Criollismo e il regionalismo nel romanzo
Anche i romanzi e i racconti di questo
periodo sono caratterizzati da un fondamentale
interesse per la vita dei campi e in particolare
per la vita della povera gente, pur se nella
prosa si rivela una tandenza molto più
accentuata al didatticismo. Anche in Cile si
verificò l'interesse degli intellettuali verso
la campagna e ci fu addirittura il tentativo da
parte di un gruppo di scrttori di fondar una
colonia tolstoiana per ritornare alla semplicità
di vita del contadino.come era accaduto in
Argentina e in Uruguay, una ben distinta
tendenza moraleggiante fece la sua comparsa
negli scritti di questo periodo. L'esempio più
interesssante è fornito da Bartolomeo Lillo
(1867-1923). Nato nella città di provincia di
Lota da un'umile famiglia, lavorò in una
pulperia(picclo emporio di campagna con grande
varietà di merci) in un distretto minerario.
Gli scrittori di origine relativamente umile
rappresentavano ancora una rarità nella
letteratura ispano-americana. In Cile,
particolarmente, essi erano stati per la
maggioranza i rampolli di famiglie ricche o
addirittura aristocratiche. Lillo invece era
molto vicino alla gente di cui parlava nei suoi
scritti. Forse è questa la ragione per cui i
sui racconti hanno una forza e una autenticità
insolite per questo periodo. Di lui ci sono
pervenute due raccolte di novelle, Sub terra
(1904) e Sub sole (1907); i racconti convenuti
nella prima raccolta hanno quasi tutti per
argomento la vita nelle comunità minerarie. Per
la prima volta in tutta la letteratura
ispano-americana i racconti di Lillo offrono una
visione dell'uomo vittima della società
industriale. Fra di essi, due sono
particolarmente interessanti a questo proposito.
In la compuerta numero 12 (cancello numero 12)
si narra come un padre sia costretto a portare
il figlio a lavorare in miniera. Il ragazzo, che
non capisce perché lo stanno portando sotto
terra, è dapprima mezzo impaurito e mezzo
affascinato da ciò che vede, ma non appena si
rende conto che deve lavorare laggiù,
sopraffatto dal terrore, deve essere legato alla
roccia. L'angoscia che il padre prova a dover
agire in questo modo non si esprime con parole,
ma nella rabbia con cui egli colpicse il muro di
carbone, ferendosi masochisticamente, ma in
ultima analisi rivelandosi pur sempre impotente
a cambiare la situazione.
Un contemporaneo di Lillo, ma più giovane di
lui, Mariano Latorre (1886-1955) fu spinto a
scrivere racconti sulla vita dei contadini, e
dei pescatori e a descrivere il paesaggio cileno
dalla scoperta del profondo abisso esistente tra
la vita attorno a lui e l'educazione di tipo
europeo ricevuta. Nei racconti di Latorre il
tema principale è rappresentato dalla lotta
dell'uomo contro la natura; di qui la preferenza
dell'autore per racconti di mare o ambientati
sulle Ande. Latorre non è mai stato un grande
scrttore. Le sue descrizioni paesaggistiche
raramente rompono con la tradizione letteraria
per la scelta delle immagini. Egli ha valore in
quanto apri nuovi orizzonti alla letteratura.
Nei suoi racconti l'interesse è rappresentato
dalla completa novità dei soggetti, come ne La
epopea de moni, in cui è narrata la lotta
all'ultimo sangue di un giovane pastore con un
condor che sta cercando di rubargli le pecore.
Egli contribuì a dare l'avvio alla letteratura
criollista, che doveva rappresentare fino al
1950 la principale corrente della letteratura
cilena.
Una definizione abbastanza esatta del criollismo
è data da Rufino Blanco Fombona: è la pittura
à outrance dei costumi popolari con i tipi e
nel linguaggio del basso popolo. Il criollismo
nella poesia, nella prosa e nel teatro sta ad
indicare una fase del tutto nuova nella
letteratura latino-americana.Col Modernismo si
era data una spinta all'innalzamento del
prestigio della letteratura; la fondazione di
piccole riviste in tutto il continente aveva
rappresentato come mai prima d'allora, uno
stimolo alla composizione di poesie e di
racconti. Col Criollismo si dà inizio
all'incanalamento di questa attività letteraria
entro temi americani e si dà l'avvio a una
sempre maggiore presa di coscienza della povertà
e delle ingiustizie alle quali era sottoposta la
maggioranza della popolazione. Gli scrittori
avevano cominciato a esplorare l'entroterra del
proprio paese ed essi, pur servendosi di
strumenti ancora primitivi, contribuirono a
formare quella tradizione che doveva trovare il
proprio culmine nei grandi romanzi regionalisti
degli anni Venti. Nessun grande romanziere
emerse in Cile nel periodo del Criollismo, ma in
compenso molti furono i racconti e i romanzi
scritti secondo la tradizione criollista, in cui
erano descritti modi di fare e personagggi
tipici della campagna. Molti furono gli
scrittori che vollero raffigurare la vita nelle
perti più remote della Repubblica, dall'estremo
sud descritto in alcuni romanzi di Juan Marin
(1900-63), ai vari aspetti dell'esistenza dei
contadini e dei poveri che si ritrovano nei
romanzi e nei racconti di Rafael Maluenda (
1885-1963), Luis Durand (1895-1954) e Marta
Brunet (1901-1967).
