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Un libro ispirato?
Deuteronomio 4:2 Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore Dio vostro che io vi prescrivo.
MUSULMANO:Chi ha scritto la Bibbia? Per voi unico fonte di fede è la Bibbia?
CRISTIANO: la Bibbia non è l'unica fonte della fede, ma lo è la Tradizione degli Apostoli conservata dalla
Chiesa, di cui la Bibbia è UNA PARTE. La Bibbia non contiene TUTTO quello che i cristiani credono, ma solo una parte. La Bibbia è un frutto della Chiesa, e non il contrario.
MUSULMANO:
Lei mi dice che "La Bibbia non contiene TUTTO quello che i cristiani credono, ma solo una parte. La Bibbia è un frutto della Chiesa, e non il contrario". A questo punto sta dicendo che la parola di Dio è frutto della Chiesa?, Quindi la chiesa prende il posto dei profeti e degli apostoli di Gesù? Il vangelo di Gesù allora?
CRISTIANO: Assolutamente no . Ma Cristo non ha scritto un libro, ma ha fondato una Chiesa. La Chiesa POI ha
scritto il libro con l'aiuto di Dio. Quindi prima viene la Chiesa, poi il libro. E il libro va letto e interpretato dalla Chiesa, e non dalla persona individuale.
MUSULMANO: La Bibbia Sacra è la parola di Dio?
CRISTIANO: Si. Ma questo non vuol dire che è dettata da Dio, perfetta. Dio non ha dettato a Gesù, Gesù
non l'ha dettata ai suoi discepoli come Vangelo.
MUSULMANO: Allora se non è dettata da Dio, un libro può essere Sacro?
CRISTIANO: Si. Sacra perché ispirata, non dettata.
MUSULMANO: da chi ispirata da Gesù o dalla Chiesa?
CRISTIANO: da entrambi
MUSULMANO: è possibile che persone incerte abbiano potuto cambiare La Bibbia?
CRISTIANO: Chiaramente no! La chiesa ci ha fu assicurato e preservato i più vecchi dell'Antico Testamento e fu
registrato ogni parola e ogni lettera in lui come era prima. Soltanto La chiesa può mettere la parole e nessun altro individuo. E così questi santi della chiesa hanno preparato con ispirazione la Bibbia.
MUSULMANO:
Oggi come oggi che avete il Nuovo testamento e l'Antico Testamento,sono rimasti scritti come lo avevano fatto gli apostoli di Gesù(pscl)?
CRISTIANO: certamente,si è stata solamente una Bibbia,come era prima e come è adesso.
La maggior parte
dei cristiani risponde a lo stesso modo,"La Bibbia e la fede cristiana ispirata da Dio" .Questa è una conversazione che è tenuta tra un musulmano e un cristiano, riguarda la loro Bibbia, la composizione e la conservazione. Adesso andiamo vedere il significato della parola "ispirazione"
Enciclopedia Encarta:
Ispirazione
In teologia, fenomeno di prossimità al divino, interpretato come azione di forze soprannaturali sull'anima. Si considerano ispirati gli indovini, cui vengono trasmesse conoscenze esoteriche sul futuro tramite voci, sogni, oracoli e segni; le sibille greche e i profeti dell'Antico Testamento, che traggono le loro profezie dai sogni o dall'estasi. L'ispirazione
divina delle Sacre Scritture è particolarmente radicata nell'area culturale cristiana. I primi autori cristiani, come ad esempio Paolo. Il concilio vaticano II, accogliendo taluni aspetti di un dibattito
durato secoli e accentuato si nel XIX e XX secolo, ha tuttavia riconosciuto l'autonomia e la libertà degli autori sacri e delle opere che a essi fanno capo. L'ispirazione è così tornata all'interno del concetto di
rivelazione.
Nell'Islam, il Corano è autentica parola divina: ispirazione significa quindi suggerimento diretto senza il minimo
contributo umano.
La bibbia di oggi da chi ispirata?
Padri della Chiesa
Nella Chiesa cattolica, gli scrittori ecclesiastici che fissarono la dottrina cristiana prima dell'VIII secolo. Gli scritti dei padri, che formano la cosiddetta letteratura patristica, sintetizzarono la dottrina quale emerge dalla Bibbia, specialmente dai Vangeli, dagli scritti dei padri apostolici, dai
pronunciamenti della Chiesa e dalle decisioni dei concili, fornendo un corpus omogeneo di insegnamenti cristiani da trasmettere alle popolazioni dell'impero romano. I padri più autorevoli sono anche dottori
della Chiesa. I primi padri orientali, tra i quali Clemente Alessandrino e san Giustino martire vennero notevolmente influenzati dalla filosofia greca, mentre i padri occidentali, come san Gregorio Magno e
san Gerolamo evitarono la sintesi del pensiero pagano e cristiano.
