La Verità
Indice
Prefazione
Gesù nel Qur'an
Chi è Gesù(pscl)
Chi Segue
Possono Unire
Prospettiva
Dialogo
Dialogo-1
Dialogo-2
Dialogo-3
Dialogo-4
Dialogo-5
L'antico Paganesimo
Vero Fondatore
l'Origine della Trinità
La Dottrina
Le Scritture
Un ritratto Bibblico
Come salutare?
Falso Profeta?
Analisi
Maiale
Perchè l'Apostoli
Gesù Negato?
Dio è Uomo?
Re di Re?
Gesù musulmano?
Chi sono i Figli
Figlio di Dio
Miracoli Simili
Gesù è un Ebreo?
Perchè deve morire?
Melchisedec
Genitori di Eva?
Gabriele più grande di Dio
Lo Spirito e la Statue
Dioa ha paura?
Possono ucidere?
Ebraico o Greco?
Ismaele o Isacco?
Fate vostra scelta
Il Vangelo di Giovanni
Le scritture incompleto
10 comandamenti
Il Bastardo?
Due libri Uguali
Un libro Ispirato?
perche maledizione
Profeti di Dio
Emmanuele Significa?
Il peccato Originale
Gesù disse mai?
Se gesù è Dio
Io Sono
Gesù non è Dio
Gesù è figlio Unico?
Gesù è il Padre
Gesù e Miracoli
Gesù nella Bibbia
Gesù e lo Spirito
Gesù e Mesia
Gesù non deve dire?
Gesù fu innalzato
Non possiamo salvare
Perchè lo adorano?
Dia ha un Dio?
Quante figli ha Dio?
Chi è più grande?
Come dobbiamo pregare?
La Bibba e Maometto(pscl)
Chi è Gesù?
l'Islam Respinge
Tradizione l'Islamica
Cose è l'Islam
Puro Monoteismo
Donne
Poligamia
La guerra Santa
Ultimo Parola
Cari Cristiani
99 Nomi di Allah
Ebrei come pensano
La guerra Santa

La guerra Santa(Jihad)?

I Musulmani che vivono nel mondo occidentale o hanno familiarità con la letteratura occidentale si trovano spesso di fronte a questioni sorprendenti e a considerazioni stupefacenti, fatte da alcuni occidentali. La guerra santa e l'Islam è stato diffuso con la punta della spada?

E per rendere un servizio alla verità e per la causa delle persone oneste che si trovano fra l'innocenti e disinformati autori di queste obiezioni, che cerchiamo qui di esaminare brevemente tali questioni.

    1. La Guerra Santa(Jihad)

    Ogni persona onesta che abbia rispetto per la verità e la dignità umana ha l'obbligo morale di informarsi e di rivelare agli altri i risultati della propria ricerca.Il Qur'an dichiara che la guerra è una necessità dell'esistenza, un dato di fatto della vita, finché esisteranno nel mondo l'ingiustizia, l'oppressione, le ambizioni capricciose, le rivendicazioni arbitrarie. Ciò può suonare strano. Ma non è forse un dato di fatto storico che l'umanità, dalla prima alba della sua esistenza fino ad oggi, ha sofferto di conflitti locali, civilie mondiali? E' non è forse un dato di fatto che, piuttosto spesso,gli alleati vittoriosi risolvono con guerre e minacce di guerra le controversie che insorgono circa i loro guadagni e circa le condizioni da imporre ai nemici sconfitti? Ancora oggi l'umanità vive nel timore costante di una guerra e assiste a molte guerre locali nei cosiddetti "punti caldi" del mondo. Poteva DIO trascurare queste realtà dell'esistenza? Poteva il Qur'an evitare di trattare l'argomento in maniera realistica ed efficace? Certamente no! e questo perché 1'Islam ha riconosciuto la guerra come un atto lecito e giusto per l'autodifesa e la restaurazione della giustizia, della libertà e della pace. I1 Qur'an dice:

    Qur'an 2:216 Vi è stato ordinato di combattere, anche se non lo gradite . Ebbene, è possibile che abbiate avversione per qualcosa che invece è un bene per voi, e può darsi che amiate una cosa che invece vi è nociva. Allah sa e voi non sapete.

    Qur'an 22:40 a coloro che senza colpa sono stati scacciati dalle loro case solo perché dicevano : "Allah è il nostro Signore". Se Allah non respingesse gli uni per mezzo degli altri, sarebbero ora distrutti monasteri e chiese, sinagoghe e moschee nei quali il Nome di Allah è spesso menzionato. Allah verrà in aiuto di coloro che sostengono [la Sua religione]. In verità Allah è forte e possente.

    Qur'an 2:190-193 Combattete per la causa di Allah contro coloro che vi combattono, ma senza eccessi, ché Allah non ama coloro che eccedono. Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell'omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti. Se però cessano, allora Allah è perdonatore, misericordioso. Combatteteli finchè non ci sia più persecuzione e il culto sia [reso solo] ad Allah. Se desistono, non ci sia ostilità , a parte contro coloro che prevaricano.

