Donna e Preverbi Seduzione e Idolatria


C'è nell’Antico Testamento un libro delizioso, detto in ebraico Meshaltm, cioè Proverbi (ma anche detti, parabole, aforismi e persino poemi).
Il musicista francese Darius Milhaud nel 1951 su alcuni passi di quest’opera ha intessuto una Cantata dei Proverbi Il filosofo inglese Francesco Bacone (1561-1626) era convinto che «il genio, la saggezza e lo spirito di una nazione si scoprono nei suoi proverbi».
In verità si scoprono anche i suoi difetti, i suoi luoghi comuni e i pregiudizi.

È il caso della questione femminile che in tutte le tradizioni proverbiali popolari è affrontata sempre in chiave maschilista (si pensi solo allebarzellette salaci...).
La Bibbia, che — non ci stancheremo mai di ripeterlo — è Parola di Dio, sì, ma incarnata nella storia, nelle vicende, nelle concezioni ma anche nei preconcetti e nei limiti di una cultura e di una società, non è aliena da questa impostazione. Basti solo leggere questo “proverbio”: «Una donna bella ma senza cervello è come un anello d’oro al naso di un porco» (11,22).

O, peggio, sentire un “sapiente” come il Qohelet dichiarare senza batter ciglio che «più amara della morte è la donna; essa è una rete, il suo cuore è un laccio e le sue mani una catena. Chi è caro a Dio da lei fuggirà via...» (7,26). E un altro “sapiente”, il Siracide, non esita a scrivere che «è meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna»(42,14).
La tipologia della donna “tentatrice”, peraltro, appare già con Eva e ha la sua straordinaria rappresentazione in una pagina deliziosa proprio dei Proverbi, il capitolo 7, che ha al centro una “pittorica” scena di adescamento.

Bisogna, tuttavia, essere cauti nel giudicare subito in chiave antifemminile questo e altri brani di seduzione. Nella Bibbia spesso la seduttrice non è una laica” e laida prostituta o un’adultera in senso stretto, bensì una “straniera”, con un rimando agli indigeni cananei e alle loro sacerdotesse dedite ai culti della fertilità. È, allora, il fascino dell’idolatria a entrare in scena, uno dei temi teologici più generali e insistiti della Bibbia.

Ma per un momento torniamo al quadretto di Proverbi 7. Il sapiente all’imbrunire sta quietamente osservando la vita della piazza dalla sua finestra schermata dalle grate di legno che proteggono dal caldo. «Ed ecco un giovane stupido che si lascia irretire da una donna in vesti di prostituta... che lo afferra, lo bacia... e gli dice: ho messo coperte soffici sul mio letto, tela fine d’Egitto, ho profumato il mio giaciglio di mirra e cinnamomo.
Vieni, inebriamoci d’amore fino al mattino, godiamoci insieme i piaceri amorosi...!».
Il giudizio del sapiente è lapidario: quel giovane sedotto è «come un bue che va al macello, un cervo preso allaccio con una freccia che gli lacera il fegato, un uccello piombato in una rete».