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Candia Lomellina
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L'origine del nome
Il nome probabilmente deriva dal latino "Candia
Laumellorum". In una antica carta orografica dell'Agro dei Levi,
fra i numerosi nomi di borghi e luoghi, troviamo anche "Candium",
cioè Candia.
Cenni storici
Le origini di Candia sono piuttosto incerte: è stato
rilevato, su un documento degli statuti del comune di Vercelli dell'anno
1241 al cap. "De Villa Candiae", che un certo signore Enrico
Candia abbia edificato il piccolo centro; in seguito si è stabilito con
precisione che il suddetto signore abbia invece riedificato Candia, già
esistente prima. Infatti, data la sua posizione strategica per la
vicinanza al fiume Sesia, essa sarebbe stata distrutta completamente per
eventi bellici e quindi successivamente riedificata da Enrico Candia.
Con un diploma datato 8 agosto 1165, Federico
Barbarossa riconosce ai pavesi il diritto di nominarsi Consoli; concede
favori ed esenzioni ben più ampie di quelle che concederà ai comuni
italiani nella pace di Costanza, e delimita il territorio di Pavia che
comprende anche "Cerpengius, Rosascus, Bagnol, Lambosca, Coce,
Candia et Bremide". Questa supremazia territoriale di Pavia viene
riconfermata da Enrico VI con un diploma del 7 dicembre 1191. Dopo pochi
anni ricomincia la lotta fra l'Impero e la Lega Lombarda ed è così che,
il 4 dicembre 1200, Mortara e cinquantadue altri luoghi vengono distrutti.
L'anno dopo, Vigevano viene espugnata sempre dai soldati della Lega e nel
1213 Velezzo, Breme, Villanova, Cozzo e Candia sono distrutte da milanesi
e piacentini. Candia viene nuovamente saccheggiata dai milanesi, insieme a
Velezzo e Breme, nel 1222.
Nel periodo medievale, il paese è racchiuso da
arcaiche mura e da un fossato. I Candiesi, non possedendo all'interno
delle mura un luogo di culto, per le sacre funzioni devono rercarsi fuori
del paese. Man mano cominciano a sorgere alcune costruzioni all'esterno
del paese, fra cui la chiesa di San Michele. Nascono però ben presto tali
rivalità tra gli abitanti all'interno delle mura e quelli all'esterno,
che si sviluppano addirittura due diversi dialetti. Le chiese di San
Michele e di San Giovanni della Villata sono genericamente designate "De
Candia", mentre la cappella di San Giovanni è considerata
separatamente ed indicata come "De Villa Candiae". Si può
pensare che la cappella di San Giovanni sia stata la "vecchia
chiesa" del primo nucleo del paese, sopravvissuta alla distruzione di
esso.
Nel 1298-1299, nell'elenco delle decime, troviamo
nominate la Chiesa San Michele di Candia e la Cappella di San Giovanni
della Villata. In quegli anni, Villata è un considerevole forte,
collocato in posizione strategica, spesso considerato obbiettivo primario
degli avversi eserciti combattenti in Lomellina.
Nel 1532 i Confalonieri sono già investiti Patroni di
Candia. Nel 1357 Ugolino di Gonzaga, che si trova nel vercellese, passa il
Sesia e viene a devastare i territori di Candia e di Villata, appartenenti
al distretto pavese, in quel tempo occupati dai Visconti.
Si incomincia a parlare della chiesa di Santa Maria
intorno al 1468, anno in cui dagli atti della curia sappiamo che il
rettore di San Michele, Giacomo de Scozii, costruisce una cappella nella
chiesa di Santa Maria. La chiesa di San Michele, che conta quasi cinque
secoli, ha lunghe storie da raccontare. Si dice, infatti, che il 9 giugno
1571 viene in visita pastorale a Candia il cardinal Ferreri, arcivescovo
di Vercelli. Egli nota subito le condizioni precarie della chiesa, dando
così ordine ai nobili Confalonieri, feudatari del paese, di restaurarla
nel termine di due anni, impegnando la somma di 300 scudi d'oro. Per le
traversie dei tempi, il restauro della chiesa viene ultimato solo nel
1587, come comprova la lapide a muro posta all'interno di essa.
In questa Candia Lomellina e non in quella novarese è
possibile che nascesse Pietro Filargo, colui che sarebbe diventato Papa
con il nome di Alessandro
V.
I monumenti e le opere d'arte
La chiesa di San Michele conserva prestigiosi
dipinti. Nella cappella dell'Annunziata sono ammirevoli un'icona e due
affreschi di Pietro Francesco Lanino, figlio di Bernardino: uno
raffigurante la Natività e l'altro l'adorazione dei Magi. Nella cappella
del Rosario troviamo due affreschi del Moncalvo, raffiguranti la
presentazione di Gesù al Tempio e la fuga in Egitto, datati 1593.
Nella piazza principale, piazza San Carlo, sorge il
palazzo del Municipio, con la torretta e l'orologio a quattro facce
sovrastato da una grossa campana di bronzo. Al centro della piazza vi è
un grosso monumento, in bronzo, raffigurante un guerriero con scudo ed un
angelo, alla memoria dei caduti. Sul lato sinistro di essa, un altro
piccolo monumento, in granito, detto "il Rulin",
con in alto una croce di bronzo, eretta a ricordo della visita di San
Carlo Borromeo, avvenuta nel 1578. Sullo stesso lato, a fianco della
torretta del Municipio, un arco introduce in via Cavour; a metà circa
della via, vi è la chiesa di Santa Maria: essa si presenta
esternamente di stile classico, con grossi basamenti di colonne ai lati,
contenenti quattro statue raffiguranti San Francesco, San Carlo,
Sant'Eusebio e Sant'Antonio. Una massiccia porta, in legno intagliato,
immette nell'interno a tre navate: in quella di destra vi è un grande
Crocifisso ed altre statue di Santi, mentre a sinistra vi è il
Battistero, con a fianco un quadro d'epoca raffigurante il Battesimo di
San Giovanni.
Le strutture turistiche
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Ristoranti
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Ponte Sesia
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Via Casale, 19
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0384/74.098
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Per saperne di più...
... consigliamo la "visita" del sito Internet
www.ozeta.it/candialomellina.
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