    Per quanto realistico nel suo modo di affrontare la questione,1'Islam non tollera mai l'aggressione, né da parte propria né da parte di altri, né combatte guerre d'aggressione, né dà inizio ad aggressioni militari. I Musulmani hanno ricevuto da DIO l'ordine di non dare inizio alle ostilità, di non compiere nessun atto di aggressione, di non violare i diritti degli altri. In aggiunta a quanto è stato già detto nel capitolo precedente vi sono alcuni versetti del Qur'an che hanno un peso significativo.La guerra non è un obiettivo dell'Islam ne è la guerra la condizione normale di vita per i Musulmani. E' solo l'extrema ratio e viene usata nelle circostanze più straordinarie, allorché tutte le altre misure sono inutili. Questo è il vero statuto della guerra in Islam. L'Islam è la religione della pace: il significato del'Is1am è "La Pace"; uno dei nomi di DIO è "Pace"; il saluto quotidiano dei Musulmani e degli angeli è "Pace"; il Paradiso è la Casa della Pace; l'aggettivo muslim significa "pacifico". Pace e la natura dell'Islam; pace è il suo significato, il suo motto, il suo scopo.Ogni essere ha il diritto di godere la pace dell'Islam e la cortesia dei pacifici Musulmani, indipendentemente dalle considerazioni religiose, geografiche o razziali, finché non vi siano aggressioni contro 1'Islam o i Musulmani. Se i non musulmani sono pacifici coi Musulmani o quanto meno sono indifferenti verso 1'Islam,non c'è nessun motivo e nessuna ragione per dichiarar loro guerra. Non esiste niente che somigli a una guerra di religione per imporre 1'Islam ai non Musulmani, perché, se non emerge da convinzioni radicate, dall'intimo dell'essere, l'Islam non è accetto a DIO, né può recare alcun beneficio a chi lo professa. Se esiste una religione o un ordinamento che garantisce una pacifica libertà di religione e proibisce la costrizione nel dominio religioso, questa religione è 1'Islam:

    Qur'an2:256 Non c'è costrizione nella religione . La retta via ben si distingue dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede in Allah, si aggrappa all'impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Allah è audiente, sapiente.

    Qur'an 16:125-127 Chiama al sentiero del tuo Signore con la saggezza e la buona parola e discuti con loro nella maniera migliore. In verità il tuo Signore conosce meglio [di ogni altro] chi si allontana dal Suo sentiero e conosce meglio [di ogni altro] coloro che sono ben guidati. Se punite, fatelo nella misura del torto subito. Se sopporterete con pazienza, ciò sarà [ancora] meglio per coloro che sono stati pazienti . Sii paziente! La tua pazienza [non viene da altri] se non da Allah. Non ti affliggere per loro e non farti angosciare dalle loro trame.

    Anche nella diffusione dell'Islam il Musulmano non solo ha il divieto di usare la forza, ma ha pure l'obbligo di usare i metodi più pacifici. DIO dice a Muhammad: Invita (tutti) sulla Via del tuo Signore con saggezza e belle parole;

    Qur'an 29:46-47 Dialogate con belle maniere con la gente della Scrittura, eccetto quelli di loro che sono ingiusti. Dite [loro]: « Crediamo in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è stato fatto scendere su di voi, il nostro Dio e il vostro sono lo stesso Dio ed è a Lui che ci sottomettiamo .Così abbiamo fatto scendere su di te il Libro. Coloro ai quali abbiamo dato il Libro credono in esso e anche tra loro c'è chi crede . Solo i miscredenti negano i Nostri segni.

    Ora, se 1'Islam è così proteso verso la pace e se i Musulmani sono cosi dediti alla pace e se il Qur'an è favorevole alla pace, perché allora Muhammad dichiarò delle guerre e diresse dei combattimenti? Perché il Qur'an dice "uccideteli"e "combatteteli" ?

