformulato la sua teologia trinitaria: «Tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, il Verbo e lo Spirito e questi tre sono uno».



LE PAROLE PER CAPIRE

ABBÀ - Nell’aramaico, la lingua popolare del tempo di Gesù, era un titolo affettuoso col quale si chiamava il padre, soprattutto da parte dei bambini (“papà, babbo”). Cristo lo usa per il Padre celeste e i cristiani lo riprendono come preghiera nello Spirito (Romani 8,15).

ALLELUIA - Parola ebraica che letteralmente significa: “Lodate il Signore (Jahweh)”. Spesso incomincia i Salmi imprimendo a essi quasi la tonalità necessaria della preghiera: essa deve, infatti, essere soprattutto lode, celebrazione, glorificazione di Dio. L’ultimo Salmo, il 150, è tutto scandito da questo verbo ebraico della lode (hallel).