Secondo una tradizione
leggendaria all’inizio del XIII sec. Il
capo di un clan affine ai Quechua, il cui
nome era Inca, condusse la sua gente, da
un luogo detto "Le grotte dell’Aurora",
posto nella regione montagnosa a SE di
Cuzco, fino alla valle sottostante dove
venne edificato il primo nucleo della
città di Cuzco. Sotto questo capo
leggendario, noto col nome di Manco Capac
(Capac significa grande), che secondo
alcune leggende discendeva dal Dio
Viracocha e secondo altre direttamente dal
Dio sole, gli incas dovettero sostenere
dure lotte con le genti vicine. Con il
tempo si distrussero due nuclei cittadini,
L’Hurin Cuzco, o città bassa, e l’Hunan
Cuzco, o città alta, in lotta fra loro
per la supremazia del paese; verso la
metà del XIII sec., L’inca Sinchi Roha,
da alcuni andicato quale figlio di Manco e
da altri quale capo della città alta,
unificò la città e sottomise le tribù
della vallata. Dalle tante successioni al
trono è da ricordare Viracocha Inca: egli
estese il regno ad Est e a Sud gettando le
basi del futuro impero. Altri imperatori
estesero i confini dell’impero fino a
toccare i confini dell’odierno Cile ed
Ecuador, fornendo al progresso del paese
un notevole impulso.
L’impero raggiunse la
sua massima estensione intorno al XVI sec.
con Huayna Capac; mentre la guerra civile
tra i suoi due figli, Huàscar e
Atahualpa, si risolse con la vittoria del
secondo. La nascita dell’impero Inca,
sullo stimolo di una notevole espansione
del territorio controllato dai guerrieri
imperiali, iniziò durante il regno dell’ottavo
sovrano, Viracocha, vissuto all’inizio
del XV secolo.
La durissima lotta
scatenatasi tra i figli Huayna Capac,
Huàscar e Atahualpa, indebolì fortemente
l’impero, che fu facile preda dei
conquistatori spagnoli giunti nel 1532
sotto la guida di Francisco Pizarro. L’evento
non fu valutato come minaccia dal popolo Incas,
ma piuttosto con curiosità. Atahualpa,
divenuto nel frattempo imperatore si
incontrò alle porte della città di
Cajamarca, scortato da un esercito di
30000 uomini, contro quello di Pizzarro di
solo 180 uomini. L’incontro sembrò
essere cordiale, anche se l’intenzioni
di Pirazzo erano tutt’altro che
pacifiche. Offerto un libro di preghiere
all’imperatore Incas, quest’ultimo lo
esaminò ma non comprendendo cosa fosse,
lo gettò via un istante dopo. Al grido di
battaglia "Santiago", gli
spagnoli nascosti uscirono allo scoperto
imprigionando l’imperatore Incas. Egli
propose di riscattare la libertà del suo
popolo con un enorme riscatto in oro e
ricchezze. Gli spagnoli accettarono ma
ciò non gli salvò la vita: finche egli
visse, i colonizzatori furono sempre
assaliti dalla paura di una controffensiva
del popolo Incas.
Dopo che fu ucciso, gli
Incas furono sottomessi dai conquistadores
e gradualmente tutte le tradizioni
incaiche andarono perdute. L’impero
Incas era suddiviso in quattro regioni o
cantoni, ognuno dei quali era riferito ad
uno dei punti cardinali rispetto alla
capitale Cuzco. Questa notevole espansione
fu frutto di continue battaglie vinte
contro le tribù rivali. L’esercito
incaico era, infatti, molto ben addestrato
e organizzato. I capi delle tribù
sottomesse dovevano prestare giuramento al
Sapa Inca, il quale spesso li lasciava a
capo della nuova porzione dell’impero.
Coloro che rifiutavano la nuova autorità
erano giustiziati. |