La Chiesa ha stabilito quattro requisiti necessari per attribuire il titolo di "padre della
Chiesa" a uno scrittore: oltre ad appartenere al periodo della Chiesa antica, un padre della Chiesa deve avere condotto una vita santa, i suoi scritti devono essere complessivamente privi di errori dottrinali,
devono contenere un'eccellente difesa o un'illustrazione della dottrina cristiana e devono avere goduto dell'approvazione della Chiesa.
Padri apostolici Nel cristianesimo, i discepoli e i successori dei dodici apostoli. In senso più stretto
l'espressione designa un gruppo di scrittori di lingua greca che furono martiri o figure di rilievo della Chiesa del I e del II secolo. Benché non siano stati inclusi nella Bibbia, i loro scritti possono essere considerati come continuazione di quelli degli apostoli e sono una fonte preziosa per la storia della Chiesa delle origini. Sono generalmente riconosciuti come padri apostolici Clemente I di Roma, sant'Ignazio di Antiochia, san Policarpo; opinioni discordi invece su Barnaba (vissuto attorno al 130) ed Erma. Tra gli scritti posti in relazione con i padri apostolici c'è anche l'insegnamento dei dodici apostoli o Didachè; opinioni discordanti sono diffuse anche sull'identità dell'autore di questo libro.
Apostolo Titolo conferito da Gesù di Nazareth a ciascuno dei dodici discepoli che egli inviò a predicare il Vangelo e a compiere prodigi in suo nome.
È possibile che Gesù abbia scelto dodici apostoli in riferimento alle dodici tribù di Israele, indicando così che la comunità cristiana è l'Israele divino (Vedi Galati 6,16) che eredita i privilegi dell'Israele antico. I dodici erano Pietro, Andrea, Giacomo di Zebedeo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Tommaso, Matteo, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota; Mattia fu scelto al posto di Giuda (Vedi Atti 1,26). Nella Chiesa delle origini il titolo di apostolo (dal greco apòstolos,
"inviato") fu esteso ad altri che diffondevano il messaggio cristiano, come Paolo, Barnaba e Timoteo. Spesso il fondatore della Chiesa di un determinato paese è indicato col nome di "apostolo".
Tertulliano (Cartagine 160 ca. - 220 ca.), apologista cristiano. Quinto Settimio Florenzio Tertulliano,
figlio di un centurione romano, studiò diritto, e forse esercitò l'avvocatura a Roma. Tra il 190 e il 195, mentre era a Roma, si convertì al cristianesimo, poi viaggiò in Grecia e, forse, in Asia minore. Nel 197
tornò a Cartagine, dove si sposò e divenne presbitero nella Chiesa locale. Nel 207 divenne un fautore del montanismo, una setta che professava un ascetismo rigoroso e che in seguito venne dichiarata eretica. Zelante
difensore della cristianità, Tertulliano scrisse molte opere teologiche, 31 delle quali ci sono pervenute, con lo scopo di sostenere la fede, di confutare l'eresia e di chiarire alcune questioni etiche o
disciplinari. Esercitò una profonda influenza sui padri della Chiesa, e in particolare su Cipriano e su tutti i teologi occidentali. La maggior parte delle sue opere è inclusa nella letteratura patristica.
Profondo conoscitore della letteratura greca e latina, fu il primo a scrivere in latino di temi teologici cristiani, come la natura della Trinità, sviluppando una terminologia derivata da fonti eterogenee, greche e
romane. Tra i suoi scritti il più noto è l'Apologeticus (197 ca.), un'appassionata difesa dei cristiani contro le accuse di immoralità, di rifiuto dei valori materiali, e di sovversione. Tra le sue opere si ricorda anche il De praescriptione haereticorum,
in cui afferma che solo la Chiesa detiene l'autorità di dichiarare che cosa è ortodosso o meno nell'ambito della cristianità. Come i montanisti, Tertulliano sostenne che i cristiani dovevano accettare la
persecuzione e non fuggire di fronte al martirio. Importanti per la pratica religiosa del suo tempo furono il De Baptismo e il De OrationeVangeli Sinottici:I primi tre Vangeli (Matteo,
Marco e Luca) sono denominati "Sinottici" poiché sono sostanzialmente omogenei da un punto di vista narrativo e lessicalmente e stilisticamente simili.Circa le correlazioni, le dipendenze e le date di
composizione dei Vangeli, attualmente gli studiosi accettano una versione modificata di un'ipotesi affermatasi verso la fine del XIX secolo. Quello di Marco sarebbe così il vangelo più antico (70 d.C.)
costituendo buona parte del materiale e della struttura narrativa di Matteo e Luca. Una raccolta di detti di Gesù, forse scritta in aramaico, sarebbe invece, oltre a una fonte di Marco, una ulteriore fonte di
Matteo e Luca, anche se alcuni studiosi tuttavia ritengono che non si sia trattato di un unico documento: questo viene designato convenzionalmente come Fonte Q (dal tedesco Quelle, "fonte"), ma
anche come Fonte dei Lóghia (dal greco, "parole" o "detti").