    Per esaminare questo problema, apparentemente innocente, è indispensabile menzionare alcuni fatti storici che accompagnarono e anticiparono le guerre musulmane contro gli infedeli.Dopo aver ricevuto la Missione da DIO, Muhammad indisse un pubblico convegno e parlò all'assemblea di ciò che egli aveva ricevuto, esortandoli a rinunciare alla loro idolatria e a credere nell'Unico Vero DIO. Il suo primo appello, pacifico e fondato sulle argomentazioni logiche, incontrò non solo opposizione, ma anche derisione, scherno, dileggio. Egli cercò continuamente di far partecipe la sua gente di quell'appello benedetto, ma ebbe scarso successo. Non essendo lasciato libero di diffondere apertamente 1'Islam, dovette ricorrere alla predicazione privata per alcuni anni, al fine di salvare la vita dei suoi pochi seguaci e di mitigare le loro difficoltà. Quando da parte di DIO gli giunse l'istruzione di predicare apertamente,le persecuzioni e i tormenti aumentarono e vennero brutalmente inflitti ai Musulmani. Ma più le persecuzioni aumentavano,e più aumentava il numero dei Musulmani. Gli infedeli tentarono di ridurre al silenzio l'appello di DIO con ogni genere di pressioni e di lusinghe. Ma più si facevano frequenti questi tentativi, più Muhammad e i Musulmani diventavano saldi. Quando gli infedeli si resero conto che non potevano far vacillare la fede dei Credenti con le loro minacce, pressioni, espropriazioni, derisioni ecc., organizzarono un feroce boicottaggio, una dura campagna di ostracismo contro i Musulmani. Per alcuni anni i Musulmani furono costretti a restare entro una cerchia associativa molto limitata, impossibilitati a predicare, a comprare, a vendere, a contrarre matrimonio e a mantenere contatti coi loro concittadini della Mecca. Ma nemmeno ciò valse a far vacillare 1a fede dei Musulmani. Il boicottaggio continuò finché gl'infedeli non si stancarono di praticarlo e lo revocarono.La fine del boicottaggio non significò, da parte degli infedeli,né pace né distensione. Al contrario, le pressioni e le persecuzioni continuarono con un rapido incremento, ma fu tutto inutile. Alla fine, gli infedeli tennero un congresso a porte chiuse par discutere sul da farsi allo scopo di eliminare 1'Islam e liberarsi di Muhammad una volta per tutte. Fu adottata una risoluzione unanime secondo la quale si doveva scegliere un uomo forte da ogni tribu e uccidere Muhammad nel suo letto. Ma la missione di Muhammad non era destinata a finire in quel modo. Così DIO gli suggerì di lasciare la Mecca, la sua cara città natale, e di emigrare a Medina per ricongiungersi coi Musulmani originari di questa seconda città e con quelli che prima di lui avevano abbandonato la Mecca per emigrare a Medina:

    Qur'an 8:30 E [ricorda] quando i miscredenti tramavano contro di te per tenerti prigioniero o ucciderti o esiliarti ! Essi tramavano intrighi e Allah tesseva strategie. Allah è il migliore degli strateghi. 

    Qur'an 9:40 Se voi non lo aiutate Allah lo ha già soccorso il giorno in cui i miscredenti l'avevano bandito, lui, il secondo di due, quando erano nella caverna e diceva al suo compagno: « Non ti affliggere, Allah è con noi». Poi, Allah fece scendere su di lui la presenza di pace, lo sostenne con truppe che voi non vedeste, e rese infima la parola dei miscredenti, mentre la Parola di Allah è la più alta. Allah è eccelso, saggio .

    L'opposizione a Maometto alla Mecca fu tale da costringere il Profeta a rifugiarsi (622) con alcuni seguaci nella piccola oasi di Yatrib, antico nome di Medina, circa 200 miglia a nord,questo fu il grande evento dell'Egira Hijrah o Emigrazione, con cui ha inizio la storia dell'Islam e da cui ha inizio il calendario musulmano.Abbandonando la Mecca, i Musulmani furono costretti da una serie di circostanze a lasciare dietro di se tutte le loro proprietà e anche le loro famiglie. Appena si stabilirono a Medina, Muhammad riprese la sua pacifica predicazione e i suoi affabili inviti all'Islam. Alcuni cittadini originari di Medina risposero favorevolmente all'Appello di DIO e diventarono immediatamente membri di pieno diritto della comunità musulmana.A Yatrib(Medina) venne fondata la prima comunità musulmana (umma), inizialmente costituita da pagani, numerosi ebrei e seguaci della nuova fede di Allah, con il prevalere negli anni seguenti di quest'ultimi, benché molti avessero accettato l'Islam. Altri non abbracciarono l'Islam, ma conservarono le loro convinzioni tradizionali. E siccome era amante della pace, Muhammad concluse dei trattati coi non musulmani, garantendo loro libertà e sicurezza e creando nella loro anima, per la prima volta, una coscienza nazionale e sociale in luogo di una ristretta coscienza tribale.Mentre Muhammad era occupato in questa azione, cercando di organizzare la comunità musulmana a Medina e di gettare le basi di una società stabile e pacifica nella quale Musulmani e non musulmani vivessero fianco a fianco, i suoi avversari della Mecca non davano tregua. I1 loro odio verso i Musulmani era intenso e la loro determinazione a eliminare 1'Islam diventava ogni giorno più forte.Sottoposero a revisione la loro tattica e, appena ebbero perfezionato il loro piano, cominciarono a tradurlo in pratica. Decisero di creare confusione contro i Musulmani, dall'esterno e dall'interno.Furono organizzate delle incursioni militari contro Medina,che attaccavano e depredavano e poi facevano ritorno alla Mecca con tutta la preda che vi potevano trasportare.I non musulmani di Medina diventavano sempre più invidiosi della popolarità dell'Islam e del nuovo spirito di fraternità che regnava fra i Musulmani: una realtà che loro, invece, non avevano mai sperimentata e che avrebbero voluto sperimentare. Così gli avversari meccani si affrettarono a sfruttare la situazione e ad attizzare disordini contro i Musulmani. La risposta degli invidiosi non musulmani di Medina all'istigazione dei meccani fu sollecita e manifesta, sicché in tutta Medina si ebbero gravi disordini.Ora i Musulmani erano costantemente minacciati: all'interno,dai non musulmani di Medina, all'esterno, dalle incursioni organizzate dai meccani. Arrivarono a al punto in cui non poterono piu tollerare persecuzioni e minacce. Erano stati costretti a separarsi dalle loro famiglie. Si erano visti confiscare le proprietà. Avevano sparso il loro sangue. Erano stati costretti a lasciare la loro città natale in tre ondate migratorie: due in Abissinia e una a Medina. Avevano sopportato per tredici anni.