E' curioso comunque il fatto che due tra i
migliori romanzi regionalisti furono scritti da
autori che si erano fatta una reputazione in un
campo totalmente diverso: Eduardo Barrios (
1888-1963), conosciuto soprattutto come
scrittore di romanzi psicologici, pubblicò
verso la fine della sua lunga carriera l'opera
dal titolo Gran Senor y rajadiablos ( Gran
signore e sollevatore d'inferno) ( 1948) e Pedro
Prado (1886-1952). Poeta modernista e autore di
parecchi romanzi simbolici e poetici, scrisse e
pubblicò nel 1924 El juez rural ( Il giudice
rurale). Quest'ultimo presenta forse maggior
interesse come documento che come opera
artistica, in quanto in esso è descritta giorno
per giorno la vita di un magistrato di campagna.
L'autore mostra di sentire un po' di nostalgia
per quei vecchi tempi in cui uomini robusti e
vigorosi erano capaci di manovrare gli altri
come volevano. Questi sono i più grandi romanzi
regionalisti pubblicati negli anni Venti e
Trenta; e i migliori fra di essi, come si può
constatare, trattavano di uomini e di situazioni
non privi di un interesse universale pur essendo
al tempo stesso integrati completamente in una
regione perticolare.
Il realismo
Nel XIX secolo il realismo era stato lo
strumento tecnico adottato dai romanzieri
borghesi che voleveno descrivere con tutta la
verosomiglianza e l'oggettività possibile le
relazioni esistenti tra l'individuo e la società
cui egli apparteneva. Negli anni Trenta esso
assunse un nuovo significato.
Il realismo allora si propose di mostrare non
soltanto i meccanismi della società, ma in
particolar modo lo sfruttamento economico, la
lotta di classe e le nuove forze che si facevano
largo fra le classi degli operai e dei contadini
destinate a cambiare la situazione. Questo
realismo fu conosciuto come realosmo comunista,
benchè la dominante atmosfera di depressione
economica incoraggiarse, anche fra gli scrittori
che non erano comunisti, una concentrazioni su
quei settori della società che sembravano
effettivamente o potenzialmente i più
militanti.
Manuel Rojas e il realismo cileno.
Non sempre il realismo fu legato alla
protesta sociale e al dibattito; tale è il
caso, ad esempio, dello scrittore Manuel Rojas,
le cui opere si rivelano sotto alcuni aspetti
simili a quelle di Gorkij, e a somiglianza
dell'autore russo, Rojas trovò nella propria
vita una inesauribile risorsa di materiale. Nato
a Bueno Aires nel 1896, nel 1912 egli attraversò
le Ande a piedi per cercare lavoro a Santiago;
qui egli visse insieme a un gruppo di anarchici,
imparò a fare l'imbianchino e l'elettricista,
lavorò sui battelli a Valparaiso ed entrò
infine a far parte di una compagnia teatrale
come suggeritore. Questo materiale grezzo gli
fornì l'ispirazione di base per i suoi migliori
romanzi, Lanchas en la bahia ( Scialuppe nella
baia) (1931) e Hijo de ladron ( Figlio di un
ladro) ( 1951). Nel primo è narrata la storia
di un ragazzo che fa prima il guardiano sulle
lance e poi il portuale e lo stivatore. Egli si
prende come amante una prostituta, e dopo che ha
combattuto per lei, è messo in prigione e poi
lasciato andare. La storia è narrata in prima
persona in uno stile laconico privo di
sentimentalismi e di slanci emotivi, con
scarsezza di aggettivi e maggiore rilievo
all'azione rispetto alle parti descrittive. In
questa forma di realismo l'attenzione
dell'autore è rivolta soprattutto ai fatti
della vita di un uomo, alle relazioni e alle
tecniche di lavoro e alle pressioni che il mondo
esterno esercita su di lui. Figlio di ladro è
la storia, anch'essa narrata in prima persona,
dei vagabondaggi di un giovane che all'inizio
del romanzo esce dalla prigione a Valparaiso.