Vangelo secondo Marco:I primi cristiani tendevano a collegare la composizione dei Vangeli con uno dei dodici
apostoli. Se la tradizione attribuiva il testo a un uomo chiamato Marco, il presbitero di Papia faceva di tutto per identificarlo con Giovanni Marco e per collegarlo all'apostolo Pietro. Molti studiosi, quindi,
credono che il Vangelo sia stato scritto da un ignoto autore cristiano, il quale fuse numerose tradizioni orali, costruendo un testo compatto e avvincente.
Vangelo secondo Luca:Il Vangelo di Luca fu scritto soprattutto per la divulgazione tra i gentili, benché
Luca, più di Matteo e Marco, si sforzasse di delineare la persona e il ministero di Gesù in una prospettiva di storia universale. L'attenzione di Luca verso i gentili o i samaritani, unita all'asserzione che il suo Vangelo
precorre il giorno in cui la parola del Signore verrà predicata "a tutte le genti" (24:47), lo distingue dagli altri evangelisti.(Gesù(pscl) che non prende in considerazione nè gentili né pagani e né
Samaritani)
Vangelo secondo Matteo
Primo libro del Nuovo Testamento. I primi scrittori cristiani consideravano questo libro il primo dei Vangeli sinottici (da qui la sua posizione all'inizio del Nuovo Testamento) e lo attribuirono a san Matteo, uno dei dodici apostoli, che lo avrebbe scritto in Palestina poco tempo prima della distruzione di Gerusalemme nel 70. Oggi
si ritiene che il primo Vangelo sia quello di Marco e che l'autore di Matteo abbia utilizzato Marco come una delle fonti principali, insieme a una raccolta di detti di Gesù nota come "Q" (dal tedesco Quelle,
"fonte"). Si dubita, inoltre, che sia stato l'apostolo Matteo a scriverlo, propendendo invece per un autore ebraico in virtù dei numerosi riferimenti all'ebraismo in esso contenuti. Il luogo della stesura
non è certo: forse la Palestina, forse un altro centro paleocristiano, forse la città di Antiochia in Siria. Quanto alla data, dovrebbe essere dopo il 70, forse intorno all'80.
Vangelo secondo Giovanni
Quarto libro del Nuovo Testamento. Dalla fine del II secolo la tradizione ecclesiastica sostiene che il testo evangelico fu scritto da Giovanni Evangelista 101 d.C poco prima di morire e pubblicato in seguito nel I secolo, probabilmente a Efeso. Sempre secondo la tradizione, è l'ultimo dei Vangeli, opinione condivisa da molti studiosi moderni; appare infatti nel canone del Nuovo Testamento dopo i tre Vangeli sinottici.Il Vangelo secondo Giovanni differisce sotto molti aspetti dai Sinottici. Vari
episodi in esso menzionati non esistono nei Sinottici, mentre altri, da questi riportati, non compaiono in Giovanni;; i Sinottici collocano invece la sua missione pubblica anche in Galilea e nei
dintorni.Infine, in Giovanni l'insegnamento di Gesù differisce per forma e contenuto: i Sinottici lo presentano sotto forma di parabole ed epigrammi; l'autore di Giovanni lo traduce invece in lunghi discorsi
allegorici o meditativi come quelli del Buon Pastore e della Vigna. In queste occasioni spesso Gesù si esprime in modo simbolico e metaforico: "Io sono il pane della vita" (6:35); "Io sono la luce
del mondo" (8:12); "Io sono la via, la verità e la vita" (14:6). L'insegnamento di Gesù in Giovanni sottolinea la sua natura divina e il suo rapporto con Dio, mentre i Sinottici tendono a conferire
rilevanza alla vocazione messianica (vedi Messia) e trattano più estesamente le questioni etiche e religiose del quotidiano. Gli studiosi biblici contemporanei ritengono unanimemente che il Vangelo di Giovanni sia stato scritto dopo i Sinottici, mentre sono in disaccordo sul fatto che l'autore conoscesse i Sinottici e li utilizzasse come fonte.
