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Galliavola
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L'origine del nome
Il suo nome pare derivi dal latino "Galli
Aula" o "Gallorum Aula". Ciò è avvalorato dal
ricordo di una lapide ora andata perduta. In Galliavola, infatti, per un
certo periodo di tempo, soggiorna un re francese con la sua corte; da
questo ricordo proviene il nome di Galliavola (Corte dei Galli, Corte dei
Francesi).
Cenni storici
Il re francese di cui si è detto sopra è stato
identificato in Pipino il Breve che, chiamato in difesa del pontefice
Stefano III, assediato da Astolfo, re longobardo, ne ottiene la resa.
I milanesi distruggono gran parte del territorio nel
1213; successivamente la zona diventa proprietà dei due fratelli
Lambertenghi. L'ultimo erede della famiglia, fattosi gesuita, lascia tutti
i suoi cospicui beni, compresa Galliavola, all'ordine monastico, che li
tiene fino alla soppressione napoleonica. I beni vengono allora alienati e
sono in gran parte acquistati dalla nobile famiglia milanese dei conti
Greppi, il cui ultimo erede li cede, nel 1967, alla Santa Sede, alla quale
tuttora appartengono.
Dopo la distruzione della rocca, nel XVI secolo viene
edificata nello stesso luogo, con probabile scopo difensivo, un'ampia
dimora signorile. L'accesso avviene da Piazza della Vittoria, centro del
paese, passando sotto ad una delle torri rimaste, oggi quasi
irriconoscibili. Sopra il portone d'ingresso sono tuttora individuabili le
fessure del ponte levatoio ed uno stemma affrescato. All'interno del
cortile si può notare uno stemma scolpito, forse dei Lambertenghi. Il
palazzo, a pianta rettangolare, è adibito ad abitazione privata e
conserva gran parte dell'antico arredamento seicentesco ed alcuni quadri
di scuola bergamasca attribuiti a Giacomo Ceruti (XVIII sec.).
I monumenti e le opere d'arte
La chiesa di San Lorenzo Martire, in Piazza
della Vittoria, edificata nel 1500, presenta l'aspetto dell'ultimo
rifacimento del 1832. Di particolare interesse è la Chiesa dello
Zerbaiolo, annessa al cimitero, edificata nel 1100 circa. Essa è da
sempre officiata dall'ordine dei Serviti.
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