CLEOPA E L'"IGNOTO" VIANDANTE


" A chi di noi la casa di Emmaus " non è familiare? Chi non ha camminato su quella strada, una sera che tutto pareva perduto?
Il Cristo era morto in noi. Non esisteva più nessun Gesù per noi sulla terra. Seguivamo una strada, e qualcuno ci veniva a lato. Eravamo soli e non soli. Era la sera. Ecco una porta aperta, l'oscuiità di una sala ove la fiamma del caminetto non rischiara che il suolo e fa tremolare delle ombre. O pane spezzato! Rimani con noi, perché il giorno declina...!".

Così, nella sua Vita di Gesù (1936), lo scrittore francese Francois Mauriac descriveva quella scena indirnenticabile narrata da Luca (24,13-35). Una strada si dirama da Gerusalemme verso Ernmaus, un villaggio variamente identificato.Su di essa avanzano due seguaci di Gesù col cuore gonfio di amarezza perché il loro maestro, nonostante le loro attese, èmiseramente finito crocifisso come uno dei tanti condannati a morte per ribellione da parte delle autorità romane. Ma ecco, all'improvviso, quella svolta...

Noi ora vorremmo solo far emergere dal crepuscolo di quel pomeriggio il volto di uno dei due discepoli, l'unico a essere chiamato per nome, Kléopas, Cleopa. Si tratta dell'abbreviazione di un nome greco, Kleòpatros, il cui equivalente femminile era portato dalla celebre Cleopatra VII, regina d'Egitto. Il significato è "gloria del padre" (kleospatròs). Ma il termine potrebbe essere la trasformazione greca di un altro nome di matrice sernitica, Klopàs, di ignoto significato.

Vi ricordate che nella nostra puntata di Pasqua avevamo evocato il profilo dell"altra Maria", la madre di Giacomo e di Ioses, "fratelli" di Gesù, colei che aveva assistito alla morte e alla sepoltura di Gesù e che sarà la prima con Maria di Magdala a incontrare il Cristo risorto?

Ebbene, allora si diceva che molti studiosi la identificano con "Maria di Klopàs" (Clopa o Cleofa) presentata da Giovanni nell'alba di Pasqua (19,25). Spingendo il pedale delle ipotesi, alcuni avrebbero pensato a quel Klopàs come il Kléopas del racconto lucano, del quale Maria sarebbe stata la moglie.

Ma lasciamo tra parentesi queste teorie incerte e ritorniamo a seguire Cleopa mentre procede con il suo compagno verso Emmaus.fl dialogo col misterioso viaggiatore che si èaccostato ai due si conclude una volta entrati in quella casa. "Resta con noi perché si fa sera e il giorno sta ormai declinando!": è l'invito rivolto all'ignoto viandante. Due sono le tappe del riconoscimento della sua identità: prima l'ascolto delle Scritture da lui spiegate in chiave cristiana durante il cammino e, poi, lo "spezzare il pane" in casa, espressiolle che nel linguaggio neotestamentario allude all'Eucaristia.

Sono questi i due momenti anche delle nostre attuali liturgie ed è in esse che anche noi possiamo incontrare il Cristo risorto, come Cleopa e il suo amico innominato. Nell'ascolto della parola sacra della Bibbia "il cuore arde nel petto"; allo spezzare del pane eucaristico,"gli occhi si aprono e riconoscono" il Cristo vivente con noi.