Barra_alto

M E N U

LETTERATURA
Pablo Neruda
Gabriela Mistral
Isabel Allende
Francisco Coloane
Luis Sepulveda
Antonio Skarmeta
Letteratura antica
Origini
Linguistica
GEOGRAFIA 
Geografia Fisica
Turismo
Flora e Fauna
Popolazione
Itinerari

Isola di Pasqua

I Misteri dei Moai

Mappe
Il Cile visto da...
STORIA
Conquiste
Mapuche
Incas
Prima degli Incas
POLITICA
Salvador Allende
A.Pinochet
R. Lagos

Testimonianze

ECONOMIA
Statistiche
 
CULTURA 
ARTE  
Pittura
C.Bravo
R.Matta
P.Echaurren
Orellana
Scultura

Tapia Radic

Teatro
Mapuche
Precolombiana
MUSICA
Musica Popolare
Violeta Parra
Victor Jara
Inti-Illimani
Danza
cucina
Ricette
Vino
RELAX
Puzzle di Rapa Nui
Fotografie
 CREDITS
   

 letteratura moderna e contemporanea

 
 Su

Criollismo e il regionalismo nel romanzo

Anche i romanzi e i racconti di questo periodo sono caratterizzati da un fondamentale interesse per la vita dei campi e in particolare per la vita della povera gente, pur se nella prosa si rivela una tandenza molto più accentuata al didatticismo. Anche in Cile si verificò l'interesse degli intellettuali verso la campagna e ci fu addirittura il tentativo da parte di un gruppo di scrttori di fondar una colonia tolstoiana per ritornare alla semplicità di vita del contadino.come era accaduto in Argentina e in Uruguay, una ben distinta tendenza moraleggiante fece la sua comparsa negli scritti di questo periodo. L'esempio più interesssante è fornito da Bartolomeo Lillo (1867-1923). Nato nella città di provincia di Lota da un'umile famiglia, lavorò in una pulperia(picclo emporio di campagna con grande varietà di merci) in un distretto minerario. Gli scrittori di origine relativamente umile rappresentavano ancora una rarità nella letteratura ispano-americana. In Cile, particolarmente, essi erano stati per la maggioranza i rampolli di famiglie ricche o addirittura aristocratiche. Lillo invece era molto vicino alla gente di cui parlava nei suoi scritti. Forse è questa la ragione per cui i sui racconti hanno una forza e una autenticità insolite per questo periodo. Di lui ci sono pervenute due raccolte di novelle, Sub terra (1904) e Sub sole (1907); i racconti convenuti nella prima raccolta hanno quasi tutti per argomento la vita nelle comunità minerarie. Per la prima volta in tutta la letteratura ispano-americana i racconti di Lillo offrono una visione dell'uomo vittima della società industriale. Fra di essi, due sono particolarmente interessanti a questo proposito. In la compuerta numero 12 (cancello numero 12) si narra come un padre sia costretto a portare il figlio a lavorare in miniera. Il ragazzo, che non capisce perché lo stanno portando sotto terra, è dapprima mezzo impaurito e mezzo affascinato da ciò che vede, ma non appena si rende conto che deve lavorare laggiù, sopraffatto dal terrore, deve essere legato alla roccia. L'angoscia che il padre prova a dover agire in questo modo non si esprime con parole, ma nella rabbia con cui egli colpicse il muro di carbone, ferendosi masochisticamente, ma in ultima analisi rivelandosi pur sempre impotente a cambiare la situazione.

Un contemporaneo di Lillo, ma più giovane di lui, Mariano Latorre (1886-1955) fu spinto a scrivere racconti sulla vita dei contadini, e dei pescatori e a descrivere il paesaggio cileno dalla scoperta del profondo abisso esistente tra la vita attorno a lui e l'educazione di tipo europeo ricevuta. Nei racconti di Latorre il tema principale è rappresentato dalla lotta dell'uomo contro la natura; di qui la preferenza dell'autore per racconti di mare o ambientati sulle Ande. Latorre non è mai stato un grande scrttore. Le sue descrizioni paesaggistiche raramente rompono con la tradizione letteraria per la scelta delle immagini. Egli ha valore in quanto apri nuovi orizzonti alla letteratura. Nei suoi racconti l'interesse è rappresentato dalla completa novità dei soggetti, come ne La epopea de moni, in cui è narrata la lotta all'ultimo sangue di un giovane pastore con un condor che sta cercando di rubargli le pecore. Egli contribuì a dare l'avvio alla letteratura criollista, che doveva rappresentare fino al 1950 la principale corrente della letteratura cilena.