    Di fronte alla nuova tattica dei nemici meccani non c'era più via di scampo per i Musulmani: potevano solo attendere la loro eliminazione definitiva in un Massacro generale oppure di difendersi contro l'oppressione e la persecuzione.Potrà esser sembrato un paradosso. L'Islam era venuto per garantir loro dignità e potenza, libertà e sicurezza; era venuto per renderli alleati di DIO, Suprema Fonte del bene e del potere,del soccorso e della pace. Ora invece si trovavano privi di soccorso e preda dell'ansia, minacciati e terrorizzati. L'Islam aveva loro prescritto di instaurare la pace, di comandare ciò che è giusto e di proibire ciò che è ingiusto, di appoggiare gli oppressi e di liberare i soggiogati, di dimostrare come DIO sia dispensatore di soccorso per i Suoi servi. Ma come potevano farlo, se loro stessi erano oppressi, soggiogati e privi di ogni soccorso?

    Ciò che soprattutto li lasciò perplessi, fu che il Qur'an non aveva parlato di questa situazione e non aveva dato loro specifiche istruzioni su1 da farsi. La loro perplessità non durò a lungo e DIO alleviò la loro ansia con una divina risoluzione che doveva porre un termine ai loro problemi e a quelli di chiunque si potesse trovare in condizioni analoghe. Ecco come DIO formulò tale risoluzione:

      a- In verità DIO difenderà coloro che credono:

      DIO certo non ama chi è traditore della Fede o si mostra ingrato.A coloro contro i quali viene fatta guerra è dato il permesso (di combattere),perché sono oggetto di ingiustizia; e certamente DIO è il più Potente per aiutarli; (essi sono) coloro che furono espulsi dalle loro dimore in dispregio del diritto, (per nessun motivo) se non perché dicono "I1 nostro Signore è DIO". Se Dio non avesse messo alla prova un gruppo di uomini per mezzo di un altro gruppo sarebbero stati certamente abbattuti monasteri e chiese, sinagoghe e moschee, dove il nome di DIO viene menzionato in abbondante misura. DIO certamente aiuterà coloro che aiutano la Sua(causa); ché davvero DIO è pieno di forza, Eminente nel potere, (capace di mandare in vigore la Sua Volontà). Sono quelli che, se Noi li installiamo sulla terra, istituiscono l'orazione rituale e versano ritualmente la decima, prescrivono ciò ch'è giusto e proibiscono ciò ch'è sbagliato, Con DIO sta la fine (e ladecisione) di tutte le questioni: Qur'an 22:38-43 In verità Allah difende coloro che credono. Allah non ama il traditore ingrato. A coloro che sono stati aggrediti è data l'autorizzazione [di difendersi], perché certamente sono stati oppressi e, in verità, Allah ha la potenza di soccorrerli ;  a coloro che senza colpa sono stati scacciati dalle loro case solo perché dicevano : "Allah è il nostro Signore". Se Allah non respingesse gli uni per mezzo degli altri, sarebbero ora distrutti monasteri e chiese, sinagoghe e moschee nei quali il Nome di Allah è spesso menzionato. Allah verrà in aiuto di coloro che sostengono [la Sua religione]. In verità Allah è forte e possente. [Essi sono] coloro che quando diamo loro potere sulla terra, assolvono all'orazione, versano la decima, raccomandano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole. Appartiene ad Allah l'esito di tutte le cose.E se ti considerano un impostore, ebbene [sappi che] prima di loro tacciarono di menzogna [i loro profeti] il popolo di Noè, gli 'Âd, i Thamûd,  e il popolo di Abramo, il popolo di Lot, e gli abitanti di Madian. Mosè fu trattato da impostore! Ho dato tregua ai miscredenti e poi li ho afferrati: quale fu la Mia riprovazione ! 
      Con questo permesso da parte di DIO non vi fu più persecuzione e oppressione a danno dei Musulmani. Vi fu, da parte di questi, una perseveranza intesa al recupero della tranquillità, al recupero della pace e della libertà, al ricongiungimento con le loro famiglie e al recupero delle loro proprietà. Vi furono battaglie e guerre contro i malvagi infedeli, che negavano apertamente ai Musulmani la pace e la libertà. Ma non vi fu mai nessuna aggressione da parte musulmana, né alcuna distruzione di case, raccolti,vettovaglie ecc., né uccisione di bambini, donne, vecchi, inabili,civili non combattenti in genere. I Musulmani osservarono queste norme e rimasero entro i limiti di DIO. Fu una cosa che non si era mai verificata in precedenza, né fu mai più vista in seguito. Fu in tali circostanze che i Musulmani dovettero combattere, e fu grazie a questi princìpi e istruzioni divine che alla fine conseguirono vittorie decisive.E' stato detto e scritto moltissimo circa i "rozzi" Musulmani che uscivano dagli infuocati e assetati deserti della sconosciuta Arabia per conquistare i protettorati bizantini e persiani e anche per avventurarsi intorno alle fortificazioni dell'Europa occidentale.Molti hanno espresso l'opinione secondo cui quei Musulmani erano spinti da zelo religioso e volevano diffondere 1'Islam con la forza fin dove potevano giungere. Molti altri ritengono che tale opinione sia stupida e ingenua, perché 1'Islam, per sua natura, non può essere imposto con la forza; e anche se fosse stato eventualmente imposto con la forza ai popoli sottomessi, non sarebbe durato a lungo, sicché i non musulmani lo avrebbero eliminato dalle regioni conquistate.La storia invece dimostra che l'islam è sopravissuto dovunque è arrivato, eccezion fatta per la Spagna, per determinate ragioni, e che i conquistatori musulmani vissero fianco a fianco coi nativi non musulmani in tutte le regioni in cui posero piede. Inoltre,si può obiettare, non è possibile imporre una religione come 1'Islam a chiunque e trovare poi tutti quanti sinceri e onesti nella religione, come fu invece il caso dei neofiti musulmani delle regioni inglobate dall'Islam. E' necessario ben più della costrizione per trasformare in cosi buoni Musulmani i membri di un popolo sconfitto;ci vuole ben a1tro che non la repressione, per renderli saldi nella religione "imposta" e fargliela amare.Un altro orientamento contraddistingue il pensiero di alcuni che amano definirsi intellettuali o critici illuminati e pretendono di essere delle autorità. Costoro non si accontentano dell'opinio ne ingenua e rozza secondo cui l'Islam si è diffuso con la violenza.Essi attribuiscono l'espansione dell'Islam alle guerre aggressive scatenate dai Musulmani, che soffocavano nel caldo e nell'arsura dell'Arabia ed erano semplicemente sollecitati da necessità e circostanze economiche. Quelle guerre e quelle avventure non erano di marca religiosa o spirituale, ma erano semplicemente l'effetto di esigenze pressanti. Ciò può essere indizio del fatto che gli Arabi non si erano elevati a un così alto livello di sacrificio e devozione o che dopo la morte di Muhammad i suoi successori avevano perso interesse nella religione e se ne erano serviti per soddisfare i loro bisogni immediati. Ciò può inoltre essere indizio del fatto che 1'Islam è incapace, di per se, di generare fervore e zelo in quei guerrieri arabi musulmani. Le deduzioni da trarre sono molteplici e gli "intellettuali" di questa tendenza sono incerti circa la preferenza da attribuire all'una o all'altra soluzione.C'è poi un altro orientamento, adottato da alcuni i quali attribuiscono le guerre musulmane fuori dall'Arabia a un gusto appassionato per il saccheggio e le incursioni a cavallo. Costoro non sanno vedere alcun'altra motivazione né sanno apprezzare alcuna sollecitazione nei Musulmani, se non la sete di sangue e il desiderio della preda. Essi rifiutano di vedere nell'Islam alcuna virtù e rifiutano di attribuire ai Musulmani motivazioni elevate.La discussione fra i seguaci di queste tendenze è molto seria e talvolta assume la forma di disputa accademica. Sia come sia,la realtà è che nessuno di questi critici ha mai fatto un serio tentativo di comprendere l'intera questione e presentare la verità in maniera onesta. Nessuno di loro ha avuto la lucidità necessaria e il coraggio morale per presentare la vera versione del fenomeno.Come sarà pesante il loro fardello quando scopriranno, un bel giorno, che hanno fatto deviare, con le loro informazioni sbagliate,milioni di persone! Come sarà tremenda la loro responsabilità quando sapranno di aver commesso gravissime offese contro la verità,contro i Musulmani e contro i loro stessi seguaci! Sarà impossibile presentare qui, nei suoi aspetti particolari,il punto di vista dell'Islam circa ogni guerra o battaglia. Comunque, vi sono certi punti fermi che, una volta stabiliti, daranno un'idea corretta di tutta quanta la questione.