San Paolo:Il Nuovo Testamento contiene quattordici lettere riconducibili a Paolo, sette delle quali risalgono direttamente all'apostolo: la prima lettera ai Tessalonicesi, Galati, 1-2 Corinzi, Romani,
Filippesi e Filemone. Proprio le lettere, unitamente agli Atti degli Apostoli, costituiscono la principale fonte di informazioni sulla sua vita, ed è a queste che la maggior parte degli studiosi si rivolge.
Il pensiero di Paolo, se si considera il fatto che ogni lettera è stata scritta a una Chiesa in particolare e
che Paolo avvertiva la necessità di adattare i propri insegnamenti ai problemi specifici di quella comunità per emendarne gli eventuali errori.Tra queste va certamente notata l'insistenza sul valore salvifico e
redentivo dell'evento di Cristo: la sua morte e resurrezione rappresentano la novità della storia umana, implicita nelle promesse fatte a Israele. Ora, la morte e il peccato, nel loro reciproco rimandarsi, sono
vinti e la fede consente di aderire e partecipare al destino di resurrezione di Cristo.
L'evangelo e la Legge di Paolo:L'interpretazione paolina della Legge è complessa. Egli certamente sostiene
e ribadisce che essa è santa e giusta, tuttavia non è più ritenuta centrale: la Legge, infatti, manifestando la volontà di Dio e conseguentemente il peccato, pone l'uomo di fronte alla propria responsabilità, senza
offrire ulteriori aiuti per poterla realizzare. Essa si trasforma così in condanna o addirittura in presunzione autosalvifica. Il compimento della Legge diviene così la fede in Cristo, cioè il riconoscimento che la grazia immeritata della salvezza giunge ora, attraverso la croce, a tutta l'umanità (lettere ai Romani e ai Galati).
La visione dell'uomo : Nulla è più equivocabile nel pensiero paolino quanto la dottrina della "carne" e dello "spirito", termini che non designano le parti costituenti l'essere umano, ma ambiti di potere in conflitto, essendo il regno della carne, regno umano per eccellenza, soggetto al potere del peccato.
Apocalittica: Paolo adotta lo schema temporale che sta alla base della
speculazione apocalittica ebraica e che prevede due ere: l'Era Antica, dominata da Satana e dai suoi eserciti, e la Nuova Era, che Dio inaugurerà nel futuro. Secondo Paolo, con l'invio di Cristo, tuttavia, Dio
ha già dato inizio alla Nuova Era. Tale evento non ha però ancora del tutto cancellato l'Era Antica, così che il potere del peccato e della morte contrastano strenuamente il cambiamento. Con la croce, segno del
sacrificio di Cristo, Dio ha inferto un colpo decisivo per la libertà dell'uomo, benché apparentemente proprio con quel tragico evento il potere dell'Era Antica sembrava avere guadagnato una decisiva vittoria. Paolo
imputava la crocifissione ai "dominatori del mondo", espressione riferita sia alle autorità politiche sia ai poteri demoniaci che ispiravano l'operato di quelle (Corinzi 1 2:8). Per i
"dominatori", tuttavia, non era certo stata una vittoria, perché crocifiggendo il "Signore della gloria" avevano firmato la propria condanna (Corinzi 1 2:6).
Come abbiamo visto l'autenticità è l'ispirazione da Dio non esiste nei quattro Nuovi Testamenti,cioè l'ispirazione
dei testimoni oculari non è autentica. Le lettere di San Paolo sembrano che derivano da alcune ispirazioni tramite voci, sogni di qualcuno o come dice Paolo stesso ispirata da Gesù(pscl), però la maggior parte delle
sue lettere si contraddice proprio negli insegnamenti di Gesù(pscl), quindi non sono ispirata neanche da un profeta, perché queste lettere raccontano soltanto le sue stesse storie, ossia non esiste nessun tipo di
ispirazione. Allora la Bibbia o La Chiesa da dove prendono l'ispirazione?
I profeti di Dio hanno soltanto questi ispirazioni e nessun altro. Loro soltanto ci possono insegnare la retta via con il
permesso di Dio.Come scritto nel Qur'an:
Qur'an 2:174-176 Coloro che nascondono parti del Libro che Allah ha fatto scendere e lo svendono a vil prezzo , si riempiranno il ventre solo di fuoco. Allah non rivolgerà loro la parola nel Giorno della Resurrezione e non li purificherà . Avranno un castigo doloroso. Hanno scambiato la retta via con la perdizione e l'assoluzione con il castigo. Come sopporteranno il Fuoco?Questo perché Allah ha fatto scendere il Libro con la Verità e coloro che dissentono a proposito del Libro si allontanano nello scisma .
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