Mescolata ai suoi primi incontri e lavori dopo
l'uscita dal carcere, c'è una rievocazione
della sua fanciullezza a Buenos Aires, trascorsa
accanto al padre che faceva il ladro. In Cile
egli fa una grande varietà di lavori, capita di
nuovo in prigione per aver partecipato ad un
tumulto e alla fine egli parte insieme con due
amici, il "filosofo" e un pittore di
nome Cristian, per andare a lavorare sulla
costa. Il romanzo ha in sé la stessa unità che
si ritrova nella vita; gli eventi o capitano per
caso, o sono imposti dal lavoro e dalla necessità
di far denaro. Il padre che faceva il ladro è
catturato; il ragazzo si trova per la strada
durante un tumulto e un saccheggio e attacca i
polizziotti perché li ha visti picchiare un
uomo. Il realismo dell'autore perciò è ben
diverso da quello "diretto" di Icaza,
dal momento che, a differenza di quest'ultimo,
Rojas non sembra volerci mostrare null'altro che
non sia il trascorrere della vita per gli
abitanti più poveri della città. Rojas è il
più grande scrittore realista dell'America
Latina, e ciò è dovuto alla sua capacità di
modellare perfettamente la tecnica scelta alle
esigenze del materiale, che deriva proprio da
vicino dalla vita dei lavoratori.
Letteratura contemporanea
Il Cile, il lembo più estremo dell'America
Latina, è uscito da qualche tempo alla ribalta
nel panorama letterario internazionale. Oltre ai
premi Nobel Pablo Neruda e Gabriela Mistral,
vanta personaggi di spicco apprezzati
internazionalmente. Fra questi ricordiamo
Francisco Coloane, marinaio e scrittore, autore
di avventurosi romanzi di cacciatori di balene,
Antonio Skàrmeta, il cui "postino" e'
stato reso celebre da Troisi, Isabel Allende,
nipote del presidente deposto nel 1973, autrice
di best sellers fra i piu' apprezzati, Luis
Sepulveda, considerato il piu' rappresentativo
esponente della nuova generazione. E ancora, i
poeti Sergio Macias e Waldo Rojas.
Hanno tutti contribuito a farci conoscere
"l'altra America", una realtà lontana
ed esotica, ricca di fascino, mistero e
contraddizioni.Agli anni '50, con la
pubblicazione della poesia di Neruda, e a
"Cent'anni di solitudine" di G.
Garcìa Marquez, risale il boom della narrativa
latino-americana in Italia.
In seguito, "La casa degli spiriti" di
Isabel Allende, "Diario di un killer
sentimentale" di Luis Sepulveda, sono stati
in testa alle classifiche. Negli anni '80, una
nuova generazione di scrittori ispano-americani
e cubani, tra cui Coloane, Bonasso e lo stesso
Sepulveda , rinnovano il panorama letterario con
spunti interessanti e con il recupero di generi
minori: il noir, il poliziesco, il romanzo
d'avventura sulla scia di Melville e London.
Luis Sepulveda e Coloane sono gli scrittori
della nuova epica, fatta di eroi umili,
impegnati nella dura lotta per la sopravvivenza.
L'oceano impetuoso di Capo Horne, la solitudine
della distesa della Patagonia… a fare da
sfondo è la natura incontaminata, selvaggia.E
poi il paese, attraversato da contraddizioni
geografiche, storiche e politiche: dalla Terra
del Fuoco ai ghiacci della zona artica, dalla
colonizzazione spagnola alla democrazia
sofferta, dal golpe alla dittatura militare di
Pinochet. Un grande spirito patriottico e un
forte impegno, a volte la militanza, in campo
sociale e politico.
Nella Allende, nipote del Presidente scomparso,
emerge con evidenza l'identità tra storia
personale e storia politica, dimensione interna
e esterne coincidono; nella storia della
famiglia e dei singoli che la compongono è
scritta la storia dell'intero paese.
"Dire perchè in Italia abbiamo tutto
questo successo mi sembra piuttosto ovvio
afferma Luis Sepulveda Certo non mancano le
critiche di chi dice che ci limitiamo a creare
un prodotto commerciale, "giusto" per
voi... In realtà, noi creiamo, in base a ciò
che conosciamo, un mondo esotico, pieno di
misteri e di fascino. Voi italiani amate
moltissimo la scrittura
"sentimentale", sentita, fatta con il
cuore… ecco il motivo di questa preferenza.
Noi scrittori sappiamo di avere una grande
responsabilità perchè entriamo nella casa
delle persone, nella loro testa e nel loro
cuore, questo si riflette nel nostro modo di
scrivere, nelle nostre parole e intenzioni. La
scrittura è soprattutto un modo per parlare,
per superare i muri e le incomprensioni".
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