      b- Bisogna ricordare che Muhammad, che fu inviato da DIO come una misericordia per tutta l'umanità, cercò di avvicinare i governanti dei territori circostanti, esortandoli ad abbracciare 1'Islam e ad aver parte della misericordia di DIO. Bisognerebbe pure rammentare che essi non solo respinsero le sue cortesi esortazioni, ma per di più lo derisero e dichiararono guerra aperta contro i Musulmani.Nel periodo della sua vita, i soldati bizantini e persiani attraversarono le frontiere musulmane in vari attacchi. Così, al momentodella sua morte, i Musulmani si trovavano involontariamente in guerra con i loro vicini.Quello stato di cose continuò e tutto quel che avvenne piu tardi, nel corso delle generazioni successive, deve esser visto nel contesto di quei primi avvenimenti. Ciò significava a quel tempo che tutta la cristianità, compresa la Spagna e la Francia, era in guerra contro il mondo emergente dell'Islam. L'avventura dei Musulmani in Europa deve essere considerata anche alla luce di tali circostanze. I1 fatto che tutta la cristianità operava come una sola potenza è dimostrato dall'autorità di cui godeva, in sommo grado, il papato romano sopra i cristiani.E' anche provato dalla mobilitazione generale delle potenze cristiane contro 1'Islam durante il periodo delle Crociate del Medio Evo e anche nel primo quarto di questo xx secolo. Così, quando Roma sanzionò la guerra contro 1'Islam, ai Musulmani non si poteva negare il pieno diritto di rispondere con le armi sui campi di battaglia: in Palestina o nella zona della Mezzaluna Fertile, in Italia o in Ungheria. E' questo che avvenne in Spagna a nella Francia meridionale. I Musulmani non potevano accettare di venire accerchiati tutt'intorno dalle potenze bizantina e persiana. Né potevano star fermi ad aspettare che li si spazzasse via dalla faccia della terra. Da Bisanzio fu emanato l'ordine di uccidere Muhammad o di recarne in omaggio la testa alla Corte reale: la stessa cosa che i Romani pagani avevano fatto coi primi diffusori del cristianesimo. Comunque, bisogna ammettere che alcune guerre dei secoli successivi non ebbero alcun rapporto con 1'Islam, per quanto fossero combattute da Musulmani. Non furono guerre combattute per la diffusione dall'Islam. Furono invece motivate da ragioni locali e, forse, personali. L'aggressione è aggressione, provenga da parte musulmana o sia diretta contro i Musulmani, e la posizione islamica verso l'aggressione è nota e immutabile. Così, se vi fu aggressione in quelle guerre successive,essa non può essere giustificata dall'Islam né può essere accetta a DIO.

      c- Nessuno dei suddetti critici cerca di comprendere la natura e le circostanze di quei primi secoli. La comunicazione di massa allora non esisteva. Non c'erano ne stampa né radio né televisione e neppure un regolare servizio postale. Non c'era rispetto per la vita, per la proprietà, per l'onore, per i diritti degli individui e delle nazioni deboli. Non c'era sicurezza né libertà di espressione. Chiunque difendesse una nobile causa o bandisse idee impopolari veniva minacciato. Ciò risulta evidente dalla storia del filosofo greco Socrate, dalla storia dei primi cristiani, da quella dei primi Musulmani. Molti messaggeri incaricati di consegnare speciali messaggi ai capi di Stato e ai governatori non ritornarono vivi. Furono uccisi a sangue freddo o catturati dai loro stessi soldati.I Musulmani dell'Arabia dovettero far fronte a tutte queste difficoltà e dovettero agire in tali circostanze.Essi avevano un messaggio da consegnare al genere umano, un contributo da dare all'umanità, una formula di salvezza da offrire. I1 Qur'an dice: Esortate alla Via di DIO con saggezza e bel parlare e argomentate nella maniera più cortese. Ma chi era preparato ad ascoltare il pacifico Appello di DIO? E' un dato di fatto che molti infedeli erano soliti evitar di ascoltare il Profeta, per non essere persuasi

      dalla sua predicazione pacifica. Essi resistevano anche con la farfa al pacifico Appello dell'Islam. La prima esperienza dell'Arabia insegnò ai Musulmani che è più efficace assere pacifici e contemporaneamente stare in guardia; che ci si può muovere pacificamente solo se si è abbastanza forti per garantire la propria pace; che una voce pacifica manda un'eco più bella quando si è in grado di resistere alle pressioni e di eliminare l'oppressione.Ora essi dovevano, per ordine di DIO, render noto 1'Islam al mondo esterno, ma non c'era né sistema di telecomunicazioni né stampa né alcun altro mezzo di comunicazione di massa. C'era una sola via da percorrere: quella dei contatti personali o diretti, e ciò significava che i Musulmani dovevano passare le frontiere. Ma essi non potevano fare ciò in gruppi piccoli o disarmati. Quindi si dovettero muovere a grandi gruppi, armati,i quali dovevano necessariamente sembrare un esercito, mentre non si trattava di un esercito vero e proprio.Essi attraversavano i confini in varie direzioni e in diversi periodi. Ciò che avvenne allora merita di essere considerato.In alcune regioni venivano accolti calorosamente dagli abitanti,che erano stati oppressi per lungo tempo, soggiogati dalle potenze straniere di Bisanzio e della Persia. In altre regioni essi dovettero offrire l'Islam a uomini che erano preparati ad accoglierlo, ed erano molti. A quelli che non accoglievano 1'Islam si richiedeva di versare dei tributi equivalenti alla tassa islamica (zakah). Le ragioni per cui veniva richiesta questa tassa erano:

      d- Che volevano esser certi che il contribuente sapesse quello che faceva e che l'Islam gli era stato offerto,ma lui lo aveva respinto di sua spontanea volontà e per sua libera scelta;

      e- che assumevano la protezione del contribuente e ne garantivano sicurezza e libertà in misura uguale a quella del Musulmano stesso, perché ogni rischio corso dal contribuente non musulmano era un pericolo per il compatriota musulmano, sicché, per difendere il Musulmano, dovevano difendere anche il non musulmano e garantirne la sicurezza;

      f- che il nuovo stato di cose esigeva l'appoggio e la cooperazione di tutti i settori,