Una definizione abbastanza esatta del criollismo è data da Rufino Blanco Fombona: è la pittura à outrance dei costumi popolari con i tipi e nel linguaggio del basso popolo. Il criollismo nella poesia, nella prosa e nel teatro sta ad indicare una fase del tutto nuova nella letteratura latino-americana.Col Modernismo si era data una spinta all'innalzamento del prestigio della letteratura; la fondazione di piccole riviste in tutto il continente aveva rappresentato come mai prima d'allora, uno stimolo alla composizione di poesie e di racconti. Col Criollismo si dà inizio all'incanalamento di questa attività letteraria entro temi americani e si dà l'avvio a una sempre maggiore presa di coscienza della povertà e delle ingiustizie alle quali era sottoposta la maggioranza della popolazione. Gli scrittori avevano cominciato a esplorare l'entroterra del proprio paese ed essi, pur servendosi di strumenti ancora primitivi, contribuirono a formare quella tradizione che doveva trovare il proprio culmine nei grandi romanzi regionalisti degli anni Venti. Nessun grande romanziere emerse in Cile nel periodo del Criollismo, ma in compenso molti furono i racconti e i romanzi scritti secondo la tradizione criollista, in cui erano descritti modi di fare e personagggi tipici della campagna. Molti furono gli scrittori che vollero raffigurare la vita nelle perti più remote della Repubblica, dall'estremo sud descritto in alcuni romanzi di Juan Marin (1900-63), ai vari aspetti dell'esistenza dei contadini e dei poveri che si ritrovano nei romanzi e nei racconti di Rafael Maluenda ( 1885-1963), Luis Durand (1895-1954) e Marta Brunet (1901-1967).

E' curioso comunque il fatto che due tra i migliori romanzi regionalisti furono scritti da autori che si erano fatta una reputazione in un campo totalmente diverso: Eduardo Barrios ( 1888-1963), conosciuto soprattutto come scrittore di romanzi psicologici, pubblicò verso la fine della sua lunga carriera l'opera dal titolo Gran Senor y rajadiablos ( Gran signore e sollevatore d'inferno) ( 1948) e Pedro Prado (1886-1952). Poeta modernista e autore di parecchi romanzi simbolici e poetici, scrisse e pubblicò nel 1924 El juez rural ( Il giudice rurale). Quest'ultimo presenta forse maggior interesse come documento che come opera artistica, in quanto in esso è descritta giorno per giorno la vita di un magistrato di campagna. L'autore mostra di sentire un po' di nostalgia per quei vecchi tempi in cui uomini robusti e vigorosi erano capaci di manovrare gli altri come volevano. Questi sono i più grandi romanzi regionalisti pubblicati negli anni Venti e Trenta; e i migliori fra di essi, come si può constatare, trattavano di uomini e di situazioni non privi di un interesse universale pur essendo al tempo stesso integrati completamente in una regione perticolare.

Il realismo

Nel XIX secolo il realismo era stato lo strumento tecnico adottato dai romanzieri borghesi che voleveno descrivere con tutta la verosomiglianza e l'oggettività possibile le relazioni esistenti tra l'individuo e la società cui egli apparteneva. Negli anni Trenta esso assunse un nuovo significato.

Il realismo allora si propose di mostrare non soltanto i meccanismi della società, ma in particolar modo lo sfruttamento economico, la lotta di classe e le nuove forze che si facevano largo fra le classi degli operai e dei contadini destinate a cambiare la situazione. Questo realismo fu conosciuto come realosmo comunista, benchè la dominante atmosfera di depressione economica incoraggiarse, anche fra gli scrittori che non erano comunisti, una concentrazioni su quei settori della società che sembravano effettivamente o potenzialmente i più militanti.

Manuel Rojas e il realismo cileno.

