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San Giorgio di Lomellina
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Cenni storici
Le notizie storiche riguardanti il paese, prima che ad
esso venisse imposto il nome cristiano di San Giorgio, sono molto scarse;
è comunque plausibile che un agglomerato di tipo urbano già esistesse in
epoca romana, come testimoniano alcuni reperti trovati nelle campagne
circostanti, tra cui i resti di tombe databili attorno al IV secolo,
venuti alla luce durante scavi condotti in prossimità di un terrapieno su
cui, in epoca più tarda, sarebbe sorto un castello.
Ma le vere origini di San Giorgio sono di carattere
monastico, potendosi ricondurre la sua nascita "cristiana" alla
fondazione dell'abitato di Monticello. La tradizione vuole, infatti, che
la regina Teodolinda desse in dono al papa Gregorio Magno numerosi
territori perchè vi inviasse i frati benedettini di Monte Cassino a
portare la fede cristiana. Il luogo scelto come epicentro di questa
missione evangelizzatrice è il monastero di Pedona, da cui quello di
Monticello dipende. Nelle vicinanze del monastero benedettino, su un
rialzo naturale del terreno, viene probabilmente edificato un castello a
difesa dello stesso monastero e delle varie abitazioni che si vanno
distribuendo nei dintorni; è questo, con molta probabilità, il nucleo da
cui ha origine San Giorgio. Notizie di un centro benedettino a Monticello
e di un vicino centro abitato denominato San Giorgio, esistono a partire
dal 1129; il monastero deve essere di notevole importanza, a giudicare
dalla vasta estensione di territori sotto la sua giurisdizione; è
dedicato a San Maurizio e nelle sue vicinanze sorge pure un ospedale.
Accanto al monastero probabilmente si trova una chiesa, anch'essa dedicata
a San Maurizio. Monticello scompare totalmente durante il XV secolo,
probabilmente assorbito nello sviluppo dal crescente borgo di San Giorgio.
Il borgo possiede già a quel tempo una chiesa dedicata al patrono
protettore, ed un maniero eretto a difesa delle popolazioni dalle
scorrerie saracene.
Un Aicardi di San Giorgio è persona di prestigio alla
corte di Filippo Maria, a da lui ha origine la nobile famiglia dei
Visconti Aicardi. Sotto i Visconti e gli Sforza, San Giorgio passa più
volte di mano; subisce il primo saccheggio dai francesi nel 1647. Il borgo
subisce un nuovo assedio e la distruzione nel 1658; dopo tale fatto d'armi
cessa di apparire specificatamente in avvenimenti di una certa importanza.
San Giorgio è stato crocevia di santi e predicatori
famosi. In particolare, si racconta che, poco dopo la metà del 1300, una
famiglia di contadini abbia ospitato il santo eremita Miro di Canzo, che
qui ha la visione di Cristo, ottenendo cinque giorni di pioggia continua
che pongono fine ad un lunghissimo periodo di siccità sofferto dai
sangiorgiesi.
I monumenti e le opere d'arte
Entrando in paese, provenendo da Cergnago, si nota
sulla destra un complesso di fabbricati di foggia monastica; è quanto
resta della chiesa e del convento di Santa Maria degli Angeli. Non
si conosce l'esatta data di fondazione di questo monastero francescano, ma
si sa che il fabbricato venne ultimato nel 1609; il convento era cinto da
un muro e dotato di un discreto chiostro, con un buon numero di celle e di
sale. La chiesa, in stile vagamente rinascimentale, era a tre navate a
volta, con quattro arcate; dotata di tre altari, probabilmente aveva anche
un coro di discreta fattura. Il convento viene soppresso in epoca
napoleonica, nel 1810, ed il terreno e i fabbricati sono venduti a
privati; riaperto più tardi, nel 1817, ed affidato ai Padri Minori
Osservanti, il convento viene ridotto allo stato attuale nel 1866, quando
viene soppresso l'Ordine; i locali sono trasformati in filanda, la chiesa
in un magazzino ed il campanile in una torretta merlata; dal chiostro è
ancora visibile l'antica meridiana.
Monumento tipico di San Giorgio è diventato il famoso Mulino
(foto a sinistra) di piazza IV novembre, l'antico "mulino di
sotto" con le ruote e le macine in sasso perfettamente conservate.
Poco conosciuto è l'accattivante e maestoso barocco
che decora l'interno della Chiesa parrocchiale, insospettabile per
chi guardi la facciata un poco anonima e sporcata dal tempo. Presenta una
sola imponente navata con crociera centrale e deambulatori; è ornata di
stucchi nei capitelli e nella volta. L'altare maggiore è in marmo a
pietre dure, coronato da un tronetto con due angeli adornati. Altri due
altari si notano nella crociera; in uno di essi, dedicato alla Madonna del
Rosario, è situata una tela di buona fattura. Nel coro si trova una bella
tavola quattrocentesca raffigurante la Madonna con il Bambino e pure di
rilievo sono le tele di San Francesco d'Assisi e di Sant'Elisabetta. La
chiesa, ultimata nel 1772, è stata restaurata di recente, nel 1940.
E, ancora, i settantasei metri di vertigine classica
del Campanile, simbolo dell'orgoglio paesano e faro per chi batte
le strade lomelline; iniziato nel 1500, viene ridotto allo stato attuale
nel 1767.
Nei dintorni
Ci sono, a corollario, le piccole chiese campestri di San
Bernardo e San Paolo, semi di devozione popolare buttati fra le
vaste risaie; la croce-monumento che segna il "campo della
peste" del 1630 (quella resa celebre dal Manzoni) a lato della
provinciale per Tromello e la chiesa di San Rocco in castello (XV
sec.).
Gli eventi e le manifestazioni
La Festa Patronale celebra la memoria del Santo
protettore del paese e si tiene, in aprile, la prima domenica successiva
la festività del Santo.
Le strutture turistiche
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Ristoranti e trattorie
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Trattoria San Giorgio
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Via Dante, 22
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0384/43.008
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