      Musulmani e non musulmani: i primi cooperavano mediante la zakah,i secondi mediante i tributi, che venivano parimenti spesi nell'interesse comune;

      g- che volevano esser certi che il contribuente non musulmano non fosse ostile a loro e ai loro nuovi fratelli o che non fosse proclive a creare fastidi ai suoi compatrioti musulmani.Coloro i quali respingevano 1'Islam o rifiutavano di pagare i tributi in collaborazione con gli altri settori per sostenere l'economia del loro Stato si mettevano in una condizione difficile. Essi ricorrevano a un comportamento ostile fin dall'inizio e intendevano creare confusione, non tanto per i Musulmani sopraggiunti da poco, quanto per i Musulmani neofiti loro compatrioti,quelli che versavano l'imposta. Da un punto di vista nazionale,il loro comportamento era da traditori; da un punto di vista umano,mediocre; da un punto di vista sociale, negligente; da un punto di vista militare, provocatorio. Agli effetti pratici, essa richiedeva di essere represso, non tanto per la tranquillità dei Musulmani sopraggiunti dall'esterno, quanto per la causa dello Stato in cui vivevano questi veri e propri traditori. Fu questa la sola circostanza in cui venne usata la forza per ridurre alla ragione individui del genere o metterli dinanzi alle loro responsabilità:o come Musulmani che accoglievano liberamente 1'Islam o come leali cittadini che versavano i1 tributo e potevano quindi vivere coi loro compatrioti musulmani dividendo con lorodiritti e doveri.

      1. Sarebbe una cosa saggia se questi critici studiassero il Qur'an con intenzione onesta per vedere che cosa esso prescrive circa la guerra e la pace. Ancor più saggio sarebbe, da parte loro, indagare la condizione dei popoli "conquistati", la condizione in cui vivevano prima e dopo il loro contatto con 1'Islam. Che cosa diranno,se troveranno che i sudditi dei protettorati persiani e bizantini inviavano pressanti appelli ai Musulmani, affinché venissero a liberarli dall'oppressivo governo straniero? Che cosa penseranno,se capiterà loro di scoprire che i "conquistatori" musulmani erano accolti con gioia sia dalla gente comune sia dai patriarchi religiosi, che desideravano la protezione musulmana e la giustizia musulmana nell'amministrazione? Come potrebbero spiegare il fenomeno per cui alcuni dei popoli "conquistati" non solo accoglievano a braccia aperte gli "invasori" musulmani, ma anche combattevano al loro fianco contro gli oppressori? Come potrebbero spiegare la prosperità, la libertà e lo sviluppo rigoglioso delle regioni "invase" sotto 1'Islam, in confronto con quanto c'era stato precedentemente nelle medesime regioni?

      Non stiamo discutendo un particolare punto di vista sull'argomento né stiamo traendo conclusioni affrettate. Crediamo semplicemente che la questione merita di essere nuovamente considerata e merita d'essere oggetto di serie indagini. I risultati saranno certamente interessanti e significativi. Forse la mentalità occidentale può comprendere meglio, se tutta la questione viene considerata alla luce delle condizioni che prevalgono nel mondo odierno. I1 profondo interesse degli alleati occidentali per Berlino, gli appelli degli oppressi dappertutto, l'angoscia dei Sudcoreani, i timori dei Laotiani, gli affari della NATO, quelli della SEATO, l'instabilità dei satelliti comunisti: tutto ciò può aiutare la mentalità occidentale a capire gli eventi di quei secoli remoti e la politica dei Musulmani di quei giorni.