Non sempre il realismo fu legato alla protesta sociale e al dibattito; tale è il caso, ad esempio, dello scrittore Manuel Rojas, le cui opere si rivelano sotto alcuni aspetti simili a quelle di Gorkij, e a somiglianza dell'autore russo, Rojas trovò nella propria vita una inesauribile risorsa di materiale. Nato a Bueno Aires nel 1896, nel 1912 egli attraversò le Ande a piedi per cercare lavoro a Santiago; qui egli visse insieme a un gruppo di anarchici, imparò a fare l'imbianchino e l'elettricista, lavorò sui battelli a Valparaiso ed entrò infine a far parte di una compagnia teatrale come suggeritore. Questo materiale grezzo gli fornì l'ispirazione di base per i suoi migliori romanzi, Lanchas en la bahia ( Scialuppe nella baia) (1931) e Hijo de ladron ( Figlio di un ladro) ( 1951). Nel primo è narrata la storia di un ragazzo che fa prima il guardiano sulle lance e poi il portuale e lo stivatore. Egli si prende come amante una prostituta, e dopo che ha combattuto per lei, è messo in prigione e poi lasciato andare. La storia è narrata in prima persona in uno stile laconico privo di sentimentalismi e di slanci emotivi, con scarsezza di aggettivi e maggiore rilievo all'azione rispetto alle parti descrittive. In questa forma di realismo l'attenzione dell'autore è rivolta soprattutto ai fatti della vita di un uomo, alle relazioni e alle tecniche di lavoro e alle pressioni che il mondo esterno esercita su di lui. Figlio di ladro è la storia, anch'essa narrata in prima persona, dei vagabondaggi di un giovane che all'inizio del romanzo esce dalla prigione a Valparaiso. Mescolata ai suoi primi incontri e lavori dopo l'uscita dal carcere, c'è una rievocazione della sua fanciullezza a Buenos Aires, trascorsa accanto al padre che faceva il ladro. In Cile egli fa una grande varietà di lavori, capita di nuovo in prigione per aver partecipato ad un tumulto e alla fine egli parte insieme con due amici, il "filosofo" e un pittore di nome Cristian, per andare a lavorare sulla costa. Il romanzo ha in sé la stessa unità che si ritrova nella vita; gli eventi o capitano per caso, o sono imposti dal lavoro e dalla necessità di far denaro. Il padre che faceva il ladro è catturato; il ragazzo si trova per la strada durante un tumulto e un saccheggio e attacca i polizziotti perché li ha visti picchiare un uomo. Il realismo dell'autore perciò è ben diverso da quello "diretto" di Icaza, dal momento che, a differenza di quest'ultimo, Rojas non sembra volerci mostrare null'altro che non sia il trascorrere della vita per gli abitanti più poveri della città. Rojas è il più grande scrittore realista dell'America Latina, e ciò è dovuto alla sua capacità di modellare perfettamente la tecnica scelta alle esigenze del materiale, che deriva proprio da vicino dalla vita dei lavoratori.

Letteratura contemporanea

Il Cile, il lembo più estremo dell'America Latina, è uscito da qualche tempo alla ribalta nel panorama letterario internazionale. Oltre ai premi Nobel Pablo Neruda e Gabriela Mistral, vanta personaggi di spicco apprezzati internazionalmente. Fra questi ricordiamo Francisco Coloane, marinaio e scrittore, autore di avventurosi romanzi di cacciatori di balene, Antonio Skàrmeta, il cui "postino" e' stato reso celebre da Troisi, Isabel Allende, nipote del presidente deposto nel 1973, autrice di best sellers fra i piu' apprezzati, Luis Sepulveda, considerato il piu' rappresentativo esponente della nuova generazione. E ancora, i poeti Sergio Macias e Waldo Rojas.
Hanno tutti contribuito a farci conoscere "l'altra America", una realtà lontana ed esotica, ricca di fascino, mistero e contraddizioni.Agli anni '50, con la pubblicazione della poesia di Neruda, e a "Cent'anni di solitudine" di G. Garcìa Marquez, risale il boom della narrativa latino-americana in Italia.
In seguito, "La casa degli spiriti" di Isabel Allende, "Diario di un killer sentimentale" di Luis Sepulveda, sono stati in testa alle classifiche. Negli anni '80, una nuova generazione di scrittori ispano-americani e cubani, tra cui Coloane, Bonasso e lo stesso Sepulveda , rinnovano il panorama letterario con spunti interessanti e con il recupero di generi minori: il noir, il poliziesco, il romanzo d'avventura sulla scia di Melville e London.
Luis Sepulveda e Coloane sono gli scrittori della nuova epica, fatta di eroi umili, impegnati nella dura lotta per la sopravvivenza. L'oceano impetuoso di Capo Horne, la solitudine della distesa della Patagonia… a fare da sfondo è la natura incontaminata, selvaggia.E poi il paese, attraversato da contraddizioni geografiche, storiche e politiche: dalla Terra del Fuoco ai ghiacci della zona artica, dalla colonizzazione spagnola alla democrazia sofferta, dal golpe alla dittatura militare di Pinochet. Un grande spirito patriottico e un forte impegno, a volte la militanza, in campo sociale e politico.
Nella Allende, nipote del Presidente scomparso, emerge con evidenza l'identità tra storia personale e storia politica, dimensione interna e esterne coincidono; nella storia della famiglia e dei singoli che la compongono è scritta la storia dell'intero paese.
"Dire perchè in Italia abbiamo tutto questo successo mi sembra piuttosto ovvio ­ afferma Luis Sepulveda ­ Certo non mancano le critiche di chi dice che ci limitiamo a creare un prodotto commerciale, "giusto" per voi... In realtà, noi creiamo, in base a ciò che conosciamo, un mondo esotico, pieno di misteri e di fascino. Voi italiani amate moltissimo la scrittura "sentimentale", sentita, fatta con il cuore… ecco il motivo di questa preferenza. Noi scrittori sappiamo di avere una grande responsabilità perchè entriamo nella casa delle persone, nella loro testa e nel loro cuore, questo si riflette nel nostro modo di scrivere, nelle nostre parole e intenzioni. La scrittura è soprattutto un modo per parlare, per superare i muri e le incomprensioni".