      2. L'idea che le guerre musulmane nel mondo esterno furono motivate dalle esigenze economiche degli Arabi è anch'essa degna di considerazione. Benché apparentemente sicuri delle loro affermazioni, i sostenitori di una tale opinione non hanno studiato il caso in maniera seria. Pensano essi onestamente che le necessità economiche furono i motivi che spinsero i Musulmani ad attraversare i confini arabi? Su quale base essi affermano che 1'Arabia coi suoi antichi centri di affari, le sue valli e le sue oasi- non era piu in grado di produrre a sufficienza per i Musulmani? Hanno mai svolto un'indagine seria per stabilire quale fu la parte che gli "invasori" musulmani tennero per sé e quale fu invece quella che distribuirono alla gente nel corso del loro governo e quale, infine, fu la parte che mandarono all'amministrazione centrale di Medina, di Damasco, di Baghdad o del Cairo? Hanno confrontato i redditi provenienti dai territori "invasi" prima e dopo 1'Islam e hanno stabilito se gli "invasori" erano dei semplici avventurieri, interessati unicamente ad affari egoistici? Hanno qualche ragione di credere che quei Musulmani presero per sé più di quanto non diedero, o che prelevarono più di quanto non depositarono, o che consumarono più di quanto non investirono? Hanno mai trovato una prova che dimostri che il governo centrale dell'Arabia ricevette dai Protettorati "conquistati" tributi o tasse di cui ci sarebbe stato bisogno per lo sviluppo di quegli stessi protettorati; se è così,quanto ricevette, e meritava una tale somma che si affrontasse un'avventura in un mondo sconosciuto? Hanno raccolto qualche informazione degna di fede la quala possa dimostrare che 1'Arabia veniva privilegiata o anteposta nell'ordine delle preferenze, quando si trattava di stabilire programmi di spesa o di sviluppo nelle aree "invase"? Infine, si può dire che 1'Arabia avvertisse la minaccia di un'improvvisa "esplosione demografica" da cui i Musulmani erano costretti a intraprendere guerre avventurose e/o esplorazioni economiche? I1 tentativo di interpretare in termini di necessità economiche i contatti dei Musulmani coi non musulmani può sembrare attraente, ma non ci sembra che racchiuda molta verità o che possa avere una grande influenza su un'intellettualità seria.La minima obiezione che si può fare nei riguardi di tale tentativo è che esso è lungi dall'essere soddisfacente e completo. C'è ancora molto da fare in termini di ricerca, investigazione, analisi e comparazione. Finché ciò non sarà stato fatto, nessun critico ha il diritto morale di spacciare per valide e vincolanti le proprie assunzioni teoriche. Ciò comporta un'altra cortese esortazione dell'Islam a tutti i critici, affinché compiano tentativi più seri per scoprire la verità.

      3. Non c'è un gran bisogno di prendere sul serio le opinioni di coloro i quali considerano le guerre musulmane in termini di saccheggio e bottino. Che cosa c'è di più banale e di più stereotipo di una tale opinione? E' un modo molto facile per risolvere certi problemi intellettuali e morali, ma è molto lontano dal costituire la verità. La stessa questione dei punti 3 e 4 può essere riproposta, proprio per scoprire quanto bottino gli avventurieri musulmani presero per sé o mandarono in Arabia e quanti dei loro uomini fecero ritorno in patria con le spoglie di guerra. Questo per non parlare del rigoglio, della rinascita e della prosperità che i territori "saccheggiati" conobbero sotto questi "saccheggiatori". Per non parlare nemmeno delle dure persecuzioni e delle ingenti perdite di vite umane e di beni subite dai Musulmani, né delle provocazioni e delle minacce di cui essi furono oggetto. Vogliamo semplicemente invitare coloro i quali nutrono una siffatta opinione a compiere studi più accurati circa il fenomeno o a trarre conclusioni più responsabili. Comunque,costoro debbono ricordare che il bottino raccolto dai Musulmani fu in ogni caso minore rispetto a quanto essi dovettero perdere in seguito alle confische, alle usurpazioni,allo persecuzioni o alle altre azioni provocatorie compiute contro di loro da parte degli avversari. Sia che i critici delle varie tendenze accettino il punto di vista di questa panoramica, sia che non lo accettino, resta il fatto che 1'Islam è la religione della pace nel senso più completo del termine; che fra i suoi insegnamenti non ci fu mai la giustificazione della guerra ingiusta; che esso non predicò mai né tollerò mai l'aggressione; che esso non fece mai uso della violenza per imporre la religione a chicchessia;che l'espansione dell'Islam non fu mai dovuta alla costrizione o all'oppressione; che l'appropriazione indebita non è mai stata perdonata da DIO né è mai stata accettata dall'Islam; che chiunque distorce o falsifica gl'insegnamenti dell'Islam recherà danno a se stesso e ai suoi soci più che all'Islam. Siccome 1'Islam è la religione di DIO e il diritto sentiero che conduce a Lui,asso è sopravvissuto nelle circostanze più difficili e sopravviverà per essere il ponte sicuro verso un'eternità felice. Se i nostri critici nutrono qualche dubbio riguardo a ciò, non hanno che da studiare approfonditamente 1'Islam, rileggere il Qur'an e rinfrescare lo loro cognizioni storiche.I1 fatto che l'espansione dell'Islam nelle regioni "conquistate" sia stata seguita dalla prosperità economica e dalla rinascita culturale non significa necessariamente che i Musulmani abbiano inseguito i guadagni economici e le spoglie di guerra. Anche se tali presunti guadagni e il bottino diventarono degli incentivi nei più tardi periodi della storia dell'Islam, non se ne può dedurre che 1'Islam preferisca la guerra alla pace e che i Musulmani agognino il bottino di guerra. Esistono spiegazioni migliori. Una di queste dovrebbe essere assai chiara a coloro che hanno dimestichezza con la discussione classica circa "l'etica protestante e lo spirito del capitalismo", secondo la quale il protestantesimo, insieme con altri fattori, portò alla nascita del capitalismo moderno. Nessuno potrà seriamente affermare che i protestanti svilupparono la loro etica al fine di diventare economicamente prosperi o che il capitalismo modemo dipende ancora dall'etica protestante.

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